Fatto trenta facciamo trentuno
Luca Sofri
Il Venerdì, 14 febbraio 2003
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La passione di Nick Hornby per le liste è nota ai suoi milioni di lettori. Basta ricordarsi il tic dei protagonisti del suo romanzo più conosciuto, Alta fedeltà, i quali si sfidavano continuamente a nominare le cinque
: il libro si apre con la lista delle cinque più memorabili fregature sentimentali patite dal narratore, e prosegue con i cinque lavori da me sognati, i cinque migliori film secondo mio padre, e soprattutto liste di canzoni, e liste di canzoni. Il libro era molto spiritoso, ma a momenti dava limpressione che Hornby avesse escogitato la storia solo per mascherare la sua voglia di parlare di musica e canzoni, e compilare liste.
Adesso Hornby, dopo altri libri, altri successi, e film, ha deciso di liberarsi di quel travisamento e andare al sodo: il suo prossimo libro che esce in Inghilterra il 27 febbraio si chiama 31 songs ed è una raccolta di considerazioni su ciascuna delle trentun canzoni che gli sono più care. Una superlista, commentata. Che è stata anticipata qualche settimana fa e ha subito suscitato la curiosità dei fans: dei fans di Hornby e di quelli del rock. Il settimanale Observer lha pubblicata e ha poi intervistato trentuno personaggi pubblici sulla loro canzone; altri giornali inglesi hanno analizzato le scelte di Hornby e ascoltato alcuni degli artisti citati. In Italia, il tormentone lista è esploso la scorsa settimana su internet e in particolare nel mondo dei weblogs, quei siti personali che coniugano informazioni, commenti e links che stanno cambiando il giornalismo online. Lautore di uno dei weblog più frequentati ha segnalato la lista Hornby e larticolo dellObserver e ha proposto irrispettosamente una sua lista. Lesempio è stato seguito immediatamente da moltissimi altri siti, che hanno pubblicato le 31 canzoni degli autori e quelle di molti lettori. Nel giro di qualche giorno le liste in circolazione commentate e discusse da autori e navigatori erano diverse decine. Ognuna ha dentro una vita, una storia: evoluzioni, contraddizioni, schizofrenie di una vita, di una storia. Molti raccontano la difficoltà a lasciar fuori questa o quella canzone, alcuni hanno derogato alla quota di 31 sforando fino a 35.
È come scrivere una lettera, scriveva Hornby in Alta fedeltà delle compilation musicali a scopo di cassetta registrata (o di cd masterizzato, oggi) e di corteggiamento. Ci sono emozioni, dentro queste liste. E qualcuno ha cominciato a tirare le fila, facendo un po di conti e di sociologia. La cosa più vistosa è una inattesa consonanza di gusti e coetaneità tra gli appassionati di musica attivi su internet: la maggior parte di loro sembra aver vissuto il suo periodo doro di innamoramenti rock tra linizio e la fine degli anni Ottanta, dividendosi tra i miti del rock in arrivo dal decennio precedente e la new wave decollata in quegli anni. Così, le bands più citate sono da una parte i Pink Floyd, I Genesis e i King Crimson, e dallaltra gli U2, gli Smiths e i Rem. Anche se, trattandosi di liste di canzoni, quelli che sembrano i veri vincitori sono una band che non ha mai visto le zone alte delle classifiche di vendita, e che la maggior parte delle persone normali non ha mai sentito nominare. I due pezzi più citati, a occhio e croce, sono infatti Protection e Unfinished Sympathy dei Massive Attack, linventiva band di Bristol di cui è appena uscito il nuovo cd 100th window. Poi, si può discutere dellentusiasta regresssione infantile che porta tutti questi trenta-quarantenni con lavori e famiglie e bambini a mettersi lì a scrivere elenchi di canzonette, ma Proust ci marcia da un secolo, e quelli erano solo biscotti.
La novità di queste liste le canzoni che mi hanno cambiato la vita, le definiscono molti autori è che mostrano i gusti dei veri appassionati, che sono diversi dai cliché ricorrenti: non cè Yesterday, non cè Imagine, men che mai Volare, e i consolidati capolavori del rock come Stairway to heaven dei Led Zeppelin o Smells like teen spirit dei Nirvana se la vedono ad armi pari con Relax dei Frankie goes to Hollywood e Careless whispers di George Michael (a dimostrazione che i veri appassionati non sono integralisti e non si pentono delle proprie sbandate pop e languide). Tra gli italiani, vince Lucio Battisti; tra le donne, Bjork. E tra i compilatori della prima ora (insieme a Platinette, che ha citato Incontro di Francesco Guccini assieme a Sarà per te di Francesco Nuti) cè anche lo scrittore Tommaso Labranca teorico della confusione tra lalto e il basso, o della loro abolizione che sul suo weblog non ha esitato ad accostare i raffinati Japan di David Sylvian a Johnny Dorelli. Ma uno dei suoi lettori se ne dimostra degno discepolo: tra le canzoni che gli hanno cambiato la vita cè Furia cavallo di west di Mal.
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