Notizie che non lo erano

Ieri mattina alcuni siti di news annunciavano che la pagina di Facebook inneggiante all’omicidio di Silvio Berlusconi – di cui si era scritto e polemizzato molto nei giorni precedenti – era stata oscurara dai gestori di Facebook. In realtà, come è stato poi precisato, aveva solo cambiato nome ma sopravvivono gli stessi contenuti. Vale la pena di riflettere se il cambiamento non sia addirittura in peggio, dal momento che nasconde e mimetizza la violenza del contenuto.
Sullo stesso tema, il ministro Maroni aveva dichiarato il giorno prima: ”non esiste un paese al mondo dove qualcuno può scrivere su un sito uccidiamo il premier”. Purtroppo, e ovviamente, non è vero: basta fare una ricerca su Google e si trovano in rete minacce a auspici di morte per molti dei maggiori leader mondiali, da Sarkozy a Obama a Gordon Brown. La differenza è che in quei paesi se ne occupano la polizia o I netturbini, senza che la vicenda sequestri il dibattito politico e giornalistico.
Infine, un aggiornamento sulla non notizia del bambino scomparso sul pallone aerostatico di cui avevamo parlato una settimana fa. Non solo non era sul pallone, ma non si era neanche nascosto nella soffitta come si era detto subito dopo. Appare ormai assodato che si sia trattato di un’invenzione pubblicitaria del padre del bambino, in cerca di promozione per un suo progetto di programma televisivo, e che ora rischia conseguenze molto pesanti. Non lo avesse tradito il candore del figlio davanti alle telecamere, ora ci avrebbe fregati tutti.

(ricordo che questa è una rubrica pubblicata ogni sabato sulla Gazzetta dello Sport, e che qualche volta, complici i weekend, la metto qui con qualche giorno di ritardo)

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