Genio

Luca Sofri

Vanity Fair, 4 marzo 2004

Questa è la società dell’apparire, va bene. Ma avete presente come appare Bonolis? Paolo Bonolis, che a un certo punto era il conduttore perfetto, solo che poi ha mostrato un sondaggio dove è venuto fuori – parbleu – che nessuno ne poteva più del presidente del Consiglio, e soprattutto poi ha detto che lui nemmeno ne poteva più di “Striscia la notizia”, e questa sì che è stata grossa. Beh, prendete una puntata qualsiasi di “Affari tuoi” – il programma basato su questa invenzione: “mettiamoci Bonolis e degli scatoloni di cartone” – e dategli un’occhiata: stasera, per esempio, Bonolis ha un paio di jeans di taglio fuorimoda, aderenti, malamente consumati, e dei mocassini scuri. E una polo di maglina rossa sotto cui si intravede la maglietta della salute. I jeans potrebbero essere dei Wrangler, o dei Lee, risalenti ai primi anni Ottanta. La maglina, se non è dell’Oviesse, sembra del’Oviesse. Forse di Uba Uba. Non esiste nessun altro personaggio televisivo di successo lontanamente paragonabile, che se ne sbatta così del proprio aspetto in tv. E allora ti spieghi il programma con gli scatoloni, e con dei signori qualsiasi che li aprono a comando, con le mani, e lo studio antico, e il gioco che pare di essere alla festa dell’Unità, e lui che prende e se ne va prima che parta la sigla e lascia il concorrente e il pubblico piantati lì da soli, e i premi tipo “un caprone” o “una pipa”, e l’espressione “del vecchio conio”: ti spieghi e capisci che è tutto costruito intorno alla maglina dell’Oviesse. Un unico disegno criminale. C’è del genio.