L’abolizione della schiavitù. Il voto alle donne. I pari diritti per la minoranza nera americana. Sono gli ultimi tarli dell’uguaglianza che le democrazie hanno dovuto superare, per eliminare dai loro codici le leggi – le leggi, non le consuetudini, non le arretratezze culturali – che dicevano che le persone non sono tutte uguali. Ci eravamo convinti fossero gli ultimi, quei tarli, le ultime battaglie legali da vincere. Non era vero.
Le nostre leggi, le leggi delle società libere e democratiche, vietano ad alcuni cittadini ciò che concedono ad altri: di sposare la persona che si ama. Per quanti sforzi si facciano per spiegare cosa sia storicamente il concetto di matrimonio, questa discriminazione è insuperabile fino a che ognuno non sia libero di sposare chi vuole, con tutto il repertorio di diritti ma anche di cerimonie, sindaci e “mio marito”, “mia moglie”, degli altri. È tautologico: perché ci sia l’Uguaglianza, ci dev’essere l’uguaglianza. E oggi il cammino per ottenerla non è in termini di principi diverso da quello che fu per ottenere il voto alle donne e la fine della schiavitù. Le nostre generazioni erano impreparate a trovarcisi, ma ora ci siamo dentro fino al collo.
Al tempo stesso, questo cammino ha fatto dei passi da ciclope nelle ultime settimane: goffi, ma titanici. A San Francisco si sono sposate tremilacinquecento coppie gay. In altre città si è cominciato a farlo. Sui giornali dabbene se ne parla quasi soltanto in termini favorevoli e le obiezioni istintive cadono sotto i colpi della logica e della giustizia. Il più famoso newsmagazine del mondo, Time, ha dato tutta l’ultima pagina a un suo columnist gay, Andrew Sullivan per spiegare in un articolo memorabile le ragioni dell’uguaglianza. Se ne è di conseguenza parlato in tutta Europa. Certo, le nostre società hanno ancora vecchie resistenze: ma le generazioni cambiano e in questo migliorano. Certo, nel mondo non occidentale i gay sono ancora per-se-gui-ta-ti. E certo, adesso arriverà la reazione, e i conservatori americani vorranno scrivere nella loro costituzione che il matrimonio si fa solo tra uomini e donne. Ma quando le cose cominciano a cambiare, cambiano prima per legge e poi di fatto, o prima di fatto e poi per legge. Ma cambiano.