Chi ti paga?

Tom Nichols è un professore, studioso e saggista, esperto di politica statunitense e questioni di sicurezza nazionale, solidamente conservatore, che ha scritto un bell’articolo sul New York Times sulla sua particolare condizione di “Repubblicano Never-Trump”: ovvero il termine con cui durante questa campagna elettorale sono stati definiti gli elettori del Partito Repubblicano che si rifiutano di sostenere Trump come loro candidato arrivando persino a dichiarare di voler votare Clinton per scongiurare l’elezione di Trump.
Gli argomenti di Nichols sono solidi e non banali – e il suo racconto divertente ed efficace – e hanno a che fare molto con il futuro dei conservatori americani e del loro partito, e non solo con uno scandalo personale per Trump. Leggetelo.
A me ha colpito in più la particolare condizione di “traditore” e accusato di “intelligenza col nemico” di cui Nichols racconta, che è una condizione in cui negli scorsi anni sono state messe spesso da noi persone di sinistra, e non di destra. Le reazioni dei suoi conoscenti e degli elettori di Trump nei confronti della sua scelta sono infatti quelle tipiche delle situazioni dove gli estremismi radicali e fanatici aggrediscono i valori e principi di partiti o schieramenti politici non radicali. In Italia questo a destra non è successo, perché Berlusconi era qualunque cosa ma certamente non un fanatico radicale estremista, e ha tenuto dentro il centrodestra qualunque cosa sotto i suoi carisma e leadership, parlando tutto il tempo di “moderati”. È successo invece a sinistra, dove l’antiberlusconismo come ideologia e il giustizialismo e altri tratti estremisti – e persino “di destra” – hanno costruito un’occupazione di estese parti della politica e del pensiero del centrosinistra, fino ad arrivare all’adozione di personaggi, approcci e temi assolutamente di destra, solo perché questi prendevano le distanze da Berlusconi o perché sapevano parlare “alla pancia” di elettori di sinistra poco informati a cui le leadership del PD non riuscivano più a trasmettere dei valori di sinistra.

E quei personaggi e pensieri hanno scavato nel centrosinistra – a forza di demagogie e violenze verbali, e “parlar chiaro” – un cospicuo spazio per il radicalismo giustizialista, il forcaiolismo, e l’idea che la sinistra debba essere divisa tra buoni e cattivi, tra duri-e-puri e conniventi col nemico, tra coerenti e traditori, eccetera (cose contagiose, che hanno diversamente a che fare anche con chi accusa i “gufi”, ultimamente): con la generazione di tutta la retorica dei “senza se e senza ma” e delle accuse a chi fa “i distinguo”, e del meccanismo autodimostrante che se le opinioni che esprimi le dice anche “il nemico” allora tu sei il nemico e le tue opinioni non hanno più ragioni. L’idea insomma che la divisione tra amici e nemici venga prima delle ragioni per distinguerli (a volte mi chiedo se “la fine delle ideologie” tanto esibita non sia altro se non la fine delle idee). Sono tutte cose riconoscibili nell’articolo di Nichols (compresa invece la simmetrica e strumentale curiosità del fronte opposto per i critici interni), efficace nel mostrarle proprio perché parla di tutt’altro contesto: ma le dinamiche sono identiche. Qui non è ancora arrivato a sinistra un Trump a forzarle così tanto: ma il M5S gli somiglia, e a un certo punto chi ne diffiderà sarà un traditore.

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4 commenti su “Chi ti paga?

  1. Julian B. Nortier

    Pur con molti distinguo credo che certamente Trump somigli più a un certo grillismo che a Berlusconi,a cui pure lo accomuna la plutocrazia.Se Nichols è contro Trump (un politologo eminente e libertario,a quanto pare,non mi stupisce) credo che sia naturale-a due passi da un’eventuale vittoria e proprio nel bel mezzo dell’esagitata investitura di Cleveland-che abbia subito questi attacchi.Laddove il post fa i “salti mortali” è nell’equazione per cui chi tradirà m5s sarà un reietto per la sola ragione che-lo dice uno che ha votato la Virginia-che nel dna di quel movimento c’è l’integralismo e la messa in discussione(eufemismo) di chi dissente.Ma-rimanendo per un attimo al triste habitat politico italiota-è vero che questa monocrazia grillina è la conseguenza di tanti anni-decenni-di esasperanti diatribe interne ai partiti; in ciò la Dc morotea,fanafaniana e andreottiana fu maestra,ed il Pd è stato-ed è-erede scomposto,anche se con Renzi dal modello Dc anni settanta si è passati abbastanza al format Psi seconda metà anni ottanta.Mentre l’antitrumpismo nasce semplicemente da un certo elitarismo,pur con fondate ragioni programmatiche (“e noi dovremmo farci rappresentare da quel buzzurro”? è il pensiero simbolo,molto michelleobamiano,molto trendy).
    Per quanto snob,questi contestatori fanno parte di un ceto medio riflessivo di prof.e repubblicani democratici,da noi-ahinoi-il tradimento è quasi sempre mero opportunismo politico,trasversalmente e spesso con dolo.
    Quello che-nè in Italia prima per Lega,poi per Silvio ora per m5; negli states per Trump-è dare per scontato che la forma da parvenu sia sempre sostanza e ,di converso, i bei modi pacati (prodiani,clintoniani,michelleobamiani,fate voi)siano indice automatico di ragione.
    C’è un intera classe di americani-e di italiani-antifascisti e non violenti-che ha deciso che le risposte date finora da politici temporeggiatori(nel migliore dei casi) sono state imbelli e sterili.E in molti casi hanno ragione,così come ragionevoli-in alcuni casi-le risposte che vengono date dai nuovi leader.
    Staremo a vedere,per adesso avvisate Melanie di smorzare la fotocopiatrice.
    https://twitter.com/ilmondoperfetto/status/755056387651145728

  2. piq

    Penso anch’io che nel M5S, che pure ho votato e voto, si possano intravvedere segni di integralismo che destano preoccupazione, ma poi penso alla distanza della classe politica dalla cittadinanza, all’autoreferenzialità, al trasformismo senza dover mai rendere conto, alle liste bloccate, ai programmi farlocchi che gli eletti puntualmente dimenticano e mi chiedo se non siano stati questi ultimi 20 anni a “sporcare” gli occhiali con i quali guardiamo il M5S e le istanze che esso rappresenta.
    Anche parlare di forcaiolismo giustizialista, nel paese con la classe politica più corrotta e collusa d’Europa, siamo sicuri che abbia senso? In altri paesi un politico si dimette perché qualcuno scopre che vent’anni prima aveva copiato parte della propria tesi di laurea, qui abbiamo appena salvato Giggino a purpetta.
    Quello che voglio dire è: davvero il M5S è così intriso di fanatismo e radicalismo o è il resto del paese ad aver abbassato i propri standard in fatto di onestà e coerenza così in basso che anche richieste del tutto normali vengono percepite come radicali?

  3. froom5

    x PIQ: M5S ha già tutte le caratteristiche di una setta religiosa. La definizione “Grillology” calza a pennello e i comportamenti interni non sono affatto “normali”, né dipendono dall’abbassamento degli “standard in fatto di onestà e coerenza” del “resto del Paese”. Il fanatismo degli adepti M5S è una novità tutta loro ed è anti-democratica.
    x JULIAN NORTIER: la destra totalitaria ha sempre giustificato i suoi eccessi accusando gli avversari di politica “imbelle”. Proprio lo stesso aggettivo usarono Mussolini e Hitler. Attenzione, quindi: la storia ha dimostrato che giustificare i mezzi in questo modo porta alla cancellazione della democrazia.

  4. froom5

    x LUCA: sono stato contro Berlusconi non per forcaiolismo o perché mi ritenessi migliore di lui. Sono stato contro Berlusconi perché era emerso che aveva creato il suo impero economico/politico in modi illeciti: Dell’Utri che fu cerniera fra Mafia e gruppo Berlusconi, Previti che corruppe giudici con soldi Fininvest, finanziamenti iniziali alcuni di origine misteriosa, altri con l’appoggio di banche piduiste. Una persona così non doveva essere eletta Presidente del consiglio. Ruolo di cui Berlusconi infatti abusò per farsi leggi ad personam e per trarre numerose rendite di posizione, stravolgendo la Costituzione materiale e cercando di manomettere quella formale. Vent’anni di disastri – conditi da vari inciuci del PD – di cui adesso scontiamo le conseguenze. Voterei il partito del Manifesto, se esistesse. Purtroppo non c’è.

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