La tivù da leggere
Luca Sofri
Vanity Fair, 1 aprile 2004
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Lho capito guardando la CNN. Quando zompando di canale in canale arrivo sulla CNN, ho un riflesso condizionato e abbasso lo sguardo di un paio di gradi, verso la base del teleschermo (ma si dice ancora teleschermo, o è una parola perduta con lavvento delle nuove tecnologie?). Il canale successivo è FoxNews, poi Sky Tg24. Tengo gli occhi puntati lì. Un altro zompo e sono su Jimmy, e allora risollevo lo sguardo di quei due gradi.
È che Jimmy non ha i serpentoni.
I serpentoni sono quella roba scritta che scorre in basso sui canali di news e al Tg2, aggiungendo notizie dellultimora o altro a quel che viene detto in video. Spesso, si tratta di tuttaltro, quindi è come se su un canale voi seguiste due programmi diversi, uno per immagini e suoni, e laltro per testo scritto. E paradossalmente, il secondo è molto più vivace, rapido e ricco di sorprese del primo, nella maggior parte dei casi. Nei canali tradizionali, i serpentoni sono usati solo per i titoli di coda, o per poche altre funzioni di servizio. Per il resto, tutto spazio buttato.
Ecco, la mia idea è questa: perché anche i programmi normali varietà, talkshow, dibattiti, soap, telefilm non inseriscono dei serpentoni continui? Ci mettano quello che vogliono, la trama della soap, le ultime notizie, biografie degli ospiti, una rassegna stampa, dei quiz a risposta multipla, delle barzellette. Almeno ci sarà qualcosa da seguire. Potrei vedere persino Porta a porta, con dei buoni serpentoni.
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