Visto da qui

Da cronista ed eventuale futuro biografo della storia della presa del potere da parte di una nuova classe dirigente (dico sul serio? scherzo?) vi dico che sensazioni ho sui pensieri che animano l’esteso gruppo di persone che è cresciuto in questi anni intorno alla candidatura alle primarie di Ivan Scalfarotto, alla discussione nei Mille, alle riunioni di Piombino e del Lingotto di sabato. Sono molti e lunghi, come vedrete se volete (commenti aperti).

1) Bisogna sempre rispondere a richieste le più varie e soprattutto contraddittorie. Un esempio notevolissimo è questo: per anni è stata contestata a questo progetto la superficialità di una pretesa di rinnovamento semplicemente anagrafico. Le cose non stavano così, ma la contestazione era strumentale e bastian contraria. Poi due giorni fa circola sui giornali – a caso, come al solito, e come vedremo – la notizia che questo gruppo vorrebbe candidare Chiamparino, e gli stessi di prima allora criticano il fatto che il ricambio generazionale si risolva in uomo dell’età di Chiamparino.

2) Ma non è degli attacchi capricciosi e interessati che mi interessa: quelli ci saranno sempre e appena il gallo canta la mattina c’è uno che scrive un articolo o una mail per dire “canta, canta: ma dove sono le idee?”. Invece, piuttosto, ci sono molte persone in buona fede che hanno grandissime speranze e aspettative, e un carico di vecchie delusioni e disincanti, ed è con queste persone che si sta lavorando e per cui è stata organizzata la riunione del Lingotto. Ma anche qui, le stesse persone che dicono “non facciamone una questione di leadership” e chiedono idee, contenuti, un progetto convincente, quando poi li vedono, dicono: “bel progetto, convincente: ma il candidato?”.

3) e hanno ragione. Perché è anche una questione di leadership. E una delle poche cose che sbaglia Debora Serracchiani nelle sue elaborazioni è l’uso (secondo me sbadato, e utile a una sua scelta) di espressioni come “non abbiamo bisogno di un Messia”. Perché invece un Messìa è una cosa fantastica, e ne avremmo un gran bisogno, e l’ultima volta che ne è venuto uno vero ci ha insegnato un sacco di cose, e se non arrivava lui quelle cose mica le imparavamo e le costruivamo da soli appoggiando San Tommaso. Un leader vero, una persona che guidi un progetto, che ne sia il comunicatore convincente, che ne sia modello, è un dono benedetto per qualunque causa. Ma se vi facessero paura questi allegri paragoni sacri, tornate sulla terra, e pensate a chi avesse detto a Martin Luther King, a Gorbaciov, a Gandhi, a Barack Obama “non abbiamo bisogno di un Messia” e li avesse convinti ad appoggiare Franceschini o Bersani, in nome di un percorso di concretezza che attraverso successivi compromessi e pragmatismi avesse permesso di ottenere dei bus solo per i neri ma più comodi, o un sistema sovietico più aperto, alla cinese, o un protettorato inglese sull’India, o una presidenza Hillary Clinton ma con “il primo vicepresidente nero degli Stati Uniti”. Certo, un Messia bisogna averlo: o almeno qualcosa che gli somigli rispetto alle necessità. Ma se non c’è, stiamo solo parlando di un candidato che sostenga un progetto, e l’espressione sul Messia è ancora più insensata e retorica. Abbiamo bisogno di uno/una con cui cambiare le cose.

4) c’è una differenza di visione tra me e Debora Serracchiani su una cosa. Lei pensa che l’obiettivo sia cambiare il PD, subito, e sta cercando il mezzo. Io penso che l’obiettivo sia cambiare l’Italia, col tempo, e che il Pd debba esserne un mezzo. Lei è concreta e io scemo, direte voi, e capisco la posizione: capisco anche quella di Debora in effetti. Ma sarà che sto invecchiando – anche se i lettori del presente blog conoscono da tempo questa mia inclinazione – io penso lucidamente che “turarsi il naso” o comunque ogni sacrificio delle proprie intenzioni per scongiurare mali peggiori si siano dimostrate strategie perdenti. Ripeto: perdenti. Non penso siano sbagliate moralmente, e che non si debba scendere a compromessi: tutt’altro. Ma che ormai decenni di esperienza della politica di questo paese abbiano dimostrato che scegliere il male minore ha aiutato il consolidamento di mali sempre maggiori. Cornuti e mazziati. Avessimo cominciato prima a fare le riflessioni che stiamo facendo ora sulla necessità di cambiare radicalmente marcia, uomini e metodi, non staremmo dove siamo. E mi fermo prima di rinfacciarlo personalmente a chi è stato complice di questo tipo di scelte. Insomma, credo che si debba fare un progetto, e stick to it, come dicono gli americani. E che la scelta del percorso debba essere coerente col progetto più ancora che il raggiungimento dell’obiettivo. La scelta del percorso è il progetto.

5) a questo punto uno immagina che io stia introducendo il suggerimento di far partorire al gruppo dei piombini un loro candidato. E siamo alla questione di queste ultime ore, quella di una sorta di “delusione” da mancato annuncio al Lingotto. Questione complicata dai report giornalistici di quella giornata che sono stati in alcuni casi superficiali e in contraddizione con le sensazioni di chi c’era (i giornali vogliono il sangue, la notizia, il titolo: altrimenti si risentono e vi dicono che siete pavidi). Vi basti sapere che i due interventi piombini più applauditi – quelli di Pippo Civati e Oleg Curci – sono avvenuti nella prima ora di lavori e molti dei giornalisti che ne avrebbero scritto ancora dovevano arrivare (altri sono stati solerti e attenti, ma li leggono in meno). A quel punto lì, per chi era venuto, ne era già valsa la pena. E vi basti sapere che, salvo alcuni applausi scettici sulle cose condivise, i due interventi dei candidati maggiori sono suonati debolissimi e inadeguati, e questa è un’ulteriore ragione a conforto dell’aver chiesto loro di intervenire. E diciamo anche che l’idea che gli organizzatori del Lingotto, dopo averlo negato per settimane ai giornalisti e a chiunque, e aver sostenuto di avere altre priorità, a sorpresa chiudessero la giornata con un plateale e unilaterale annuncio di candidatura estratta dal cappello era piuttosto impensabile, no? Se e quando avranno un candidato o un’idea di candidato, lo diranno e ne discuteranno, coerentemente, senza fare i buffoni.

6) come ho detto, io sono convinto che la questione della leadership sia centrale – e appena diminuita dalla povertà dell’offerta attuale – e ne parlo volentieri. Basta che ne convengano tutti, e non si stia i giorni dispari a dire “non personalizziamo, non è questo che conta, l’importante è il metodo, conta la politica” e i pari a chiedere ansiosamente “ma chi candidate? quanto ce l’avete lungo?”, eccetera. E allora le chances sul piatto al momento sono le seguenti, e prendete l’analisi come completamente ed esclusivamente mia.

7) Ci sono due candidati forti. Uno, Bersani, è distante dalle intenzioni politiche e di metodo dei piombini e del loro mondo di italiani spazientiti, in quasi tutto quello che dice, nel gruppo e nella storia che rappresenta, e nella sua esibita percezione del mondo. E tra questo mondo di persone che erano al Lingotto o ne hanno seguito le discussioni, chi lo tiene in considerazione è quindi una mosca bianca ascoltata con curiosità e meraviglia dagli altri. Massima stima e niente di personale, ma un altro mondo.

8) L’altro dice alcune cose più simili a quelle dette dagli altri intervenuti sabato. Ma solo alcune, e solo da poco, e con un altro linguaggio. L’impressione è che con tutta la buona volontà, anche Franceschini sia un altro mondo. Io credo sinceramente che sia andato via da Torino certo di avere fatto un intervento convincente e di grandi aperture: è una questione di gap di comunicazione e mondi. In più, malgrado una diffusa voglia di credergli (“fosse vero!”), le persone non ce la fanno: le ho viste, le ho sentite. Quando ha detto che vuole rinnovare la squadra, metterci dentro giovani amministratori, forze nuove, sottrarsi al gioco delle correnti, era forse la cosa più ovvia e condivisa dalla sala. Eppure l’applauso è stato esitante, trattenuto: come a dire “bravo, bell’idea, ma ne riparliamo quando l’ho vista”. Facciamo però uno sforzo, e diamole credibilità, come è giusto provare a fare: dove porterebbe, nel migliore dei casi? Io non riesco a figurarmela, un’emancipazione di una leadership Franceschini dal fronte retrogrado e postdemocristiano di cui sarebbe in parte espressione, per esempio. E non mi immagino lui e il suo modo di vivere la politica (quello di quasi tutto il PD attuale) che si fida di altre idee e altre storie che non siano le sue e quelle dei suoi. E aggiungo che lo vedo anche molto in difficoltà: appoggiarlo scendendo a patti con se stessi e prendendo i rischi del bluff potrebbe anche non portare a nessun risultato apprezzabile.

9) Sulla terza candidatura circolano tre scenari personali, con diversa plausibilità, al momento. Comincio da quello che aiuta anche a spiegare il senso degli altri. Il gruppo del Lingotto e quelli che li ascoltano hanno ai miei occhi al momento un solo nome spendibile con qualche efficacia in una candidatura propria, ed è quello di Pippo Civati. Esce dal consenso che ha saputo creare nella sua regione, con le cose che fa e dice, con il suo blog su internet, e con lo spazio che gli danno i giornali, avendone intuito le capacità e il seguito. Quindi giudico una candidatura piombina come se fosse quella di Civati, ché altre tatticamente plausibili non ce ne sono, pur essendoci diversi bravi altrettanto (escludo Serracchiani da queste valutazioni, che la sua candidatura mi pare sia esclusa da lei stessa: ci ripensasse, ne parleremo). Civati è bravo, molto apprezzato, e là fuori c’è un mondo desideroso di appoggiare lui o comunque la chance che rappresenterebbe di cambiamento di rotta e metodo. Molti, moltissimi, insistono. E Civati ha anche un buon pezzetto di “radicamento sul territorio” e rapporto col partito, che non ha nessuno degli outsider con cui collabora. Ma se volete il mio giudizio – ed è il giudizio di uno che darebbe a Civati le chiavi di casa – gli ostacoli costruiti a barriera di una simile candidatura, attraverso il funzionamento di circoli, tessere, regolamento e partito, sono molto più alti di quelli che immagini chiunque non ci sia dentro. Se avessi una qualche fiducia che possa essere in gioco tra i tre delle primarie, lo direi qui subito e lo direi a lui. Credetemi. Se qualcosa creerà questa fiducia – un sostegno, una garanzia, un appoggio solido dentro al partito – lo dirò. Oggi, penso che non ne valga la pena, che avventure per cercar la bella morte ne sono state intraprese a sufficienza. Oggi siamo un passo oltre, ed è bene, ed è bene ricordarselo.

10) Dal Lingotto sono uscite altre due chances, assai distanti. Una è che si candidi Ignazio Marino, a furor di popolo. Ma quanto è grande quel popolo? E non bisognerebbe usare un po’ di testa, e non solo di cuore, nel trasformare un grande apprezzamento personale e puntuale in un’affinità politica? Al momento non esiste non solo la candidatura Marino, ma neanche una visibile affinità sulle molte cose di cui si dovrebbe occupare un partito. In più, potrebbero valere per lui le stesse prudenze di cui sopra, e forse maggiori ancora: che forza ha? A me pare un bel rapporto da costruire, non un portabandiera.

11) Poi c’è ‘sto benedetto Chiamparino. Che è molto stimato per il suo lavoro da sindaco (e io condivido questa stima). E sa il fatto suo e conosce un partito. Vicinanza politica con i piombini: bassina. Però un’impressione di maggior facilità di comunicazione e comprensione dei due candidati maggiori, e di possibilità di proficua collaborazione. Si candidasse e chiedesse aiuto e complicità, la sua richiesta sarebbe più credibile di quella dei suoi rivali (uno manco l’ha presentata, peraltro). E sicuramente, anche guardandola da fuori, la sua sarebbe una candidatura di maggior spariglio dei giochi che non le altre due. Ma questo basta, ai piombini? E comunque, deve ancora decidere.

12) E allora? E quindi? E ora? Questo chiedevano in molti dopo il Lingotto, e continuano a chiedere. E il fatto è che lo chiedo anch’io. Vorrei una scelta che mi convinca, e non la vedo. E non appoggio e men che mai promuovo scelte che non mi convincono, per le ragioni di cui sopra: stick to it. Ma mi fido di quello che decideranno le persone che hanno lavorato a tutto questo, e che – bisogna riconoscerglielo – hanno guadagnato con pochissime forze e un sacco di lavoro uno spazio e una rappresentatività enormi. Sono stati bravi, finora, lo saranno ancora: io ho pazienza e mi fido.

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro

107 commenti su “Visto da qui

  1. federico

    ho letto in fretta fino al punto 4, leggerò il resto più tardi…
    daccordo al 1000×1000 sul concetto che occorre un progetto per cambiare il paese, il PD deve essere a servizio di questo, non il fine a cui arrivare dopo tutte queste elucubrazioni.

  2. enrico

    Sono d’accordo su quasi tutti i punti, a parte il fatto che preferisco Franceschini a quel grigio burocrate di Chiamparino.
    Torino è bella, l’ho vista sabato, ma Chiamparino è l’antitesi del discorso di Sandro Gozi. Dov’è la fantasia, la creatività? Sarebbe un bell’autogol, secondo me.

  3. Omar Degoli

    La soglia del 15% all’interno dei circoli non è facile da superare. Sarebbe ancora più difficile se la notorietà e la novità rappresentate da Serracchiani non dovessero andare a vantaggio del candidato “Piombino”. O se non fosse lei il candidato.
    Immagino che abbiate fatto tutto il possibile, per cercare di convincerla. Se ci fosse ancora una possibilità mi piacerebbe che fosse percorsa.
    Temo che la sua decisione, se dovesse essere quella di correre con Franceschini, rappresenti una difficoltà enorme per il candidato Civati.
    Detto questo,
    se le cose stanno così non ci si può arrendere senza combattere, e se dobbiamo combattere, non credo che Chiamparino o Marino potrebbero avere più possibilità di Civati di superarlo, il 15%. avrebbero invece meno possibilità di vincere le primarie. questo sì.

  4. Filippo

    l’analisi è condivisibile, ma sembra sempre che quest’asticella della candidatura si alzi sempre di più invece che avvicinarsi.

    Come se si aspettasse un’investitura popolare prima di andarsela a conquistare.

    Io non capisco. Anche andasse male, e parlo ipoteticamente perchè l’impressione è che fuori basterebbe candidare paperino e ci sarebbero tante persone disposte a votarlo, ripeto anche andasse male, i piombini raggiungerebbero un risultato importantissimo. Quello di riavvicinare al pd tanti giovani, ma anche meno giovani in cerca di freschezza e facce pulite, altrimenti in preda di Di Pietro o dell’astensione.

    Per me il gioco vale la candela. Se poi si vuol considerare la real politik, e aspettare e vedere che succede lecito, ma si dimostra di essere uguali agli altri, si perde quella marcia in più che può sparigliare. E la si perde anche per il futuro.

    Per me, la miglior candidatura è Serracchiani-Chiamparino(vice), e allora ci divertiremmo. Se la giovincella non vuol farlo, beh, la candiderei candidamente a forza.

    (io mi tessero oggi).

  5. simone

    ad avere paura non sembra essere luca quanto tutti i piombini.
    paura di bruciare un nome, paura di non vincere le primarie, paura di non essere all’altezza.
    ma ti (vi) dico una cosa luca, peggio di quanto è stato fatto dal centrosinistra dal 98 in poi è davvero impossibile.
    gettate il cuore oltre l’ostacolo ed esprimete un nome misurandone il consenso nell’unica maniera democraticamente onesta.
    male che vada, ci troveremo comunque dall’altra parte.

    p.s.
    la terza candidatura già esiste e si chiama Mario Adinolfi. Alcune dichiarazioni del tuo post sarebbero, secondo Sartori, a mentà tra la sotto-informazione e la disinformazione. pensatene quello che vi pare, ma, almeno, non ignoratelo. è davvero poco democratico.

  6. nicola

    “penso lucidamente che “turarsi il naso” o comunque ogni sacrificio delle proprie intenzioni per scongiurare mali peggiori si siano dimostrate strategie perdenti”
    penso che in troppi per troppo tempo non abbiano capito questa cosa… la sinistra italiana rappresentata ora dal PD ha messo sul banco delle trattative le proprie idee e ideologie… il compromesso se si fa, si fa sui singoli fatti, non sulle ideologie. Si accetta cioè che la freccia non colpisca il bersaglio che si voleva colpire, si cerca di farla andare più vicina possibile, non è che si comincia a mirare però un altro bersaglio…
    Sennò si finisce per assomigliare a chi ci sta di fronte. e dopo non c’è nemmeno più bisogno di compromessi perchè la si pensa uguale…

    Riguardo al PD ad essere sinceri… penso che se ha qualche speranza di cambiare veramente ci vorranno così tanti anni che le nuove leve che ora vogliono cambiarlo saranno ormai i ‘vecchi’ del partito…
    ci vuole un terremoto interno altrimenti non va da nessuna parte.

  7. riccardo r

    La tua paura per la candidatura di Civati di andare incontro ad una “bella morte” è fondata, ma allora cito e sottolineo te:”..a chi avesse detto a Martin Luther King, a Gorbaciov, a Gandhi, a Barack Obama “non abbiamo bisogno di un Messia” e tutto il discorso che ne consegue; anche perché per quanto riguarda il PD forse è una delle ULTIME occasioni per esercitare un qualsiasi tentativo (vedi sindaco di Prato), sia perché un candidato dei piombini esterno ai piombini, come Chiamparino, sarebbe soggetto a critiche, come di accordi cooptativi ecc.

  8. Pingback: Post Lingotto « Briciole caotiche

  9. lucap

    da “esterno interessato”, mi sfugge un passaggio al punto 9: “gli ostacoli costruiti a barriera di una simile candidatura, attraverso il funzionamento di circoli, tessere, regolamento e partito, sono molto più alti di quelli che immagini chiunque non ci sia dentro” ok, 1) spiegaceli, se ti va e/o ai tempo. 2), soprattutto 2, come li si rimuove i suddetti ostacoli? con la pazienza, guadagnando pezzetti di visibilita’ e influenza, o con il rischio di bruciarsi un nome? o con nessuno dei due?
    se ci sono queste regole, questi paletti, questa impossibilita’ di scelte “altre”, il pd non cambiera’ mai, o sbaglio?

  10. Alfonso

    Ero con voi a torino, ero lì con alcuni amici e secondo me la tua analisi pecca in alcuni punti.

    1. i contenuti: i contenuti dei piombini ancora non ci sono e quei pochi che ci sono ( il documento) non sono nuovi e diversi dal solito. la discussione di sabato è stato incentrata tutta solo sui diritti civili e pochissimo sul resto, dove probabilmente le divisioni sarebbero state molte.

    2. Leadership: sono d’accordo con te su civati, ma vogliamo parlare del resto, della squadra, alcuni esempi… ti sembra un discorso lucido qualla della concia? il messia è rivoluzionario, nuovo anche nei comportamenti, se non è tutto ciò è solo qualcuno che vuole cambiare il vecchio con se stesso.

    Non fraintendermi, ma credo che abbia ragione ancora una volta Deborah, se non ci confrontiamo prima, se non capiamo prima cosa vogliamo è difficile che andremo lontani.
    Ho fatto 700 km per sentirvi e conoscervi speravo di vedere il nuovo mondo, ma, parafrasando Fabris, mi sono ritrovato circondato da gente che gridava ” Le Indie”.

    Ps. Marino ha cercato l’applauso facile, chiuque gridava “laicità” si prendeva applausi scroscianti, ma il disegno di una società non è solo coppie di fatto o matrimoni gay, c’è anche altro.
    Alfonso

  11. Viviana

    Non so quanto conti il parere di chi,come me,di politica ne capisce poco.
    Trovo la tua analisi,Luca,estremamente saggia,con quell’aspro disincanto tipico di chi la politica e l’italia la conosce davvero.
    Una sola cosa mi turba un po’:in tutto questo dire e fare e costruire,lo hanno capito che devono parlare alla gente,al popolo e che possibilmente devono farsi capire?Che devono compiere lo sforzo di riavvicinarsi e lo devono fare in fretta?
    Per carita’:il mio sogno e’ gente piu’ colta possibile alla guida del Pd ma Civati sembra fresco di Harvard e per quanto non desideri metafore calcistiche per spiegare i problemi del paese,a mio parere,sono tutti loro,ancora troppo lontani dalla “base” del paese

  12. Giovanni

    LETTERA APERTA A SERGIO CHIAMPARINO

    Caro Sindaco, Caro Sergio.
    Mi prendo la libertà di chiamarla per nome, perché quello che le voglio dire presuppone una certa confidenza (che, ovviamente, non c’è).
    Io sabato ero a Torino, al Lingotto. Così come qualche tempo fa, che sembra un secolo, ero a Firenze al congresso di scioglimento dei DS.
    Da sempre voto dalla “nostra” parte, più fedele di quanto potrei esserlo a una moglie (o a un’amante).

    Mi prendo la libertà di scriverle direttamente – e di chiamarla addirittura per nome – perché quello che voglio dirle è questo: perché, con un attimo di generosità che la porterebbe ad essere un caso unico in Italia, non risolve il suo dilemma sulla candidatura a segretario del Pd facendo la seguente scelta:
    – lei resta a fare il Sindaco di Torino, rispettando coerentemente il mandato che gli elettori le hanno dato…
    – ma al tempo stesso appoggia – convintamente – la candidatura di un under-40 per la segreteria (Pippo Civati, per esempio! O un altro nome che venga fuori dalla ventata d’aria fresca dei Piombini).

    Di questo abbiamo bisogno.
    Di un patto generazionale fra le energie di un giovane e l’esperienza di un uomo come lei.
    Sarebbe una cosa bellissima. E molto democratica.

    Grazie e a presto,
    Giovanni

  13. dino

    La necessità di vedere un segno di cambiamento nel PD ha preso molti di noi. La domanda s’è trasformata in parola d’ordine. Urgenza.
    Se n’è accorta bene Debora Serracchiani che viene tirata per la giacca in modo anche molto pressante, se non proprio “minacciata”, affinché si candidi. Ma io, dalla periferia, vedo ancora tanta resistenza al cambiamento. Mica ci sono solo i vertici. Fosse così sarebbe relativamente semplice dare una smossa al PD. C’è tutto un ceto politico locale che tesse le sue “reti”, ha i suoi schemi, e non si sogna minimamente di appoggiare un candidato “terzo”, espressione dei “quarantenni”. Io proprio non idea di come si possa uscirne.

  14. Attilio

    Ho letto con molto interesse quello che Luca Sofri scrive, e dopo aver seguito tutto il dibattito interno alla “Woodstock Democratica”, sia pur da esterno (ma da quando esterno significa non implicato?), mi ritrovo fino in fondo nelle sue parole.
    Per come la vedo io, l’intervento di Debora Serracchiani è stato molto deludente. Non perchè non abbia annunciato di candidarsi (anche per questo), ma perchè il sottofondo della sua riflessione è stato chiedere ai dirigenti di aiutare a crescere una nuova classe politica per il 2013. Mi è sembrata una prospettiva arrendevole. Innanzitutto, perchè il termine temporale è troppo dilatato: lo è già il 2009, ovviamente, perchè avremmo avuto bisogno di facce nuove già in passato. Ma soprattutto, lo è perchè vede i “giovani” (da 25, definire i piombini giovani mi pare un po’ ridicolo, francamente) come forze che devono attendere il proprio turno. Io penso che la leadership sia un obiettivo importante, e non ci vedo nulla di amorale nel dirlo. Non è solo una questione di idee il Pd, ne lo è l’Italia. Dipende anche dai volti che quelle idee incarnano. Franceschini e Bersani, come era prevedibile, vi hanno detti bravi. Ma le vostre idee possono essere credibilmente portate avante da quanti hanno gestito l’Ulivo in questi anni? L’obiezione sulla poca credibilità di Berlusconi secondo me non vale, perchè per il suo popolo è sicuramente credibile, e la sua personalità (per me negativa, ma in ogni caso forte) “copre” le incoerenze interne alla sua parte. Scomodare il Messia, comunque, serve solo a mettere fumo negli occhi. C’è una via di mezzo tra assenza di leader e Gesù Cristo, e cioè una persona a cui affidare il progetto di cambiare l’Italia. Questo era l’esordio del discorso di veltroni al Lingotto, poi nel tempo Uolter perse di vista l’Italia e si mise a fare i conti con le beghe del condominio PD, con i risultati visti. Al tempo della sua candidatura i Mille, dopo lungo dibattito, decisero di non presentare un proprio candidato e di convergere su Veltroni (vabbè, a parte Adinolfi…). Oggi una scelta analoga sarebbe del tutto incomprensibile, specie perchè, per come la vedo io, oggi l’esito dellaa gara è molto meno certo. Io ho molta stima per Chiamparino, ma non credo sarebbe un buon candidato. A me pare troppo simile a Bersani, pur con il suo radicamento al Nord (ma il coordinamento del nord ha combinato pochino). Dovete metterci voi la faccia, Luca. PEr voi intendo tu, civati, serracchiani, concia, scalfarotto e così via. Scegliete un candidato al vostro interno e state con lui come squadra. Certo, se si parte sempre dall’idea che si perderà si vincerà poco di sicuro (non è il vizio del centrosinistra, volete davvero replicare questa mancanza di selfconfidence?). Non un Messia, dunque, semmai un san Pietro, uno che aveva fatto i suoi errori, ma che ha fondato qualcosa di grande. Se deludete il grande interesse che ruota intorno al vostro progetto, con sensi di modestia che in questo momento sono del tutto inappropriati, la delusione che creerete non si rimarginerà. se non riesco a convincervi con le argomentazioni, ci provo con la strizza:) Coraggio! In bocca al lupo per tutti noi
    Attilio

  15. mattions

    Cosa c’è di così anormale di scrivere che i candidati sono tre?

    Cioè se nemmeno voi, che forse ne buttate un quarto in pista leggittimate il terzo candidato (Adinolfi) allora credo che sia abbastanza complicato.

    Il punto è che il PD così com’è non funziona.
    Voi avete un progetto su come cambiarlo.
    Civati inoltre ha detto un sacco di cose interessanti in 5 minuti che ha fatto paura.

    Quando ha detto che la green economy non bisogna sceglierla perchè è un tema cool, ma perchè è una scelta strategica che può tirarci fuori dalla crisi ha davvero mostrato di essere capace di fare il balzo.

    Io credo che il PD sia l’unico mezzo per dare la possibilità all’italia di fare un salto in avanti.

    Sono convintissimo. Però bisogna che lo porti qualcuno che sia capace.

    E sia chiaro, il discorso di Debora è stato così tanto acclamato perchè ha detto che dentro il PD non funziona quasi niente (quasi è sulle primarie di Firenze e Renzi) e che bisogna cambiare.

    E che Franceschini è realmente complicato come arnese da usare.

    Spiegami che Franceschini è il nuovo. Cos’è stato fulminato sulla via di Torino?

  16. Paolocoss

    A leggere alcuni di questi interventi mi si palesa davanti lo spettro di un consenso forte finché stiamo tra le accoglienti mura dei blog, ma inconsistente nel mondo concreto e soprattutto nel partito. Chi oggi non capisce quali sono le difficoltà meramente tecniche che affosserebbero una candidatura terza (o quarta) non ha capito quali sono le regole del Pd. E lo dico con certezza, perché non le ho capite neppure io. Mi sono tesserato da qualche settimana proprio spinto dalla risacca (il giorno dopo la sconfitta, pensate) e da allora sono entrato in un fottuto incubo di meccanismi: il Pd NON è un partito fatto in modo da permettere a un candidato di emergere se prima non ha alle spalle il consenso organizzato di tessere, circoli e segreterie locali. PUNTO. Andate a leggervi il regolamento che Luca ha pubblicato dopo la riunione della direzione nazionale: è un rompicapo dentro un mistero dentro un enigma. Ed è fatto apposta, dai. Se si facessero trasmissioni televisive nazionali con i candidati del Pd, non ho dubbi che Civati prenderebbe Bersani e Franceschini a calci in culo per tutto il cortile. Poi andremmo a votare e ci conteremmo. Ma le cose NON funzionano così. Ci vogliono delegati, ci vogliono “convenzioni” (ma che appellativo del cacchio è “convenzione”?), ci vogliono spazi dentro circoli locali che sono in mano ai pezzi grossi, mica a Civati. E saranno loro a farsi sentire al congresso. Non si pensi che ci sia margine per cambiarle, queste regole: le hanno votate giusto quattro giorni fa, e mica per caso. Quindi non è vigliaccheria, non è spaccare il capello in quattro. E’ che DAVVERO c’è poco da fare.

  17. mclaudio1

    tutto condivisibile, ma secondo me siamo per alcuni all’ultima chiamata, non verranno più se non si indica una direzione chiara, sicuramente minoritaria nell’apparato ma necessaria per il paese, Luca. Proviamo a prenderlo il 15% degli iscritti ( intanto facciamoli sul serio, non per telefono), non chiediamo permesso, chiediamo l’appoggio di tutti da Prodi in giù ma chiediamolo su un progetto ( documento dei Piombini)e su un candidato (Civati). Alcuni (molti?,pochi?) non aspettano altro…

  18. paolo

    Considerazione al volo. Sul punto 3: non posso farmi interprete delle parole di Debora Serracchiani, però mi sembra responsabile dire che “non abbiamo bisogno di un Messia” a chi è alla disperata ricerca di un messia, e ha seppellito l’ultimo pochi mesi fa.

  19. salvatore

    Chiamparino.
    E’ una persona seria, un bravo amministratore, ha dato prova di interpretare il suo ruolo nel partito nel modo giusto: avrebbe potuto accodarsi ad una qualsiasi delle correnti, e invece ha continuato a sostenere Veltroni, coerentemente. Quando è entrato in polemica, lo ha fatto per fondati motivi – vedi dimissioni dal governo ombra -, mai per posizionarsi all’interno del partito.
    L’analisi che ha fatto al Lingotto sul ruolo della sinistra mi pare condivisibile, ed anche piuttosto innovativa rispetto, ad esempio, a quello che propone Bersani.
    Fin qui, nulla di diverso rispetto ad un’ipotetica candidatura Civati. Epperò: Chiamparino è un pezzo di partito, la sua corsa avrebbe reali possibilità di vittoria. Da un punto di vista comunicativo, potrebbe far valere il suo profilo di amministratore capace e competente; e sarebbe, a dispetto dell’età, una faccia nuova per la politica nazionale, con tutto il potenziale consenso che questo comporta, se gioca bene le sue carte.
    Certo, non evoca le suggestioni di una candidatura che fosse espressione diretta dei piombini, ma rinunciare a quelle suggestioni in cambio di reali possibilità di giocarsela non è scegliere il male minore: è politica.

  20. Gabriele

    Ci avete illuso che era il “momento”. Ci avete fatto credere che stavamo ad un passo dal far nascere il partito democratico per davvero.

    Adesso leggo delusione, leggo paura di confrontarsi, voglia di scegliere la strada più facile, leggo che qualcuno è stato tirato per la giacchetta…

    La verità è che forse i “piombini” non se li filava nessuno se non ci fosse andata la Serracchiani con le sue 130.000 preferenze (tali da far preoccupare i big) ?

    La verità è che senza la Serracchiani avete paura che Pippo od altri facciano pessime figure e con loro voi tutti ?

    Per favore ditemi che è una strategia e non una bandiera bianca.

    Per favore ditemi che alla fine non vi farete da parte perchè poi si rischia di far vincere quello che sembra più distante dalla “nostra” idea di Pd (Bersani ndr).

    Sono anni che votiamo il meno peggio (che sinora sarebbe Franceschini ndr) senza convinzione, senza entusiasmo, a volte anche vergognandoci.

    Dateci qualcuno che assomigli ad un messia, qualcuno da votare con entusiasmo e convinzione e vediamo quanti siamo ad avere questa voglia di un pd pd.

    Se chi è diventato famoso e ha preso 130.000 preferenze cavalcando l’onda del rinnovamento ha cambiato idea se ne può fare anche a meno sempre che non sia una strategia. Perchè attendiamo segnali confortanti da quella che poteva essere una piccola messia confidando nel fatto che non abbia “criticato tutti per non criticar nessuno”

    Sappiate che qui fuori ci sono tante persone che vi stimano, vi seguono ma vi aspettano al varco per giudicare ciò che avete detto sinora e ciò che farete adesso. Non deludeteci pure voi per favore.

    Grazie

  21. lucio

    bravo Luca!
    bravo davvero per avere avuto finalmente la forza, o coraggio, di fare un raginamento tanto personale e privato in maniera completamente pubblica.
    la trasparenza è stata, a mio parere, l’anello debole del percorso dei piombini fino a questo momento,e con questo post dimostri di averlo capito e superato.
    a questo punto io do il mio modesto consiglio. la candidatura di Civati (in coppia con chiamparino?) va lanciata subito e sostenuta. è rischiosa certo, ma non folle.
    se i giochi rimarranno quelli attuali sarebbe di sicuro lui a presentarsi alle primarie aperte, visto che è sufficiente essere il terzo più votato nella prima fase senza nessuna soglia da superare. il pericolo è che vengano messe in campo altre candidature proprio per evitare che ci sia il terzo incomodo. io me ne aspetto altre da dirigenti di primo piano che poi confluiscano su franceschini o bersani proprio per scongiurare il rischio di una scelta vera.
    lanciata la candidatura la squadra si può migliorare e va raccolto il consenso, ma solo con un obiettivo chiaro ci si può misurare.

  22. Pingback: Lingotto. Visto da dentro « Blog del circolo online del PD “Barack Obama”

  23. marcotar

    Da elettore di SeL ma estremamente interessato al futuro del Pd (perchè è estremamente importante per il futuro del centro – sinistra italiano) trovo convincente l’analisi di Luca Sofri, soprattutto quando individua la necessità di esprimere un segretario che sia anche un leader (per intenderci, quello chi, se pure in piccolo, è stato Nichi Vendola in Puglia). Credo che questo sia il vero limite di Bersani, al quale sono comunque più vicino politicamente, mentre ricordo a tutti che Franceschini è stato il più convinto esecutore della linea “facciamo terra bruciata a sinistra”, e quindi non credo che saprebbe interpretare al meglio le sfide che attendono il Pd nel prossimo futuro.

  24. tanner

    guardate che chiampa-ciwa è un tandem che non è mica tanto assurdo, e ha un bel po’ di chances di risultare appetibile, interessante, capace di calamitare una forte attenzione mediatica, cioè di vincere le primarie. ma capace anche, credo, di eludere o sconfiggere queste benedette trappole regolametari, e uscire bene dal congresso. secondo me si può fare – naturalmente se i due diretti interessati lo vogliono. è un tandem nordista, riformatore, innovatore, potenzialmente capace di portare il partito a rivincere lì dove ha perso. questa ipotesi, che poi forse è un’ipotesi solo nella mia testa, che l’incontro del lingotto forse ha partorito, è l’unica alternativa al duo b-f che non mi pare susciti molti entusiasmi nel mondo reale. anzi, no, non è l’unica alternativa. c’è anche l’alternativa di adinolfi, che con coraggio, paraculaggine, mettendoci di nuovo la propria faccia e il proprio sudore, si è buttato un’altra volta. prenderà trecento voti, non ce la farà mai, però è un tipo, come dire, operativo, gli va riconosciuto; è già lì con la sua candidatura e la sua organizzazione. non arriverà da nessuna parte perchè non troverà i voti, però intanto lui c’è. perchè chiampa-ciwa non ci potrebbero essere?

  25. roma logorata

    il punto è che te la fai, ve la fate, sotto. senza eccezioni. vi tremano le gambe.

  26. marco esposito

    Per me la questione è molto semplice. Il movimento creato dai “Piombini” o esprime una candidatura nel corso dei prossimi 6-7 giorni, oppure il movimento è destinato a morire.

    Non candidare nessuno significherebbe tradire le attese di chi li ha seguiti con simpatia fino ad ora. E’ questo il momento. O uno di loro (civati, Gozi, tu…) scende in campo oppure perderanno di credibilità tutti insieme. E soprattutto, come potranno criticare un futuro segretario che non hanno nemmeno contrastato?

    Non c’è altra scelta.

  27. Gian Carlo

    D’accordissimo sul fatto che la leadership sia necessaria. Le idee ci sono, si è sentito al lingotto, si è visto anxhe l’entusiamo e per mille che eravamo li dieci volte tanti ce ne saranno per l’Italia. Occorre però qualcuno che guidi questo popolo, per cui è giusto parlare di Leader, sinora si è parlato di candidature come semplici nomi, si diceva poi che ci vogliono i programmi e non le persone, invece ci vuole qualcuno che rappresenti queste idee, che ce le abbia in volto. Sarà anche retorica ma Obama con lo sguardo rivolto verso l’alto o verso l’orizzonte ha significato molto e non solo per gli americani.
    Poi anch’io concordo che sul palco del Lingotto Civati è quello che trascina di più ma Oleg Curci starebbe ebne come braccio destro di chiunque verrà eletto.

  28. Lorenzo

    mia opinione (penso per nulla nuova):
    con bersani si finirà dal 26% al 21% così come si era arrivati al 26% dal 33%.
    candidate civati e buttatevi, ogni lasciata è persa.

  29. maria cascella

    il resoconto di sabato fatto da luca è impietoso ma lucido,ma il medico pietoso non sarebbe un buon medico e quindi è giusto affondare il bisturi e provare a ragonare con estrema lucidità
    franceschini non solo sabato, ha lanciato un amo, e a quell’amo ci ha messo un’esca pesantissima ma ghiotta al contempo, la possibilità di reclutare come un’ape regina giovani dirigenti, funzionari ed amministratori azzerando , a suo dire , il passato e coloro che a quel passato erano ancorati, in parole povere le gerarchie e gli apparati.
    bersani ha radici fortissime nei circoli , nelle strutture pesanti, in amministrazioni non solo istituzionali, ma cooperative, di servizi, roba grossa e concreta,ben radicata.
    ed è la parte del partito che è mancata a veltroni, l’errore di veltroni è stata aver sottovaluto quel pezzo di partito o meglio di avere sopravvalutato la società civile, probabilmente pensava che gli italiani non legati agli ex dc o ds sarebbero arrivati in massa a sostenerlo e a tesserarsi, così non è stato la società civile è rimasta ai margini e le burocrazie hanno ripreso il sopravvento costringendolo alla resa, giorno dopo giorno.
    Franceschini sta cercando la quadratura del cerchio riconosce la possibilità di eccellere agli amministratori, purchè siano giovani, quindi a suo avviso, almeno apparentemente, non avvezzi alla fibrillazione interna, ma nel contempo non li prende a digiuno di consenso e privi di pacchetti tessere, perchè se sei giovane ma già amministratore significa che si è radicati e riconosciuti dal territorio da cui si proviene, solo un ingenuo pu pensare di essere un funzionario od amministratore senza avere un’organizzazione alle spalle.
    Quindi franceschini, aggiunge un tassello nuovo, novità, società civile , consolidamento territoriale, in questo debora è il simbolo massimo e in un certo senso lo è anche civati, ma tra i due chi scegliere e su cui investire? calcolando che pippo ha battuto il terreno della critica al sistema facendone un cavallo di battaglia da anni orsono ed legato ad un gruppo che ha lavorato insieme da ben 3 o 4 anni, cercando spazi ed egemonia politica di ampio respiro, e su temi che spaziano a 360 gradi.
    chiamparino legato alla città di torino,aprirebbe scenari per la sua successione, per chi conosce la realtà torinese, pesanti da gestire in un doppio ruolo, amministratore e politico di un partito in costruzione, diviso tra nord e sud e non ancora ben omogeneizzato.
    qualunque sarà la scelta, è chiaro che un pezzo di partito sarà scontentato, serve più che un messia, a mio avviso, un agnello sacrificale,alla luce delle regole capestro, ma chi pronto ad immolarsi alla causa?

  30. Anon

    Io vedo in Gozi un’alternativa migliore a Civati.
    Civati, seppur bravo, non mi convince a pieno…
    Spero sia in forse una sua discussione, rappresenterebbe la *vera* alternativa a quei due pagliacci di Bersani e Franceschini.
    Adinolfi ha fatto un discorso serio, è ora che candidiate qualcuno.

  31. francesco

    D’accordo sul non avere paura di dire che leadrship viene prima dei ” contenuti”.
    D’accordo che va bene fidarsi di chi fino adesso ha lavorato sodo e fatto bene.
    Pero’, non aver paura della “bella morte”. Un messia e’ in grado di risorgere, mi dicono. Se si hanno le spalle forti si puo’ perdere dignitosamente una battaglia e poi vincere la volta dopo. Lo fece Giuliani a NY, e tanti altri prima e dopo di lui. Non ha avuto il coraggio di farlo Walter Veltroni.

  32. Gio'

    E allora? E quindi? E ora?

    Quando quelli di sinistra sentono che è quasi giunto il momento di (ri)tornare al potere ecco che si parano gli occhi e iniziano subito a lamentarsi.

    In due mesi Serracchiani è diventata da signora nessuno a centomila preferenze e ora alzi rilievi sulle sue posizioni?

    Ci vuole una donna, giovane e preparata. Punto.

    Contro uno che le donne le paga, le plagia, le considera inferiori (i soliti riferimenti alle casalinghe di Voghera) ci vuole una che gliela sbatta sul muso, la verità, e che parli alle donne, che sono la maggioranza del paese, del mondo. Che non capiscono di politica, che non vanno a votare, ma stanno sempre a sentire, e criticare, le donne come loro.

    Quando sento ancora discussioni su Franceschini, Bersani, Chiamparino, Civati capisco solo che la sinistra non solo non governerà alla fine di questa legislatura, ma proprio mai più questo paese.

    Il fatto è che in fondo Libero ha ragione: siamo un poco tutti come Berlusconi, ci piace la donna ma quando deve darci ordini e si dimostra più competente di noi preferiamo tornare ad essere uomini duri e puri e far finta che non esista nient’altro che noi.

  33. Kerub

    Se Bersani “vira” a social-liberale (abolizione albi professionali, articolo 18, welfare redistribuito) potrebbe essere più vicino ai Scalfarots, mille e piombini.
    Magari si sgancia un pelo da D’Alema.
    hai visto mai.

    Franceschini ha tre palle ai piedi: Rutelli, Marini e Fioroni.

    (di Veltroni non dico niente)

  34. Nico

    Letto il post e tutti i commenti. Vado sui punti del post.
    1) credo che per il momento si debba andare avanti e basta leggendo i giornali giusto per vedere cosa bolle in giro. La novitá del progetto esiste e ha forza. 2) e io seguo tutto questo da 3000 km e da poco tempo con interesse e entusiasmo crescente 3) e aspetto il leader. Per forza ci serve il leader. Siamo a un punto storico e in una situazione nazionale assurda e particolarissima, e non se ne esce se non si va a combattere sullo stesso campo (non lo abbiamo deciso noi ma la situazione è quella che è). Il fatto che ci sia tutto questo seguito anche sui nomi dimostra ancora di piú che la persona è importante. Ho seguito tutta la diretta da iMille e, con i miei compagni di chat, ci si è entusiasmati per tanti. E tanti ne abbiamo acclamato come segretari. 4) E tutti vogliamo cambiare PD e societá. 5), 7) Franceschini e Bersani hanno detto molto poco, quasi quanto le urla della Melandri. Bersani poi… un ufo. 8) c’è bisogno di un candidato vero e nuovo. Sappiamo con chi andiamo a scontrarci e non possiamo rimettergli di fronte Franceschini vice-Veltroni o Bersani-ex Ministro di Prodi. Cosí li idendificherebbero. Ancora una volta questo è quello che ci aspetta lí fuori. 9), 11) Civati è veramente il piu adatto a intraprendere quest’avventura. E lui non si brucerebbe perché è cosí impegnato giá di suo che potrá a lungo partecipare alla vita del partito. Forse Chiamparino come vice sarebbe opportuno (prorpio perché ha l’etá che ha e l’esperienza), ma il segretario deve essere giovane, nuovo!. Debora mi sembra stanca, non só, forse lo era solo al lingotto. 10) Marino ottimo ma non è il tipo da leader. Certe cose devono funzionare a pelle. 12) Il lavoro fatto è tanto e di qualitá, ma in quanti siamo? ok, 130mila con Debora, poi quelli di Ivan e tanti altri. Infettiamo il virus di Piombino nei circoli, contagiamoli.

  35. Gianluca

    Valutate bene, signori Piombini, in assenza di una candidatura realmente di peso (ma non mi pare stia uscendo, per ora) il rischio di sprecare oggi la possibilità di far crescere voi stessi come futura classe dirigente del PD. Ne avete tutti i numeri, lo state dimostrando. Ma sapete benissimo di dover fare i conti con meccanismi interni al partito e al congresso che non vi sono favorevoli.
    E’ vero, non è il congresso l’obiettivo, ma le politiche del 2013. C’è tempo. Se deve essere “patto generazionale”, cioé accordo con Franceschini (per favore, non iniziate anche voi a costringerci all’uso continuo del politichese-decoder), che sia. Non sarebbe un dramma. Meno impatto esterno, meno coinvolgimento emotivo, ma se avete le necessarie garanzie, vale la pena tentare.
    Per ora, come ha scritto Luca, ci fidiamo.

  36. Dellaplane

    Anche io ero al Lingotto. Sottoscrivo gran parte delle parole di Luca, anche se concentrate sull’aspetto “partitico”: le questioni della legalità e dell’innovazione culturale, dei diritti e dei doveri, di una economia eco-compatibile e welfare-compatibile dovrebbero restare in primo piano, fare anche esse le differenze sulle candidature.
    Sarà per simpatia, ma vorrei che la non ricerca di un messia da parte di Debora fosse più un desiderio (beato il paese che non ha bisogno di eroi) che non una intenzione programmatica o, peggio, l’uva per la volpe.
    Chiamparino è il mio sindaco; non è grigio, e, semmai, è l’amministratore che è riuscito a gestire un cambiamento epocale in una grande città. Visto come sono stati bruciati Illy e Soru, teniamocelo da conto, esperienze e non cambiali in bianco in questo senso ci farebbero comodo. In questo senso fare nomi adesso potrebbe non servire a molto: dalla giornata di sabato ho avuto conferme e sorprese, prima fra tutte quella di Oleg, per cui la squadra credo ci sia.
    Ricordo la conferenza di Lawrence Lessig a Milano un paio di mesi fa: aveva impostato tutto il suo discorso sui concetti di “read & twittering” (contrapposto al “read only”… in Italia rischiamo di considerarlo gia un lusso) e, soprattutto, fiducia. Con chi si può avere una conversazione in cui essere ascoltati, dare e avere fiducia? Io vorrei deciderlo democraticamente, a maggioranza.

  37. jacopo

    anche secondo me è necessario che ne venga fuori una candidatura.
    certo, se la Serracchiani ha deciso di non candidarsi, e si schiera con Franceschini, si rischia l’autogol.
    Infatti bisognerebbe cercare di farla ragionare su questo.
    Se la principale esponente di chi vuole il rinnovamento non si candida, nè si schiera con il candidato espresso da questo movimento, non si va da nessuna parte.
    Ciònonostante meglio candidarsi e perdere che non candidarsi.
    Quindi sotto Civati, che Chiamparino è un bravo sindaco ma di sindaci convertiti in segretari ne abbiamo già visti e non hanno fatto una gran fine…

  38. Luca

    Ehi, grazie. Il dibattito è interessante, anche se non mi sembra che ne usciamo. Mi piacerebbe che a dire “candidiamo Civati” fossero dei responsabili locali del PD, e questo darebbe maggior fondatezza alla proposta.
    Rispondo invece a quelle due o tre constatazioni di questo genere: certo che ho paura, io, ad attraversare l’autostrada bendato, o a spingerci un altro. Voi no?

  39. Pingback: Re: Visto da qui » Dellaplane

  40. tauzero

    Bel post.
    Da osservatore esterno ma interessato, sono andato al Lingotto con un misto di curiosità, di speranze, ma anche con qualche timore, su tutti quello di restare deluso da quello che avrei potuto vedere.

    Quello che ho visto e sentito mi è piaciuto.

    Lo so che l’obiettivo è il 2013 ma io dico di andare avanti. Dico di trarre le conclusioni dalla giornata di sabato, rompere gli indugi e proporre un nome senza paura di bruciarlo.

    Io dico Civati.

    Se andate avanti, se lo fate, ragazzi, guadagnate (per quello che può contare) un iscritto in più…

  41. edoardo

    Caro Luca, è la prima volta che ti scrivo. Ho 37 anni, non sono iscritto al PD, non sono mai stato iscritto a nessun partito. Sono un semplice cittadino, piuttosto interessato di politica. E sono un elettore (molto critico) del PD, spero di poterlo essere anche in futuro… Ho votato Scalfarotto alle ultime europee, così come alle primarie del 2005.
    Ho letto i resoconti del Lingotto sui giornali e il tuo lungo post, e sinceramente il mio stato d’animo è di profonda delusione!

    Mi sembra che la montagna abbia partorito il classico topolino! Ma come, qualche giorno fa eri stato proprio tu a spiegare l’importanza del terzo candidato!
    Mi spiegate come fate, voi 30-40enni a pensare anche solo lontanamente di affidare il partito a uno come Chiamparino che di anni ne ha 61 e che nel 2013 (quando presumibilmente si voterà) ne avrà 65? Per me è inconcepibile! E il fatto che i 30enni si affidino a un ultrasessantenne è paradossale, assurdo e autolesionistico! Come faremo allora a criticare la gerontocrazia di Berlusconi?
    So bene che la giovane età da sola non significa niente… però vi ricordo che a Washington siede un presidente eletto a 47 anni, che Bill Clinton USCI’ dalla Casa Bianca a 54 anni, dopo 8 anni di mandato, che Tony Blair entrò a Downing Street a 44, e che un certo Zapatero divenne primo ministro di Spagna a 43 anni (e segretario del PSOE a neanche 40).
    Se invece a voi sta bene vivere in un paese che con il 73enne Berlusconi ha il primato del primo ministro più vecchio d’Europa (e che con Chiamparino probabilmente continuerebbe ad averlo), bene allora accomodatevi…
    Ribadisco: la giovane età non è condizione sufficiente, ma necessaria!

    Forza, TIRATE FUORI LE PALLE, invece di continuare a mugugnare e a incontrarvi all’insegna del “ci-vedremo-a-Vedrò” (cito un recente articolo di Severgnini), e tirate fuori questo benedetto terzo nome!!! La voglia di novità e di partecipazione è tanta, lo si vede anche da tutti questi interventi.

    Volete essere sicuri di vincere? Avete paura di perdere? Certo, questo rischio c’è. Ma ci sono battaglie che vale la pena di combattere comunque, anche se non si è certi di vincerle, e anche se alla fine le si perde. Secondo voi quando Obama si è candidato alle primarie, aveva per caso la certezza di vincere la nomination contro un mostro sacro come la Clinton, candidata dell’establishment? Ma quando mai! Caso mai il contrario: sulla carta aveva tutti i pronostici contro.

    La mia preferenza va alla Serracchiani, credo che per lei sia il momento giusto: ha l’età giusta, ha un sacco di qualità, non ultima quella di “bucare il video”; inoltre ci sarebbe il segnale forte di un segretario donna.
    Ma perchè non si è ancora fatta avanti? Si candiderà??? Non riuscite a convincerla? Non è che “il coraggio che manca” (titolo del suo libro) è proprio il suo???

    In subordine Ignazio Marino, il quale concilierebbe il tema della LAICITA’ e dei diritti civili, temi CRUCIALI per un partito di sinistra, con il suo essere cattolico.

    Ripeto: se invece la candidatura sarà quella del 61enne funzionario di partito Chiamparino, io credo che molti, delusi come me, se ne staranno a casa e non si peneranno di fare la coda al gazebo.

  42. Simone B.

    Edoardo (commento delle 23:29) mi ha risparmiato la fatica di scrivere molte cose che condivido. Del suo intervento non condivido soltanto questo: Serracchiani invece di Civati, e la citazione delle brillanti banalita’ di Severgnini.
    Sono pronto a sostenere ferocemente qualunque candidato esprimiate, perche’ ho fiducia nelle vostre scelte; non sono pronto, pero’, a protrarre illimitatamente la mia fiducia (le politiche del 2013?!? Ma vi rendete conto?!?).
    E’ offensivo dire che avete paura. E’ diverso, pero’, e vero, temo, dire che non avete coraggio, se non arrivate a esprimere una candidatura. Battetevi adesso, santiddio. Cosa temete di bruciare? Perche’ un leader che perdesse in ottobre dovrebbe risultare impresentabile in futuro? Formulate un progetto, unitelo a un volto, e stick to it – la prima parte del tuo post era perfetta.
    Il consenso si costruisce anche dimostrando di avere qualcosa che agli altri manca: il coraggio, per esempio. Solo se candidate qualcuno adesso, sull’onda dell’enorme aspettativa che avete catalizzato, potrete raccogliere i frutti di questo lavoro, non lasciando sgonfiare questa nuova, delicatissima bolla di speranza. Solo se candidate qualcuno adesso, potrete guardare negli occhi ognuno di noi che vi seguiamo, e chiedere a ognuno di fare la sua parte. E noi la faremo, uno a uno.
    Non tiratevi indietro, non adesso.

  43. Michele Costabile

    “Io penso che l’obiettivo sia cambiare l’Italia, col tempo, e che il Pd debba esserne un mezzo.”.
    Non posso non essere più d’accordo con te: l’Italia ha bisogno di un’assemblea ri-costituente per trovare la consapevolezza della sua identità, che è quella chiarissima a chi la vede da fuori, di maestri della cultura, della qualità, del buon vivere. Buon vivere che dovrebbe essere citato nella dichiarazione di indipendenza dalla vecchia Italia, come il diritto alla ricerca della felicità è citato nella dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti, subito prima della giustificazione dell’esistenza dei governi per assicurare ai cittadini che i fondamenti della società e le libertà fondamentali saranno tutelate.
    Se ci credessimo si potrebbe credere a un nostro Obama che si appigliasse a quei valori per rimettere in marcia una nazione e potremmo dichiararci indipendenti dall’Italia dei furbetti senza altra etica che il proprio comodo e dall’altra Italia dei microfurbetti che fottono il governo come se fosse un dovere, senza pensare che quello che evadono di fisco non lo rivedranno come scuola pubblica.
    Insomma, Luca, per questa frase ti nomino leader dell’assemblea ri-costituente.

  44. Michele Costabile

    Beh, scusa se ci ritorno ma devo aggiungere che il PD dve convincere il paese di avere un progetto migliore e più solido punto per punto per fare fruttare il denaro pubblico che esce dalle tasche dei cittadini e farlo tornare indietro in quei servizi, come la scuola pubblica e la sanità pubblica che, per l’appunto, fanno quel piccolo benessere che abbiamo conquistato e su cui la maggior parte delle persone vuole risposte dalla destra.

  45. Pingback: Francesco Costa » Alla base

  46. ugo

    Complimenti per la fotografia.
    Se per voi l’importante non è solo partecipare, non ci sono allo stato ipotesi che possano realisticamente portarvi alla vittoria (del congresso).

    Non vorrei scandalizzarvi, ma io un’alternativa veramente rivoluzionaria e vincente ce l’avrei:
    i Mille che candidano Massimo D’Alema.

  47. Paolo Francini

    Non sono potuto venire a Torino e neppure ho anclora ascolato gli interventi, pur avendo letto svariati resoconti. Un candidato deve esserci, e deve essere un candidato scelto in proprio, un segno di autonomia e di protagonismo. Senza rimettersi a scekte paternalistiche. Un buon candidato può essere vincente, il PD è una pentola a pressione, è pronto a scoppiare. In ogni caso, ci sarà poco da perdere: la classe dirigente attuale è a tal punto inadeguata, pavida e superata dal tempo che fare di meglio è diventato facile. Ma non replichiamone proprio uno dei difetti peggiori, la pavidità. Nel dubbio, si dia il buon esempio: si facciano le primarie, qui, noi, subito, via internet.

  48. Giuseppe

    Leggo sempre con grande curiosità quanto ha da dire Luca Sofri, mi piace il suo stile disincantato e ellittico, scrive come uno che non vorrebbe scrivere quello che scrive, ma che è troppo preso di sè per non scrivere. Una sorta di Holden Caulfield maturo, ma solo negli anni.

    La disillusione è un’arma dirompente, fantastica e malinconia, dal sapore romantico, fa rima con Tafazzi e Fantozzi, e con Caulfield, ovviamente. Quel punto 12 è il manifesto di un distacco narcisistico, sublime e romantico che tanto ci piace, e che tanto fa ridere i nostri avversari politici. La Woodstock democratica finisce con un amen. Così sia. Cosa? Non so.
    In fondo Woodstock da un punto di vista strettamente musicale è una cagata, tanto la gente continuerà ad ascoltare Sinatra e Gigi D’Agostino, tanto qui, dalle mie parti, nei circoli della periferia della periferia, continueremo a spalare letame e combattere contro i mulini a vento, incarnati da assessori di maggioranza che si fanno riprendere con il fascio littorio. Tanto qui ricorderemo sempre che a Torino si cantava un futuro migliore, si sognava.

    Tanto un giorno ci sarà un altra Woodstock, magari più dimessa, perchè qualcuno se ne sarà andato, perchè la platea si sarà rotta le scatole di Holden Caulfield, una Woodstock dove si canterà ancora, e la canzone stavolta si intitolerà “Lo avevamo detto” perchè gli assessori con il fascio littorio diventeranno una moda, e canteremo ancora, lisergici e contenti, con un altro punto numero 12. Un altro giorno della marmotta, sempre uguale e sempre diverso. E si sognerà ancora.

    Tom Waits, uno di noi, sancisce un’altra rima al punto numero 12, secondo la quale si è innocenti solo nei sogni. Noi saremo innocenti.
    Allora sogneremo ancora, e al diavolo la bella morte, e viva Holden Caulfield, segretario di tutti noi, di nessuno. Meglio sognare innocenti che morire bellamente.
    Ed un giorno arriverà uno che canterà come Sinatra e D’Agostino e noi continueremo a cantare, a noi stessi, innocenti, lisergici e contenti, e a quel punto ci saranno un mucchio di punti numero 12.

    Scusate il turpiloquio. E’ che non riesco a prendere sonno. Domani mi tocca una giornata di lavoro, e di combattimento contro i mulini a vento. Tanto io preferisco i Supersilent, i Peacedrums & Wildbirds, i Portishead e i Low: chi se ne frega di Woodstock.
    Vabbè i Supersilent si sono separati, mi rimangono gli altri.
    E la chitarra fiammeggiante.

    And noooow, the end is neeear, and so i face the fiiiiinal courtayn

  49. Gambero

    Da uno che ha votato Veltroni alle primarie, e che probabilmente voterà Franceschini (o, nel caso, Chiamparino, la cui impostazione non mi sembra così differente da quella di Franceschini, ma stiamo a vedere), insomma, detto questo, credo che BERSANI sia quello più in sintonia con gli italiani: così nel breve discorso del Lingotto è stato quello più improntato al lavoro, all’economia, meno ai temi eticamente sensibili.. Insomma, quello che VERAMENTE interessa agli italiani. Sarebbe un ottimo segretario dei Diesse.

    Per me CIVATI ha le stesse possibilità di riuscita in un’eventuale corsa alla segreteria, quanto quelle di uno Scalfarotto. Zero. E poi che prospettiva può offrire in termini di COMPETITIVITA’ elettorale con uno come Berlusconi (o Fini, o Formigoni) o Di Pietro, pure.

  50. fe

    qui sembra che il problema più grave, più difficile che vincere le elezioni sia arrivare alla segreteria.
    allora mi è venuta in mente una pazzia.

    il pd oggi non è niente, noi crediamo in un’idea che, oggi, non è quella del pd.
    e allora lasciamoglielo sto pd, ai franceschini e ai bersani. che si ammazzino tra di loro e prendano il 20% se va bene, e proviamo a fare qualcosa di nuovo da capo, con tutte quelle persone di buona volontà che vorranno.
    un partito impeccabile, non criticabile di tutte le solite critiche che tutti fanno al pd, che dice le cose giuste e pazienza se sarà una batosta.
    sarà una batosta da cui ripartire, continuando a dire e a fare le cose giuste finché non saremo in grado di convincere la maggior parte del paese che la nostra idea può migliorare le cose.

    secondo me c’è voglia di “altro”. idv e lega lo dimostrano. un altro decente, che non sia un “altro” populista e volgare potrebbe piacere a molti.

    anche molta gente dell’area della sinistra sarebbe felice di votare qualcosa che non sia il pd. anche molti del pd.

    il 70enne berlusconi ha rotto a tanti.
    tra berlusconi e obama anche un buon numero di berlusconiani avrebbe scelto obama.

    se il nome nuovo non può emergere dal fango di quello che si chiama partito democratico, lasciamo quel fango e quel nome e proviamo da zero.
    il tempo c’è, forse anche le capacità.

  51. Gabriele

    Caro Luca, ciascuno di noi ha amici responsabili locali del PD. Se Civati si lancia (fallo subito!, senza ulteriori indugi!), lo aiuteremo con entusiasmo a convincere anche i nostri amici. Anche perche’, avevamo profetizzato da tempo la sua investitura abbiamo preparato il campo. Come sua vice, vedrei una donna di altri tempi, cattolica sociale. Tina Anselmi?

  52. Riccardo

    Non ci giriamo intorno, è tutto un gran parlarsi addosso e far congetture.Mi ricordano le assemblee studentesche quando si dovevano riempire due ore oppure quando all università ci si rinchiudeva nella stanzetta e si discuteva dei massimi sistemi, tronfi di teorie, paradigmi interpretativi, la logica che spiegava il mondo e lo sistemava…utile solo a bearsi davanti alla macchinetta del caffè chiaccherando con la ragazza rimasta affascinata da cotanta testa. Wow.

    O ancora come se si costruisse una casa pensando a quanto bello sarà il quartiere ecocompatibile; peccato che siamo in aperta campagna con una vanga in mano e senza idea su come mescolare la calce.
    E’ una costruzione utopica basata sul condizionale.
    Troppa carne al fuoco, anzi troppa fuffa al fuoco che caotizza e disperde.

    -iMille = inutili. Si è visto, lo si vede.Continuiamo.Produciamo altre parole, altre dichiarazioni.Tutta roba che nessuno legge, nessuna idea fondante,solo tempo riempito.

    -Le oceaniche riunioni = inutili.Non si decide nulla.Non c’è niente da decidere.

    -le meno oceaniche,quasi elitarie riunioni = reminescenze del passato, piccoli scampoli di interessi che furono.Inutili.

    -il candidato del web?Scalfarotto = non pervenuto. Il web non conta una mazza, prendiamone atto.Lasciamo perdere Grillo, quello è movimentalismo e populismo (come Silvio, mezzi diversi, linguaggio diverso ). Lui che personalità è?ha carisma? non mi esprimo.So solo che se sento parlare Cappato, lo ascolto, se sento parlare Scalfarotto ( ammesso che si senta,purtroppo emerge pochissimo ) non mi trasmette nessuna novità a livello di saper fare,idee, comunicatività.

    -Adinolfi che qualcuno ha posto come scelta = mah. Nessuno spessore che emerga al grande pubblico, tante idee platoniche nel superuranio, torneranno buone quando saremo li li per tirare il calzino..a mettere il pranzo con la cena non credo.

    -Franceschini = ripiego di emergenza dopo la debacle di WV. Percepito come tappabuchi.

    -Franceschini bis = non sapere dove sbattere la testa.

    -Serracchiani= non mi pare nessuna ventata di novità. Mi pare la moderna riedizione di un funzionario “giovane”. Semplice analisi quella dell età e del “sta bene in video”. Vogliamo bruciare anche lei?! Lasciamola crescere litigando e sgomitando.

    -la parte realmente giovane, quella ad esempio che vedeva la Innocenzi, credo non sia nemmeno messa in condizione di frequentare le riunioni un po’ sostanzionse… ma forse mi sbaglio.

    A mio modesto parere bisogna innanzittutto levarsi dalla testa, noi, ogni struttura e sovrastruttura idealista, ogni progetto di società ( partitica intendo ) dai costrutti sognanti, condivisi e condivisibili, concepiti da vecchi furboni (conservatori) da exgiovani ( forse legati alla società perfetta ma inesistente di StarTrek) e da ggiovani ( che tanto comunque non si vedono).
    C’è da costruire un partito, vecchio stampo ma orientato alle nuove forme di comunicazione ( ed alla larga guru di facebook, di marketing comunicativo, di blog, di youtube).Basta pragmatismo, capacità e vivere in questo tempo. C’è da fare la politica delle Relazioni Internazionali, quella basata sugli attori Stati e riportarla all’attore partito: individuare gli interessi, individuare gli scopi, quantificare lo sforzo, la massa. Come si evince da Von Clausewitz: eliminare tutto il superfluo fino ad avere l’essenza e poi pian piano aggingere gli elementi.

    Al momento non vedo proprio nessuna base, si è alla ricerca di un presunto Messia ma senza messaggio, senza sapere cosa si vuole, cosa si vuol difendere ( quale è il mio campo, quali sono le risorse che ho o che voglio, quali i miei interessi )il Messia diviene un Guru ed un Guru è quasi sempre foriero di parole di difficile attuazione.
    L’armata brancaleone riparte temeraria, senza crederci o credendo di stare giocando una partita a scacchi invece che una guerra in trincea.

    Ovviamente non parlo di appropriarsi dei soliti concetti: laicità,liberalismo,socialismo etc etc no mi riferisco proprio alla mera costruizione di un partito. Questi sono temi di interesse generale, al partito interessano i tempi particolari,quelli che creano le ossa, i muscoli, quelli che lo fanno alzare in piedi e lo rendono capace di sostenere le idee.

    Al limite sentiamo se Blair ci fa un prezzo buono.

    Ah, ho sempre più il sospetto che l’attuale classe dirigente ( o percepita tale ) del PD deleghi a madre natura quello che loro non riescono a fare: battere Berlusconi.
    La PDL ha interessi ben definiti,massa definita,spazio d’azione definito…tutto è legato dalla personalità assolutista di Silvio Berlusconi, carisma, populismo,”piazzismo”, sapiente gestione ( gestione! non divulgazione)del sogno etc etc. La PDL, forse (vedremo Fini) potrà avere gli stessi problemi dell’odierno PD una volta che madre natura deciderà di far sparigliare le carte.
    Il PD fa tutto da se e riesce anche ad alimentare il caos interno. Troppa gente, troppe voci. La democrazia è l’accettazione passiva con ignavo stile, da parte della maggioranza delle persone, delle idee ( o degli interessi ) di una parte o di un singolo che accentra su di se altre persone. Persone che devono essere governate non che devono governare.

    Siamo un paese di CT della nazionale e siamo un paese di Segretari del PD.

    Relismo serve, di quello vecchio stampo, sudicio e cinico.

  53. Drewdrew

    Mi pare che le persone che portano avanti il progetto dei Piombini siano tutte valide e notevoli.

    Mi pare anche però che il più grosso limite che questo progetto ha e che debba per forza crescere nell’alveo del PD, come una sorta di separati in casa, del tipo “qui mi state tutti sulle balle e non condivido nulla o poco, però al mattino ho la camicia stirata…”

    da questo pezzo si evince che le uniche possibilità politiche del progetto sono

    “turarsi il naso” o trovare un messia,
    … ma tentare qualcosa di a più lunga scadenza che porti le persone che attualmente avete, che abbiamno appurato essere valide, ad essere il futuro messia?
    tanto restare nel PD adesso significherà con buona probabilità passare 10 anni a sentirsi dire “… sò giovani, un po inesperti si faranno col tempo” rischiando però di opacizzare lo sbrilluccichio evidente che alcuni dei vostri ha

  54. Pingback: Squonk » A furor di popolo (che non

  55. Gianluca

    No voglio accendere una disputa teologica anche perché non sono in grado di sostenerla.
    Però continuo a credere che questo Partito e questo Paese non abbiamo bisogno del Messia quanto piuttosto di un Giovanni Battista (Luca 3,14).
    Qualcuno che abbia l’umiltà e la lungimiranza di riconoscere i limiti di oggi e la grandezza del futuro che dobbiamo costruire.

  56. Fabio Antonio Arnaldo Santacroce di Capovenere

    La Serracchiani si è già data, del resto le hanno pagato una saporita campagna elettorale (ma davvero qualcuno qui pensa che si facciano tutti quei voti solo perché si è freschi senza che il Partito dia il via libera? davvero si pensa che si vada in tv 10 volte di fila senza un ok delle segreterie?) e per una persona NORMALE come tutti noi, questo cambia completamente la vita.
    Mi pare umano, legittimo e penso che si fidi sinceramente di chi le ha dato molto fin qui.

    Ovvio che un leader di quelli veri e grandi che cita Sofri, da questo sarebbe partito, ma Debora è una persona normale, vederla in un altro modo nuoce a lei e a tutti.
    é piaciuta perché normale, lasciamola essere normale, dirà la sua, porterà la sua testimonianza e farà bene e onestamente il suo lavoro, mi pare già qualcosa.

    L’unico che ha quel qualcosa di più qui è Civati, ma è giovanissimo (a quell’età D’Alema ancora non segava sedie, Obama non aveva ancora aperto bocca etc etc, ed è un fatto importante da notare, perché Civati ha 7, 8 anni meno di tutti gli altri…) e sopratutto avendo talento politico sa che il terzo stavolta finisce arrosto.

    Perché non ci sono i numeri, perchè non ci sono i soldi per farsi 4 mesi di campagna elettorale nazionale da soli al vento e sopratutto perché questo non è un normale congresso, è il regolamento di conti di due mondi che per fondersi devono finalmente scontrarsi e il terzo sarà accusato da entrambi della sconfitta.
    Andare oggi dal punto di vista tattico e politico è una mera stupidaggine.
    Poi mi direte che senza questi pazzi che si buttano il mondo non cambia mai.
    Ma buttare a mare tutto questo lavoro di temi e contenuti, una tensione a cambiare che si è creata e l’unico talentino che c’è per far contenta la platea e i giornali che chiedono sangue a me pare un sacrificio molto, troppo, grosso

  57. guido

    invece di ostinarsi a trovare un leader che non c’è non si potrebbe pensare di candidare un gruppo, il vostro gruppo, per uscire dalla logica del partito immagine e somiglianza del suo leader (come successo con prodi e veltroni)?

  58. Leo Perutz

    Piu’ che un Messia quello che Sofri auspica per il PD e’ una specie di grande traghettatore, di leader maximo, di conducator, di fuehrer, di un qualcuno cioe’ che, animato da visioni personali, dia ordine ad una massa disordinata e differenziata di istanze, accumunate da alcune matrici elementari ma legittime: la delusione, la voglia di cambiamento e la esemplificazione culturale e che corrispondendo innanzitutto queste generi una specie di consenso empatico. Una specie di Berlusconi insomma oppure se preferite un “Veltroni con il manico”. Per questo le obiezioni della Debora sono, a mio parere, condivisibili.
    Un vero Messia (almeno come quello del genere citato da Sofri) invece, viene per annunciare certo buone novelle ma soprattutto per “dare compimento ai tempi” e si muove nel solco di un percorso storico-culturale preparato, spesso nell’ombra, da altri e al termine di questo.
    Chi sarebbero, nel PD, i profeti di questo nuovo Unto? Scalfarotto? La Concia? La Madia? Sofri stesso? E quali sarebbero i percorsi storico-culturali avviati da altri che il Messia del PD dovrebbe “completare”, quelli proposti da Morgan e da Matteo Bordone?

  59. Lorenzo Lazzeri

    Ho ascoltato parte degli interventi del Lingotto domenica in auto mentre tornavo da Chianciano, da cui ero ripartito subito dopo aver ascoltato il “vostro” Scalfarotto.

    Non avete detto cose molto differenti di quelle che si sono sentite là, compreso quello che ha detto Ivan, che a sua volta non era molto diverso da quello che dice Emma, al di là della prima impressione.

    La domanda che ti vorrei fare quindi: perché pensi che per cambiare l’Italia dovete stare *nel* PD? Perché non fuori? Magari proprio con i radicali? Perché non dare agli elettori stufi di turarsi il naso una risposta vera che non sia Di Pietro?

    Ok, erano più di una domanda.

  60. Vengo dopo il pd

    ma quale messia (dopo l’unto del signore a destra ci manca il messia a sinistra)

    cacciate rutelli e la binetti dal pd

    cacciate i cazzari che dicono abbiamo una banca

    cacciate i fornitori di pizzini a La 7

  61. Pingback: links for 2009-06-30 | OpenWorld

  62. massimo g.

    Candidare Serracchiani! comunque; gridarlo; non aver paura di dirlo; cercare di convincerla. Scardinerebbe l’attuale divisione del PD in due grige schiere di ex-qualcosa, indipendentemente da ex-sia lei: se puoi, Luca, tu che puoi alzare il telefono e parlare con Debora, cerca di farglielo sapere. Credo siamo al capolinea. Debora è l’ultimo tram.
    Il tram che si chiama desiderio

  63. andrea

    devo dire di essere rimasto molto deluso dagli esiti del dibattito che tu riporti.
    In che cosa dovremmo avere fiducia? Nel rinnovamento che arriverà quando l’attuale nomenklatura sarà deceduta?

    Seguo il tuo blog e mi riconosco nei principi del movimento dei piombini o come vogliamo chiamarli.
    Al limite il mio dubbio è se questo movimento ha senso dentro il PD o piuttosto dovrebbe proporsi come elemento del tutto nuovo (gli spostamenti rilevanti recenti sono stati creati perlopiù dalle nuove forze politiche).

    Ma non capisco a cosa serva organizzare gruppi e raduni se manca completamente un progetto politico su come ottenere rappresentatività e potere. Se non solo non riusciamo a proporre una nuova forza politica, ma neppure un’area ben definita all’interno del PD che possa misurare il proprio peso. L’unico effetto sui media dell’incontro di Torino mi pare sia stata la discussione sulla candidatura di Chiamparino!

    Renzi e Serracchiani hanno in qualche modo mostrato che in politica occorre cogliere l’attimo. Non si può aspettare sempre per non bruciarsi (per questo anche trovo improponibile la candidatura di Bersani: ha perso la sua occasione per paura, ora, per favore, si tolga dai piedi). Per questo sarebbe una grossa occasione persa non candidare un “nostro” rappresentante alle primarie, non perché si debba correre per forza per vincere, ma perché è l’unico modo di contarci (basta poi fare una campagna seria e coerente per il candidato e usare tutte le tecniche su cui vogliamo caratterizzarci, internet, la base, eccetera).

    La dichiarazione “non abbiamo bisogno di profeti” di Debora Serracchiani, mi pare una rinuncia personale: si è guardata intorno, ha visto che il profeta, per la gente, è lei, e non se la sente.
    Ma di un profeta c’è bisogno eccome. Inutile che pensiamo che siamo quelli bravi, intelligenti, colti, con i giusti principi, i più adatti per governare.
    Forse è vero, ma siamo in democrazia e conta quanto riesci a convincere la maggioranza.
    E per convincere la maggioranza a votare il più razionale ed intelligente, ci sono solo due modi: uno ha tempi biblici ed è rendere le persone più intelligenti ed istruite,
    l’altro, l’unico che può permettere di conquistare il potere a breve, è il carisma, come Obama insegna.

    Un personaggio carismatico può ottenere un seguito enorme. Basti pensare al seguito che ha avuto Beppe Grillo, pur essendo un cretino. E non è solo il populismo. Lo stesso seguito avrebbe potuto averlo anche senza le derive dementi, il complottismo e il turpiloquio.

    Se non siamo in grado di fare delle proposte, allora non possiamo certo criticare Franceschini, che pure ha fatto quasi bene ultimamente e a parole dice di voler fare piazza pulita col vecchio (almeno a parole). Cercando, tra l’altro, di rubare il campo ai nuovi veri, in barba all’insulso buonismo di chi dice che non ci si candida contro (come sarebbe a dire? Come non essere, che so, contro Rutelli?).

    In ogni caso credo che se nessuno crea scompiglio nelle primarie, il processo di rinnovamento nel PD sarà molto molto lento (specie se vince Bersani). E, francamente, mi dispiace.

  64. Pingback: L'espresso | Piovono rane » Blog Archive » Non fatevi ingoiare di Alessandro Gilioli

  65. Massimo

    Luca, ripeto quello che ho scritto nel precedente post-commentabile:
    se dovete esprimere una vostra (nostra!) candidatura perchè non Sandro Gozi?
    Mi sembra già abbastanza esperto, un ottimo curriculum, molto preparato su vari temi, non si può dire che “viene fuori dal nulla”, e inoltre, elettoralmente parlando (visto il paese in cui siamo) è molto presentabile: sposato… con figli… sportivo… di bell’aspetto (ma guarda cosa mi tocca scrivere…).

    Ascoltando vari interventi al Lingotto, lui mi ha ulteriormente convinto… forse più di Civati.
    Ci sarebbero ostacoli o implicazioni particolari? Ne avete mai parlato?

  66. Roberto

    Personalmente non sono mai riuscito a sostenere il PD come avrei voluto: non ho votato alle primarie a causa della farsa-incoronazione-Veltroni, non l’ho votato alle politiche per la sciocchezza-porcata di allearsi con Di Pietro e costringere i radicali all’inclusione, non l’ho votato alle europee per aver escluso dalle loro liste gli unici che di Europa ci capivano qualcosa (i radicali).
    Vabbé forse si capisce che ho qualche chiodo fisso politicamente. Ma se il PD vuole provare ad essere un futuro credibile deve trovare il modo di convincere anche quelli come me (e tanti miei conoscenti, ultimamente).
    A mio parere questa parte del PD ha la possibilità di dimostrare a tutta l’altra parte (molto più grande) che l’unica possibilità è dimostrare di essere davvero inclusivi, coinvolgendo nuovi futuri elettori e puntando nel contempo alle competenze ed esperienze. Trovare queste cose in una giovane personalità italiana non credo sia al momento possibile. C’è però una non più giovane ragazza sulla piazza che fa di nome Emma Bonino e che ha dimostrato in ambito nazionale ed internazionale di essere in grado di essere all’altezza sia di compiti infimi (commissario europeo alla pesca!?!) che eccelsi (una delle poche ad andargliele a dire ai talebani in casa loro). Per noi fan poi è quasi la verità rivelata, ma sappiamo di non fare testo.
    Suonerà sacrilego, ma proporre e sostenere la candidatura Bonino alla segreteria del PD potrebbe essere il modo per dei “giovani” di dimostrare che la richiesta di cambiamento è sincera, credibile ed apre nuove prospettive future. Senza contare che tale mossa costringerebbe i radicali a venire allo scoperto e trovare un modus vivendi nell’ambito del PD (oltre infine alla concreta possibilità di disfarsi di Fioroni, Binetti e compagnia).

  67. jacopo

    Luca, io capisco la paura. Ma qui non si tratta di attraversare l’autostrada bendati, dai. Come dicono in molti nei commenti, ok, magari non si vince (anche se io sono CONVINTO che se a candidarsi fosse Debora si vincerebbe eccome!), ma avrebbe comunque senso per fare vedere che si fa sul serio, che ci siamo, che anche se ADESSO magari non abbiamo i numeri per vincere, abbiamo il coraggio di provarci comunque, e quei numeri probabilmente ce li avremo domani.
    Se il candidato perde, non viene bruciato per forza, anzi. Si possono trarre indicazioni importanti, capire come migliorare le cose, muoversi con anticipo la prossima volta, organizzare meglio la base, ma intanto, ai MILIONI di persone che non erano al Lingotto, non leggono Wittgenstein, non sanno cosa siano i Piombini e sono tuttavia scontenti e delusi, gli si è detto: “hey, ci siamo anche noi!”.
    Insomma, non si può fare tutto un discorso sul Coraggio e poi avere paura di metterci la faccia.
    Chiamparino o Franceschini saranno magari due ottimi ripieghi, se si perde con Civati (o con la Serracchiani), ma prima, proviamoci!!!

    ps – per quelli che propongono di formare un nuovo partito… ma non credete che una soluzione del genere sia 1) già vista MILIONI di volte 2) destinata ad un insuccesso clamoroso 3) darla vinta alla “nomenklatura” che si libera cosi di uno spinoso problema interno 4) percepita da chi non sa chi siano i piombini come “l’ennesima divisione della sinistra, questi non sanno stare insieme nemmeno se li leghi insieme”???

  68. massimo

    No, per favore, almeno questa volta lasciatemi votare per una persona con cui possa identificarmi. Una persona che abbia meno di 45 anni, che abbia una visione del futuro, che sia cresciuto dopo che l’uomo è arrivato sulla Luna. Una persona che sappia usare gli strumenti della modernità, che parli le lingue, che abbia messo il naso fuori casa, che abbia vissuto nel mondo e sappia che cosa c’è la fuori che ci perdiamo. Datemi la possibilità di votare in una persona in cui mi riconosco, che mi assomigli, che viva il mondo che vivo io, che sia meglio di me ma che sia ciò che vorrei essere se fossi migliore.
    E’ questo il momento di fare vedere che esiste un’altra politica, un’altra società e un’altra generazione che si può fare avanti con una logica nuova. Vi prego, non fatemi scegliere ancora fra questi due e non aggiungete un altro sessantenne alla lista. Crediamoci che si possa fare. E poi perché il terzo, se anche non riuscisse, dovrebbe bruciarsi politicamente? Dove e come si costruisce il consenso se non con la discussione aperta e con il farsi conoscere e con l’affermare e rendere visibile e chiaro che c’è anche qualcosa d’altro? Quale bella morte? Se il terzo c’è e vale 10, 20, 30, allora è vivo e ci si dovranno fare i conti.
    C’è un popolo che non sta chiuso nei blog e che non segue le discussioni sulla rete ma che viaggia nel mondo con i voli low-cost, che conosce altre città, altre organizzazioni, che ha fatto l’Erasmus e sa cosa vuole dire vivere in un paese moderno, che sa cosa vuole dire, da altre parti, essere cittadino. Bisognerà che qualcuno ci parli? Bisognerà che qualcuno possa costruire una relazione politica, che qualcuno li chiami a raccolta?
    Vi prego, non ditemi che questo è e sarà sempre un paese per vecchi (non in senso anagrafico).
    C’è bisogno di contarsi, iscriversi, prendere la tessera? Facciamolo.

  69. Luca

    Eduard Bernestein : il movimento è tutto, il fine è nulla

    L.Sofri:”E che la scelta del percorso debba essere coerente col progetto più ancora che il raggiungimento dell’obiettivo. La scelta del percorso è il progetto.”

  70. rossi

    Senza un candidato uscito dal Lingotto l’impressione è quella di sempre: un gruppo di ragazzi che si ritengono talmente migliori degli altri da pretendere cariche e responsabilità politiche senza doversi sottoporre al vaglio del voto. Nel totale spregio della democrazia. Niente di nuovo.

  71. Ivan

    WOW, quante chiacchiere. Forse significa grande partecipazione. Forse significa solo chiacchiere. Serve decisionismo, sennò resteranno solo le chiacchiere. Cioè serve che si trasformi Civati (o MisterX, ma non Chiampa o Debora) in una macchina da guerra, i piombini facciano da think-tank e da segreteria elettorale, costruiscano dei bei video per YouTube, gli organizzino comizi di piazza, interviste TV, facciano raccolta di fondi, insomma importino pari-pari il modello di americano di sostegno alle primarie e che il messaggio sia di forte rottura e porti avanti un programma solido. Senza la parola Berlusconi in nessun comizio/intervista.
    Senza Noemi e hostess varie.
    Rottura.
    Nuovo.
    Futuro.
    Con decisione.
    Altrimenti tutto si perderà, come lacrime nella pioggia. Chiudere i commenti e passare all’azione.

  72. Carnazzi

    C’è un popolo che non sta chiuso nei blog e che non segue le discussioni sulla rete ma che viaggia nel mondo con i voli low-cost, che conosce altre città, altre organizzazioni, che ha fatto l’Erasmus

    lol

  73. Massimo

    Sì, Sandro Gozi non cambierebbe le carte in tavola rispetto al discorso fatto… anche se mi viene da pensare che lui, più di altri del gruppo di cui stiamo parlando, potrebbe rassicurare maggiormente tutte le centinaia di migliaia di persone che, dopo un eventuale candidatura, si chiederebbere “chi è questo?”.

    Comunque capisco che la questione principale in merito a “la candidatura” sia: direttamente uno di voi o una figura che possa essere subito percepita “all’altezza” di Franceschini – Bersani.
    Ovvio che non sto parlando di capacità e idee, che nessuno mi fraintenda, ma soprattutto di chances di successo, essere mediaticamente percepito da tutti gli elettori/simpatizzanti del PD e oltre, come un autorevole big del mondo politico ed economico del paese.

    Magari rappresentando anche un netto distacco dall’attuale nomenclatura, dare garanzie di indipendenza.

    Tito Boeri?

    Ad ogni modo la decisione è vostra.

    Massimo

  74. Pingback: Io, la mosca bianca « Champ’s Version

  75. Angelo

    La tua analisi è chirurgica. Rsta il fatto però che se Civati non si candida (penso pure io che sia il nome migliore), non si arriverà mai a capire quale sia le vera forza dei piombini. E’ scontato che la nomenklatura gli andrà contro, ma un grosso risultato obbligherebbe tutti a tenerne conto.

  76. nazzareno

    Sono stato anch’io al Lingotto, facendomi in giornata quindici ore di treno tra andata e ritorno, su scomodi espressi notturni, ma felice della mia decisione di volere assistere dal vivo a questo incontro, per cogliere volti e umori e atmosfere, non pentito dunque dello sforzo fatto, né fondamentalmente deluso di come siano andate le cose. Malgrado non sia emersa una candidatura dei “piombini”, credo sia stato un appuntamento importante, servito a prendere un po’ di più atto delle speranze e dei consensi che suscita questo gruppo, così come a misurare le sue forze presenti e quelle ancora inespresse. È stato sicuramente un “incremento di scala”, in fatto di visibilità, seguito, popolarità, e questo a mio modo di vedere non è cosa da poco. Per tastare ulteriormente il polso della situazione e trarre anche una valutazione definitiva sull’opportunità/fattibilità o meno di avanzare una propria candidatura autonoma, riterrei a questo punto opportuna in tempi brevi un’altra “conta”, auspicabilmente con un altro incremento di scala, chiamando nello specifico a raccolta tutti i simpatizzanti in qualche piazza – romana, perché no – per vedere e far vedere le forze che concretamente si possono mettere in campo in vista di un’eventuale battaglia prima nei circoli e poi al congresso. So che per l’11 luglio è stata indetta una giornata di mobilitazione per il tesseramento in tutta Italia, ma mi chiedo se subito prima o subito dopo non sia opportuno anche un nuovo appuntamento unitario, in un ampio spazio pubblico e in un posto più centrale rispetto a Torino, per avere/dare un’idea migliore di quanti siamo dietro a questa battaglia di rinnovamento e, magari, propria in quella occasione ufficializzare l’eventuale candidatura. Il tutto per cercare di guadagnare più slancio possibile, battendo come si dice il ferro finché è caldo, e non rimangiarsi invece con eccessivi tentennamenti quel poco o tanto di buono che già si è fatto. Se così fosse, io di nuovo cercherei di esserci (dopo aver già richiesto la tessera online, due giorni prima del Lingotto), nonché proverei a sensibilizzare e a far venire altre persone che condividono la necessità di dare un cambiamento concreto al partito e al paese. E come me, credo, si comporterebbero tanti, tantissimi altri, se ho letto bene nei volti di quelli presenti al Lingotto e nei commenti qui e in altri blog.

  77. stefano schwarz

    Marino e Civati si candidino insieme. Su un programma di 5 punti. E lasciate al gatto, o all’UDC, Chiamparino, vi prego.

  78. Gianluca

    Il giorno dopo…
    Io continuo a domandarmi se piuttosto che pensare a come arrivare al 25 ottobre qualcuno si e’ chiesto cosa vuole fare il 26.
    Gli angeli sterminatori spero non abbiano la presunzione di credere che anche con una vittoria di roupture, il giorno dopo i vari demoni saranno comunque li… nel migliore dei casi mi viene da dire…

  79. Pingback: Pronto Lingotto, mi sentite? | Il blog di lucacicca

  80. Pingback: Una domanda « il mondo visto da un pennuto

  81. marco

    Luca complimenti per il resoconto e la sincera analisi delle prospettive che ci sono davanti a noi. Viste le condizioni e le regole che ci sono per l’elezione del segretario io credo sia meglio archiviare l’eventualità di una candidatura. Non avrebbe senso, l’apparato è ancora monolitico sulle posizioni dei gruppi dirigenti. La scollatura tra il corpo del PD e gli elettori tenderà ancora a distanziarsi. Troppo forte la differenza di aspettativa. Poi come ho letto le due anime devono andare alla guerra per contarsi in un gioco macabro perchè alla fine siamo noi a farne le spese, ma mi sembra inevitabile. Lavoriamo per il 2013 quando alla inevitabile scobfitta viste le premesse a furor di popolo dovremo mandarli a casa a calci. Per allora dovrete avere la squadra pronta e il messia invecchiato il giusto per essere credibile agli occhi di tutti. Lavorate al progetto sul territorio tutti insieme, allargate il consenso e intanto la rete farà la sua parte ci saranno sempre più utenti. Non è ancora il momento senza debora manca la benzina per partire. La sua è una scelta scellerata, e di fatto vi ha segato le gambe. Pazienza non è stata all’altezza del suo tempo, le manca la forza il coraggio di giocare in prima persona. Pazieza io diserterò le primarie questa corsa non mi interessa.

  82. domenico

    Un leader è essenziale, ci dovrebbe far capire il mondo “come è, e come dovrebbe essere”. E poi agisce pragmaticamente e democraticamente per aggiustare il mondo.

    MA QUALE E’ IL MONDO DEI PIOMBINI?

  83. davide

    Candidiamo Gozi, con l’appoggio, come vice, di una figura più conosciuta (soru, bonino, illy, cacciari). Forza!

  84. Pingback: La Rosa nel Pugno rifiorisce con Nichi Vendola, accordo tra Radicali e Sinistra e Libertà | Video Folli

  85. Pingback: Partito Democratico | controcopertina

  86. Andre

    Bene, la serracchiani appoggia franceschini perchè “è il più simpatico”. bah

  87. Pingback: La Messia/2 « ValterBlog

  88. gianfranco

    il problema non è “chi”
    ma “come” gestirne la candidatura
    chi caspita è Civati ? che ha fatto finora ? quante casalinghe di Voghera lo conoscono ?
    è meno conosciuto di Scalfarotto che almeno in tv da Crozza qualcuno l’ha visto..
    qui siamo in un paese telecratico, che ci/vi piaccia oppure no
    quindi ci vuole un volto telegenico, carismatico
    un volto però deciso
    che vada da ballarò, annozero, che tempo che fa, parla con me, dalla bignardi ma anche dal vespone
    senza timori reverenziali, ma senza spocchia
    senza attaccare il solito berlusconi, ma senza nominarlo come “il leader dell’altro schieramento”
    senza nominarlo e basta
    andando oltre
    alzando lo sguardo verso il futuro
    dando risposte ai quesiti della vita quotidiana
    non solo ai massimi sistemi
    e alle inevitabili domande da “teatrino della politica” che risponda con una smorfia, un sorrisetto di circostanza
    e VADA OLTRE !

    è chiedere troppo ?

  89. gianfranco

    e allora bisogna che “buchi” il video
    che dica delle cose forti e decise
    in modo tale che venga richiamato sul “palco” televisivo
    da conduttori e autori che hanno fiutato che si tratti di un condottiero interessante
    che possa comunicare strade nuove da percorrere
    che susciti attese per quello che potrebbe inventare
    che susciti curiosità per come si gestirà e per come gestirà il potere se l’avesse

    insomma basta con le solite telerisse obsolete
    hanno stancato tutti
    casalinghe di voghera incluse (forse anche quelle di tortona, va’…)

  90. f

    @gianfranco: quelle cose lì civati le può fare e il physique du role
    ce l’ha. oggi non lo conosce nessuno ma c’è tempo (peraltro diventasse mai figura importante nel pd eccetera dovrebbero invitarlo per forza), ed è uno spendibile in tv

  91. carlos

    alla radicalità delle posizioni deve conseguire la radicalità delle scelte, altrimenti alla lunga si perde credibilità

  92. Fabio Corgiolu

    Cari piombini, sommessamente, ma molto sommessamente, vorrei chiedervi se per caso abbiate preso in considerazione l’ipotesi di chiedere a David SASSOLI una sua eventuale disponibilità. Ad occhio e croce, presumo possa essere uno dei migliori interpreti (anche) delle vostre istanze oltreché un candidato con discrete possibilità di farcela. Ciao, fabio

  93. Contardo La Lama

    MA QUALE E’ IL MONDO DEI PIOMBINI?

    è il mondo dei giovani che vanno in aereo low-cost, hanno fatto l’Erasmus e usano il computer in inglese, perchà hanno messo il naso fuori di casa e parlano le lingue (comm. 74)

  94. luciano

    Uso la tue parole “La scelta del percorso è il progetto.’ quindi se il progetto e’ solo una dichiarazione d’intenti come fino adesso e’ stato fatto dai due candidati tutto rimane sul vago, il progetto e’ chiaro cammina attraverso le persone , e necessariamente una persona fra le tante deve avere quei caratteri sintetici e riassuntivi del progetto, si chiama leader? si senza paure.
    Il chi e’? il dov’e’?domande lecite e pressanti, ma non vorrei che come sempre vinca il ripiego, o quell’eterna dissipazione di idee, progetti, desideri che sembra far parte del DNA della sinistra italiana. Cosa vorrei?un atto di coraggio,una valutazione reale di chi ha la forza della sintesi di Idee progetto, carisma,novita’ e puntare e azzardare. La Serracchiani ha scelto la sua posizione.a queste condizioni e prendendo a scatola chiusa franceschini. posso sbagliarmi ma non mi pare una buona scelta. Ora scegliamo tutti noi Altro e crediamoci ..forse dalla visionarieta’ si costruisce la scelta piu lucida.

  95. f

    poi io mi chiedo perché non si rendono conto che, che sia franceschini o bersani, le elezioni si perdono di sicuro.
    e allora mi chiedo perché i d’alemiani anzichè bersani non provano perlomeno una faccia più nuova, dei loro. tipo cuperlo

  96. marco, milano

    premesso che la signora ha fatto bene a non candidarsi perché si sarebbe bruciata malamente…

    …debora serracchiani ha sbagliato di grosso a sostenere pubblicamente franceschini alle primarie. è ovviamente una scelta di mediazione. siccome lui è quello sotto il quale lei ha fatto il botto, lei non se l’è sentita di dire “non sostengo nessuno dei due”.

    in questo momento franceschini è, incarna, impersona, quello che tutti chiamano “franceschiello”. un tizio percepito a destra e a manca come niente meno che una testa di legno.

    associarsi ad uno così è suicidio. è buttare via quanto di buono si era costruito in dieci minuti di discorso.

    una buona cosa sarebbe per i giovani del pd più svegli e combattivi liberarsi da tutti questi uominicchi di mezza età per correre in solitaria, percorrendo vie alternative e tentando qualche spettacolare colpo di mercato.

    il miglior colpo sarebbe portare dentro il pd cappato ed emma bonino, allearsi con loro, emarginare le componenti balbettanti e creare un partito davvero moderno.

    un partito liberale e democratico. alla maniera di john stuart mill, però. non alla maniera di questi pezzenti del pdl. che se sono liberali questi io ho il cazzo di rocco siffredi.

    la parola chiave è “liberalità”, quindi.
    la sua ancella è “fermezza”: nei confronti della mafia, ad esempio.

    è inutile girarci intorno. la politica è fatta di storia ma ormai siamo nel campo della ragione. la politica la si deve fare con la ragione, non con le idee e la nostalgia. la cultura del pdl mette in campo molte pessime ragioni. è il caso di contrastare su questo. non sulle puttane.

    l’obiettivo è: rischiare di scontentare un bel po’ di gente per mettere in condizione tanta altra gente di fare ciò che prima non riusciva neppure a immaginare.

    ciao.

  97. paolo

    Neanche il tempo di preparare la croce vi ha dato. Come ha sentito parlare di messia se l’è data a gambe.

  98. Marco

    Se il PD diventa “liberale e democratico”, il che vorrebbe dire finalmente un partito riformista che faccia quello che il PDL non è ancora riuscito a fare, e cioè che riduca ai minimi termini lo Stato Canaglia collettivista-corporativo che abbiamo in Italia da 60 anni (e quindi produca finalmente un crollo della pressione fiscale), ebbene in questo caso giuro che lo voto anch’io.
    Ma sono, come dire, un pò pessimista al riguardo…

  99. Attilio

    Bersani e Franceschini invitano a smettere di parlare di vecchio e nuovo.
    Serracchiani è emersa ed è stata votata, anche da me, perchè distingueva tra vecchio e nuovo
    ora serracchiani sostiene franceschini, quindi immagino non ponga più questa questione.
    Questo ribaltamento continuo della realtà ricorda molto le smentite e i ribaltamenti continui della realtà di berlusconi…

  100. domenico

    MA QUALE E’ IL MONDO DEI PIOMBINI? ( comm.74

    Contardo La Lama ( Comm.100)

    è il mondo dei giovani che vanno in aereo low-cost, hanno fatto l’Erasmus e usano il computer in inglese, perchà hanno messo il naso fuori di casa e parlano le lingue.

    Comparazione:

    – in aereo low-cost, – ci vado anche io

    – hanno fatto l’Erasmus – Purtroppo io no lavoro all’età di 14 anni ( mio figlio studia non credo che pensi di fare anche l’Erasmus)
    usano il computer in inglese – Io uso il computer ma rigorosamente in Italiano unica lingua che parlo.

    – hanno messo il naso fuori di casa e parlano le lingue. – il naso fuori di casa c’è anche il mio ormai da tempo, per le lingue mi arrangio con il linguaggio gestuale o con un dizionario.

    COME LA METTIAMO?

    E’ POSSIBILE PER QUELLI DELLA MIA GENERAZIONE COSTRUIRE UNA “ GENERAZIONE POLITICA CON I PIOMBINI”?

Commenti chiusi