Books

Luca Sofri

Il Foglio, 22 febbraio 2003

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Re: No Subject

Rock e altro

Webpensieri

Links

John McPhee
The founding fish
Farrar, Strauss and Giroux
$25.00
“In tutto il mondo, esistono circa trenta specie di ‘shad’, tra le quali l’American shad è la più grossa: In Asia di solito lo servono al vapore. In India assieme a delle foglie di banana”. “Alosa sapidissima” è il nome latino del pesce. In Italia gli appassionati di pesca conoscono diverse alose sue parenti, ma la Sapidissima è un tipico pesce americano - lo “shad” – anzi una vera istituzione statunitense, celebrata da George Washington – che si vantava di averne catturati 7760 nel 1771 – e Henry David Thoreau. Anche John McPhee è un’istituzione, capostipite e forse unico stipite di una razza di scrittori geografi che non conosce imitatori alla sua altezza. Premio Pulitzer, ha scritto una trentina di libri documentatissimi e al tempo stesso leggeri e spiritosi su terremoti, fiumi, navi, foreste, climi: in Italia Adelphi pubblicò gli straordinari “Il controllo della natura” e “Il formidabile esercito svizzero”. Questa sua ultima storia comincia dalla sua passione per la pesca e racconta con mille aneddoti e informazioni scientifiche la sua doppia amirazione: per lo “shad”, preda di fiume di cui ammette di non essere all’altezza raccontando dei suoi fallimenti e umili soddisfazioni, e per i grandi pescatori che ha incontrato, le loro tecniche, le loro storie. Dentro il racconto infila di tutto, dalle lezioni di storia a quelle di zoologia, ai fatti suoi. Mentre la sera sta calando e il pesce è attaccato alla lenza, McPhee ci sta raccontando come si capisce dai salti se sia maschio o femmina, quando un poliziotto gli si avvicina: “Ha chiamato sua moglie, vuole che torni a casa. Pensa che lei sia morto”.

David Rieff
A bed for the night
Simon & Schuster
$26.00
“Ho fatto del mio meglio per sbattere il muso negli orrori del mondo”, spiega David Rieff all’inizio della sua lunga e approfondita analisi sull’”Umanitarismo in crisi”, come è sottotitolato il libro. Che è un testo straordinario e ineludibile per chiunque voglia capire come va il mondo e come sono gestite sul campo le crisi internazionali. Rieff ha seguito da giornalista la Bosnia, il Ruanda, il Kosovo, l’Afghanistan, il Sudan, e racconta di una progressiva comprensione delle utopie, delle mistificazioni, delle propagande, senza mai affondare il colpo su chi se ne serve a fin di bene, ma disegnando un fallimento già in gran parte realizzato a causa delle illusioni che sono dietro alla grande struttura degli aiuti umanitari. “Quale persona ragionevole può pensare che esista davvero una cosa come ‘la comunità internazionale’?”. “I leader del Ruanda che hanno organizzato il più grande genocidio dai tempi di Hitler sono gli stessi che avevano firmato la Convenzione sul Genocidio”. A partire dalla critica più radicale, che il sistema umanitario serva da alibi per il disinteresse degli stati nei confronti delle tragedie e delle ingiustizie, e addirittura le possa favorire, Rieff prosegue obiettando a chi sostiene che sulla logica dei diritti umani si siano fatti grandi passi avanti: nessuno di questi passi avanti ha impedito che i diritti umani venissero calpestati quanto e più di prima. Il racconto è affollato di riferimenti alla storia delle crisi che Rieff ha visto da vicino, e di riconoscimenti alle persone e alle istituzioni che hanno cercato di far fede ai propri scopi sottraendosi ai lacci di principio e interesse. E sottraendosi all’idea che il soccorso sia la soluzione: come gli spiegò un funzionario della Croce Rossa in Bosnia, “il cui lavoro era di portare un po’ di umanità in situazioni che non dovrebbero esistere”.