Aggregami questo

L’ormai intensissimo dibattito sulle sorti dei giornali e del giornalismo su internet, nelle ultime 48 ore ha avuto un’intensificazione sul tema “gli aggregatori rubano ai produttori di news”: Associated Press, Wall Street Journal e altri se la sono presa con Google e con i siti di news che aggregano contenuti altrui, e ne hanno fatto scioccamente l’alibi della propria incapacità di trovare risposte al cambiamento.
Le tappe della discussione le ho linkate qui a destra tra ieri e l’altroieri, e anche la saggia e semplice risposta del fondatore di Techmeme (un ottimo aggregatore di news tecnologiche) che ha suggerito ai suoi accusatori di non predicare quelllo che non razzolano: tutti i grandi siti di news sono a loro volta aggregatori, ha detto Thomson.
Se date un’occhiata anche ai siti dei quotidiani italiani, vedrete che quello che linkano non è tutta farina del loro sacco, per esempio. E ora in America ne è successa un’altra che – come dicono quelli di TechCrunch che la raccontano – fa pensare alle sventatezze ormai leggendarie dell’industria musicale ai tempi di Napster: Associated Press ha ordinato a una radio americana affiliata con AP stessa di rimuovere dal loro sito i video di AP. Che però sono tratti dal loro canale su YouTube e a disposizione per essere “embeddati”.

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