la tv fa male agli anziani

Luca Sofri

Vanity Fair, 12 agosto 2004

Se avete persone di una certa età in famiglia, il caldo può essere pericoloso. Ma occhio anche alla poltrona di consigliere Rai, che ultimamente crea delle sindromi a metà tra il comico e il cronico. Persone estranee alla televisione, stimati accademici, gente che ha occupatro e lasciato consigli di amministrazione a destra e a manca: li vedi perdere completamente il senno e il pudore e avvicinarsi al rischio di interdizione una volta che qualcuno minaccia di farli scendere dal seggiolone del consiglio d’amministrazione Rai. Ormai è una roba che nuoce gravemente alla salute: attempati e stimati professori cadono deliri di vanità che li trascinano nel ridicolo al momento di abbandonare. Non vale per tutti, naturalmente, e soprattutto le signore (poche, come al solito) dimostrano una certa eleganza - e sollievo - nel tornare a farsi i fatti propri dopo aver guidato la Rai. Ma gli uomini, signora mia… Li avete visti? Strepitano, piagnucolano, battono i piedi; e poi si barricano, lanciano proclami, si inventano responsabilità e ruoli inesistenti, facendosi trascinar via in lacrime dagli infermieri. E quindi spariscono, come lacrime nella pioggia. E via con le prossime vittime.
Già tra gli attuali si manifestano i primi sintomi, e le ambulanze scaldano i motori. Chissà se supereranno in sintomi i due precedenti, quelli che firmarono la famosa “lettera di Totò e Peppino”, come la chiamò Lino Jannuzzi, di cui rinnovo per la letizia comune il passaggio più commovente: "Per spirito di servizio e per il bene dell'azienda ci dimetteremo solo quando le Signorie vostre ci comunicheranno di avere raggiunto un accordo stabile e duraturo". Ad agosto, portateli nei supermercati.