Webpensieri
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Dicembre 2002 Per un bel po' si andò avanti a discutere se l'informazione online avrebbe fatto fuori la carta stampata, o se si trattasse di un bluff inoffensivo, eccetera. Succede sarà la solita logica del bipolarismo che a ogni novità si debba decidere se sia tutta fuffa o se il mondo di prima precipiterà. Le cose stanno sempre nel mezzo, e quindi giustamente passò (ultimamente sta tornando con i weblog). Senza nessuna intenzione in questo senso, riporto quindi un aneddoto mediatico (ma un'intenzione ce l'ho). Il mese scorso è uscito un nuovo quotidiano di sinistra, Il Riformista. Ha un sito, su cui è stato messo online un numero zero una settimana prima del lancio ufficiale. Sul web e soprattutto sui weblogs se ne è discusso per un giorno e mezzo. Poi il numero zero di carta è stato depositato sulle scrivanie delle redazioni dei quotidiani, che il giorno dopo gli hanno dato spazio, ritenendolo evidentemente una notizia. Sono arrivati in ritardo di trentasei ore sul web, e passi, ma di ventiquattro su quello che avrebbero potuto se solo avessero dato un'occhiata in rete, invece di aspettare che qualcuno li avvertisse. La mia intenzione è facile, lo so, e ormai svelata. Se a qualcuno fosse sfuggita, questa è fantastica. Microsoft ha un problema di comunicazione. Tendono a farsi odiare e disprezzare, malgrado e grazie alla loro preminenza. Come fanno? Per esempio così: si scopre che Outlook ha un buco di sicurezza, dei dati riservati rischiano di essere diffusi in rete. Un portavoce dell'azienda ammette il guaio, ma spiega che il problema si pone "solo se si configura il programma per la gestione della posta elettronica". Se lo usate per scolare i fusilli, niente da temere. Posso dire una cosa impopolare? I forum fanno schifo. Voglio dire, ci sono delle eccezioni. E ci sono quelli di servizio, in cui ci si scambiano consigli e pareri su come far funzionare un software, come far foto in bianco e nero, come preparare la panzanella. Ma quelli a ruota libera, non filtrati, ospitati dal sito di un giornale, di una trasmissione tv o da uno sportivo, o di politica, sono la stessa cosa del microfono aperto di Radio Radicale, se ve lo ricordate. Le persone perbene che vi fanno capolino vengono spaventate da insultatori di professione, grafomani megalomani, opinionisti in calo di zuccheri. Pornografia dialettica. Ce ne sono certi che benchè ospitati sotto testate rilevanti sono frequentati essenzialmente dalla stessa dozzina di persone che litigano tra di loro quotidianamente. Vittorio Zucconi ha chiuso il forum sul calcio che ospitava sul sito di Repubblica, arrendendosi alla mediocrità degli umori che vi si esibivano. Non so decidermi se sarebbe giusto che lo seguissero molti altri gestori inadempienti di forum (a molti, aprire un forum, è l'unica idea online che viene) o se lasciare aperte delle arene dove le persone possano dare il peggio di sé sia comunque democratico e libertario. Il primo emendamento, eccetera. Magari se fanno così non picchiano i bambini. Agosto 2002 Dei weblogs non c'è più molto da dire, ormai sono cosa arcinota. Se qualcuno volesse saltare a bordo e non l'avesse ancora fatto, Salon ha costruito un servizio che gestisce e ospita i weblogs dei suoi lettori, appena nato e già assai affollato: il diario quotidiano più seguito è quello del direttore Scott Rosenberg. (Per restare in tema, il grande sito di news MSNBC ha deciso di eliminare tutti i suoi forum e sostituirli con un sistema di weblogs). Avendo scoperto un sito che
offre gratuitamente, previa registrazione, i dati di traffico
del vostro sito (www.shinystat.it),
mi sono innamorato della esilarante sezione che indica quali
ricerche dei navigatori sui motori come Google o Altavista li
hanno portati sul sito in questione. In un giorno medio di questo
mese, Wittgenstein.it è stato raggiunto da persone che
cercavano infomazioni sui seguenti oggetti: sostituto audiogalaxy,
"New York" + zanzare, come scrivere una lettera di
dimissioni, come trovare del sesso a boston, gay guide reykjavik,
migliori 10 film anni 90, spalato discoteche, counting crows
testi, audiogalaxy+polonia, elvis and vivo, figli e figlie di
robert redford, L'america del Rock interattiva, lotterie irlandesi,
mum discografia, parodie zelda, satira tutto su cofferati, traduzione
being boring pet shop boys, sesso in autostrada, traduzione testi
phil collins , "palahniuk", provocateur gay, tommaso
pincio. Ho passato al dipartimento antisequestri dell'FBI i dati
su chi sta cercando informazioni sui figli e le figlie di Robert
Redford, ma spero almeno che quello che vuole sapere come scrivere
una lettera di dimissioni e quello che vuole sapere come trovare
del sesso a Boston siano la stessa persona. Luglio 2002 Ma adesso non perdetevi questa straordinaria offerta: centomila euro subito, la vostra potenza sessuale decuplicata, una multiproprietà in Corsica, e un materassino gonfiabile originale di "Saranno Famosi", solo se digitate www.wittgenstein.it e inviate un messaggio in cui rispondete a questa semplice domanda: "Ma come vi è venuto in mente?". Qual è il principio ultimo da cui nasce il successo del web? A parte il livello dei palinsesti televisivi, intendo. Bravi, i links. Tu clicchi, e sei là dove volevi andare. Non bisogna muoversi, non bisogna pagare, non bisogna fare telefonate, non bisogna chiedere in giro e cercare: l'offerta di un oggetto che ti interessa e l'oggetto stesso a distanza di tempo e fatica minima, quasi zero. Più di così, c'è solo il teletrasporto. Beh, adesso qualche intelligentone vuole vietare i links. Cioè, tu non puoi linkare il mio sito senza chiedermi permesso. Ma siete scemi?, è la domanda più ovvia. Ma i giudici di Copenhagen non la faranno, temo, quando ascolteranno la denuncia di alcuni editori online danesi che non vogliono che i loro articoli siano linkati in giro e quindi raggiunti senza passare dalle inserzioni pubblicitarie (le proficue inserzioni pubblicitarie; a proposito, non perdetevi questa straordinaria offerta). Già altri ci avevano provato, nei mesi scorsi, a mettere in discussione il presupposto stesso del web. E ci sono state società che hanno inviato lettere a webmasters intimando di rimuovere i links alle loro pagine da determinati siti. Ricevettero pernacchie, e chi insisterà su questa strada non ne caverà un ragno dalla rete, ovviamente. Ovviamente? Giugno 2002 Forse a qualcuno è capitato. Forse a qualcuno è capitato e non se n'è accorto. L'ultima iattura dello spamming incosciente era l'uovo di Colombo. Avete presente quando avete creato il vostro account di posta elettronica, con Outlook o Eudora o quel che è, e la prima cosa che il programma vi ha chiesto è il vostro indirizzo e-mail? "Il nome del mittente dei emssaggi che spedirete", era spiegato. Bene, quell'indirizzo non ha nessuna importanza per la trasmissione del vostro messaggio, che arriverà comunque: sarà solo presente come "mittente" nell'intestazione di quel messaggio. E se aveste messo in quello spazio il nome di qualcun altro? Semplice: tutte le risposte ai vostri messaggi sarebbero state inviate a quel qualcun altro. Tutto questo è stato compreso dagli spammers più intemerati, quelli che riempiono le caselle di posta elettronica di offerte per estendere le vostre capacità sessuali o guadagnare miliardi in un cliccar di mouse. Alcuni poveri ignari si sono trovati inspiegabilmente le caselle di posta elettronica di centinaia di risposte indignate di persone che avevano ricevuto messaggi pubblicitari indesiderati. Solo perché i loro indirizzi erano stati indebitamente inseriti come mittenti dai veri anonimi mittenti, per sottrarsi alle lamentele. Come difendersi? Non c'è modo, e sfruttare i filtri dei software di posta elettronica serve a poco. Incrociate le dita che non vi capiti, e se volete capire il procedimento mandate al vostro capo un messaggio di insulti dopo aver cambiato il mittente con quello del vostro vicino di scrivania. Se non l'ha già fatto lui (ecco il perché del licenziamento di ieri!). La RIAA, l'associazione dei discografici americani, ha denunciato Audiogalaxy. Dicono che è la stessa cosa di Napster. È vero. Se non lo conoscete, provatelo: tanto ci metteranno un po' a farlo fuori. È il migliore software per il traffico di mp3 in circolazione. Funziona congiuntamente con un sito web: sul sito si fanno le ricerche e si scelgono le canzoni, il software - che si chiama Satellite, o MacSatellite per il mac - si limita a scaricarle. Come archivio, chiarezza, e ricchezza, è assolutamente superiore a tutti i simil Gnutella: Bearshare, Limewire, Kazaa. Questo perché ha una gestione centrale: che è anche il motivo per cui la RIAA ha potuto attaccare. Vinceranno una battaglia persa. Maggio 2002 Adesso il dibattito in corso tra i navigatori di lungo corso è: internet è peggiorata? Tutto è diventato commerciale, non ci si diverte più, lo spirito dei primi tempi è passato, sostengono in molti. Chiudono o cambiano regime i siti che segnalavano le cose più eccitanti o originali che fiorivano in rete, la fantasia di un tempo è ricordata con gran sospiri in html. Che sia vero, c'è qualche dubbio. Pare un po' una snobberia di quelli che si infastidiscono che il loro orticello elitario sia diventato un affollato parco pubblico. La solita necessità di esibire il proprio essere arrivati prima, vero o falso che sia. Avete presenti quelli che dicono "Mi piacciono i Cure, ma i vecchi Cure, dopo sono diventati così commerciali". O quelli che trovano la musica di oggi tutta ripetitiva e uguale, e in realtà sono semplicemente invecchiati: la stessa frase la dicevano i loro genitori vent'anni fa. Sono la prima generazione passata della storia di internet. A conferma che qualcuno ancora si diverte, questa rubrica straordinariamente segnala un sito www.animamia.net su cui l'autore della rubrica stessa si è perso per alcune ore. È vero che il revival degli anni Settanta e Ottanta è un po' passatello e rischia di diventare noioso, ma qui, pur con qualche enfasi nostalgica, si raccoglie un archivio che garantisce ancora sorprese (che quando c'erano solo due canali Rai, e cominciava un programma su uno dei due, sull'altro appariva un triangolino in basso al teleschermo, ve lo ricordavate?). Se solo qualcuno sapesse darmi notizie di Gennaro Olivieri e Guido Pancaldi. Aprile 2002 Questa è la fine del mondo? O va a finire come il WAP, gli e-books, pare l'UMTS, eccetera? Secondo me la prima: avete presente AirPort, il primo sistema di connessione a internet via radio? Lo lanciò Apple lungimirantemente un paiuo di anni fa, e fino a ora non ha fatto gran botti. Si tratta di una specie di mini antenna che si attacca a una presa telefonica e che permette ai computer nel raggio di alcune decine di metri, dotati di una scheda ricevente, di collegarsi al web tutti tramite quell'antenna. Un po' come i telefoni cordless, ma tutti su una stessa frequenza. Tra una certa disattenzione generale, Apple continua a investirci e a pubblicizzarlo, e un po' alla volta altri produttori l'hanno seguita. Adesso negli Stati Uniti la tecnologia comincia a essere diffusa, con il risultato che dove è presente, potete sfruttare la connessione del vostro vicino di casa, quella del bar, o in un altro locale pubblico. Alcune città hanno installato la tecnologia Wi-Fi in luoghi pubblici, come giardini e biblioteche, di modo che le persone possano collegarsi al web frequentandoli. Ci sono bar e alberghi che offrono il servizio a pagamento. Le localizzazioni di alcune delle antenne possono essere consultate con un software che si trova su http://www.freenetworks.org/. Dopo alcune anteprime negli ultimi anni, alcune società che producono elettrodomestici hanno introdotto sul mercato dei prodotti che si collegano in rete: con l'intento di garantire una manutenzione continua gestita centralmente e di coordinare il funzionamento degli apparecchi (e di ottenere un po' di pubblicità in mancanza di altre idee, aggiungo io). Adesso, gli effetti collaterali preoccupanti sono due: Primo, gli hackers: intervenendo via internet su ciascun elettrodomestico potranno far lavare il cashmere a 90° e bruciare l'arrosto. Secondo, la privacy: la centrale che segue l'uso, saprà quante volte lavate i calzini e quali film porno guardate. Io ci penserei. Febbraio 2002 KPMG è una società di consulenze. Ebbero un momento di grossa fama all'inizio dell'anno quando su richiesta della magistratura italiana furono autori del rapporto che metteva in discussione la natura delle ricchezze di Silvio Berlusconi. Ma in rete di recente sono conosciuti per un'altra storia. Qualche settimana fa Chris Raettig, che ha un sito web personale, ha ricevuto da loro questa lettera: "Chris, una recente indagine in rete sui link che rimandano al sito di KPMG ha rivelato che il tuo sito ne contiene uno. Sappi che un simile link richiede un accordo formale tra le due parti, come stabilisce la politica della nostra organizzazione. Non ci risulta che un tale accordo esista, quindi ti chiediamo di rimuovere il link dal tuo sito. Grazie per l'attenzione". Il buon Chris che aveva costruito una pagina di jingles aziendali includendo anche quello di KPMG ha risposto che non gli risultava che "una politica della vostra organizzazione debba avere delle conseguenze su quello che faccio io". "La mia organizzazione non richiede nulla del genere. Se ogni link di internet richiedesse un accordo tra le parti, non esisterebbe il web. In ogni caso, mandatemi pure il testo delle vostre linee guida, e gli darò un'occhiata". Risultato, da un mese decine e decine di persone che leggono la storia inseriscono nei loro siti un link a quello di KPMG, così, tanto per far capire loro come funziona il web. Con i links. Interstitial. Viene male anche a scriverlo. Per capirsi, sono quelle pagine di pubblicità che appaiono per alcuni secondi quando cliccate su un link verso un articolo interno, in alcuni siti. Difficile credere che il genio che le ha pensate per primo sia lo stesso che ne ha scelto il nome. Lo avrebbero già internato da un pezzo. Anche perché quando furono pensate, due anni fa, furono presto abbandonate: la gente si stufava, nemmeno le guardava, e odiava i prodotti segnalati. E soldi per i siti ne venivano pochi, come al solito. Adesso ci riprova Repubblica.It, sperando che gli utenti esasperati paghino qualcosa per utilizzare il servizio senza la iattura degli interstitial. Auguri. Fateci sapere. Ottobre 2001 Adesso che siamo sempre di più a usare il computer come impianto stereo, con buona pace del vecchio Akai che langue nel suo angoletto, il CDDB diventato è uno strumento esenziale e benedetto. Il CD DataBase è un archivio su internet in cui molti volontari inseriscono i dati (titolo, artista, titoli delle canzoni, eccetera) dei cd musicali in loro possesso. L'archivio raccoglie tutte queste informazioni e le associa ai dati digitali propri del disco, in modo che ogni volta che quel disco sarà inserito nel lettore di un navigatore connesso al sito, il database gli fornirà automaticamente le informazioni. Quindi voi inserite nel computer il nuovo cd dei REM, e in pochi secondi, mentre lo ascoltate, avete visualizzati i titoli delle singole canzoni e non degli anonimi numeri o espressioni come "Track 4". L'hard disk poi trattiene i dati ed'ora in poi riconoscerà il cd a ogni successivo inserimento. Non se ne è parlato molto, ma la lista dei desideri (wish list) di Amazon è stata una grande idea. Chiunque si può registrare e scegliere dal sito le cose che vorrebbe ricevere. Le sue scelte sono poi consultabili da tutti e da chi ha voglia di fare un regalo gradito; una sorta di lista di nozze permanente che risparmia i soliti regali idioti. L'idea in più è venuta a uno spiritoso utente californiano, che l'ha diffusa in rete: consultare le liste di assoluti sconosciuti e mandar loro un regalo, a proprie spese. In tempi di scherzi stupidi, Dio benedica gli scherzi generosi. Settembre 2001 I produttori di software che rimuovono banner, pubblicità e pop-up dai siti, sono entusiasti della campagna scatenata dalla webcam X10: nelle ultime settimane il pop-up che la reclamizzava appariva un po' su tutti siti americani maggiori. E i navigatori già esasperati dalle finestrelle di ogni genere che balenano di qua e di là e ogni volta vanno chiuse, hanno scaricato in massa i programmi filtro, mentre molti produttori di modem li stanno accludendo gratis ai loro apparecchi. Il più popolare si chiama Pop-Up Killer. Voi credete che sia facile,
star qui e inventarsi cose da scrivere tutto il tempo? Su internet
poi, di cui si è scritto tutto e il contrario di tutto?
Prima c'è stata la moda di internet e allora giù
a riempire pagine e pagine di qualunque fesseria avesse lontanamente
a che fare con il web (le cronache sportive, si dice, hanno per
un po' eliminato l'esclamazione "Gol!" per usare solo
l'alternativa "Rete!", sperando in un effetto traino).
Se aprivi una merceria su internet, un titolo a quattro colonne
non te lo toglieva nessuno. Eccetera. Poi c'è stato lo
sboom. Quando nei giornali se ne sono accorti, è stato
il panico: e ora che scriviamo? Non è che con il flirt
tra Michele Cucuzza e Ivana Trump si può andare avanti
a lungo, così qualche genio ha pensato alla moda dello
sboom di internet. E via con pagine e pagine di fallimenti online,
startup terremotate, inondazioni e cavallette web. Agosto 2001 Frequentate mai i cybercafé? Cioè, quei bar con uso di computer e internet nati negli ultimi due anni e ormai diffusi e affollati di ragazzi venuti da ogni posto e con le loro lingue? Sono dei posti affascinanti, tipici di questo tempo in cui il lugo comune dei centri commerciali come cattedrali ha stufato tutti. I cybercafè sono un'assoluta novità, che qualcuno si azzarderà a definire le case del popolo del 2000 o chissà quale altra fesseria. Qualcuno avrà da ridire sul fatto che coltivino l'isolamento degli avventori, invece che le socializzazioni dei bar tradizionali. Balle. Nei cybercafé si fa amicizia molto facilmente, perché ci sono persone in genere straniere nella città, curiose di internet e del mondo, spesso lì da sole. Di buon umore perché hanno ricevuto posta. La varietà dei locali è formidabile, dalle catene di cyberpasticcerie di Londra, ai bar vecchi e un po' squallidi con due computer scalcagnati di Bahia, ai cyberpub un po' bohémien di Berlino, al cinese che ha raccolto dieci terminali tutti diversi compreso un iMac in una specie di lavanderia al Greenwich Village. E variano i prezzi, con molti onesti volenterosi di riempire il bar e pure autentici ladri che chiedono tre dollari per un quarto d'ora. (Ecco, ecco, è venuta in mente una fesseria anche a me: i cybercafé sono la soluzione per quelli che volevano battere i record di persone in una cabina telefonica). Siamo ad agosto, ma io me lo ricordo che Jeff Bezos ha promesso che alla fine dell'anno Amazon sarà in attivo. Finora, in sei anni in cui sono diventati il numero uno e sono sopravvissuti a tutto e tutti, hanno ricevuto più critiche che elogi, e si meritano di farcela. Hanno un servizio impeccabile, un sito eccellente e hanno avuto l'idea e il coraggio prima di tutti. E sono tra i pochissimi senza una società tradizionale alle spalle ad aver superato l'apocalisse degli scorsi mesi. Ma io me lo ricordo, della promessa, e ci ho voluto credere. Se scopro che Bezos è in vacanza, invece di star lì a fare pacchetti Con tutti i soldi che gli ho dato, poi. Luglio 2001 Il caso ha voluto che negli stessi giorni si ridiffondesse un altro messaggio, tra alcuni utenti italiani della posta elettronica, che cominciava così: "Gabriel Garcia Marquez si è ritirato dalla vita pubblica per ragioni di salute: cancro linfatico. Sembra che sia piuttosto grave. Ha spedito una lettera di commiato ai suoi amici e, grazie a Internet, si sta diffondendo. Vi raccomando la sua lettura perché è veramente commovente... con affetto". Segue un componimento adolescenziale a base di petali di rosa, ali di bambini, piccoli pugni di neonati e gelati al cioccolato. Tutta una gran bufala che va facendo struggere di commozione i fans di Marquez che è realmente malato - di mezza rete (quelli meno avvertiti che non trovano ridicolo il poemetto). La cosa non è unica, un falso letterario di Borges è circolato l'anno scorso con minor fortuna, costringendo alcuni giornalisti sudamericani a verificarne l'impostura. Questa cosa degli e-books. L'argomento forte di chi sostiene che i libri elettronici scalzeranno gran parte del mercato editoriale cartaceo è che i ragazzini di oggi sono molto più abituati a monitor e computer che non alla carta, e per loro sarà naturale quello che agli adulti adesso pare inaccettabile. Gli parrà stupido il libro di carta e familiare il testo digitale. Il fatto è che i ragazzini di oggi non leggono: banale ma vero. Non leggono i libri, non leggono le cose lunghe, e internet va loro incontro dandogli solo testi brevi. Qualcuno li vede trafficare con scritti di lunghezze consistenti, sui loro display? Sono pronti per lo "e-", ma non per il "book". Giugno 2001 Quando tocca alle home pages
ci sono due scuole di pensiero, e ci sono quelli che bigiano
la scuola. Prendete i due maggiori siti di news americani, CNN e MSNBC.
La home page CNN è un lungo lenzuolo che si srotola per
quattro o cinque cliccate di scrollbar, prima di arrivare alla
fine. Vi sono ospitati, in maniera ordinata e divisa per categorie,
tutti i principali titoli della giornata, almeno quaranta. Solo
la notizia di apertura ha un'evidenza maggiore, e una foto. La
home page MSNBC invece è ridottissima. Sta tutta nella
dimensione dello schermo, o quasi. Ha in posizione schiacciante,
rispetto a tutto il resto, la notizia d'apertura, di cui è
curata anche la grafica del titolo. Pochi altri titoli, una decina,
circondano la foto, ripartiti in gruppi ridottissimi. Tutte le
altre notizie stanno all'interno del sito e si raggiungono solo
attraverso i link alle rispettive sezioni (attualità,
sport, eccetera). In giro è pieno di delinquenti. C'è gente che scarica dalla rete un software che si chiama Hot Line. Niente di porno, esiste da alcuni anni ed è una specie di Napster frequentato da utenti un po' carbonari. C'è gente che ci trova tutti i software del mondo, anche i più costosi. C'è gente che li scarica gratis, e persino gente ladri veri che scarica anche i codici e le password per farli funzionare: è tutto lì, a disposizione, ordinato. Grazie al cielo a volte quei malfattori sono costretti a procedure un po' macchinose per ottenere le password per accedere ad alcuni dei molti server. Girate alla larga, voi e quegli altri trentanove. |