Pazzìe

Luca Sofri

Vanity Fair, 26 febbraio 2004

Re: No Subject

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Io non so perché l’ho fatto. Sono quelle decisioni che uno prende senza rendersene conto, seguendo chissà quali pensieri, e poi passa il resto della vita a chiedersi cosa gli passasse per la testa in quel momento. A chiedersi perché. Perché? Erano le tre del pomeriggio, un’ora in cui uno di solito fa altro. Perché ho acceso la tivù? Va a sapere. E perché era sintonizzata su RaiUno, che di solito a quell’ora eredita ancora l’ultimo canale guardato la sera prima, quasi sempre FoxKids? Va a sapere. Me lo chiederò invano per il resto dei miei giorni. perché quello che ho visto non mi abbandonerà mai più. Ho visto Cristiano Malgioglio. Ora, mi avevano detto che Cristiano Malgioglio faceva qualcosa in tv, e la memoria infantile di lui che canta “Sbucciami” avrebbe dovuto prepararmi, ma non vedendo il bollino rosso avevo un po’ abbassato le difese. Quello che ho capito è questo: nel programma di Giletti a un certo punto c’è un ospite che viene seduto in mezzo allo studio e maldestramente circumnavigato da Malgioglio che lo intervista, diciamo. Diciamo. Non so se la puntata che sventatamente ho visto io faccia testo, ma lì Giletti appariva di quando in quando per trattare Malgioglio da cretino (sì, esatto, c’è uno che si fa trattare da cretino da Giletti). L’intervistato nella fattispecie era Giuliana De Sio, che già nella mia memoria infantile era quella di Troisi, ma da quel pomeriggio di terrore è uscita ai miei occhi come un titano. Uno si chiede sempre perché le persone dabbene vadano a ficcarsi in certi caravanserragli televisivi. La risposta, nel caso di Giuliana De Sio era evidentemente lo stoico tentativo di far pubblicità al suo spettacolo teatrale (“la pìs teatrale”, nella pronuncia di Malgioglio) e a un suo film in uscita.

Insomma, ho questi due – Sbucciami e Scusate il ritardo – davanti agli occhi: sono ipnotizzato, immagino sia un effetto madeleine e contromadeleine. Lui la descrive “segno zodiacale: ariete”. “Brava!”, urla qualcuno, e parte un applauso. “Ariete: brava!”, commenta desolata lei. Interviene persino Giletti che dice al pubblcio “siete ridicole”. Malgioglio prosegue, dice “macàri”, e lei riesce a non guardarlo in faccia per tutto il tempo: “ma che strana intervista”, commenta a un certo punto a proposito delle idiozie a cui è sottoposta. Poi lui le ricorda i suoi inizi con “Gianni Boncompagni”. “Sì, certo: a Non è la Rai”, scuote il capo lei: “Si chiamava Gianni Bongiovanni, è un regista, e non c’entra niente con Boncompagni”. Giletti cerca di metterci una pezza presunta spiritosa: “dai, non ti sarebbe piaciuto essere la nuova Raffaella Carrà?”. “Io faccio un altro mestiere, Giletti”, e non guarda in faccia nemmeno lui. Seguono altre toppate, e Malgioglio chiude con “hai mostrato il tuo sedere in tivù e ha fatto molto rumore”: tra la malizia e il coma cerebrale, propendo per la seconda ipotesi. Lei, che è una signora, soprassiede. A me, mi stanno rianimando con la bombola: quando mandano un video di vent’anni fa in cui si vede lei che canta “As time goes by” con Pippo Baudo, a Sanremo, trovo la forza di uscirne. Brandisco il telecomando, e spengo.
Che il mio sacrificio vi sia di esempio. Il pomeriggio, non fatelo.