Un giorno ci guarderemo indietro

In questi giorni di scarse tensioni intorno al governo i giornali sono costretti a dedicarsi a vere o presunte o costruite tensioni all’interno dei singoli partiti: quelle nel M5S, quelle nella Lega, quelle nel PD. Qualche giorno fa non mi ricordo neanche più perché era tornata in ballo l’ipotesi che il PD possa cercare di costruire una nuova maggioranza con la partecipazione di alcuni parlamentari del M5S, complice l’eventuale sbriciolamento di quel partito. Ah, sì, ora mi ricordo: si diceva che Bersani lavorasse a una simile idea, in cerca di un progetto alternativo con cui far deragliare il corso degli eventi che in questo momento lo vede piuttosto tagliato fuori: e da un’intervista al Corriere non sembrava intenzionato ad accettare di esserlo.

Vediamo di avere chiaro che cos’è e cos’è stato finora il M5S e cosa ha da offrire a un eventuale progetto del centrosinistra. Io direi che è stato tre cose: un leader che pur avendo a volte intuizioni sensate non è persona a cui si possa dare nessuna affidabilità politica o umana, né con cui si possa parlare transigendo sulla violenza e cialtroneria dei messaggi che diffonde. Sta nella categoria “fenomeni”, in tutti i sensi: giornalisticamente interessante, letterariamente pure, politicamente una depravazione del sistema democratico, che il sistema democratico si è cercato e che ci si augura superi.
Seconda cosa: il M5S è stato ciò che una grande massa di italiani ha votato in parte per sdegno nei confronti degli altri partiti e speranza che servisse a qualcosa – indipendentemente da chi fossero i suoi candidati e le sue qualità politiche – e in parte per superficiale attrazione nei confronti del noto messaggio “vaffanculo” e dei suoi simili, che come si sa funzionano sempre come strumento di marketing. I risultati si vedono, e li vedono quegli stessi elettori.
Terza cosa: il M5S è oggi un cospicuo numero di persone elette in parlamento, nessuna delle quali – e ci vado leggero – ha dimostrato finora qualità che invoglierebbero un partito di sinistra ad averli tra i loro. Ci sono quelli imbarazzanti e ci sono quelli dignitosi, ma non c’è nessuno che faccia corrugare la fronte a chi simpatizzi per il PD al pensiero “peccato non sia del PD”.

Morale della favola, non esiste una sola ragione di condivisione con il M5S che renda interessante una collaborazione o un progetto futuro, che non sia la mera necessità di appoggio numerico a un progetto che i numeri non li ha. In questo senso, l’avvicinamento di parlamentari del M5S è davvero solo scouting, acquisto di numeri per una maggioranza, né più né meno che se fossero parlamentari di qualunque altro partito non alleato. Cosa legittima, e anche sensata, a volersi fidare e se servisse una maggioranza di governo che non avrebbe i numeri altrimenti: ma oggi una maggioranza in cui il PD governa alleato con partiti avversari esiste già e – lo dice uno che ne è stato diffidente e tuttora lo è – sta cercando di governare e fare delle cose. Ipotizzare alternative che non offrono nessuna garanzia in più è da scellerati o da capricciosi. Il M5S è stato un incidente politico di cui il PD porta molte responsabilità – e si vede in questi giorni quanto poco solido fosse quel progetto -, sarebbe meglio pensare a come superarlo, non a tenerlo in vita o cercarne le elemosine.

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26 commenti su “Un giorno ci guarderemo indietro

  1. john locke

    <>

    Certo nel M5S non si trovano intellettuali come Fassina, la Bindi e il grande Grasso (ma lei lo ha mai sentito parlare?) ma penso che ci siano persone di grande valore intellettuale e soprattutto morale. Basterebbe avere voglia, non solo di leggere se stessi, ma anche di leggere gli altri. Se lo facesse, anche uno “mentalmente plagiato” come lei…. se ne renderebbe conto .

  2. metiu

    Credo che nella storia della Repubblica non sia mai stata dedicata cosi’ tanta attenzione da parte dei media alle vicende interne di un partito all’opposizione e speravo che il direttore indagasse su quelle che agli occhi di un osservatore neutro sono le cause di una tal ossessione. E invece quello che poteva essere un interessante approfondimento viene liquidato in un ” In questi giorni di scarse tensioni intorno al governo i giornali sono costretti a dedicarsi a vere o presunte o costruite tensioni all’interno dei singoli partiti” come se fosse questo l’unico motivo, per poi scadere inevitabilmente, come tutti gli altri media, nella ossessione a cui facevo riferimento sopra: il Movimento Cinque Stelle.
    E per giunta dando per scontato che il lettore sappia concludere le varie motivazioni portate a sostegno della tesi principale alla base di questo articolo, come se quanto affermato fosse una realta’ talmente evidente da non necessitare di sviluppo alcuno.
    Ad esempio sarebbe interessante che argomentasse la frase “politicamente una depravazione del sistema democratico”. In cosa ravvisa tale depravazione?
    Inoltre non capisco quali siano i “risultati che si vedono” a cui fa riferimento nella “seconda cosa”.
    Sul terzo punto direi che il fatto che ai simpatizzanti del PD non piaccia nessuno del M5S sia una cosa normale. Conosce lei qualche simpatizzante del PD che vorrebbe qualcuno della Lega o del PDL tra le proprie fila?
    Grazie

  3. tanogasparazzo

    Titolo azzeccato” un giorno ci guarderemo indietro” di sicuro non rimarremo come statue di sale. Prima del voto Luca scrisse un post: ho la sensazione che il PD non vinca l’elezioni. Difatti al martedì usci un terzo incomodo chiamato M5S, che ruppe tutti i sogni del segretario Bersani: abbiamo -vinto, ma abbiamo perso- In seguito furono commessi errori madornali, vedi PDR. Uno di questi errori è stata la paura, di non volere governare con il M5S, poi il colpo di grazia glie l’ho diedero i 101 traditori, chi sono questi signori, tutt’ora non sono pervenute notizie. Per quanto riguarda averli tra le fila nessuno li vorrebbero, voglio ricordale che sono sempre presenti nei due rami del parlamento, stanno imparando, sono sicuramente più umani meno ipocriti dei navigati parlamentari di lungo corso. Il PD con il suo ex segretario, ripeto aveva una gran paura di governare con il M5S. il resto è una grande commedia all’italiana che si ripete, fare inciuci, è il vero mestiere dell’ex.

  4. tonio

    @metiu. A proposito di attenzione mediatica Grillo e tutto il M5s hanno compiuto una scelta strategica che non li ha affatto ripagati, anzi li sta logorando; cioè la scelta fatta è stata la “non scelta” (come “non statuto”, “non partito”, ecc…) di presentarsi al Parlamento senza il dichiarato e netto ruolo spettante ad un’opposizione che si proclama anti-sistema e che, quindi, non è disponibile alla trattativa per definizione (obiettivo finale del 100% di voti). La disponibilità, invece, dimostrata dalla prima ora di appoggiare eventuali provvedimenti di un nuovo governo in linea con la visione riformatrice del movimento ha creato un immenso equivoco sia tra i deputati stessi sia tra gli elettori; equivoco ben confermato dall’insano tentativo di approccio di Bersani, e dalle speranze ancora attuali di molti.

  5. splarz

    “Ogni volta che vedo e sento parlare il deputato delle Cinque Stelle Alessandro Di Battista (24 anni; suo l’eccellente intervento alla Camera sul caso dei marò) o leggo sue dichiarazioni, mi faccio la stessa domanda: perché non è del Pd o di Sel? La domanda, sia chiaro, non è rivolta a lui, che ha tutto il diritto di stare dove ha scelto di stare. È rivolta alla sinistra italiana, che evidentemente ha perduto, insieme a buona parte del proprio appeal politico, la capacità di attrarre e selezionare una nuova classe dirigente laddove questa nuova classe dirigente si manifesta, vive, lavora, produce idee ed esperienze.” (Michele Serra, 11/05/2013).
    Questo per ridimensionare la “terza cosa”.
    A proposito di “i risultati si vedono” vorrei ricordare che, al netto delle scemenze su diaria, Crimi&Lombardi e diatribe interne, il M5S fin’ora ha portato all’elezione di Boldrini e Grasso (sarebbero stati eletti Franceschini e Finocchiaro), ha chiesto convergenza sul nome della Gabanelli per avviare col Pd un percorso comune “se non con Bersani coi giovani del Pd”, ha candidato Rodotà, vota le proposte di sinistra che il Pd propone per poi votare contro o astenersi (Giachetti e obiettori di coscienza), è presente in aula ed è attivo nella proposta parlamentare; al contrario il Pd ha fatto una campagna elettorale inesistente, ha fatto una finta proposta al M5S (Bersani e i 30 punti, parlamentare del Pd a Porta a Porta), ha fatto inversione a U imponendo Marini su dettatura di B e facendo una figura imbarazzante, governa con un delinquente e spara supercazzole su come tirare a campare procrastinando l’aumento delle tasse.
    E’ che poi quello col blog scrive regolarmente roba violenta, altrimenti il confronto M5S-Pd sarebbe imbarazzante. Per il Pd.

  6. Fagal

    Concordo pienamente con la chiave di lettura dell’autore dell’articolo. Il problema é però anche un altro. In molti Paesi i partiti socialdemocratici perdono colpi. In molti Paesi i partiti conservatori perdono colpi. Nascono movimenti di vario genere (Inghilterra, Germania, etc) che hanno un seguito. Non so quanti partiti di centrodestra o centrosinistra europei passino il tempo a fare scouting. Forse che hanno un’identità, seppur contestabile o sbiadita, che intendono mantenere? Quale é l’identità del centrodestra italiano o del centrosinistra italiano?

  7. Lowresolution

    Sono molto d’accordo.
    Io sono convinto che parte del successo elettorale di Febbraio del M5S sia dovuto ai tanti elettori PD delusi dall’esito delle Primarie e dalla non campagna elettorale di Bersani, che hanno votato Grillo sperando che poi si alleasse con il PD forzando la mano alla vecchia dirigenza. Invece, come ha ricordato loro bene il folle di Zena, hanno fatto un errore. Lui non ha nessuna intenzione di collaborare con il PD.
    E infatti adesso quegli elettori alle votazioni successive hanno mollato il M5S. Il quale ultimamente ricorda molto la Lega dei primi tempi: un esercito di fantasmi, senza nessuna voce e democrazia, controllato dispoticamente da un capo vanitoso e egocentrico.
    Sono convinto che se il PD facesse le cose giuste, non avrebbe davvero bisogno del M5S.

    A conferma Grillo oggi ha attaccato duramente Civati, uno dei pontieri del PD più convinti a cercare un dialogo e perfino un accordo con il M5S.
    http://www.corriere.it/politica/13_giugno_18/grillo-contro-civati-perfetto-cane-da-riporto_e28764fa-d80b-11e2-98e6-97ca5b2e4e27.shtml
    Sofri, diglielo anche tu a Civati che sta perdendo tempo.

  8. Giorgio T

    Parliamo di Civati?
    Prima delle elezioni era tra i pochissimi a sostenere la necessità di capire cosa stesse ribollendo dalle parti di Grillo. E a posteriori aveva ragione. Ignorare tante delle istanze sostenute dall’M5s ha contribuito alla catastrofe del Pd.
    Dopo le elezioni Civati cerca sponde tra i grillini per fare eleggere Rodotà o Prodi e niente, sappiamo come è andata a finire anche se il tentativo di Civati aveva una sua logica.
    Ma adesso che senso ha mantenere le porte aperte ai grillini?
    Cercare i numeri per approvare singoli provvedimenti (ad es. quello sugli F35)? A che pro sperare di formare una maggioranza non governativa su singoli temi? In prospettiva non vedo alcun vantaggio: la miseria degli Ms5 è tanta che non a caso stanno crollando nei sondaggi. Ed allora? Si può insistere su alcuni temi cari ai grillini per recuperare i voti di chi li ha votati ma non lo farà nuovamente. Ma se stai lì a cercare continuamente di dialogare con parlamentari che fanno cadere le braccia appena aprono bocca corri il rischio che gli elettori non ti distinguano più da loro. Insomma, per dirla alla Renzi, Civati rispetto ai grillini rischia di apparire più che un leader, un follower.

  9. Funz

    Grillo “non è persona a cui si possa dare nessuna affidabilità politica o umana, né con cui si possa parlare transigendo sulla violenza e cialtroneria dei messaggi che diffonde”.
    Berlusconi e i suoi invece si, evidentemente.

  10. leprechaun

    “… politicamente una depravazione del sistema democratico”?
    Sistema democratico? Abbiamo un sistema democratico? E perché nessuno mi ha avvertito, santa polenta?
    Il M5S è frutto di tante cose, ma di una soprattutto: l’elisione della democrazia da parte di quello che Delors chiama un “dispotismo morbido e nascosto”, e Barroso “un impero”: la Ue.
    I sistemi democratici sono stati scassati ovunque, in Ue, e soprattutto (non a caso) nell’Eurozona.
    Non comincia con l’Euro, ma con lo SME, e con l’ideologia eurista. Comincia in Italia col 1981, il “divorzio” tra Banca d’Italia e Tesoro, in ossequio al mito mercatista (austriaco) dello Stato che deve essere compresso al massimo grado. La politica di bilancio *subordinata* a quella monetaria, ridotta a rango di applicazione di “regole”. E’ a questo atto criminale che dobbiamo il nostro debito pubblico.
    Alla fine, col fiscal compact, anche la politica di bilancio (Maastricht) è eliminata e sostituita da un computer: regole fisse. Gli unici liberi di fare (e disfare) quel che vogliono sono i semidei della finanza, ovvero le “Banche uniche” secondo Basilea (questa fu la risposta di Draghi ad Obama, quando proponeva all’Europa il Dodd-Frack act, la separazione tra Banche commerciali e quelle d’affari) .
    I sistemi politici sono stati ridotti a squallidi lacchè degli interessi costituiti (i famosi “vested interests”). Come pretendete ancora che la gente vada a votare? Non è interessante parlare di M5S prendendolo per quel che non è: un partito. M5S fa parte di un fenomeno, che magari in Grecia (e un domani anche da noi) prende le vesti di Alba Dorata, passando per astensionismi siderali, mai visti in Europa. Persino la Francia corre il serio rischio che alle prossime presidenziale vinca la Le Pen (e per questo Mélenchon è sceso in campo).
    In mezzo a questo, i “partiti” sono partiti tutti per un viaggio a miglior vita. Il PD non fa eccezione, non è un partito manco lui, è un ectoplasma dove un giorno si proclama stentoreamente una cosa, e pochi mesi dopo si fa esattamente il contrario, come se nulla fosse:
    http://leprechaun.altervista.org/europa.shtml#fcompact
    Perché? Perché bisogna essere ben accetti nei salotti buoni.
    Come dice argutamente il parlamentare europeo portoghese Rui Tavares, “diversamente dall’India, nell’Ue ci sono solo due caste: i funzionari e i banchieri”.
    Non lamentatevi di Grillo. e neanche di Berlusconi. In confronto a questo, sono caramelle.

  11. Malpaz

    Caro Luca, ti seguo con attenzione, trovo spesso nelle tue riflessioni spunti interessanti che possono aiutare a capire la realtà, ma questa volta non sono molto d’accordo. Non sono un fan, ho votato il M5S solo in parte, ma soprattutto non mi piace essere tifoso, preferisco di più essere sportivo, ed è per questo che mi piace di più questo punto di vista: http://www.internazionale.it/opinioni/claudio-giunta/2013/06/17/sessantacinque-persone-perbene/?fb_action_ids=469757719766150&fb_action_types=og.recommends&fb_source=aggregation&fb_aggregation_id=288381481237582
    Con stima.

  12. alexmeia

    Preferirei (avrei preferito) un governo del PD appoggiato da qualche parlamentare del M5S, anche se sarebbe solo scouting, piuttosto che un governo con Alfano, Brunetta, La Russa, Gasparri e tutti gli altri che in questi anni abbiamo imparato a conoscere. Questo governo non si doveva fare e non costruirà niente di positivo, era meglio qualsiasi altra cosa. Era meglio niente.

  13. lorenzo68

    Caro Luca,
    uno dei peggiori interventi che tu abbia mai scritto. Peggiore nei modi, nell’esposizione, volgare nei contenuti e privo di un qualsiasi desiderio di avere risposte da un partito che di sinistra non ha più nemmeno lo zerbino per pulirsi la suola delle scarpe.

  14. Robdale

    Mi sento molto solo, politicamente parlando. I 5stelle non li capisco, saranno troppo avanti. Il Pd troppo indietro. Il Pdl non lo prendo in considerazione. C’è il partito socialdemocratico danese che non è male. Se alle prossime elezioni siamo ancora in Europa posso votare quello?

  15. tonio

    C’è un fenomeno piuttosto singolare in atto che non riesco a comprendere, ed è il seguente: è un dato di fatto che gli elettori del M5s provengano da tutti gli orientamenti politici, questi cittadini alle politiche hanno eletto persone che sono state da subito ritenute meritevoli di generose lusinghe da parte dei vertici del PD, con l’approvazione di molti tra attivisti e semplici elettori di quest’ultimo; invece, quando a suo tempo Renzi predicava di allargare all’elettorato di cdx le attenzioni dei vertici PD, in prima battuta alle primarie per il candidato premier, poi con effetto a cascata sulle elezioni politiche, ebbene gli stessi vertici, attivisti ed elettori si sono mobilitati come fossero sul Piave contro l’invasore. Io ci vedo una contraddizione grande come un… Palazzo.

  16. prodandan

    Non capisco tanto astio contro le cose scritte da Luca Sofri. A me sembrano soprattutto di buon senso, ma temo che la deriva prevalente ormai sia quello dello schierarsi, pro o contro. A prescindere: dai fatti, dalle parole, dai comportamenti. Credo abbia ragione chi sostiene che molti elettori 2013 del M5S siano ex elettori delusi dal PD (insieme, peraltro, anche a frange di centrodestra o destra tout court), ma quello che anche i difensori del M5S attuale rifiutano di valutare sono alcuni fatti. Il lessico, i comportamenti, le idee espresse da Grillo hanno fin dall’inizio espresso una forte connotazione di destra con l’obbiettivo più volte conclamato di giungere alla scomparsa dei partiti (cioè delle diversità di idee), tranne ovviamente il M5S. Senza contare la bufala (tecnicamente parlando) delle “parlamentarie” e di altre “consultazioni” online consentite a un ristretto (molto ristretto, e controllabile solo da Casaleggio) numero di “ammessi” a partecipare. Non mi sorprende il registro sempre identico di Grillo (urlare, insultare, mai argomentare) nè le sue farneticazioni per esempio sul ritorno alla lira (ora abbandonate: non perchè le abbia smentite, semplicemente non ne parla più) o altre stupidaggini (sul piano economico) del genere. Mi sorprende, e preoccupa, il comportamento di quella che appare e probabilmente è la maggioranza dei parlamentari, improntata a una disciplina (nel senso di adesione al Capo) preoccupante, almeno sul piano culturale e mentale (“il Capo non sbaglia”). Recentemente, a Otto e Mezzo di Lilli Gruber su La 7, il neo capo (“grillino”) della vigilanza parlamentare sulla Rai mi ha sbalordito: parlava, parlava, parlava senza ascoltare le domande (di Gruber e Massimo Franco) dunque senza rispondere. Sembrava un disco rotto, e non si capiva cosa diceva. Temo che il M5S sia entrato nella sindrome della setta, con tutto quello che comporta, in termini di adesione acritica al “guru”. D’altronde, basta guardare i fatti: una parlamentare dice “secondo me Grillo ha sbagliato” e scatta il processo, e la punizione. Come nella cultura di due culture politiche che hanno manifestato molte affinità: stalinismo e fascismo.
    Non mi interessa dire come e quanto il PD sbaglia, se cerco di osservare e analizzare il M5S. Invece molti glissano su quanto accade nel M5S e parlano di Renzi, Bersani, ecc. Ma se Rossi sbaglia e cade con la moto, che c’entra Alonso? Parliamo di MotoGP o di Formula 1?

  17. lorenzo68

    @Prodandan

    Io non l’altro giorno non ho visto (ne sentito) Luca Sofri indignarsi quando il suo partito ha appoggiato un Ministro della Giustizia che candidamente dichiara che per risolvere il problema delle carceri bisogna liberare i detenuti.

    Ad oggi il governo Letta per l’emergenza sociale e per il lavoro (e non c’è solo il problema del lavoro giovanile ma anche quello degli adulti) non ha fatto niente se non rimandare l’Imu e anticipare verbalmente l’aumento dell’IVA con la pressione fiscale ormai a quota 53%.
    M siamo sempre punto a capo a giocare con l’indice e a puntare tutto su Grillo. Più facile e meno difficile.

  18. Fagal

    Da osservatore, mi sembra che l’errore (macroscopico) che sta commettendo il M5S (strano che non se ne avvedano proprio coloro che dovrebbero conoscere i messaggi della comunicazione) é che il dissidio o dissenso non viene esternato su valori, idee, scelte. Viene condotto su elementi personali. E’ molto simile, seppur in termini di impatto diversi, al dissidio di qualche anno fa del Cdx sul “che fai, mi cacci?” Fu l’inizio della perdita del consenso elettorale, di un partito nato per fare e che trasmetteva solo l’idea del litigio. Con ciò il M5S da proprio l’idea all’esterno di avere correnti come un qualsiasi “banale” partito nostrano, correnti non su contenuti o idee diverse (legittime e normali), ma su motivi personali che ai più sfuggono. L’anticamera della crisi del consenso. Come se non bastasse, gli gioca pure contro un provvedimento di un Governo a cui il M5S si oppone che viene denominato “decreto del fare”. Come spesso ripete LSofri, attenzione, i messaggi contano spesso quanto o più dei contenuti. Da una parte hai un movimento politico (M5S) che discute su cose che all’elettore sfuggono (almeno l’idea che trasmette), dall’altro hai un Governo che, rabberciato, ti comunica il “decreto del fare”… Mi sembra strano che chi ne capisce di comunicazione non capisca….

  19. Fagal

    Aggiungerei anche un piccola postilla: un movimento plebiscitario come il M5S (non vogliamo la maggioranza degli italiani, li vogliamo tutti con noi) non può permettersi di fare un referendum interno su questioni personali. Già nel momento in cui fai ciò, dai l’idea che non sei plebiscitario o di massa, ma maggioritario e di parte. Un conto é farlo su un ‘idea (Sì Europa No Europa) o sulla scelta di un candidato alla presidenza della Repubblica, un conto é farlo sulla struttura stessa del movimento che non può essere discussa (nel momento in cui viene discussa, viene meno)

  20. metiu

    @Fagal
    Mah.. quello che dici e’ smentito dai fatti. Pare che tu dimentichi il particolare che il centrodestra, dopo essersi liberato del “litigioso” Fini, grazie al ritorno di Berlusconi e nonostante le sue vicende giudiziarie si e’ preso il 30%! Quindi non mi pare proprio che “fu l’inizio della perdita del consenso elettorale” come tu affermi.
    La personalita’ di Grillo e’ fondamentale per un movimento appena nato (e soprattutto creato da lui), cosi’ eterogeneo e poco esperto e quindi e’ necessario per il movimento liberarsi di chi intacchi la figura del proprio leader e fondatore. Attaccare Grillo significa distruggere il movimento e di questo pare proprio che tutti all’interno del movimento siano piu’ che consapevoli. Questo fa gioco ovviamente a chi vuole sostenere che non vi sia democrazia all’interno del M5s ma in realta’ secondo me e’ una scelta molto piu’ tattica e consapevole di quanto possa sembrare. E’ probabile che un giorno, fatte le dovute esperienze, il movimento si possa emancipare dalla figura di Grillo. Non che questo sia necessariamente un bene intendiamoci. Non credo che Grillo ambisca a chissa’ quale oscuro progetto, cosi’ come i media, espressione di tutti i poteri ai quali il M5S si contrappone, cercano di convincerci.
    Io ho avuto l’impressione che la reazione della Gambaro sia stata quella di una persona poco esperta dei meccanismi della politica. Per nulla consapevole che i risultati delle amministrative non hanno nulla a che fare con quelli delle politiche e fortemente condizionata dal clima che i media hanno cosi’ maliziosamente e disonestamente contribuito a creare attorno alla figura di Grillo. La vedo piu’ come la reazione di una persona spaventata dagli eventi delle amministrative che nella convinzione di fare una cosa utile al movimento lo ha in realta’ danneggiato. Io credo che qualsiasi partito avrebbe escluso un proprio appartenente che avesse messo a repentaglio la propria stessa esistenza.
    Il fatto poi che il M5S stia all’opposizione rende questi colpi di assestamento molto piu’ facili e probabilmente questa e’ una considerazione che, assieme a tante altre questioni di principio, e’ stata fatta quando si e’ deciso di non governare con il PD.
    Approposito del “decreto del fare” scommetto che tu sia convinto, cosi’ come i piu’ o meno finti “delusi del M5S”(ha fatto scuola la candidata del PDL che Del Debbio ha fatto diventare una delusa “delusa del M5S”) che cosi’ tanto vanno di moda ultimamente in tv e sui giornali, dell’immobilismo dei grillini in parlamento. In realta’ e’ facile rendersi conto dando un occhio ai progetti di legge presentati negli ultimi 3 mesi http://www.linkiesta.it/non-solo-scontrini-le-proposte-di-legge-del-m5s (ebbene si’.. il M5S sta lavorando eccome) che si tratti di una misera costruzione giornalistica. Oltre ad essere l’unico “partito” che registra il 95% delle presenze in parlamento e’ anche quello che nonostante stia all’opposizione, ed e’ importante ribadire questo punto, ha presentato un ingente numero di fondamentali progetti di legge. Dalla portata di questi progetti e’ facile capire a quali poteri il M5S stia pestando i piedi ed e’ facile farsi una idea del perche’ di tanta inopportuna ossessione e disonesta’ mediatica.

  21. lorenzo68

    Il testo è stato scritto da Raffaele Birlini il 04 Marzo 2013 lo ripropongo in quanto non ha mai avuto risposta. Un giorno ci guarderemo indietro. Infatti

    Nel marzo 2010 seguivo la maratona elettorale su corriere.it, diretta da Severgnini, e si poteva intervenire via web. Scrissi guardate che il movimento 5 stelle non bisogna sottovalutarlo, e c’era Sartori che ridacchiava dicendo è voto di protesta, e io scrissi guardate che dicevate così anche della Lega e adesso è al governo, e De Bortoli si ficcò in bocca la stanghetta degli occhiali e disse massì, è un voto buttato che ha danneggiato e cannibalizzato la stessa parte politica tant’è vero che in Piemonte, e io scrissi guardate che un palermitano ha preso il 6% a Bergamo è come se un tirolese prendesse il 6% a Catania, e Severgnini disse è un movimento che sfrutta la popolarità di Grillo, e io scrissi guardate che è l’unico ad aver presentato un programma politico scritto, su internet, con una lista di punti espliciti e chiari.

    Poi nell’Aprile 2012 si stupirono tutti che il 5 stelle fosse dato al 7%. Se i giornalisti non sanno capire per tempo quello che capisce un cittadino qualunque dal divano di casa sua, e soprattutto non sanno agire di conseguenza, forse hanno sbagliato mestiere o sono lì da troppo tempo. Oppure sono davvero servi dei partiti, ufficio pubbliche relazioni dei partiti, dato che per leggere un asrticolo decente sull’Italia devo andare a leggere la stampa straniera, dato che l’Italia è 64ma o giù di lì nella classifica sulla libertà di stampa, allora forse, dico forse, anche i giornalisti non sono altro che un sottoprodotto della mancanza di capacità delle classi dirigenti di autoselezionarsi, e allo stesso modo si presentano con la spocchia tipica di un potere in decadenza che non accetta di venire spazzato via, di dare le dimissioni, di ritirarsi, di lasciare il posto, mollare la poltrona.

    Voglio sapere i nomi dei giornalisti di cui stiamo parlando quando magnifichiamo la professionalità del settore mediatico tradizionale, tv e giornali. Abbiamo due editori che sono legati a doppio con la politica. Abbiamo politici, da decenni, che sono facchini, schiabottoni, passacarte, portaborse, gente che non sa nemmeno parlare italiano e ha fatto la terza media. Torve di imprenditori che han fatto i soldi con la politica, di cui il Berlusconi Craxiano è santo protettore. Professori che fanno carriera se hanno in tasca la tessera del partito, lo stesso negli ospedali e nei tribunali, e banche e catene di distribuzione e consorzi e municipalizzate. Incompetenti che diventano funzionari e dirigenti solo in base a fedeltà e militanza al partito. L’intera classe dirigente Italiana verrebbe considerata un cancro mafioso in paesi nemmeno troppo evuluti sul percorso non dico della democrazia ma della semplice civiltà.

    Quindi vorrei tanto capire a chi ti riferisci quando parli di giornalisti che gliela faranno pagare, che si vendicheranno, che realizzeranno quelle che adesso sono minacce, come si dice?, velatamente espresse? Facciamo i nomi di queste massime espressioni di giornalismo professionale che non siano profondamente contaminati dalla lotta politica condotta sul terreno dell’informazione. Quanti sono, quanti ne se trovano, dove lavorano? Mentana ce lo mettiamo o era socialista da piccolo? Floris va bene o deve tornare a fare l’animatore di villaggi turistici? Facciamo la lista di giornalisti non solo di altissimo valore intellettuale ma perfino indipendenti e in grado di venire apprezzati da un pubblico abituato a ridurre tutto in termini di tifoseria. Ci son delle volte che penso: ma di cosa sta parlando? Mi prende in giro? Ma in che film vive?

  22. odus

    Riguardo alla “seconda e terza cosa”.
    Io ho votato M5S senza avere nessuna speranza che srvisse a qualcosa (seconda cosa), anzi, convintissimo che non servisse assolutamente a nulla. come sarebbe stato se avessi votato per qualunque altro partito o movimento.
    Era mia consapevole intenzione mandare in Parlamento (terza cosa) un’armata brancaleone, quale quella che in effetti vi è approdata.
    Che adesso quell’armata brancaleone in tutto od in parte possa servire a Bersani o a chi per lui, vada come vuole.
    Per cui, per quel che riguarda me come elettore del M5S, quanto sostenuto ai punti: seconda cosa e terza cosa, sono interpretazioni senza base.
    Ho votato in quel modo perché volevo ottenere i risultati che si sono verificati.
    Chi ne approfitterà in termini numerici, sarà semplicemente un dozzinale scilipottaro o degregoriaro qualunque, degno del peggior berlusca.
    E, dando il voto al M5S, conoscendo i polli con cui si ha a che fare in Italia, avevo messo in conto che succedeesa anche questo.

  23. Fagal

    Tanto smentito dai fatti in termini numerici non direi…Il cdx dal 46,81 é passato del 2008 al 29 e rotti e ha perso sette milioni di voti…Ma quel che é peggio, é che a destra si é creata una scissione con Fratelli d’Italia, ha perso un quasi 10 % di elettorato di centro con il quale avrebbe nuovamente vinto…

    Sul decreto del fare etc…ne parlavo solo in termini di comunicazione…pare che oggi lo stesso Grillo abbia ammesso di aver fatto errori di comunicazione…

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