Totti a Repubblica?

Luca Sofri

Vanity Fair, 29 luglio 2004

A leggere i giornali, uno si domanda spesso come mai i giornalisti non stiano più attenti, siano prodighi di errori, si perdano in idee vecchie e banali, addirittura diano l’impressione di aver fatto il loro lavoro sbrigativamente, copiando da qualche parte, come se avessero altro da fare e non potessero dedicare troppo tempo a fare i giornali. È che hanno davvero altro da fare. Devono parlare del grande tormentone del cambio delle direzioni. Per almeno un paio d’ore al giorno. Voi là fuori fate delle vite normali e ve ne fregate, ma i giornalisti sono schiavi di questa terribile sindrome da cui pare impossibile guarire: da almeno un paio d’anni, ogni giorno si dedicano a questa conversazione. Chi va a dirigere Panorama? Chi va a dirigere il Tg5? Ci va Rossella? E dove va Mentana? E a Panorama ci va Calabrese? E allora Mentana va alla Gazzetta dello Sport? Ma non è che Mentana va al Corriere? O al Corriere ci va Sorgi? E la Stampa? E se poi resta Folli, al Corriere? E poi via, a ricominciare il giro. Tenete conto che, da quando è cominciato questo lambiccarsi – roba ormai di anni, appunto – il lambiccarsi non ha subito un’evoluzione che sia una: gli stessi quattro nomi, le stesse quattro testate - al massimo qualche trovata estemporanea che sparisce subito (ma è vero che al Corriere va Ezio Mauro? E Totti a Repubblica?) - ma ogni volta ridiscussi come se fosse ormai cosa fatta. “È questione di giorni”, da anni.
E a proposito di false partenze. Io ogni sera guardo il Tg5 e penso con ammirazione all’uovo di Mentana per vincere la gara con il Tg1: partire un po’ prima.