Le figlie in gambissima del presidente del Kazakhstan

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Non sapevo niente del Kazakhstan. In un ritratto pubblicato sabato, il New York Times ha raccontato la vita in pericolo di Irina Petrushova, direttore di Respublika, un battagliero settimanale di opposizione di Alma Ata, ex capitale del paese. La storia era ripresa ieri anche da Anna Zafesova sulla Stampa, descriveva il quadro di accuse di traffici economici e censura dell'informazione che incornicia la foto di gruppo della famiglia presidenziale di quel paese. Il presidente Nazarbayev, ex responsabile del partito comunista, un bell'uomo dalla pelle scura e i tratti mongoli, ha accumulato potere e ricchezza "che potrebbero mantenergli la carica per tutta la vita": la televisione nazionale è in mano a una delle sue tre figlie, suo genero è capo della polizia tributaria. Alcuni conti sospetti di riciclaggio intestati alla famiglia sono stati bloccati dai giudici svizzeri. I leader del partito d'opposizione sostenuto da Respublika sono in carcere. Irina Petrushova, 37 anni, ne scrive ogni settimana sul suo giornale, e ha subito minacce, denunce, attentati, che le autorità attribuiscono a "teppisti". Per un attentato che ha incendiato la redazione del giornale, la polizia ha accusato la direzione stessa di Respublika di aver organizzato tutto. Russa, la Petrushkova si trasferì ad Alma Ata per seguire il padre, inviato della Pravda. Vive con suo marito, due bambini e una guardia del corpo. Altri giornali di opposizione al presidente sono stati chiusi e minacciati, e l'uso di internet ha costri proibitivi per la gran parte della popolazione. Le organizzazioni internazionali per i diritti civili chiedono da tempo alla diplomazia internazionale di intervenire per portare una vera democrazia in Kazakhstan, ma l'alleanza di Nazarbayev con gli Stati Uniti sul piano della lotta al terrorismo e il potere petrolifero del paese ignorano queste proteste. Sempre sabato, avevo letto sul Washington Post di un accordo tra americani e kazaki per permettere agli aerei militari USA di atterrare negli aeroporti civili del paese in caso di emergenza. I kazaki sono sedici milioni, per metà musulmani, per metà ortodossi, leggo invece sul CIA Factbook.
Il presidente Nazarbayev ha un suo sito, dove sono lungamente illustrate le sue imprese e benemerenze. Tra le più interessanti, la cittadinanza onoraria di Duluth (Duluth, Minnesota, o Duluth, Georgia? Nessuna delle due rivendica il cittadino, su internet), ricevuta nel 1991, il premio Capri consegnatogli nel 1992 (anche di questo non trovo altre tracce) e l'Ordine della Gran Croce di cui sarebbe stato insignito dal presidente Scalfaro, "con nastro giallo" . Nello stesso sito, finalmente, si parla delle tre figlie del presidente. Dariga, 29 anni, guida la rete televisiva "Khabar". Di Dinara, 25 anni, si sa che si è laureata in Arti teatrali a Mosca, è spostata e ha un figlio, e che è intestataria di uno dei conti bloccati in Svizzera. La più giovane, Aliya, ha appena 22 anni, studia belle arti a Washington e ha sposato il figlio del presidente del vicino Kirzigistan, rafforzando i legami tra i due paesi. Racconta il New York Times, che uno dei maggiori scandali sollevati da Respublika riguardava il sequestro "di un aereo occupato da studenti in partenza per le vacanze per permettere a una figlia di Nazarbayev di volare da sola".
Ci sto arrivando. Domenica su Repubblica Laura Laurenzi ha raccontato che anche quest'anno è stata inaugurata la discoteca di proprietà di Flavio Briatore, a Porto Cervo. A differenza degli altri quotidiani, che esibivano liste di nomi dei presenti piuttosto consuete, la Laurenzi ha individuato un piccolo scoop al fianco del titolare: "Al posto di Naomi oggi viene esibita una ventiduenne anche lei molto esotica, tale Goga dagli zigomi tartari, fisico da spogliarellista (e anche movenze, e anche abbigliamento, e anche modo di ballare). Mai credereste che studia Business administration a Londra. "È la figlia del presidente del Kazakistan, una ragazza in gambissima", la loda il deputato di An Daniela Santanché".
Goga?