Andavo a cento all’ora/2

Pubblico la più esauriente risposta alla questione di cui sotto (quella che riguarda il mio amico), la cui sintesi finale è “paga, e perdi due punti”.

Caro Luca, ti segnalo che la recente vicenda punti/patenti ha riguardato una particolare fattispecie, e cioè la illegittimità della norma (art. 126-bis, secondo comma, del codice della strada) che prevede che la sanzione della decurtazione dei punti sia comminata al proprietario, qualora non sia stato indicato

l’effettivo guidatore. La sentenza, lunghetta ma leggibile, la trovi qui.

In altri termini, molti, per evitare di farsi togliere i punti dalla patente, dichiaravano di "non sapere" chi fosse al volante in quelmomento, ma i punti venivano tolti comunque al proprietario (considerato responsabile in solido). Ciò creava una situazione di irregionevole disparità con le società proprietarie di autovetture, alle quali ovviamente i punti non si possono togliere (non avendo esse la patente).

La sentenza della Corte Costituzionale segnala, però, che la mancata indicazione della persona che era al volante fa scattare la sanzione prevista dall’art. 180, comma 8, del codice della strada, e cioè da euro 343,35 a euro 1.376,55.

In sintesi:

a) i punti possono essere tolti solo se viene identificato subito chi è al volante;

b) i punti possono essere tolti alla persona che il proprietario indica come conducente al momento dell’infrazione (interessante questione giuridico-procedurale sorge nel caso di contestazione da parte della persona indicata come conducente);

c) se il proprietario (persona fisica o giuridica) non indica chi fosse al volante, incorre nella sanzione amministrativa di cui all’art. 180, comma 8, del codice della strada, ma al proprietario-persona fisica non possono essere decurtati i punti.

Sono attese correzioni legislative, ma per il momento le cose stanno così.

In pratica, uno può scegliere se perdere due punti o un botto di soldi?

Al momento è così, salvo che la contestazione non sia immediata, ovviamente.

Quindi tutta la baruffa sulla sentenza di cassazione, le polemiche sulla legge, Lunardi costretto a consentire alla sconfitta, era tutta lì?
So di un avvocato che sostiene che ci si piuò appellare a una qualche norma che prevede il diritto a non denunciare un congiunto. Ne sai niente?

La sentenza di riferimento è quella della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittimo il secondo comma dell’art. 126-bis del codice

della strada (l’ho citata in un precedente messaggio), sentenza interessante e piuttosto completa – la questione di costituzionalità

delle norme sulla patente a punti era stata sollevata sotto molteplici profili.

Il problema è che lo Stato non è in grado da solo di identificare i trasgressori, ma obbliga i cittadini a farsi parte attiva (come è diventata prassi da un bel pezzo, da ultimo anche la legge anti-fumo o le norme anti-riciclaggio).

E’ chiaramente un’assurdità. Facciamo, però, i conti con una realtà che ha una notevole "propensione" alla trasgressione e un gran numero di avvocati pronti a scatenare battaglie "di principio"…

Per concludere, tu suggeriresti al mio amico di pagare e autodenunciarsi.

Il mio modo di affrontare questi problemi mi spinge a risponderti di sì.

L’alternativa è cercare un avvocato che si faccia carico di un procedimento giudiziale invocando il principio della non obbligatorietà della denuncia e la violazione dell’art. 3 della Costituzione ("i ricchi non perdono punti !").

Ma, mi chiedo, a quali costi per il tuo amico? E tutto questo per 2 punti? Secondo me, così si finisce con l’offrire nuovi alibi a quelli che continuano a trasgredire e si alimenta la spirale di sanzioni sempre più rigide, di fatto inapplicate grazie a qualche "cavillo".

Ciao, Andrea

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