L'uomo che non fa dormire i bloggers

Luca Sofri
Nova24, 18 ottobre 2007

 

Questo è un buon punto d'osservazione per capire di più sullo stato dei blog in Italia. Mi trovo fuori da un bar milanese, seduto a un tavolino che guarda il verde del Parco Sempione. E sulla sedia davanti a me c'è Ludovico Magnocavallo, che è la persona che mette di buono o di cattivo umore i blogger italiani, la mattina.
Magnocavallo è il creatore di Blogbabel, il sito che aggrega, registra e indicizza i blog italiani. Non è il primo, né l'unico, a cercare di farlo: ma Blogbabel ha un'arma in più, micidiale. La classifica.
Nel rapporto di Magnocavallo con la sua creatura c'è un subbuglio di amore e fastidio. Spiega che il suo desiderio è trovare il modo di fare emergere i buoni contenuti ospitati sui blog, spesso sconosciuti e trascurati in mezzo a una prevalenza di cose mediocri: che il sito cerca di fare questo, e che la classifica è solo uno specchietto per attirare le allodole e farle registrare su Blogbabel. Ce ne sono diecimila, di allodole, a oggi. Tutte con una loro paginetta in archivio. E tutte in classifica, dal primo al diecimilesimo posto. Secondo Magnocavallo, almeno duemila allodole ogni mattina vanno a vedere in che posizione della classifica - aggiornata alle sette tutti i giorni - sta il loro blog. E si eccitano, o si deprimono, a seconda di quel che vedono. Il resto della giornata lo passano a pensare come fare per migliorare (questa è un'esagerazione mia, si scherza). Magnocavallo commenta un po' sdegnato le vanità del blogger che lui stesso ha contribuito ad esaltare. La classifica di Blogbabel non è l'unica in circolazione, ma è quella che ha guadagnato più seguito e autorevolezza. Il riferimento, quella che vanno a vedere persino le redazioni dei giornali quando tocca fare un pezzo sui blog.
La classifica di Blogbabel non definisce i lettori, le visite, le pagine viste. Per quello ci sono molti siti statistici, e dati più o meno affidabili. Salvo Grillo (“il suo è un blog, ma lui non è un blogger: ha una redazione”, dice Magnocavallo), in Italia ci sono una manciata di blog che superano i mille lettori quotidiani. Ma i dati sono molto controversi, perché sono influenzabili con una certa facilità, e chi voleva capire il peso e il ruolo di questo o quel blog in rete è andato a cercare nuovi parametri. Blogbabel ha scelto di organizzare un conteggio basato sui links e le segnalazioni di ogni blog presso gli altri blog. La classifica che ne deriva dice cose quindi assai diverse da quello che direbbe una classifica dei contatti, o delle visite: questi sono termini che significano poco nelle dinamiche della rete, secondo i suoi studiosi. Che hanno capito che su internet l'influenza e l'autorevolezza dei messaggi si devono misurare in altri modi.
Blogbabel ha costruito la classifica un anno fa. Prima si basava su diversi parametri, estratti da alcuni motori di ricerca e di aggregatori di feed. Poi Magnocavallo e la decina di blogger che ha cominciato ad aiutarlo nel mantenere la baracca (soprattutto con il lavoro di archiviazione dei nuovi blog registrati) si sono convinti che anche questi criteri potessero essere fuorvianti. In un anno, sul forum di Blogbabel sono nate discussioni spesso accanite, a volte ansiose, altre disperate, intorno ai criteri che fanno punteggio. Appaiono richieste smarrite di blogger che non vedono il loro blog in classifica, o che non si spiegano la sua repentina perdita di posizioni. Non è solo questione di vanità - anche se lo è per buona parte - ma anche di pubblicità: nelle posizioni più alte hai più chances che nuovi lettori vengano a vederti, o addirittura che qualche azienda ti mandi degli inviti, degli oggetti in promozione, o ti offra una consulenza. Non fate quella faccia schifata: il mondo dei giornali e dei giornalisti è mosso da meccanismi del genere da molto prima. Solo che manca la classifica, grazie al cielo.
A trattarla con maggior serenità, privilegio concesso a chi oggi abbia guadagnato qualche posizione, la classifica di Blogbabel è invece un oggetto divertente. Un recente e discussissimo caso l'ha rivoluzionata, con l'eliminazione del numero di feed dai criteri che fanno punteggio. Un blog aveva misteriosamente scalato la lista ottenendo da Feedburner (il gestore di feed usato come riferimento) un punteggio stratosferico e ingiustificabile. Altri blogger allarmati hanno individuato che c'era qualcosa che non andava e Magnocavallo ha optato per l'eliminazione di quel criterio (si è poi scoperto che c'era un difetto nel meccanismo di conteggio di Feedburner). La classifica ne è stata ribaltata e sono esplosi psicodrammi e polemiche. Tutti quelli che si erano registrati a Feedburner solo per guadagnare posizioni si sono trovati ad aver fatto una fatica inutile. Adesso i criteri sono solo quattro: i links al blog contati nell'ultimo mese, negli ultimi sei mesi, e nell'ultimo anno. E il Pagerank, un indice creato da Google per definire la popolarità di un sito ai fini dei suoi sistemi di ricerca. “Non è che abbiamo scongiurato imbrogli e trucchetti”, spiega Magnocavallo: “c'è chi crea templates per blog che contengono un codice che rimanda al loro; c'è chi organizza Barcamp perché i partecipanti lo linkino, c'è chi organizza concorsi allo stesso fine”. Poi ci sono, leggo sui forum di Blogbabel, quelli che sospettano losche trame dietro l'insoddisfacente piazzamento del loro blog. E quelli che hanno già individuato un magna magna, o “la casta dei blogger”.
Al bar milanese arriva la fidanzata di Magnocavallo, blogger e redattrice di Blogbabel anche lei, oltre che docente di lingue asiatiche. Il suo blog ha appena perso posizioni, ed è stato superato da quello di lui, entrambi intorno al quarantesimo posto. Chissà di cosa parleranno, a cena.