Balletti verdi è il nome con cui fu battezzato uno tra i più grandi scandali legati al mondo omosessuale nella storia italiana. Al centro dell’inchiesta alcune feste in una cascina del Comune di Castel Mella dove, secondo le indagini, gli omosessuali si sarebbero incontrati per convegni a sfondo sessuale con minorenni. Fu il periodico Le ore a dare allo scandalo il nome di “balletti verdi”, “Balletti” essendo chiamati tutti gli scandali a sfondo sessuale (a partire dal caso omologo, ma eterosessuale, dei “balletti rosa” francesi, e dall’analogo scandalo dei ballets bleu) che vedessero coinvolti giovani, mentre il verde era considerato il colore degli omosessuali (verde era infatti il garofano portato all’occhiello da Oscar Wilde).
Quando lessi che Repubblica faceva titoli scandalizzati e pruriginosi sul fatto che in un film Monica Bellucci baci una donna mi venne da ridere per una giornata. Il termine “baci saffici” letto nel 2008 su un grande quotidiano di sinistra mi è rimasto appiccicato addosso e chiunque incontrassi mi veniva da bisbigliargli con tono misterioso: “bacisaffici…”. Avrete letto la storia che gli abitanti di Saffo volevano fare causa a una non precisata comunità omosessuale in difesa del buon nome dell’isola: naturalmente era solo la trovata di un tipo in cerca di pubblicità. Comunque, “bacisaffici” mi ha ricordato un’altra espressione che da ragazzo percepivo loschissima e di cui non avevo mai capito l’etimologia.