Poi dice lo querelano

Premessa per i sovreccitati: mi interessa segnalare il metodo del presunto giornalista, come al solito. Delle responsabilità penali e morali di Versace, o dell’agenda di Battista non me ne frega niente. Il secondo non scrive cose con cui sia d’accordo da anni, e anzi ha un repertorio fisso di obiettivi che mi annoia.

E per esempio, ieri non l’avevo letto. Ma oggi, attratto dal titolo della rubrica sull’Unità del presunto giornalista (“Pierluigi Ballista”, che ridere!), la leggo, e ne capisco che ieri sul Corriere Battista avrebbe scritto – contraddicendo una cosa detta da Di Pietro – che Santo Versace fu assolto, alla fine di un processo dei tempi di Tangentopoli in cui Di Pietro fu accusatore. E in effetti Battista ha scritto, sul Corriere di ieri:

Perché per esempio deformare le cose rivendicando una condanna a Santo Versace, quando invece lo stilista venne assolto in appello davanti al tribunale di Brescia? 

Ora, che Di Pietro abbia “rivendicato una condanna” devo crederlo, perché non ho con me il suo libro a cui Battista si riferisce, e non pensavo di leggerlo finora. E lo stesso presunto giornalista oggi non lo nega, quindi ipotizziamo che sia vero.
Ma secondo il presunto giornalista quella di Battista sarebbe una bugia, meritevole di uno spiritosissimo titolo e di una rubrica intera a pagina 3 sull’Unità. E sapete qual è la bugia (che “rimedia a Battista un’altra figuraccia”, addirittura)? Aver chiamato “tribunale” quella che invece è una “corte d’appello”. Versace fu infatti assolto sì, come dice Battista: ma da una Corte d’Appello (e poi dalla Cassazione, che confermò) e non da un “tribunale”. Questa è la falsità. Wow: una vera figuraccia. 
Attenzione, perché il presunto giornalista ha un’altra clamorosa smentita alla formulazione di Battista, secondo lui: dalle due corti Versace fu “assolto in quanto concusso” (sorvolo sull’insensatezza della formulazione, ovviamente mai pronunciata da un giudice). Non si capisce perché questo debba smentire la frase di Battista. Il quale non ha detto “Versace è un sant’uomo e mai mise mano al portafoglio”: ha detto solo che vantarsi di averlo fatto condannare per un reato, trascurando il fatto che poi per quel reato fu assolto, corrisponde a “deformare la realtà”. Volete cercare il pelo nell’uovo? Ok, avrebbe dovuto dire “nascondere parte della verità”.
Ma comprendendo che la sua polemica in soccorso dell’amico Di Pietro è molto acrobatica, il presunto giornalista è costretto a inventarsi davvero che Battista abbia detto “Versace è un sant’uomo”, giuro. E scrive che Versace ottiene la “pubblica laude di Battista”. Leggetevi l’articolo, e trovatemi questa “pubblica laude”. Non esiste. È come dire che se io correggo qualcuno e scrivo che Erode non ha bombardato Dresda, la mia è una “pubblica laude” di Erode.
Ovvero, il solito metodo.

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3 commenti su “Poi dice lo querelano

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