Colla vinilica, il format
di Luca Sofri

Vanity Fair, 20 gennaio 2005

Fu già un colpo quando un giorno vidi alla tv francese in prima serata “Affari tuoi” di Bonolis. Solo che non si chiamava “Affari tuoi” e non c'era Bonolis, ma per il resto era uguale identico. Avevo verificato con mano la concretezza di un termine che è tristemente entrato nel vocabolario italiano: il “format”. Che vuol dire che qualcuno si inventa un programma e dopo lo rivende in mezzo mondo dove viene riprodotto con minime varianti locali imposte unicamente da problemi di lingua, sennò lo ritrasmetterebbero uguale (il Bonolis francese non gli legava nemmeno le scarpe, al Bonolis italiano). Raramente l'idea ha lo stesso successo ovunque, a rincuorare chi resta affezionato all'idea di una qualche diversità all'interno del villaggio globale.
Comunque, la settimana scorsa ero in Francia e mi sono imbattuto in un programma sul Disney Channel locale: era Art Attack, uguale identico (tutti sapete cos'è Art Attack, per via di Fiorello e della sua formidabile imitazione del conduttore italiano). Anche in questo caso c'era un altro conduttore, non altrettanto memorabile del nostro. Ma per il resto, la pedissequa ripetizione del format è inflessibile: a un certo punto il conduttore ha suggerito ai giovani spettatori di attaccare insieme alcuni pezzi di cartone usando della “colle vinylique”.