Il nemico di Napster, il caos

Luca Sofri

Panorama, settembre 2000

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Per più di un anno non ci aveva pensato nessuno, al sistema più facile per mettere in crisi Napster, il software che ha aperto la più infuocata contesa legale e globale dell’era di internet. Da quando è stato lanciato, il programma che permette di scaricare dalla rete praticamente tutta la musica del mondo, gratuitamente e rapidamente, ha coinvolto più di sessanta milioni di utenti in tutto il mondo, raccolto investimenti miliardari e denunce agguerritissime da tutta l’industria discografica. Denunce che hanno portato a un’intimazione di chiusura del servizio, due mesi fa, scongiurata a due giorni dalla scadenza da una sospensione temporanea che ha riacceso la contesa e moltiplicato ulteriormente il traffico pirata di file musicali mp3.
Ma con un nuovo giudizio atteso per le prossime settimane, il sistema più facile per mettere in crisi Napster è improvvisamente balenato nella testa dei componenti del gruppo canadese dei Barenaked Ladies – semisconosciuti da noi, assai popolari e venduti negli Stati Uniti – e dei loro produttori. Che alla vigilia dell’uscita del nuovo cd hanno immesso nel database di Napster i titoli delle canzoni, tutti quanti. I fans che si sono subito scatenati a scaricarle tramite il programma sotto accusa, hanno avuto però una rapida e amara delusione. I file mp3 contenevano infatti non i nuovi brani del gruppo, ma alcuni inviti pubblicitari a comprare il cd. Ma intanto le copie si moltiplicano (ogni utente di Napster aggiunge al database globale tutto il suo archivio di mp3) e i download e le delusioni si ripetono.
Questa truffa nella truffa aveva avuto delle timide e innocue avvisaglie nei mesi scorsi, ma un precedente clamoroso e anticipatore solo due settimane fa. Con l’evento discografico dell’anno – il nuovo cd degli U2, tre anni e mezzo dopo l’ultimo loro album – atteso per il 31 ottobre, i brani di Bono e compagni erano stati messi in rete su Napster ben sei settimane prima. L’agguato pirata vantava ormai vittime precedenti altrettanto eccellenti quest’anno: sia Madonna che Peter Gabriel, che gli Oasis e molti altri avevano visto sfuggire le canzoni dei loro nuovi dischi alla segretezza delle case discografiche per essere messe online ben prima dell’uscita. Nessuna meraviglia, quindi, che la stessa sorte dovesse toccare anche agli U2, per la disperazione dei discografici e l’entusiasmo dei fans. Infatti, nel giro di poche ore i titoli del nuovo CD “All that you can’t leave behind” diventavano i file più scaricati dell’oceanico archivio di Napster, sottraendo il primato all’atteso disco dei Radiohead: previsto nei negozi il 3 ottobre, era stato violato da Napster ai primi di settembre.
Ma la bomba U2 scoppiava rapidamente in mano di quelli che dovevano esserne i beneficiari. Nessuno dei file intitolati alle canzoni del cd era davvero quel che il nome indicava. Due canzoni erano dell’ultimo cd di Peter Gabriel, una era un vecchio pezzo della band irlandese, altre sono brani elettronici strumentali che non hanno niente a che fare con gli U2. Ma il bluff si scopre solo a download ultimato (si potrebbe verificare prima, ma quasi nessuno degli utenti di Napster è avvezzo a diffidare e ad averne la pazienza), e qualcuno – stampa e siti web compresi - è addirittura caduto nel tranello scambiando davvero le canzoni per brani del nuovo cd. Il buontempone che ha rinominato i file e li ha messi in rete si gode lo spettacolo.
E così, intanto che i download e le delusioni continuano a proliferare, all’improvviso l’industria discografica si trova tra le mani l’uovo di Colombo per sconfiggere la più grossa catastrofe che le fosse mai capitata addosso, e i Barenaked Ladies sono stati i primi ad approfittarne. L’affidabilità del suo archivio era il fondamento del successo planetario di Napster. Per farla venire meno basterà che ogni casa discografica stipendi un addetto a seminare falsi nella rete, costringendo gli utenti a tornare alla sicurezza dei cd originali. Quanto all’immagine delle case discografiche, è già abbastanza compromessa per poter essere trascurata in nome della vittoria in questa guerra. Pardon, battaglia.