La differenza tra un gatto
e un ferro da stiro
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Quelli di Time hanno fatto
un passo falso, sostiene Felicity Barringer sul New York Times.
Non è chiarissimo se il passo falso sia stato il contrattare
una storia esclusiva di copertina con Apple per il nuovo iMac,
o l'averla fatta uscire su internet per errore alcune ore prima
della scadenza dell'embargo, oppure averla accompagnata a un'offerta
pubblicitaria di Apple stessa, o infine l'essere stati troppo
acritici nei confronti della società di Cupertino, dei
suoi prodotti, e del suo guru e titolare Steve Jobs. O tutti
questi assieme.
Nel dubbio, e nel nostro piccolo, noi inciampiamo incoscienti:
quelli di Apple sono grandi. Jobs è un genio vero. I computer
Macintosh sono i prodotti più originali, intelligenti
e innovativi degli ultimi vent'anni. Ecco fatto: nei giornali
di larghe vedute con molto meno si può ottenere che lo
stilista di cui stai parlando ti mandi quattro vestiti, o che
arrivino in redazione quattro casse del vino che hai lodato,
o che la casa discografica della band di cui hai scritto un gran
bene ti dia l'esclusiva sulle interviste. In questo caso abbiamo
la coscienza a posto: quelli di Apple sono tra i pochissimi che
non fanno sconti ai giornalisti, figurarsi omaggi, e di solito
per vedere i prodotti in prova devi andare tu da loro. Non ti
regalano neanche il tappetino del mouse; anche perché
il loro mouse non ha bisogno del tappetino.
Il fatto è che il mondo è diviso così: ogni
cento persone, duevirgolaotto possiedono un Macintosh (negli
Stati Uniti, quattrovirgolacinque). Ne sono innamorate. Si divertono.
Gli sono affezionate: ci lavorano con piacere, se lo fanno loro,
e quando s'inchioda scuotono la testa come con il bambino piccolo
che ha fatto un capriccio. Ogni cento persone, novantasettevirgoladue
hanno un PC, un computer: uno di quelli che funzionano con Windows,
per capirsi. Ci lavorano perché gli serve. Non hanno idea
della metà delle cose che succedono dentro al computer.
Quando si inchioda si incazzano e vorrebberlo bastonarlo (alcuni
lo bastonano davvero, pare). Molti di loro hanno un "tecnico"
che li aiuta quando c'è un problema. E tutti quanti si
tramandano il grande Protocollo del Macintosh, che recita: il
Mac è costoso, il Mac è buono per la grafica, il
Mac è troppo poco diffuso, il Mac non è un computer
vero.
Il Mac non è un computer
vero, infatti. Nel duevirgolaotto c'è una setta di fanatici
che lo venera e considera se stessa una casta di eletti. Molti
pensavano che Bill Gates fosse l'incarnazione del male molto
prima che se ne convincesse anche l'antitrust, perché
si era fregato tutte le idee di Apple e le aveva avvilite per
conquistare il novantasettevirgoladue. Quando Steve Jobs fece
un accordo con Gates sul software per Apple, molti gridarono
al tradimento. Qualcuno esagera, in effetti. Noi invece vorremmo
evangelizzare gli sfortunati del novantasettevirgoladue: dell'esser
parte della superba e morettiana minoranza non ce ne importa
un accidente. Dice Steve Jobs: "Novantacinque americani
su cento non usano il Macintosh: se solo cinque di loro cambiano
idea, noi raddoppiamo il fatturato". Per Apple le cose sono
andate sempre tra il maluccio e il benino. Cacciarono Jobs, il
padre fondatore, e si misero nei guai. Lo richiamarono, e lui
si inventò l'iMac, il primo computer che non faceva schifo
a vedersi, e in più era un Macintosh. A oggi ne ha venduti
più di sei milioni e ci ha resuscitato la compagnia. Poi
ha fatto il Cube, un gioiellino troppo costoso, un inciampo.
Poi l'iBook, il portatile che è andato piuttosto bene;
e qualche settimana fa, iPod: il lettore mp3 migliore sul mercato,
soprattutto se si possiede un Mac a cui collegarlo, che in America
sta andando a ruba. La settimana scorsa, Jobs ha presentato il
nuovo iMac. Una roba mai vista: un mezzo melone su cui si snoda
un monitor piatto, un cugino della vecchia lampada Luxo, un alieno
di Rambaldi, un Brionvega del Duemila, un iLamp. L'hanno definito
in tutti i modi, perché non ha niente a che fare né
con i cassoni usati dal novantasettevirgoladue, né con
gli eleganti televisoretti fino a oggi sulle scrivanie del duevirgolaotto.
L'avrete visto, non sembra un computer. Rilancerà la Apple
in un momento di recessione generale? O sarà di nuovo
un passo troppo lungo per il pubblico, come il Cube? Di sicuro,
è molto meno costoso, ed è una signora macchina.
Ma la versione minima sarà in vendita a quasi 2000 euro
IVA inclusa, e l'ammiraglia che offre persino un masterizzatore
DVD costerà circa 2600 euro. Certo, i PC, i computer,
costano meno. Quelli più scarsi: non quelli paragonabili
per optionals e prestazioni. L'idea di Jobs è in controtendenza
rispetto al trend degli ultimi anni, per cui la rete doveva diventare
il centro e la base di tutte le attività connesse al mondo
digitale. Jobs investe ancora sul computer, la macchina sulla
scrivania: e la sua macchina consente una gestione di internet
e degli apparecchi digitali (videocamere, lettori mp3, DVD, fotografie,
portatili, palmari) iraggiungibile dagli altri. Apple è
l'unica società che progetta e costruisce sia hardware
che software del suo prodotto.
Resta il fatto che la stragrande
maggioranza delle persone usa il computer sulla scrivania per
poche cose e semplici: scrivere, far di conto, preparare progetti.
Gli iMac fanno queste cose bene e meglio degli altri, usando
gli stessi software Microsoft per esempio. E in più sono
degli iMac. Ormai leggono quasi tutti documenti prodotti da Windows
e più agevolmente che non il contrario. La vera differenza
tra chi li usa e chi ha un computer su cui cammina Windows è
che i primi hanno in casa un gatto e i secondi un ferro da stiro,
che fanno le stesse cose. I primi scrivono articoli enfatici,
i secondi rimpiazzerebbero il proprio cassone con il primo simile
che gli consiglia il concessionario. Date retta al duevirgolaotto,
mollate quel tartufo di Bill Gates: "una forza sinistra
a cui non voglio abbandonare i miei figli", ne dice Scott
McNealy di Sun Microsystem, "combattere Microsoft è
un dovere dell'umanità". Noi, che quando sentiamo
la parola doveredell'umanità mettiamo mano al tasto delete,
ci limitiamo a un consiglio: godetevi la vita, diventiamo duevirgolanove.
Forse il nuovo iMac è un po' avanti sui tempi del pubblico,
forse hanno esagerato: ma sono dannatamente bravi. I migliori.
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