I conti di Di Maio (brutta copia)

Stamattina alcuni quotidiani mostrano un post di Facebook del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, del M5S, che leggo abbia offeso la comunità dei romeni in Italia. Di solito non faccio attenzione ai post dei politici grillini, perché sono un baccano di fanfaronate, balle e aggressioni da asilo in cui è difficile estrarre qualcosa di rilevante, nella categoria delle dichiarazioni di Razzi o Salvini. Quello di Di Maio però aveva dei numeri, dei dati.

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Non è il numero, che suona indubbiamente alto alla lettura impreparata di noi tutti, a impressionarmi per primo: ma il tipo di dato. Come accidenti si misura la “percentuale di criminali importata”? Intanto, cosa definisce un “criminale” come figura scientifica? (Uno che nella vita ha commesso un crimine? Un condannato per qualcosa?) E poi come si contano i “criminali importati”? Con tanta precisione da arrivare a sapere quanti siano “il 40%”?

Come è indicato nello stesso post, la fonte di questo grossolano dato apparentemente non misurabile, sono le parole del procuratore di Messina Sebastiano Ardita, un magistrato che ha scritto un libro con il suo collega Piercamillo Davigo (con prefazione di Marco Travaglio) e che è andato a presentarlo al convegno di Ivrea del M5S, dopo essersi definito in interviste “magistrato law and order“. Nel video allegato da Di Maio, Ardita dice quindi, testualmente.

«Qualche tempo fa – qualche anno, ma la situazione non è cambiata – il ministro rumeno, degli Interni se non sbaglio, ci comunicò che di tutti i mandati di cattura europei che riguardavano cittadini rumeni il 40% proveniva dall’Italia… quindi questo significa che quattro rumeni su dieci che avevano deciso di andare a delinquere avevano scelto il nostro paese come luogo nel quale andare a delinquere, questo è un problema importante che riguarda la Giustizia»

Mi fermo un momento su alcuni dettagli minori, ma illuminanti su come vengano diffuse pubblicamente le informazioni, da persone che poi contestano le inesattezze ai giornalisti, magari:
– il presunto dato è di “qualche anno fa, ma la situazione non è cambiata“: e chi lo dice che non sia cambiata? Io potrei dire credibilmente che “qualche anno fa, ma la situazione non è cambiata, gli attentati islamisti in Europa risultavano molto calati”?
– “Il ministro rumeno, degli Interni se non sbaglio“: stiamo citando quindi una fonte di cui non ricordiamo neanche di cosa fosse ministro, pretendendo però che sia esatto tutto il resto?
– “ci comunicò”: a chi? All’Italia? Al procuratore insieme a qualcun altro? C’è un contesto? Possiamo controllare questa versione, conoscere il dato esatto?
– “quindi questo significa che quattro rumeni su dieci che avevano deciso di andare a delinquere avevano scelto il nostro paese come luogo nel quale andare a delinquere”: questa è tipica deformazione letterario/poliziesca di alcuni magistrati, alla Di Pietro, trasformare dei numeri e delle percentuali su reati o mandati di cattura in “rumeni che avevano deciso di andare a delinquere” (interessante che un magistrato che si immagina abbia competenze giuridiche classifichi ogni reato come premeditato).
Ardita, scopro, è anche uno di quelli (nello stesso video, poco dopo) che spacciano in giro lo screditato dato sui “60 miliardi di costo della corruzione“.
(ci sarebbero altri mille imbrogli: Di Maio per esempio trasforma il 40% delle richieste di mandato di cattura nel 40% “dei loro criminali”, ovvero di tutti i romeni “criminali”)

Ma arrivo al sodo della questione: il dato ha qualche fondamento, o no? E dice quello che Ardita e Di Maio vogliono farci credere, che l’Italia sia il paradiso dei criminali mondiali?
Che abbia qualche fondamento non lo sappiamo: bisognerebbe chiedere al ministro romeno di qualche anno fa, riuscendo a ricordarsi almeno di cosa fosse ministro. Io non ho trovato valutazioni sul tema, e mi apprestavo a contattare l’ambasciata per ottenerle, se ci sono.
Ma ho rinunciato dopo essere andato a controllare un numero abbastanza essenziale per giudicare quello che dicono Ardita e Di Maio e capire se quel “40%” presunto sarebbe davvero tanto.

Roma, 23 marzo 2013 – L’Italia detiene il primato europeo per presenza di cittadini romeni sul proprio territorio, ben 1.071.342 (+20% in due anni), sul totale di 2,5 milioni di romeni presenti in tutta l’Ue. La gran parte di loro (circa il 70%) lavora, vive qui con la famiglia e tra il 2000 e il 2011 sono stati 89.093 i bambini nati in Italia da madre romena e padre straniero, la prima leva di una ‘seconda generazione’ di italiani.

Un milione di romeni in Italia (sono la comunità straniera maggiore) su 2,5 milioni in tutta l’Unione Europea, è una percentuale facile da calcolare: fa il 40%.
Che la Romania riceva quindi dall’Italia il 40% di richieste di mandato di cattura è del tutto coerente: sarebbe strano fossero meno. Ammesso quindi che soprassediamo sull’approssimazione e vaghezza del dato fornito da Ardita e Di Maio, quello è un dato che dice una cosa sola: l’Italia non importa “criminali romeni” più di qualunque altro paese dell’Unione Europea. E l’onorevole Di Maio non è credibilissimo quando si lamenta delle balle diffuse dagli altri.

Aggiornamento: con degli aiuti che ringrazio abbiamo ricostruito la successione delle informazioni, che introduce una piccola differenza – a mio parere piccola: ma giudicate voi – nella storia, causata ancora una volta da un’errata narrazione dei fatti da parte di Ardita e Di Maio, di cui mi ero fidato.

Il famoso ministro romeno sarebbe l’allora ministro della Giustizia Catalin Preodiu, che nel 2009 disse – stando a come venne riportato dai media italiani – che “sul territorio italiano si trova il 40% dei romeni ricercati con mandato internazionale”. Come vedete, c’è una differenza rispetto a come l’ha detta Ardita (Di Maio l’ha distorta più gravemente, come abbiamo visto): non il 40% di “mandati di cattura europei”, ma “internazionali”.
Questo impone un calcolo diverso, sottolineando che quel “40%” andrebbe definito un po’ più esattamente (è facile che il ministro abbia approssimato, per avere un numero così tondo) e su questo sto cercando fonti e ricostruzioni più chiare: perché sul totale mondiale di romeni all’estero, quelli in Italia risultano il 33,8%. Quindi se “40%” fosse un dato altrettanto esatto, si tratterebbe in effetti di una cifra superiore, anche se non abbastanza da sostenere credibilmente – peraltro dando dati falsi, inesatti e confusi – che l’Italia sia in una condizione eccezionale di impunità, e che i “criminali” romeni vengano in Italia perché risulta loro dalle statistiche di avere un 18% di probabilità in meno di essere arrestati rispetto alla media di altri paesi. Ma ripeto, giudicate voi se la logica di Ardita e Di Maio sia fondata per questo. Se trovo cose più chiare aggiorno.

Piccolo aggiornamento: vedo che Di Maio aggiusta la sua versione e fa finta di niente, ma nel frattempo faccio un’altra domanda che rende ancora più assurda tutta questa costruzione. Capisco il conteggio dei detenuti, ma come fa il governo romeno a conoscere l’ubicazione – con i trattati di Schengen e i confini aperti, per giunta – di tutti coloro che ricerca con mandato di cattura internazionale, tanto da poterli persino contare?

Aggiornamento: sta diventando un trattato esemplare di informazione approssimativa e ingannevole. Ora una preziosa lettrice mi segnala questo articolo di un sito romeno sulle famigerate dichiarazioni del ministro della Giustizia: che hanno un’altra notevole differenza con quelle riportate dai media italiani (pareva strano che mancassero i media italiani). La traduzione è mia con l’ausilio di alcune traduzioni di Google comparate: non sono completamente certo della sintassi dell’ultima parte della frase, ma del sottolineato sì.

“Il 40 per cento delle persone ricercate dalla autorità romene (cittadini romeni o stranieri) per essere consegnate a un processo o a una condanna o in conseguenza di un mandato di cattura nell’ambito di un’inchiesta è nel territorio italiano e le procedure per l’applicazione dei mandati di cattura europei incontrano delle difficoltà

Non male, no? Il 40% ora comprende anche i cittadini non romeni, cosa che fa saltare tutta la proporzione con i romeni all’estero; e in più, qui pare si parli di nuovo di “mandati di cattura europei” e non internazionali.
Nel frattempo, Di Maio twitta su cosa sia “inopinabile“.

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