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Si comincia a star stretti Luca Sofri Il Foglio, 12 dicembre 2002
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Da oggi il sito del Foglio ospita il suo secondo weblog, quello di Christian Rocca. Il primo è curato dall'autore del presente articolo, che risulterà di conseguenza del tutto di parte: ma di ambedue le parti, solidale e geloso allo stesso tempo. Qualche mese fa, c'è stato un momento in cui tutti i giornali maggiori dell'Occidente internettizzato si sono messi a scrivere di cosa è un weblog. Anche il Foglio. Ma non è detto che ne abbiate letto, quindi procedo a un nuovo tentativo (che non è mica facile, a parole). Un weblog è un sito internet, intanto. Un sito internet
personale in cui il curatore tiene una via di mezzo tra un diario
e una rassegna stampa, detto in soldoni. Ogni giorno, o ogni
qualche giorno, egli pubblica sul suo sito considerazioni, racconti
e commenti, mescolati a links che rimandano alle cose che sta
considerando, raccontando e commentando. Detto questo, i blogs
(weblogs, abbreviato) possono essere molto diversi e ognuno si
fa il suo come vuole. I due criteri inevitabili perché
un semplice sito personale si definisca un weblog sono: la continuità
e la frequenza degli aggiornamenti, e la presenza essenziale
di links a pagine di altri siti. Un Foglio dei Fogli commentato,
una rassegna stampa con accesso agli originali commentati. Bah,
non so se si capisce: andiamo avanti. In Italia i giornalisti che hanno avuto l'intuito di creare
un weblog si contano sulle dita di due mani: non faccio nomi,
sennò gli altri si offendono (sapete come sono). Io, che
non fui primo, battezzai il mio "Wittgenstein" l'anno
scorso, perchè mi piaceva come suonava e senza nessun
altra pretesa mitteleuropea. Christian Rocca, giornalista del
Foglio, capì l'idea e si fece un suo weblog. Una cosa
domestica, priva di qualsiasi pubblicità, un centinaio
di visitatori ciascuno ogni giorno, raccolti chissà come.
Poi al Foglio pensarono di fare come gli americani, che non si
sbaglia quasi mai, e da due mesi Wittgenstein è ospitato
anche nelle pagine web del giornale, per vedere come andava.
È andata bene, già adesso ci passa ogni giorno
un migliaio di persone - di cui molte scrivono e forniscono idee
e links a cose sfuggite nel caos della rete - e quindi anche
il weblog di Rocca si trasferisce: "Camillo,
il fratello di Wittgenstein". Il nome ha ambizioni piemontesi
e fondative, come è spiegato dal titolare siciliano, in
testa alla pagina. Con sprezzo dei giornalisti puristi che nicchiano
rispetto alle prime persone e alle personalizzazioni del racconto,
le carriere parallele dei due blogs seguono un'idea "cartacea"
che ha ormai quasi due anni, molto sprezzante: una
rubrica di corrispondenze e-mail assai frivola
che io e Rocca teniamo sull'ospitale mensile Max. Ottiene lodi
(soprattutto nella sua versione online)e critiche: queste ultime
ci hanno dato da pensare, che magari davvero non gliene frega
niente a nessuno dei nostri "Caro Christian" e "Caro
Luca". Poi, finalmente, su Repubblica di due domeniche fa
in prima pagina c'era questo: : "Caro Bernardo, per ragioni
che non sto a dirti, mi trovavo qualche giorno fa a La Rochelle...".
E poi: "Se alzo gli occhi, mentre leggo la tua lettera,
caro Cesare, vedo la facciata scolorita di una casa di Rue Blanche".
Autori: Cesare Garboli e Bernardo Valli. Lo sdoganamento della
prima persona, delle frivolezze e delle corrispondenze al servizio
dell'informazione è quindi completo. Vai con i weblogs. |