“Chi sc'èra nella stònsa?”
di Luca Sofri

Vanity Fair, 6 gennaio 2005

Ho pensato ad Alberto Sordi, e a quel film dove lui è un secchione con una robusta dentatura che vuole ad ogni costo essere assunto in Rai a leggere il telegiornale. Il suo limite è vistoso e gli esaminandi lo vorrebbero bocciare in tutti i modi, ma la sua preparazione è insuperabile (si chiamava “I complessi”, era un film a episodi). Ho anche pensato a Carla Bruni, a Catherine Deneuve, e a tutte quelle donne francesi che parlano l'italiano con accento francese in quel modo così inevitabilmente sexy e buffo insieme (il sexy del buffo è un grande capitolo della seduzione). E poi ho pensato all'ispettore Clouseau, prodigio dell'invenzione comica, uno dei più grandi personaggi che siano mai stati inventati. E a quanto del suo successo presso di noi italiani si debba a quel suo modo maldestro e buffo di parlare (sexy, anche), come i francesi che parlano l'italiano. “Chi sc'èra nella stònsa?”, chiede Clouseau quando giunge sulla scena del crimine. A tutti questi ho pensato vedendo per la prima volta in video (con colpevole ritardo, lo so: appare da più di un anno) la giornalista sonoramente francofona de La7 Anne Treca - e ho anche pensato: geniale trovata, al di là delle sue bravure - che parlava degli italiani che “stanno trascorràndo le vacanze all'estero”.