Dialogo tra un terzista
e un venditore d'almanacchi
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Signor
Terzista, buongiorno. Come va?
Bene, direi: ma dipende
dai punti di vista.
Potrebbe rispondere ad alcune domande?
In linea di massima sì, ma sentiamo le domande.
Non è che si sta struggendo nella passività,
per caso? Fino a morirne?
Le sembro morto?
No. Lei è favorevole alla guerra in Iraq?
Guerra è un termine che vuol dire tutto e niente e
che ognuno tira ai suoi fini. Mi dica di cosa sta parlando.
Sto parlando di un invasione militare dell'Iraq da parte degli
Stati Uniti per destituire Saddam Hussein.
Ah, ecco: ora ci capiamo meglio. No, non sono favorevole.
E perché, di grazia?
Perché lo trovo rischioso per gli iracheni, per gli
americani, per noialtri e per gli stessi obiettivi che si prefigge.
Allora lei è per lasciare le cose come stanno?
No. Ovviamente no.
E ha in mente delle soluzioni positive, o è un altro
di quelli che rifiutano le alternative e basta?
Ho in mente delle soluzioni alternative. Se le interessa
saperlo, ho sempre in mente delle soluzioni positive, a volte
con più dubbi, a volte con meno.
Ma va? Ma lei non era terzista? Vabbè, e quindi? Come
si risolve il problema?
Mi spieghi a quale problema si riferisce. Ce ne sono parecchi.
Saddam. È un dittatore armato e pericoloso.
Che sia armato è tutto da dimostrare, e di conseguenza
che sia pericoloso. Ma è comunque un dittatore, di cui
è giusto auspicare la caduta, e lavorarci, ed è
pericoloso per gli iracheni. E ammettiamo anche che sia armato
di armi-di-distruzione-di-massa.
Dunque?
Dunque i problemi sono due, come vede: per le armi, si mandano
gli ispettori, si individuano le armi, si chiede di distruggerle.
Ah, ah, che ridere.
Aspetti, ride bene eccetera.
Ma Saddam imbroglia, nasconde le armi, non le distrugge.
Bene: l'ONU decide l'uso della forza per costringerlo a obbedire.
Posso ricominciare a ridere? L'ONU non lo fa: Russia e Francia
vetano, per esempio.
Giusto: ci si lavora, si tratta, si fa in modo che l'ONU
lo faccia. E si rende questa possibilità concreta da subito,
facendola pesare sui timori di Saddam. Come si sta facendo giustamente
già ora.
E se non lo fa?
Aspetti: se vuole segnarsi anche questa, nel frattempo si
comincia a darsi da fare per riformare il funzionamento dell'ONU
e del diritto di veto.
Non esageri con le soluzioni, che lei è terzista. Parlavamo
di ottenere che l'ONU faccia applicare le risoluzioni con la
forza. E se non lo fa?
Ci si ferma un attimo a ragionare, che non fa mai male. Ci
sono motivi di sospettare che Saddam sia così pericoloso
da dover decidere di abbatterlo senza la protezione e il consenso
dei paesi dell'ONU? Non faremo errori fatali che alla fine coinvolgono
tutti?
E...?
Intanto la risposta può essere no, non è pericoloso
fino a questo rischio. E non la escluderei per niente. Nel qual
caso si studiano delle alternative. Si può far fuori Saddam
senza un'invasione militare? Si può far succedere qualcosa
di meno rischioso sul lungo termine? Si deve farlo segretamente
o alla luce del sole?
Aspetti che non ho capito una cosa: di quale rischi parla?
Elenco tra i possibili: incentivazione del terrorismo fondamentalista;
compattamento dei paesi dichiarati nemici assieme all'Iraq; coinvolgimento
di altre forze nel conflitto; risposta irachena con atti di terrore
sul suolo dei paesi attaccanti e dei loro alleati; incapacità
di tutelare i civili. Non metto in conto l'eventuale fallimento
dell'obiettivo primo, che è dato per sicuro da quasi tutti
gli osservatori. Ma ciascuno degli altri è degno di preoccupazione
e non accantonabile come inconsistente.
Vabbè, e se invece la risposta e sì?
Se la risposta è sì, lo ripeto, significa dire
che siamo sufficientemente certi che la permanenza al potere
di Saddam, a differenza di quanto accaduto finora, rappresenti
un pericolo grande, certo e reale per gli altri paesi, tra cui
il nostro. Un pericolo assolutamente superiore a quello che si
creerebbe per gli altri paesi se si dovesse decidere di scatenare
una guerra di conquista nei confronti dell'Iraq senza la legittimazione
dell'ONU. Solo in questo caso, si decide di fermare il pericolo
prima che si scateni. Si cercano degli alleati. Si studiano gli
scenari. Ci si prepara alle conseguenze. Si definiscono esattamente
gli scopi. Si progetta l'azione in modo che le ripercussioni
su quelli che non c'entrano siano più contenute possibile.
Con quelli che non c'entrano metto anche lei e me, e tutti quelli
nel mezzo tra qui e il palazzo presidenziale di Baghdad. E nel
frattempo si lavora perché l'eventualità dell'attacco
possa servire da sola al cedimento dell'avversario.
Ma allora lei è a favore di un attacco? Ma non era
terzista?
Appunto. Ci pensi: sono a favore di un attacco in condizioni
del tutto diverse da quelle attuali, e la cui realizzazione è
da dimostrare. Terzismo, appunto.
Ah, già. E va bene: ma se il pericolo per gli altri
paesi non è accertato eccetera, come la mettiamo con la
dittatura, i diritti civili, i curdi?
Con la dittatura e i diritti civili, la mettiamo che continuiamo
a cercare di far fuori Saddam, in una maniera non controproducente.
O di allontanarlo. O di sostituirlo. O di farlo deporre. Con
la dittatura e i diritti civili, la mettiamo che dopo aver baciato
e abbracciato il presidente cinese e la sua piccola mogliettina,
cerchiamo di convincerlo e costringerlo ad abbandonare la dittatura
e introdurre i diritti civili. Con la dittatura e i diritti civili,
la mettiamo che cerchiamo di fare lo stesso con i russi e la
Cecenia. Eccetera.
Eh, sì: la fa facile, lei. E quali sono le soluzioni
positive?
Se vuole gliele spiego. Gliele spiego?
No, no, lasci perdere. Capace che me le spiega davvero. |