Wim Mertens – Der Heisse Brei

I cd di Wim Mertens, nei negozi, non si trovano quasi mai. Spesso è perché non ci sono. Ma il più delle volte non si sa dove cercarli. Bisogna, più che provare a classificare la sua musica, sforzarsi di entrare nella psicologia del negozio: dove diavolo li avranno messi? In vent’anni esatti di carriera, Wim Mertens ha inciso (si può dire ancora inciso, dei cd, per favore?) una quarantina di dischi. Una casa discografica seria non gli avrebbe permesso di pubblicarne sette in un anno, ma ai Disques du Crépuscule sono più bravi delle case discografiche serie. Fedele al titolo del suo “Maximizing the audience”, il compositore belga si è cimentato in raccolte orchestrali, di solo piano, di piano e voce, di fiati, di sola chitarra. Ha fatto colonne sonore, la più famosa quella del Ventre dell’Architetto di Greenaway. Ha composto un raro esempio di hit per solo piano, Close Cover. E ha portato il minimalismo sperimentale di molti suoi colleghi su onde di ripetizione melodica che si distinguono per un’evidente tensione a dare piacere. Come gli altri suoi cinque cd di piano e vocalizzi in una lingua immaginaria, questo nuovo disco trasmette molta bellezza, in un senso. Nel senso, per esempio, di avere degli ospiti a cena che dicono “Che bella questa musica, cos’è?”. Provare.

 

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