Sto con Michele Serra, se Michele Serra sta con me
di Luca Sofri

Vanity Fair, 16 dicembre 2004

Ah, quanto ha ragione Michele Serra! Ce lo avevo in testa da mesi, ma lui invece lo ha scritto, e bene, su Repubblica. Quindi aderisco riconoscente al suo appello per "abolire la parola trash": "diventata adesso una specie di passepartout di qualunque nefandezza o boiata o violazione del buon gusto, usata da critici e giornalisti come pigra formuletta". Sono d'accordissimo: "Spettacoli penosi che una volta sarebbero stati definiti spettacoli penosi e basta, e sommersi dalle pernacchie, e subito dimenticati, oggi possono accedere al dibattito grazie al trucchetto del trash, come se fosse una denominazione di origine controllata". Ditemi dove bisogna firmare, che anch'io non ne posso più del conformismo dell'anticonformismo per cui se a uno piace una roba orrenda invece di vergognarsi si spaccia per originale cultore del “trash”. Quindi rilancio e propongo a Serra anche - con calma, che non bisogna disperdere gli sforzi e le battaglie - di proseguire compatti e abolire per le stesse ragioni la parola satira: diventata adesso una specie di passepartout di qualunque nefandezza o boiata o violazione del buon gusto, usata da critici e giornalisti come pigra formuletta. Serra sarà senz'altro d'accordo che spettacoli penosi che una volta sarebbero stati definiti spettacoli penosi e basta, e sommersi dalle pernacchie, e subito dimenticati, oggi possono accedere al dibattito grazie al trucchetto della satira, come se fosse una denominazione di origine controllata.