Il Millennium Bug, coi piedi per terra

1) Cos’è e perché si chiama così?

È un problema che potrebbe riguardare computer e sistemi informatici allo scoccare dell’anno 2000. Non è un virus, ma un difetto nella programmazione di molti software, che non prevedono che esista l’anno 2000. Il problema è che molti programmi con scadenze e cicli fissi, che dipendono dall’orologio e dal calendario del computer, leggono solo le ultime due cifre dell’anno in questione, dando per scontato che le prime due siano 19. Al volgere del secolo, per questi programmi saremo nel 1900.

2)Come è potuto succedere?

Nella preistoria della programmazione, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando i supporti erano schede di cartone e i dati occupavano spazi enormi, qualsiasi escamotage che consentisse di risparmiare memoria era una manna dal cielo. Con quarant’anni di Novecento ancora da passare, si ritenne perciò di poter scartare le prime due cifre dal computo degli anni, come si fa comunemente quando si scrive ‘89 per 1989 o ‘68 per 1968.

3) Quali sono i rischi?

Vanno separati i rischi immaginabili da quelli reali. I primi sono infiniti e i più vari: se un sistema prevede un allarme e delle contromisure quando passa più di un’ora tra un segnale e l’altro ricevuto da un treno in corsa o un aereo in volo, constaterà una differenza di oltre novantanove anni; per tutte le anagrafi e simili del mondo potremmo risultare minorenni, con ritiro della patente, dei diritti elettorali, eccetera; o inesistenti, con privazione dei conti correnti, e via di questo passo; tutte le contabilità registrerebbero come scaduti da novantanove anni pagamenti, debiti, crediti; sistemi elettrici programmati di illuminazione, refrigerazione, alimentazione di strutture ospedaliere, o altre, potrebbero bloccarsi. E via con le borse mondiali, i sistemi bancari, le comunicazioni, le macchine militari, e chi più ne ha (in piccolo: pensate al costo in bolletta di un’interurbana di auguri che cominci poco prima di mezzanotte del trentuno, e si concluda poco dopo).

I rischi reali sono minori: in molti casi i software sono stati corretti, in altri funzionano in modo da comprendere la differenza tra una sottrazione negativa e una positiva, o sono in grado di segnalare il problema e permetterne la correzione prima di andare in tilt.

4) Quali computer e quali software sono a rischio?

Più facile dire quali non lo sono. La Apple si sta facendo giustamente un gran vanto del fatto che il codice che regola la data dei Macintosh sia esente da problemi fino all’anno 29540. Molti software sono esenti dal problema, o sono stati corretti. Sulle pagine web dei produttori si trovano liste dei programmi “sicuri”.

5) Cosa si sta facendo?

Il problema è qualitativamente semplice e se ne conoscono causa e soluzione: la difficoltà risiede nella sua infiltrazione capillare. L’esame di tutte le operazioni che coinvolgono il calendario e che possono essere suscettibili del Bug è un procedimento lunghissimo e che non dà la certezza di essere completato se non dopo innumerevoli verifiche. Paradossalmente, maggiori e più varie sono le funzioni di un software, più aumenta la sua vulnerabilità.

Quel che si sta facendo è esattamente questo: oltre a riprogettare i software in modo che riconoscano le quattro cifre, verificare passo passo e convertire i programmi esistenti. La controindicazione è che le stesse correzioni creeranno inevitabilmente nuovi conflitti e problemi che dovranno essere ulteriormente verificati e risolti.

6) Qual è la situazione in Italia?

Il problema è stato affrontato un po’ tardi. La Presidenza del Consiglio dei ministri ha creato l’estate scorsa un “Comitato anno 2000” per affrontare il problema. Il mese scorso il Senato ha approvato un articolo del collegato alla Finanziaria che obbliga enti pubblici e privati a collaborare e fornire informazioni al comitato, che viene autorizzato a spendere 5 miliardi.

7) Che cosa succederà alle grandi strutture informatiche?

Possono succedere tre cose. La prima è che non si manifesti nessun problema. La seconda è che le operazioni vadano in blocco, perché si è raggiunta un’eventualità imprevista, o perché sono programmate per bloccarsi in determinate situazioni. Questo caso è il meno rischioso, perché il problema è subito visibile e può essere affrontato prima che abbia conseguenze più gravi. La terza eventualità è che il programma continui a funzionare, ma secondo dati alterati. In questo caso i rischi sono più alti perché il guaio si manifesta solo a cose fatte.

8) Che cosa succederà al mio computer?

Sui personal computer si possono riprodurre in piccolo i problemi delle grandi strutture informatizzate. Minori sono le funzioni, minori sono i problemi: nella quasi totalità dei casi un buon backup vi metterà al sicuro rispetto a qualsiasi accidente.

9) Cosa dovrei fare io?

Aspettare ancora un po’: già adesso le società di software diffondono su internet delle liste di programmi sicuri o corretti. Col passare delle settimane queste informazioni saranno via via più complete, e i problemi dei personal computer possono essere affrontati, se non nell’ultima settimana, almeno in un tempo ragionevole. Intanto dovrebbero aumentare anche le informazioni sui rischi reali. E comunque, fare sempre dei backup parziali.

Intanto si può provare a simulare il problema, spostando il calendario, ma lasciandolo fare a qualcuno di esperto, e comunque sempre su un computer di riserva: mai su una macchina che contiene dati importanti.

10) Cosa mi succederà a Capodanno?

Probabilmente, niente, prendendo qualche precauzione e aspettando che i rimedi si intensifichino. Se avete già prenotato i Caraibi, tutt’al più sarà un bel posto dove essere costretti a rimanere. Se fosse stasera, a scanso di rischi, gli autori di questa pagina non salirebbero su un aereo e farebbero in modo di avere con sé un po’ di contanti. Ma nei prossimi mesi saremo o più rassicurati o più avvertiti. Continuate a leggerci.

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