A pignolo, pignolo e mezzo
Mario Pirani

Repubblica, 31 gennaio 2005

MARIO PIRANI
LO SPOCCHIOSO PIGNOLO CHE LEGGE E NON CAPISCE

Ricevo dal signor Rodrigo Addorisio di Foggia un´imperativa e-mail: "Urge risposta su quanto apparso sul Foglio del 26 us a firma di Mauro della Porta Raffo a proposito delle presunte incredibili inesattezze, e non sarebbero le prime, scritte da sulle elezioni presidenziali americane".
Ringrazio della segnalazione poiché mi era sfuggita la stroncatura dell´articolo dedicato al "pasticcio delle primarie" (Repubblica del 21/1) forse a causa di una mia ritrosia nell´affrontare le paginate integrali che Il Foglio dedica alle svariate tematiche neoconservatrici. Un grigiore grafico non certo riscattato dalla pulsione irrefrenabile all´insulto personale cui non sfugge neppure Mauro della Porta Raffo (per brevità MdPF) secondo cui il sottoscritto si sarebbe, "in preda a non si sa quale incubo, esercitato di bel nuovo su un argomento del quale non sa nulla, assolutamente nulla, cosa, peraltro del tutto normale per gran parte dei giornalisti di Repubblica".
L´inesorabile censore mi qualifica anche di bugiardo ("Quasi nulla di quanto affermato da M. P. corrisponde al vero"). Il fulcro della mia menzognera ignoranza consisterebbe nell´aver scritto che le primarie americane, sperimentate a cavallo del secolo, cessarono rapidamente di avere importanza. Finirono "ibernate", per così dire, fino al 1972 quando divennero "determinanti" per la designazione democratica di McGovern, uno sfidante che, però, portò il partito alla più pesante sconfitta elettorale della sua storia. Ricordavo anche che nel 1932 il primo sondaggio su 1000 elettori, inventato da Gallup, previde esattamente la vittoria di Roosevelt mentre le primarie virtuali organizzate dalla rivista Time su 7 milioni di elettori lo davano perdente. A sentire MdPF è tutto falso: "Come tutti, proprio tutti, sanno il meccanismo fu regolamentato nell´anno 1900 e non a cavallo del secolo, in Florida, ed entrò in vigore nel Wisconsin nel 1903". A "pignolo" come si qualifica MdPF, pignolo e mezzo. Mi avvalgo del libro su "Le leadership nelle democrazie contemporanee", ed. Laterza di Sergio Fabbrini, docente all´Università di Torino, e del suo saggio sulle primarie Usa (Italianieuropei n° 5, 2002). Vi trovo conferma che il primo Stato a imporre le primarie dirette fu, non la Florida, ma la South Carolina nel 1896, seguito dal Wisconsin nel 1903 (quindi proprio a cavallo del secolo). Le ragioni furono peraltro molto diverse. Nel Sud, dopo la Guerra civile, vigeva il monopartitismo perché il partito repubblicano (quello di Lincoln) non era legittimato a presentarsi negli Stati dell´antica Confederazione sconfitta. La primaria fu la risposta empirica all´esigenza di "bipartizzare" il sistema. Nel Nord, invece, la spinta partiva dai movimenti riformatori Progressives per smantellare le corrotte strutture partitiche. Liquidata la prima bacchettata di MdPR, passo alla seconda: "Nel 1912 - sessanta anni prima dell´indicato 1972! - il partito repubblicano le indisse in ben 13 Stati. Inoltre anche nel 1932 si tennero primarie e Roosevelt dovette incassare proprio in quell´ambito due sonore sconfitte. Per finire, come è possibile che Pirani non rammenti almeno che Bob Kennedy fu assassinato nel 1968 dopo aver festeggiato la sua vittoria nella primaria democratica della California? Ultima ciliegina sulla torta: non è vero che quella subìta da McGovern, che totalizzò 17 delegati, sia la più cocente sconfitta dei democratici, visto che nel 1984 Mondale contro Reagan ne guadagnò solo 13". Possibile che MdPR non si accorga che i suoi esempi confermano il mio giudizio sulla irrilevanza di quelle primarie? In proposito Fabbrini precisa come lo strumento delle primarie, dopo una prima stagione di successi che non pervennero mai a coinvolgere, però, la maggioranza degli Stati, declinò in concomitanza col declino dei movimenti riformatori, mentre i partiti ripresero il controllo della selezione attraverso i Caucus, riunioni dei notabili di contea e di Stato. "Solo nel 1972 in seguito alla crisi del Vienam il partito democratico, cui seguirà quello repubblicano, assume la primaria come metodo prevalente di designazione ed essa viene imposta dalla legislazione della maggioranza degli Stati".
Quanto alla "ciliegina" mi rifaccio al sito www.presidentelect.org della Casa Bianca che accredita a McGovern 28.901.598 voti popolari pari al 37,3% mentre a Mondale andranno 37.565.334 milioni di voti, pari al 40,5%. La spocchiosa presunzione ha giocato un brutto scherzo a MdPR. A sua consolazione gli segnalo il mio autentico lapsus laddove, indicando l´antagonista di Roosevelt ho scritto Edgard e non Herbert Hoover, come mi ha fatto gentilmente notare la lettrice Marlene Deutsch.