Datemi un Re
Re:
No Subject
Rock
e altro
Webpensieri
Links
|
"Prima di Elvis, non c'era
niente", andava dicendo John Lennon. Parlava di Elvis Presley,
il Re. Che qui da noi, tutti sappiamo chi fosse, ma sapete canticchiare
un paio di sue canzoni? E non chiedete di lui ai ragazzini, che
pure oggi sono il mercato più appetito dall'industria
musicale. Elvis è sempre stato un fenomeno prevalentemente
americano, e da alcuni decenni unicamente americano. Eppure,
anche gli irrispettosi ragazzini di laggiù cominciano
a dimenticarlo, pare, e quando le giovani generazioni si allontanano
dai miti patrii, bisogna correre ai ripari.
Il Re è morto. Venticinque anni fa. Era il 16 agosto 1977,
ed Elvis Aaron Presley fu trovato morto di un attacco di cuore,
nella sua casa di Memphis, Graceland. Aveva 42 anni e il giorno
dopo avrebbe dovuto cantare a Portland, Maine. Venticinque anni
dopo, l'industria musicale e non solo musicale che aveva continuato
a prosperare dopo la sua scomparsa (secondo la rivista Forbes,
Elvis è la più ricca celebrità defunta),
si trova di fronte un preoccupante invecchiamento del suo prodotto
e una straordinaria occasione di rilancio il venticinquennale
- che si coniugano in una parola d'ordine: resuscitare Elvis.
Come ha constatato di recente il New York Times, "il Re
sarà anche immortale, ma i suoi fans no": la folla
dei turisti (650 mila l'anno) che visitano quotidianamente Graceland,
è sempre più composta da ultracinquantenni, e i
giovani e giovanissimi che li seguono difficilmente sono arrivati
per scelta propria. I fans di Elvis, invecchiano (lui stesso
avrebbe oggi 67 anni), e non c'è ricambio. I giovani americani
lo conoscono poco, e conoscono poco la sua musica: sono tipi
sospettosi e la sua popolarità presso di loro è
dovuta più alle eccentricità del personaggio che
non alla sua musica. E così, sta partendo una campagna
di dimensioni tali che persino noi europei non potremo rispedirla
al mittente. Già nei mesi scorsi, la voce del Re aveva
ricominciato a risuonare fin qui: una sua versione di "America
the beautiful" era stata pubblicata per beneficenza dopo
l'undici settembre, le sue canzoni erano ascoltate dai soldati
di "Black Hawk Down", il film di Ridley Scott sulla
guerra a Mogadiscio (Elvis aveva lasciato l'esercito dopo due
anni con il grado di sergente), come dai ragazzi squinternati
del più alternativo "E morì con un falafel
in mano".
"C'è chi muove
le gambe, chi schiocca le dita, e chi si muove da una parte all'altra.
Io faccio un po' tutto assieme, direi", spiegava Elvis commentando
il suo successo, quasi mezzo secolo fa. Quante personalità
conoscete che sono note a ogni angolo del mondo con il solo nome
proprio, a parte Elvis e Gesù? (L'ultima volta che fu
fatta un'associazione come questa, i dischi dei Beatles vennero
bruciate nelle piazze, ma i tempi sono cambiati). Nessuno ha
venduto tanti dischi quanto lui, più di un miliardo: e
due raccolte in cd che usciranno la prossima estate (un cofanetto
di inediti e un disco di numeri uno che vorrebbe imitare lo straordinario
successo dell'analoga compilation dei Beatles di due anni fa),
sono solo la testa di ponte del ritorno di Elvis nelle vite di
mezzo mondo. Proprio per farlo rimanere sempre in testa ai più
giovani, in America circola già un nuovo spot della Nike
dedicato ai mondiali di calcio che ha come colonna sonora una
versione di "A little less conversation", McDonald
ha previsto un Happy Meal intitolato a Elvis, ma soprattutto
scende in campo la Disney. Uscirà a giugno "Lilo
e Stitch", un nuovo cartone animato con protagonista una
piccola hawaiiana di cui i bambini non potranno fare a meno di
innamorarsi, la quale spiega a un extraterrestre il nostro mondo
cantandogli le canzoni di Elvis, a cominciare da "Heartbreak
Hotel". La trama prevede anche una visita finale a Graceland
(quanto a Elvis stesso, lui di film ne interpretò trentatré:
sapete dirne uno?). Non è finita, e ce n'è anche
per i clienti più adulti: ha avuto già larghissima
pubblicità la nuova linea di mobili e arredamento presentata
da una società della Virginia e dedicata al Re, che comprende
il letto "Love me tender" e lo specchio a forma di
cuore "Burning love".
"La morte di Elvis Presley priva la nostra nazione di una
parte di se stessa. Era unico e insostituibile. La sua musica
e la sua personalità cambiarono per sempre la cultura
popolare americana. Il suo seguito era immenso, e lui era un
simbolo per tutto il mondo della vitalità, dell'apertura
al cambiamento e dello spirito di questo paese", annunciò
il presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter il giorno della
sua morte. L'anniversario prevede anche il consueto repertorio
di biografie, libri illustrati, poster e merchandising tradizionale.
E se per allora vi sarete fatti convincere anche voi che il Re
è vivo, il posto dove essere, tra il 10 e il 18 agosto,
sarà Memphis, Tennessee, dove Elvis visse da quando aveva
tredici anni (era nato a Tupelo, Mississippi). A Graceland si
terrà la Elvis Week, che prevede una veglia notturna presso
la tomba reale (per non sentirsi soli, la sera), una serie di
concerti e commemorazioni, il bagno in una piscina usata da Elvis
e un seminario accademico presso l'Università di Memphis.
La veglia non siate crudeli potrà però
essere seguita anche su internet attraverso il sito ufficiale
(www.elvis.com) Se invece decidete di andare, sembra difficile
che atterriate nel "King Airport" di Memphis: la campagna
per ribattezzare l'aeroporto, come è stato fatto a Liverpool
per John Lennon, non ha per ora raggiunto il suo scopo, malgrado
i sostenitori abbiano diplomaticamente proposto un nome che possa
valere anche per il più rispettabile Martin Luther King.
Se volete sostenere la causa potete scrivere a : Memphis &
Shelby County Airport Authority, 5333 Getwell Road, Memphis,
Tennessee. Quando aveva undici anni, non potendo permettersi
la bicicletta che aveva chiesto, Vernon e Gladys Presley regalarono
al piccolo una chitarra. Se andate a Memphis, portate i bambini.
|