In una riunione pubblica di direttori di giornali vicini al centrodestra, la settimana scorsa, il direttore del Tempo Mario Sechi ha introdotto in un dibattito spaesato il tema della comunicazione politica su internet. Sechi ha addirittura un po’ esagerato il ruolo effettivo della rete nei recenti successi elettorali della sinistra, e ha parlato come uno che spiegasse ai suoi amici “ehi, ho visto un posto dove succedono cose stranissime e interessantissime, si chiama internet”. Però ci ha messo dentro una riflessione interessante, che sintetizzo così: vi ricordate di come Berlusconi ha trasformato gli spettatori televisivi in suoi elettori? Di come la tv sia diventata una macchina da consenso elettorale, dico io (non Sechi)? Ecco, (dice Sechi) adesso quella cosa lì può succedere con internet, ma a favore del centrosinistra (dice Sechi, preoccupato).
Il tema di come il pensiero, il gusto e la cultura degli italiani siano stati spappolati dalla tv e dalla egemonia della mediocrità – non solo televisiva – in questi anni, è un tema che oggi andrebbe superato con un’alternativa, non discusso ancora. E per questo internet è promettente (come dice Sechi): ma non (come dice Sechi) perché se la può prendere il centrosinistra. Perché, a differenza della tv italiana, non permette monopoli di fatto. Vince chi la capisce e chi ha i soldi: a differenza della tv, dove ha vinto chi la capiva, aveva i soldi e stava al governo. È già un miglioramento.
Secondo me non riusciranno a fare di Internet una nuova TV.
La TV è un fenomeno ad “assorbenza passiva”: ci si siede in poltrona e si assorbono i contenuti che trasmette, spesso senza chiedersi se siano corretti o meno.
Internet, invece, è un fenomeno in cui serve “comprensione” dei contenuti: devi leggere e quindi comprendere. Ed è una differenza non da poco.
Dimenticavo, qui ho fatto una mia piccola analisi dell’effetto Internet sul voto al referendum: http://homodigitalis.delleside.org/2011/06/13/la-sovranita-appartiene-al-popolo.html
Spero solo che non la legga Sechi!
Alla luce delle profonde riflessioni di Sechi, se il signor G. la scrivesse oggi, ci aggiungerebbe che la tv è di destra e la rete di sinistra :-)
La differenza immensa che esiste tra i due media uno passivo, l’altro sedicente attivo sta in realtà nell’utilizzatore.
Lo stesso pelandrone che passa il suo tempo davanti alla tv, utilizzerà Internet ricalcandone il modus-operandi.
Non sono un mistero i ranking dei siti più visitati, ed il tipo di pubblicità che propongono, lo zeitgeist di Google con le sue terribili top ten. La “culturaccia” puo’ arrivare ovunque.
Le minoranze che guardano raramente qualche raro programma interessante (o non hanno la TV), hanno la fortuna di poter fare di Internet quello che meglio ritengono opportuno. Perché si puo’ anche ammettere una buonavolta che la TV come mezzo di comunicazione dovrebbe essere spento, per gran beneficio della popolazione.
La distinzione tra destra e sinistra, onestamente, mi pare inutile.
HS
Per quanto mi riguarda le cose stanno proprio così: La Tv ti rende passivo, e per il 95% è munnezza. Le sezioni di partito sono spesso catacombe inospitali.
Invece negli ultimi anni ho trovato nel web (2.0 of course) una nuova possibilità di discutere di temi importanti di politica, cultura, attualità, di confrontarmi con persone che mi hanno convinto di certe cose e mi hanno fatto riflettere su altre, così come magari anche io ho portato altri a cambiare punto di vista su alcuni temi. E’ bello, speriamo che continui.
Poi, dire che il web fa vincere il centrosinistra è prendere un abbaglio. Piuttosto, le persone libere usano il web; le persone libere cominciano a pensarla in un certo modo; quindi i risultati si vedono. The medium is NOT the message.
Ho sentito fare discorsi vaghi sulla rete, simili a quelli di Sechi, anche a Sallusti, Feltri, Sgarbi, ospiti in trasmissioni varie su la7, ma anche, dall’altro lato, a Scalfari, Mauro e Mieli. La differenza tra la tv e internet è proprio qui: in tv i vari Sechi, Mieli e compagnia propinano le loro presunte verità, spesso disconoscendo completamente ciò di cui parlano, senza che nessuno possa interagire con loro, su internet verrebbero subito sommersi da critiche, distinguo, richieste di precisazioni e quant’altro. Intelligenza critica vs Ignoranza passiva.
Temo che a destra finiranno (se non hanno già finito) col fare un’esegesi di internet orba almeno quanto la sciagurata teoria che la sinistra produsse nei confronti del presunto potere condizionante della tv ai tempi dell’avvento del Caimano, e che purtroppo ancora oggi trova, in quei lidi, moltissimi sostenitori.
Insomma, i progressisti non sono mai riusciti a capire che in una normale democrazia, tendenzialmente bipolare, una ‘fazione’ va al governo più o meno la metà delle occasioni disponibili, a prescindere dalla benevolenza o malevolenza dei media.
O forse erano convinti che la vittoria alle elezioni riguardasse sempre e solo loro?
Quanto ai moderati – mutatis mutandis -, dovrebbero lasciar perdere le oscure trame avverse del bar sport internet, e farsi una ragione del fatto che il paese, ogni tanto, possa cambiare idea.
Soprattutto se a capo della coalizione di centrodestra c’è un personaggio che, a prescindere da meriti e demeriti, usa un linguaggio politico connotato da un’intrinseca forza esplosiva a breve gittata, che porta gli animi a surriscaldarsi velocemente, ma altrettanto facilmente a raffreddarsi.
Non è un caso che Berlusconi non abbia mai vinto due elezioni di seguito.
Marino Poerio
http://cato-maior.blogspot.com