Se le ragioni di chi rimprovera a Pippo Civati di non essersi candidato alle primarie del PD hanno una loro solidità (lo ammette uno che ha frenato, per prudenza o paura che fosse, e non esclude di avere sbagliato), quelle di chi gli suggerisce di proporsi alla regione Lombardia tra la diffidenza di mezzo partito mi sembrano davvero sventate. E lui saggio.
In questo contesto, il nome del vostro affezionatissimo circola da settimane: ne hanno parlato i giornali e la risposta, da parte mia, è sempre stata: «se il partito ne è entusiasta, sono a disposizione». La mia non è una formula di cortesia, ma una precisa richiesta: chi si candida in Lombardia, ha bisogno che tutti lo sostengano. La risposta, da parte della ‘base’ è stata di incoraggiamento, da parte dei dirigenti del Pd non è stata né positiva, né negativa: non c’è proprio stata. Zero carbonella. Nessuno mi ha nemmeno telefonato. Probabilmente, nel Pd della Lombardia, la mia candidatura è presa come una provocazione.
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