Notizie che non lo erano

Questa è interessante, vista da qui. Il New York Times ha pubblicato una delle sue “corrections” – le correzioni agli errori contenuti nei suoi articoli, abitudine sconosciuta ai giornali italiani – a proposito stavolta di un articolo pubblicato nel 1935: vi era riportato il nome di un concerto di Beethoven nella nota sbagliata e c’era un refuso nel nome del pianista.
Il capo della polizia Antonio Manganelli ha smentito giovedì le notizie uscite sui quotidiani sull’attentato contro un dirigente dell’Ansaldo a Genova:  «Non abbiamo alcuna evidenza sulla nascita di nuove Brigate Rosse».
In un articolo su Repubblica sulle folle di giovani che vogliono partecipare a X-Factor, Francesco Merlo ha scritto domenica che il programma è stato “inventato quarant’anni fa dall’inglese Simon Cowell”: ma Cowell quarant’anni fa aveva dodici anni, quindi è probabile che il calcolo non sia molto accurato (il programma è andato in onda la prima volta nel 2004, in Gran Bretagna).
Alcuni siti di news hanno diffuso, anche in Italia, la storia che “Abramo Lincoln aveva inventato Facebook”: nel senso che Lincoln avrebbe depositato due secoli fa un brevetto per una specie di giornale personale, che parlasse solo di una persona. Ma il “giornalista” che aveva diffuso la scoperta è stato rivelato come un inventore seriale di notizie, e la storia non aveva nessun fondamento.
Secondo Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, «Quello messo in atto nel carcere di Parma da Bernardo Provenzano è stato un maldestro tentativo di simulazione di suicidio probabilmente per evitare di essere sottoposto ad una visita psichiatrica già programmata». La notizia del tentato suicidio era stata data da tutti i giornali e i telegiornali, e avrà bisogno di maggiori verifiche.

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