Douglas Adams nel Duemila

“Sogna da matti, metti fuori il pollice e fatti un giro”: declina l’autostop come modello di viaggio e anche come filosofia di vita, e a resuscitarlo sotto forma di strategia creativa ed economica ci pensa un uomo a cui l’autostop ha letteralmente cambiato la vita, in meglio. E che uomo, Douglas Adams è alto due metri, è mancino e ha un gran naso, per cui si è sempre sentito un po’ a disagio nel mondo, disagio da cui a suo dire è nato il bestseller da sette milioni di copie Guida galattica per autostoppisti (appena ristampato da Mondadori, ma i collezionisti impazziscono per le rare copie dell’edizione Urania del 1980). Vent’anni fa il romanzo (una storia di fantascienza e humour il cui protagonista deve prima fronteggiare la demolizione della sua casa per far posto a una tangenziale e poi la distruzione della terra per far posto a un’autostrada interstellare) catapultò Adams nella fama e nel successo, che inghiottirono a lungo la sua inventiva e lo piegarono al ruolo di scrittore di fantascienza. “Avevo lavorato alla radio, in un allevamento di polli, fatto la guardia del corpo a una famiglia araba; poi per caso ho scritto un bestseller”, racconta ricordando di come i viaggi in autostop in giro per l’Europa gli suggerirono l’idea del libro, che gode di un’autentica venerazione mondiale.

Ma a un certo punto i panni del romanziere cominciarono a stargli stretti e sette anni fa fondò la Digital Village, un’impresa multimediale con un essenziale obiettivo, “diventare, spudoratamente, la più grande compagnia nel settore dell’intrattenimento del mondo, al livello della Disney”. Da allora Adams, che oggi ha 47 anni, è diventato “il primo scrittore del nuovo millennio”, come lo ha definito la stampa inglese: ideatore di libri, trasmissioni radio e tv, documentari, film, videogames, cd-rom e progetti web: in due esaurienti parole, “capo fantasista” della TDV. La sua società occupa venticinque persone che si muovono sulle autostrade informatiche e nel traffico economico con la filosofia dell’autostoppista, per cui le cose migliori capitano per caso e non perché le si sono pianificate. E hanno chiaro sopra di tutto il messaggio stampato sulla copertina della Guida galattica per autostoppisti: “Non lasciatevi prendere dal panico”. Dopo la pubblicazione di un videogame improntato all’inventiva e allo humour della Guida, Starship Titanic, Adams è ora al lavoro sulla sceneggiatura del film tratto dalla sua celebre creatura, di cui la Disney ha da poco acquistato i diritti e che sarà in lavorazione dall’inizio del 2000 con la regia di Jay Roach, quello di Austin Powers. Per il ruolo di Arthur Dent, il protagonista della storia, è circolato il nome di Jim Carrey, contestato però dallo stesso autore, “per una semplice ragione: Arthur Dent è inglese”. Il suo staff è intanto concentrato sull’evoluzione dei siti internet del progetto Adams (www.h2g2.com, www.douglasadams.com e www.tdv.com) che vogliono diventare un nodo di informazioni su libri, viaggi, musica, web e divertimento (vi si trovano discussioni sulla struttura della galassia e sul far rimbalzare i sassi sul pelo dell’acqua).

Le cose cambiano, dice Adams, e il trucco è saper mettere le cose assieme, imparare a creare cose dal caos: “in passato, un tornado si abbatteva su una comunità e la trasformava in un deserto; noi dobbiamo far sì che un tornado si abbatta su un deserto e faccia decollare un 747”.

Adams è euforico e motivatissimo. Vent’anni fa la Guida anticipava il boom di Internet (“Questo congegno aveva un centinaio di piccolissimi tasti piatti e uno schermo sul quale si poteva far apparire in qualsiasi momento la pagina che si voleva”) e concludeva demenzialmente che il significato della vita è 42; molto più tardi un gruppo di astronomi concluse che la costante di Hubble per calcolare l’età dell’universo è 42. Oggi i suoi progetti si accavallano e moltiplicano, cambiano strada e a volte si perdono. “Ma se sai come andrà a finire, non è una gran storia”

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