“Teniamoci per mano in questi giorni tristi”

Siccome ricevo molte mail di costernati che si stanno rovinando il weekend, apro i commenti per quelli che stanno sul divano e cercano una spalla.

Hanno sparso del bromuro tramite condizionatori, hanno drogato il buffet…? Questo è il massimo esprimibile oggi, nel bel mezzo della più brutta storta mai presa dal più grande partito di sinistra? Perché quando una vita fa c’è stata Mani Pulite non ci hanno arrestati tutti? Forse era meglio.

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192 commenti su ““Teniamoci per mano in questi giorni tristi”

  1. gerri

    qualche anno fa lasciai un commento sul blog di ivan scalfarotto dichiarando che non avrei più votato. Invece, anche alle ultime elezioni non sono stato capace di farlo.
    Prometto che alle europee ci riuscirò ed annullerò la scheda, sarà la prima volta che il centrosinistra (PCI, DS, PD) non conterà il mio voto.

  2. Simone

    Sottoscrivo le parole di Gerri. Anche per me sarà dura annullare la scheda per la prima volta nella mia vita, ma stavolta sono certo di farcela.

  3. frank

    dai però,non drammatizziamo troppo adesso, se ci si è uniti nel pd non si può ora parlare di ” un leader di sinistra”, bisogna accettare il mescolamento se no torniamo a ds e margherita e non parliamone più- diamo una possibilità a Franceschini tanto ora l’obiettivo è tenere la linea del piave ed arrivare poi alle primarie

  4. Attilio

    Il massimo che si possa dire delle follie di roma di oggi è

    sono in down down down
    oggi sono in down down down
    vedi sono in down down down.

    Speriamo piovano rane, non c’è altro.

  5. massimo

    sciogliamo il pd, prendiamoci un anno sabbatico. chi se ne accorge in europa? ma nel frattempo studiamo, parliamo, nell’ internet, cosi’ questi dirigenti non ci si raccapezzano. aveva ragione moretti. non si vincera’ mai con questi dirigenti.

  6. Simone

    Di’ qualcosa tu, Paolocoss, che le analisi più intelligenti sulla morte cerebrale della sinistra, in questo blog, le hai fatte proprio tu qualche mese fa in un paio di commenti. Di’ qualcosa d’intelligente, non occorre neanche che sia di sinistra, basta che sia intelligente.
    A proposito, hai un blog?

  7. gianfranco

    è in momenti come questi che ringrazio di aver votato di pietro alle ultime elezioni….

  8. Paolocoss

    Il commento 9 mi ha fatto molto ridere perché ho pensato a Gene Wilder e Marty Feldman che scavano in una fossa in Frankenstein Jr: molto in tema.
    Detto questo, sentendo gli interventi mi chiedevo: ma questa è la gente che abbiamo eletto noi per rappresentarci nel partito? A cosa stavamo pensando? Voglio dire, avete sentito come parlano? Possibile che non ce ne sia uno in grado di usare un italiano un po’ contemporaneo, diretto, non politichese?
    Sono talmente retorici e tristi che persino Franceschini, lì in mezzo, sembra uno squalo che nuota nella vasca dei gamberi.

  9. Carlo

    E’ la prima volta in vita mia in assoluto, su qualsiasi blog o forum di qualsiasi genere, che mi delurko. Solo per dire quanto sono costernato

  10. Attilio

    Per non parlare del fatto che in un momento così molti dei delegati non si sono nemmeno disturbati ad andare…
    Se le primarie sono uno strumento plebiscitario che dire di un voto tra franceschini e arturo selasmettièmeglio parisi?

  11. gianfranco

    no perchè li hai ascoltati questi oggi ?
    hai ascoltato le loro proposte, la loro idea di opposizione, le loro idee per il futuro ??
    almeno idv una parvenza di opposizione l’ha fatta
    poi per carità possiamo discutere sui modi
    ma questi mollaccioni di oggi,,,,, mamma che tristezza !

  12. Pingback: L'espresso | Piovono rane » Blog Archive » Il prossimo problemino di Alessandro Gilioli

  13. Sergio

    Scrivo da Palermo e qui il veltronismo non è mai neppure arrivato. La classe dirigente del partito non è migliore di quella della destra, la quale a sua volta è la peggiore d’Italia. Mi vengono i brividi a sentire parlare di Finocchiaro. Qui in Sicilia ha avuto una possibilità ma è scappata in Parlamento lasciando decapitata l’opposizione regionale. Questa settimana andrò al circolo più vicino del PD e chiederò se posso dare una mano. Purtroppo conosco già la risposta. A ventisette anni e senza amicizie importanti si conta poco da queste parti.

  14. Simone

    @ Gianfranco
    Non ho votato Di Pietro, e il miglior augurio che si può fare all’Italia è che non venga mai il momento di votare Di Pietro.

  15. Karen

    A quanto pare noi lagnosi siamo in minoranza, le primarie le volevano in pochi e il punto è acchiappare l’elettorato moderato.
    Mi rassegno al fatto di essere fuori posto e al prossimo giro non vado a votare, a meno che non salti fuori un Vero Partito di Sinistra.
    Mai più voterò un partito con i teodem dentro, questo è certo.

  16. Goffredo

    Insisto: la vittoria del Pd nelle elezioni sarde (10/15 percento in più rispetto alle prossime elezioni europee) viene giustamente riconosciuta e premiata con la continuità del gruppo dirigente.

  17. Paolocoss

    Propongo di interrompere i conteggi degli scazzi e di approvare la mozione numero 25 del compagno Sofri per acclamazione.

  18. massimo

    gianfranco, se il tuo scopo e’ avere consensi, era meglio bossi. di pietro e’ la sua ombra. imvho

  19. Andrea

    Ragazzi, bisogna ammettere che tra il popolo di chi segue le vicende del PD tramite la rete, i blogs, etc, c’e’ stata una enorme inadeguatezza a comprendere e prevedere la natura, la dinamica e la volonta’ dell’assemblea di oggi. Delegati ben controllati da chi dirige questo partito hanno semplicemente avuto il terrore di aprire una fase sanguinosa, anche se, a mio avvsio, necessaria. Il partito e’ ovviamente in mano a chi ha piu’ da perdere da una discussione aperta. Non e’ poi neppure tanto sbagliato che decida chi vive nel e del partito, nelle amministrazioni locali, soprattutto. Il dramma e’ che l’insieme di queste persone e’ di una pochezza intellettuale e politica disarmante. Ma resta il fatto che il partito e’ di chi ci si sporca le mani. Non dei bloggers.

  20. gianfranco

    e allora tenetevi franceschini, gentiloni, parisi e compagnia

    dire di dipietro non parliamo
    proprio in una giornata come oggi
    è alquanto miope a parer mio

    forse coprirsi di un po’ di umiltà
    e cercare di capire dove è riuscito lui nella comunicazione
    e (figlio stupido a parte…) nella coerenza
    potrebbe servire per il futuro

    poi boh
    se lo spettacolo che state assistendo vi soddisfa
    contenti voi

  21. Paolocoss

    Tanto per essere “programmatici”, come dicono loro: prima sentivo Parisi e i suoi desiderata ulivisti e mi dicevo: ma Parisi non era ministro della Difesa nel precedente governo Prodi? Aspetta che cerco su Wikipedia… ma sì, è proprio così! E adesso anela a quella coalizione da aspera ad astra che pur di segargli la missione in Afghanistan voleva far cadere il Governo? Compare, (quasi) conterraneo, tu sei fuori come un vaso di gerani.

  22. Sergio

    Qualche giorno fa un mio amico mi ha detto: “Quando i dirigenti del pd la smetteranno di pensare che è colpa degli elettori allora ci sarà speranza”. Penso che abbia perfettamente ragione.

  23. Simone

    @ Andrea
    Siamo elettori, tendenzialmente di centrosinistra, prima che blogger. E le sorti del partito le sentiamo nostre nella misura in cui loro ci rappresentano, e noi non ci riconosciamo nello specchio. A questo punto preferiremmo romperlo, sette anni di jella sono meno di quelli che ci aspettano se andiamo avanti con loro.

  24. lussu

    Secondo me non sono cattivi. Sono solo fuori dal mondo. Altriementi non potrebbero farsi del male in questa maniera. Un capolavoro dell’autolesionismo. Ormai ci sono solo due correnti: la dirigenza (anche locale) e la base.
    La domanda è: riusciranno a superare lo sbarramento alle europee?

  25. franci

    E’ come al Direttivo provinciale: una Messa sempre uguale detta dai soliti dinosauri, ogni tanto qualche sparuto ‘outsider-foglia-di-fico’ che tanto non se lo fila nessuno.
    Ciwati sul bog delira ‘Per me si deve ripartire’. Ma lui oggi dove era??

  26. riccarù

    mah..
    secondo me la Caporetto non è ancora arrivata, altro che Piave.
    Il PD, ha fallito l’effetto novità, ed ora l’unico modo di rinascere come partito riformista di sinistra (il centro c’è già, è l’UDC), è.. ridursi in cenere.
    Aspettiamoci mesi tremendi, poi si vedrà.

  27. gerri

    è molto vero quello che scrive Andrea. il problema è che “chi si sporca le mani” non si farà mai da parte, sinceramente non so nemmeno se “chi si sporca le mani” sia consapevole della distanza che accumula dal resto dell’Italia….è necessario che implodano (dunque il non voto) da soli, anche perchè nessun tentativo degli ultimi anni mi pare abbia avuto un qualche risultato e, oggi, la maggior parte di noi constata che i tentativi dall’interno (penso ad ivan scalfarotto) siano un’avventura don chisciottesca.

  28. Francesco

    Osservando tutto quello che sta accadendo, l’unica considerazione che mi viene è (congiuntivi compresi): io speriamo che me la cavo, anzi io speriamo che non muoio democristiano…

  29. Luca

    Che c’entra, Gianfranco: anche Berlusconi è riuscito in un sacco di cose che la sinistra no, e da anni cerchiamo di capirle. Basta non prenderlo come modello alternativo.
    Andrea ha ragione sul fatto che non avevamo capito l’Assemblea: ma lo sapevamo (io l’ho scritto ancora ieri sera che l’incognita era quella) e non è vero che non l’abbiamo capita in rete. Non l’aveva capita nessuno, guarda i giornali di ieri e oggi.
    Non si poteva capire, per quanto si immaginasse che la dirigenza potesse cercare di mobilitare gente giusta.

  30. Paolocoss

    Bon, è andata. Ci tengo a dire: Bersani è un codardo. Ma del resto è degno allievo del suo capobastone D’Alema. Oggi hanno fatto come la puzza: la senti ma non la vedi. Tranquilli, da lunedì inizieranno a bastonare la leadership di un partito per cui NON si sono candidati. Vergogna.

  31. gianfranco

    Luca, io non dico che quel modello è quello giusto
    ma che (forse) alcune istanze portate avanti
    sono quelle di una parte della sinistra

  32. Francesco

    Civati, Scalfarotto, tutti i “giovani” che si sono riuniti nella sede dell’Unità: che cavolo fate?
    Cambiare, cambiare, nuovi dirigenti, e poi in un’occasione così nemmeno uno di voi si candida per essere almeno un avversario su cui far confluire i voti di chi non vuole l’autoconservazione della classe dirigente attuale che tanto contestate.
    Quando vi deciderete a sfidarli? aspettate che sia uno dei maggiorenti che, a parole, tanto contestate a mettervi sul trono????
    Mi avete deluso, e parecchio!!!

  33. Andrea

    @Luca
    E’ vero, penso che non si potesse capire stando a casa, guardando la televisione, leggendo i giornali, e/o i blogs. Non voglio gettare la croce addosso alla fantomatica famiglia dei bloggers. Pero’ forse facendo telefonate, parlando con la gente giusta, contattando i delegati, andandoli a pescare uno ad uno, forse la si sarebbe capita. Secondo me oggi Marini and co. hanno fatto cosi, e questo (anche) si chiama fare politica.

  34. lussu

    @andrea
    Ok forse i bloggers non riescono a capire l’assemblea ma capiscono l’elettorato molto meglio della dirigenza. Forse hanno perso l’occasione buona. Mi chiedo solo dove fosse e cosa pensasse la metà dell’assemblea che oggi non era a Roma.

  35. Mari

    l’effetto fuggi fuggi et delusione da questa …cosa che vira paurosamente verso l’immagine di una balena bianca provocherà la rinascita dalle ceneri di un partito di estrema sinistra e dell’avanzata della corazzata potemkin dipietrista? non so quanto sia positivo tutto questo, ma la mancanza di coraggio di questa dirigenza ha dato la spallata finale all’idea del partito nuovo in cui credere. sono mummie che si autoconservano ad oltranza, senza nemmeno porsi la domanda cosa c’è al di fuori delle piramidi dove vivono nel paese reale, a quel che chiede la base con insistenza

  36. Bonavui

    Io chiederei il riconteggio dei voti, quel cellulare usato per fare i conti non era omologato.
    Manderò personalmente all’assemblea regolare calcolatrice omaggiata dalla Presidenza del Consiglio in occasione della conversione all’euro.

  37. f

    ma tu e altri che del pd, in qualche modo, fate effettivamente parte, non potete farci niente?
    non potete dire “se il futuro è franceschini agnello sacrificale e poi – entusiasmo! – bersani, noi ce ne andiamo”?
    non potete proporre qualcuno, qualcosa?

    come possono pensare di vincere mai più le elezioni, presentandosi con chiunque dei vari bersani, d’alema, rutelli e compagnia?

    così il partito potrà al massimo essere una pensione per loro, ma non certo un serio candidato a qualsiasi elezione.

    significativo comunque il post di gilioli:

    http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/02/21/sincerita-puntando-alleternita/

    tristezza

  38. mytwocents

    Alla fine il PD è riuscito a compiere il disegno che dall’89 si è compiuto anno dopo anno dopo segretario dopo segretario: noi, quelli che volevano una sinistra laica, socialdemocratica, moderna, aggressiva senza essere ricoperta di muffa comunistoide, non abbiamo più né un leader né una casa.
    Franceschini vs Parisi, in un turbine di politique politicienne delle più retrive e palazzesche.
    A volte mi viene da rimpiangere che non abbia vinto il vetusto Berlinguer, contro Fassino.

    P.S. Poi mi passa e torno a dire che sì, dobbiamo combattere e guadagnarci il partito centimetro dopo centimetro e farlo nostro e costruire il futuro ecc., ma per adesso fatemi abbandonare allo scoramento comune.

  39. Leo

    Io invece penso proprio che sia arrivato il momento di votare Di Pietro.
    Come diamine si può fare a far capire a questi idioti che si devono fare da parte ? Se annulliamo il voto sono anche capaci di dare la colpa a Berlusconi che ha fatto “disamorare” dalla politica.
    Una scusa per sopravvivere la trovano sempre.
    Per quanto mi riguarda io tornerò a votare PD solo quando al suo interno non ci saranno più personaggi tipo Binetti. Quindi penso che mi dovrò rassegnare per i prossimi 10 anni almeno.
    Poveri noi.

  40. lzp.

    in fondo era solo una questione di scelta tra il “tirarli fuori” ed il “lasciare il PD in mano ai suddetti”.. perchè abbiate scelto la seconda (voi tanto sventolata “new-generation”) non è dato comprenderlo.. vi prego ditemi che è stato Silvio: compreso il rischio vi ha neutralizzati a colpi di televendite, o di cadreghe in Mediaset.. ditemi qualcosa del genere, qualcosa di terribile, qualcosa che sarebbe comunque meno terribile della consapevolezza dell’ennesima, enorme, occasione persa per il Paese.. ma siete davvero convinti che qualcuno di questi dinosauri impagliati vi offrirà mai un’occasione??

  41. matteo

    dopo oggi la sinistra in italia e’ come la torta di riso dello sketch di balbontin: finita. resta solo prenderselo in *ulo

  42. mytwocents

    Comunque ragazzi/e, noi bisogna che ci organizziamo fin da ora per il Congresso, cominciando a crearci un blocco che non sia solo d’opinione e speculazione: dobbiamo prepararci per l’assalto “militare” sia per il Congresso che per le Primarie.
    Ci vuole un “piano”, allo stesso modo in cui Rahm Emanuel tracciò un piano per riprendersi il Congresso. È tempo di cominciare a fare politica dura e pura, anche se questo vuol dire essere tacciati di correntismo.

    my two cents

  43. dangp

    @ Karen
    “Ed ora con che faccia sgrido quelli che vogliono votare Di Pietro?”
    Ed ora con che faccia criticheranno Di Pietro.

  44. andre

    Ho sentito per radio l’intercento di Colaninno: mi ha terrorizzato al punto che alle Europee dovrò sforzarmi per annullare la scheda. La prima tentazione è votare B perché questi, finalmente, scesi sotto il 15% capiscano e s’incamminino verso un dorato esilio.

  45. batta

    penso che sicuramente Franceschini non è ciò che serve al Pd, ma voglio vedere come lavorerà da domani. Ha promesso cambiamenti e indipendenza, vediamo se riuscirà a combinare qualcosa.

    Detto questo, da domani noi giovani ci mettiamo seriamente a cercare un candidato serio per il congresso di Ottobre. Il tempo in questi giorni è stato poco: ma non potremo più lamentarci se non ci sarà nessuno col coraggio di farsi avanti, perchè avremo sprecato l’ennesima occasione.

  46. mytwocents

    @batta

    Il problema non è il candidato, ma presentarsi al Congresso con una forza dietro quel candidato. Bisogna analizzare come si svolge il Congresso e con che modalità si partecipa e poi cercare di sfruttarle tanto a fini comunicativi quanto politici (conta il numero di tessere? Cominciamo fin da ora a martellare per far tesserare più gente possibile, ad esempio.

  47. Pingback: Restiamo uniti « one match

  48. Lampo

    Scusate, ma annullare la scheda mi sembra la peggiore delle idee possibili (a parte votare berlusconi).
    piuttosto votate di pietro, o i verdi, o sinistra qualcosa… insomma fatgli capire in che direzione stanno sbagliando! Chè se ne accorgano!
    é anche per questo che la sinistra perde… perchè ha elettori delusi moralmente che non votano più o che vanno a votare lega… certo, questo ci dà una parvenza di superiorità morale, ma alla fine ci condanna all’opposizione a vita…

  49. paki

    Sofri non ti capisco. Sostieni il pd e ti lamenti della fine della sinistra italiana. La nascita del pd ha contribuito alla fine della sinistra. Credi che un partito che si chiama democratico sia più vicino alla democrazia cristiana o alla vecchia sinistra? Povero illuso, e soprattutto povera sinistra.

  50. riki

    ma se tutti noi, e come noi la maggioranza schiacciante direi, crede che la pantomima andata in onda oggi sia una roba indecente, michiedo allora: ma chi cazzo sono questi rappresentatnti dell’assemblea Dove vivono da che paese, o da che pianeta vengono?

  51. michele

    ciao Luca,
    da tuo affezionato lettore (per quel che può contare) mi tocca ammettere che questa volta sono rimasto molto deluso dal tuo atteggiamento, da questo modo di lasciare la barca che affonda..

    non so, magari è solo un’impressione, ma penso che molti blogger sostenitori di walter ai tempi, e impegnati in prima linea, adesso abbiano preso un atteggiamento quanto meno di distacco

  52. gabriele

    Il povero Berlinguer a forsa di girarsi nella tomba davanti a questi spettacoli osceni è diventato na centrifuga….

  53. Gianluca Floris

    Triste situazione. Ho firmato l’appello “non torniamo indietro” ma, a quanto pare, si dovrà arrivare al collasso (speriamo presto) di tutta la struttura prima di poter andare avanti. Va bene che “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior” ma qui sarebbe già ora di raccogliere e invece ci troviamo ancora a fare compostaggio. Per tonnellate di materiale, direi.

  54. paolo

    Finora Franceschini era rimasto all’ombra di Veltroni. Il quale a sua volta era il “premier ombra”.
    Si è scelta la strada della continuità col fallimento, e quindi al vertice formale del più grande partito dell’opposizione ora c’è l’ombra di un’ombra.

    Vedremo a giugno, se questa guida ci avrà condotto sul Piave o sull’Adige.

    (c’è quasi da essere ottimisti, all’idea che ad ottobre si potrà davvero ripartire da zero o poco più).

  55. tanner

    Bisogna solo prendere atto serenamente del fatto che avevano ragione mussi, salvi e angius, e macaluso. Ci siamo fatti fregare da quegli altri e abbiamo perso altri due anni.ma va bene anche cosi. un partito guidato da un ex democristiano arrivato alla segreteria nel modo che abbiamo visto non e’ votabile in nessun modo. E quindi, oggi per la prima volta dopo un sacco di anni, ci si puo’ sentire liberi di votare quello che ci pare senza paturnie di voti utili, vocazioni maggioritarie e senza farci più fregare da nessuna delle balle che ci hanno raccontato per anni.

  56. vincenzo

    dispiace ammettere che probabilmente, da anni, sto dalla parte politica sbagliata. cmq meglio capirlo tardi che mai

  57. HealthGun

    Il progetto del PD è sbagliato alla radice perché la cultura politica cattolico-democratica e socialista-progressista possono solo dialogare, non convivere stabilmente.

  58. alberto

    Non mi è chiaro che cosa contestate. L’Assemblea è stata eletta in maniera trasparente. I suoi rappresentanti hanno deciso di appoggiare in massa Franceschini. Avevano una delega, hanno fatto una scelta di cui si prenderanno la responsabilità, ma di cui è responsabile anche chi li ha votati o ha lasciato che li votassero. Dire oggi che tutto andrà male, che è tutto finito, mi pare un po’ presuntuoso. O lo si diceva quando è nato il Pd, di cui da subito faceva parte anche la Binetti, per fare un esempio, oppure lasciateli lavorare. Visto che l’errore principale di Veltroni sembra essere stato quello di dire “vado da solo”, e poi di essersi alleato con Di Pietro (non tanto per Di Pietro in sé, quanto per il significato di rottura che aveva avuto, con un impatto molto positivo almeno in quanto a coraggio, quel “vado da solo”), mi pare che Franceschini questo errore non lo dovrebbe compiere.

  59. Pasquale

    Penso a quello che e’ successo in calabria. Alle politiche veltroni ha proposto candidati fuori dagli schemi (e infatti e’ andata male) ma poi le cariche regionali,provinciali e comunali sono state attribuite con logiche democristiane. La classe dirigente ha tappato l’accesso ai giovani (pochi) che non si sono messi in coda davanti agli uffici giusti. Io non lo vodo alle europee e spero non prenda neanche il venti per cento:almeno ci si da Una scossa e qualcuno prendera’ atto che l’unico modi per rinnovarsi e’ il parricidio politico: qualcuno deve essere disposto a sacrificarsi (la vecchia classe dirigente)ma qualcuno deve essere pronto a tirar fuori gli artigli e non fare la coda dietro agli uffici .

  60. Ubik

    Mi chiedo come siano riusciti i dirigenti del PD ad ignorare con tanto garbo la richiesta che evidentemente veniva dalla base. E come sia riuscita quella stessa base a non far sentire le proprie ragioni, per l’ennesima volta. Complimenti però a Franceschini, ha fatto un discorso in cui sembra convinto di essere un leader vero, legittimiato da un’elezione vera, in un partito vero; neanche gli sceneggiatori di Lost.

    Sarebbe bello avere i nomi e i cognomi dei 2000: ma sul sito sono indicati?

  61. Geffe

    Ho seguito fino al primo pomeriggio su Radio Radicale, fino a quando ha preso la parola Parisi. Sono abbastanza giovane, ma non mi sono mai sentito così lontano dalla sinistra italiana come oggi, credo.

  62. Valter

    Mi aspettavo le dimissioni in massa dei delegati. I delegati dell’Assemblea Nazionale sono lì perché erano nelle liste che appoggiavano Veltroni nelle primarie. Una volta dimissionario Veltroni, gli altri entrati con lui che ci stanno a fare?

    Al prossimo passaggio elettorale, che sarà un bagno di sangue, l’attuale/passata/prossimo futura dirigenza si pentirà di aver procrastinato ancora il necessario ed urgente ricambio!

  63. Fabio M

    Non sono un elettore di sinistra, quindi non sto qui a dire chi o cosa vorrei per portare avanti istanze non mie. Mi farebbe piacere però vedere delle primarie, vere, a prescindere.
    Perché non si può non riconoscere che il PD sia un volano utile per il cambiamento del quadro politico in qualcosa di più avanzato.

  64. Wizzardo

    Condivido lo scoramento dei piu’, ma onestamente tutte queste affermazioni sul non votare, annullare la scheda, depressione post politica rivelano ancora una volta la pasta di cui e’ fatta una buona parte dell’elettorato di centro sinistra.
    Famo i bimbi buoni, ed aspettiamo il prossimo messia. Che sia bello, giovane, e soprattutto una faccia mai vista, nuova e linda. Benissimo. E poi?
    Quale visione protocristiana abbiamo, noi elettori di centro sinistra, della politica?
    Parafrasando un padre ignobile, la politica non e’ un pranzo di gala.
    Occorre sporcarsi le mani, nelle piazze, nei vicoli, parlare ai piu’ stronzi di tutti.
    E prima ancora pensare, proporre, discutere, essere in disaccordo prima e poi uniti, come roccia unica dopo.
    Chi di quanti oggi si lamentano ne ha davvero voglia?
    Meglio la lamentazione, la minaccia dell’astensione, del letargo, della critica sterile e impotente?
    Personalmente condivido la sensazione di disgusto, ma citando un padre nobile: pessimismo della ragione, ottimismo della volonta’.
    Rischiamo di non avere piu’ partiti di sinistra o centro sinistra in questo paese, non lasciamo che la cultura progressista diventi sinonimo di cinismo, scoramento, sfigataggine, critiche indistinte e quindi sterili.
    Vogliamo tirare fuori un po’ di palle o no? (mi scusino le signorine del maschilismo insito in questa espressione che pero’ non riesco a tradurre altrimenti).
    E lo dico a tutti. Non solo ai cosidetti leader o aspiranti tali. A tutti.
    Noi.

  65. Daniele

    Il bello è che gli aspiranti leader del partito di quelli contro Berlusconi pensano di aver scansato agilmente le europee per candidarsi verginelli ad ottobre.

    ma non ci sarà più nessun partito ad ottobre, che qualcuno avvisi loro

  66. mytwocents

    Mi sa che mi tocca condividere ciò che dicono i commenti 75 e 77. Probabilmente aveva ragione il Correntone, a volere un partito delle Sinistre di stampo socialdemocratico (che poi è sempre stata l’idea di D’Alema). Resterebbe poi il problema dell’alleanza, ma diciamocelo chiaro: finora sembra solo che i problemi dell’alleanza ce li si sia messi in casa, piuttosto che tenerli fuori.
    Questa fusione di due identità così diverse la vedo ogni giorno più difficile: ci sono valori in cui o si è bianco o si è nero. Luca l’ha detto più volte, come si fa a parlare con gente che pensa che esista qualcosa come “troppo laico”? Forse andrà bene per i Democratici americani, ma a un certo punto ci toccherà smettere di giocare a fare gli amerikani, sennò finiamo col sembrare davvero Alberto Sordi.

  67. Gennaro Carotenuto

    Il problema fondamentale è che alla maggior parte degli elettori non importa di che colore sia il gatto ma che acchiappi il topo.

    Al contrario alla maggior parte dei dirigenti importa SOLO chi sia il gatto, ovvero loro stessi, indipendentemente dal se acchiappi o meno il topo.

    Ho sempre pensato che Juan Domingo Perón avesse molta ragione a dire che “il popolo arriverà, con i dirigenti in testa o con la testa dei dirigenti”. Speriamo che l’Italia non sia l’eccezione che conferma la regola.

    Gennaro Carotenuto

  68. Romualdo Grillo

    riccarù:” partito riformista di sinistra”

    Chi mi sa spiegare in modo chiaro cosa vuol dire riformista?

    Anche senza raggiungere la chiarezza di Pertini sull’idea di socialismo

    http://www.youtube.com/watch?v=aJfKCn1bUMM

    Secondo il vocabolario vuol dire non rivoluzionario.
    Ne devo dedurre che Mastella è un riformista?

  69. Pingback: Uccelli senza zucchero* « Giuseppe Citarda

  70. Romualdo Grillo

    Mi accorgo che in effetti l’esempio di Mastella non è calzante: riformista si usa più che altro per la sinistra.
    Comunque rinnovo la domanda cosa vuol dire riformista?

  71. corrado

    sono disgustato dal cinismo calcolatore di bersani, che aspetta di raccogliere i resti del pd dopo le europee senza volersi assumere le colpe del disastro elettorale che ci aspetta, ma non solo da lui.
    anche chi non aveva un tubo da perdere, però, i “ragazzi” che leggo tutti i giorni sui blog, quelli delle lettere aperte, degli appelli, dei “noi non torniamo indietro” ecc. ecc. non sono stati da meno.
    non riuscire a lottare in una battaglia da ocndurre per la base e il futuro del partito testimonia di una mancanza di coraggio almeno speculare rispetto ai “vecchi” – con l’aggravante che dietro non c’è nemmeno un calcolo approssimativo, solo mancanza di palle.

  72. Luca

    Poi magari scrivo una cosa con calma, ma rispondo a un paio di cose.
    Io credo che i delegati presenti oggi fossero molto pavidi e spaventati. Ha prevalso quel che prevale da anni, ed evidentemente prevarrà in questo partito fino a quando resteranno in sette-otto: ha prevalso la mancanza di coraggio, la paura del nuovo, e l’attaccamento a modelli vecchi e conosciuti, persino quando si sono dimostrati mille volte perdenti, persino quando il fatto che il mondo e le cose siano cambiate è scritto in corpo mille. A quanto mi raccontano, non c’era quasi nessuno contento della scelta Franceschini, ma piuttosto che “il salto nel buio” delle primarie – come la comunicazione ansiogena della dirigenza le ha fatte diventare – hanno obbedito gregge a chi gli diceva “state bassi e fidatevi di noi, ci conoscete”.
    Di questo sono molto deluso, e sono molto deluso dalla mancanza di fegato di tutti. Ma l’avevo già scritto ieri.
    Per chi si lamenta del preteso mio scarso impegno: io sono da quarantott’ore al telefono e sul web a parlare con chiunque e a cercare alternative. Tutte quelle su cui ho cercato adesioni hanno le hanno trovate solo tra i soliti complici e benintenzionati come Ivan Scalfarotto, Marco Simoni, Pippo Civati e piccola compagnia. Ho insistito da ieri sera che se si andava al voto si trovasse un altro candidato che potesse essere una scelta per gli scontenti: non ho trovato nessuno disponibile tra quelli con qualche visibilità nel partito, e quelli disponibili non avrebbero mai trovato le firme necessarie (non c’è riuscito nemmeno Parisi). I suddetti dei Mille e compagnia si stanno sbattendo con coerenza da due giorni, e sono stati i rappresentanti più presenti di una proposta alternativa, assieme a Gad Lerner che ha fatto un gran bell’intervento (reso assurdo solo dal sostegno a Parisi, figuriamoci). Hanno organizzato una discussione all’Unità, uscita oggi sul giornale, in cui i comuni intenti si sono però tradotti poi per gli altri presenti a quel forum in un ripiego sulla linea Franceschini.
    Quindi chi ha le sue antipatie se le tenga, ma i suddetti non sono accusabili di scarso impegno.
    La verità sta in una cosa che ho detto oggi al Corriere della Sera, parzialmente arricchita: “Chi è al capezzale del PD non ne ha care le sorti. E chi le ha care, non ha il coraggio di entrare in sala operatoria”. Aggiungo: e chi cerca di entrare, non riesce a passare. Noi abbiamo pensato che da esterni e aiutanti del PD potessimo essere coinvolti in un progetto comune e potessimo proporre delle cose, sostenendo quelli che ci lavoravano dentro e affidandogli il nostro lavoro e le nostre idee. Si è dimostrato che era una strada sbagliata. Dentro il PD ha spazio solo chi è dentro il PD con una carica da far pesare. Solo che chi ha una carica da far pesare ha anche una carica da mantenere e dei meccanismi da salvaguardare: e non dico sia sbagliato, che so che c’è chi pensa che la politica debba essere sempre quella roba lì, chi fa politica fa politica (però allora rivolgetevi a chi fa politica, per le lamentele, oppure fatela). Le uniche vere visibilità che hanno avuto alcune nostre cose nel PD sono state attraverso le grane che ho piantato nella Direzione Nazionale, perché ne ero diventato un membro grazie a un’iniziativa principesca di Veltroni (sebbene ratificata da un voto dell’assemblea).
    Questo dice che non si entra nel partito attraverso progetti e idee, ma si portano avanti progetti e idee solo se prima si è entrati nel partito: intendo dire nella dirigenza del partito, con una carica interna o pubblica.
    Quindi o ci decidiamo a votare e lavorare per quelli bravi, o fino a che votiamo i soliti per prudenza o diffidenza e ci limitiamo a discutere sui blog, quelli bravi da soli non ce la fanno. Non basta dir loro: datevi da fare, perbacco!
    Poi le espressioni di Michele sul mio distacco o il lasciare la barca che affonda non le capisco, considerato che siamo qui da quattro giorni a occuparci solo di questo, anche sul blog. La direzione nazionale sto pensando di lasciarla da settimane e una settimana fa ho scritto in tre righe le mie dimissioni: non si può stare in una cosa se il proprio starci è ininfluente, a meno di diventare come Parisi. Poi è successo ‘sto casino e non ho avuto voglia di perdere l’unico spazio per mettersi di traverso – un traverso piccolo piccolo, appena un rallentamento delle pratiche – rispetto alla restaurazione e alla mediocrità diffusa. Ci vedete della presunzione? Guardate la qualità politica e comunicativa degli interventi di oggi. Al vertice di partito c’è un piccolo nucleo di navigati leader di intelligenza e oratoria imbattibile negli altri partiti (ma ormai alieni dal mondo fuori), e una robusta compagnia di dilettanti impacciati.
    Ecco, scusate il disordine delle argomentazioni e dei pensieri, che sono un decimo di quelli che ho, e che meriterebbero esposizione migliore.
    L.

  73. Vincenzo Cucinotta

    Ma perchè Veltroni si ritiene responsabile della crisi e si dimette e Franceschini che era il suo vice no, anzi si propone alla guida…proprio lui? Per restare a galla, suppongo. Quello che invece mi rattrista davvero è la base del PD, sempre pronta a chinare il capo davanti alla pervicace resistenza sulle poltrone di questi loro dirigenti inetti.

  74. Luca

    Ho dimenticato altre due risposte. Per la dirigenza del partito accedere alla gestione di questi eventi è molto facile, e ne hanno gli strumenti e l’esperienza. Per nessuno di noi c’era invece modo di conoscere liste complete o riferimenti dei componenti dell’Assemblea. Magari avessimo potuto confrontarci con ognuno di loro in questi giorni. Abbiamo cercato di farlo con i pochi con cui siamo riusciti.
    Sulla politica dello sporcarsi le mani e del territorio, non vorrei diventasse un cliché su cui non si riflette. Lo stesso Wizzardo qui sopra nota giustamente che non lo si può chiedere agli altri ma lo si deve chiedere a se stessi. Chi di voi è disposto a fare politica a tempo pieno da domani? E da dove comincereste? Pensate di andare in un circolo del PD e mettervi a disposizione, o di fare volantinaggio davanti alle fabbriche? Comizi? La politica si fa in molti modi e non si capisce perché parlare con migliaia di persone attraverso la rete sporchi meno le mani di parlare agli operai di una raffineria, a meno di equivoci sulla metafora.
    Io penso che studiare e capire le cose dell’Italia e del mondo e parlarne con gli altri, sia un modo. Compresa questa conversazione.
    L.

  75. Eugenio

    io dico solo che se non si e’ capaci di trovare 100 firme per fare una candidatura di bandiera (c’e’ riuscito persino Parisi per intenderci) e’ giusto essere condannati alla marginalita’ politica in saecula saeculorum

  76. Michele P.

    @Luca 93: ti lamenti del disordine di pensieri, ma mi è sembrata una delle cose più organiche e chiare scritte negli ultimi giorni (qui e soprattutto altrove).
    Poi è significativa anche il 95, con la fatica dell’accedere all’organizzazione degli eventi: da assoluto ignorante sarebbe interessante sapere gli arzigogoli necessari per muoversi nel “fresco e giovane partito”…

  77. Luca

    Eugenio: Se consideri che i contrari alle primarie sono stati solo 200, evidentemente tanto facile non era: e Parisi forse non c’è riuscito neanche lui, a quanto pare: e ha preso 92 voti. Comunque è Parisi. Quanti avrebbero firmato per Scalfarotto, di quei delegati? Per poi fargli prendere 31 voti?

  78. mytwocents

    “Quindi o ci decidiamo a votare e lavorare per quelli bravi, o fino a che votiamo i soliti per prudenza o diffidenza e ci limitiamo a discutere sui blog, quelli bravi da soli non ce la fanno.”

    Ecco, qui è il nocciolo della questione ed il motivo per cui condivido ciò che dice Luca. Siamo al “Che fare”, perché o si fa qualcosa concretamente o ci si lascia andare al crasso astensionismo e si abbandona la barca.
    Tertium non datur, il tempo della critica sulla soglia (sono dentro ma anche fuori) dobbiamo superarlo, tutti quanti e tutti insieme.

  79. f

    sono uno di quelli che ha scritto “fate qualcosa”,
    ma non voleva essere un’accusa di scarso impegno.
    era più che altro un appello speranzoso, un invito ad alzare la voce almeno a chi una voce in qualche modo ce l’ha, tutto qui.
    una cosa scritta con il massimo appoggio, non certo con antipatia.
    ci tenevo a specificarlo

  80. f

    @mytwocents

    il problema è che mi sembra che ai padroni di casa interessi poco del “nostro” stare dentro o fuori, e comunque se vogliamo proprio entrare togliersi le scarpe e non fare casino

  81. riccarù

    interessante
    77. HealthGun, l’unico modo per far convivere queste realtà erano le primarie, fiducia nel popolo/comunità, e libertà politica affidata al candidato espresso. Come in U.S.A., no?

    e mi vien da dire che se ogni anni perdiamo un segretario, abbiamo altri 4 solitiNomi da fare fuori prima delle prossime politiche: a forza di batoste, una volta finita la lista, forse qualcuno nuovo…(sigh!)

    Per riformismo:
    http://old.demauroparavia.it/95088

    Ma un nuovo Partito Laico, no?
    rr

  82. Simone

    @Luca
    Scusa la naiveté politica, ma non vedo cosa ci sarebbe stato di sbagliato a candidare Scalfarotto, o Civati se per quello o chi volete voi, e sì, fargli prendere 31 voti… Qual era il rischio? Bruciare il candidato? Dare prova di esistere e di opporsi era importante, anche sapendo per certo di perdere la battaglia, perché sarebbe stato un modo per coagulare, in futuro, la protesta di tutti coloro che sono indignati dall’elezioni di Franceschini. Perché non avete candidato uno di voi, Luca, uno credibile dei Mille, per dire? Astenersi non bastava. Ci sono sconfitte che preparano le vittorie.

  83. Eugenio

    @Luca: capisco benissimo pero’ sulla prima mozione c’erano 200 voti, 100 se ne sono volatilizzati…

    Possibile che non si sia riuscito nemmeno a capitalizzare quelli? Io questo non lo capisco.
    Prima o poi ci deve essere un atto fondante per poter puntare alla leadership di partito. Oggi c’era una enorme possibilita’ andata sprecata

    E poi si, si prendono anche 31 voti, almeno si ha il fegato di metterci la faccia.

    Invece la capa e’ finita sotto le scelle, neanche la testimonianza siamo riusciti a dare

  84. ruys

    io credo che la battaglia di chiunque ha a cuore il PD a questo punto sia di individuare determinati candidati di rottura con l’attuale nei listini delle europee (buono sarebbe riuscire a candidarli, ci si puo accontentare di scegliere il meno peggio forse). fare una serrata campagna in rete e fuori ma solo per quei nominativi (vota pino per un pd migliore). eviteremmo di vedere dipietro secondo partito in italia, e magari queste mummie capiranno qualcosa vedendo che il leader nazionale e il calciatore (cantante, velina) da europee prende meno preferenze di un candidato che fa espressamente campanga per il rinnovamento.

  85. Eugenio

    e aggiungo: ha ragione mytwocent. O dentro o fuori. E non solo perche’ non ha senso il sono dentro, ma anche fuori, ma perche’ la nostra democrazia e’ a rischio, per cui o si trovano le ragioni che ci uniscono a Franceschini in questi mesi o e’ meglio per tutti preparare i bagagli ed espatriare.
    Badate bene che non e’ che si debba amare il Franceschini, si puo’ aiutarlo contro il B. e allo stesso tempo preparare una alternativa ad ottobre.

  86. alberto

    Io insisto con quanto già sostenuto in un commento di un precedente post: occorrono regole condivise su come si forma la leadership, se no tutte le volte il segretario sarà debole e contestabile (a meno che non si trovi un clone di Berlusconi, ma come si è visto con Soru non sembra funzionare). Per questo mi sembra più importante guardare a esperienze come Belem, con tutta la sua utopia, che fra i riformisti nostrani suscitano ironia quando non vengono bollate come “sinistra radicale”, “no global”, etc. Intanto una cosa come il Caucus delle primarie democratiche americane, da cui è venuto fuori il presidente degli Stati Uniti, mica un José Bové qualsiasi, si svolge secondo principi molto più simili al metodo del consenso di cui si discute a Belem che non all’assemblea Pd di oggi.

  87. Abalieno

    non e’ che si debba amare il Franceschini, si puo’ aiutarlo contro il B. e allo stesso tempo preparare una alternativa ad ottobre.

    Se si da’ fiducia a Franceschini si da’ fiducia a quella parte del PD che noi vorremmo rinnovata radicalmente.

    Gia’ abbiamo una antipatica abitudine di spacciare sconfitte per sucessi (ce lo ha insegnato Berlusconi), o si da’ segno che vogliamo altro, o questo naufragio si protrarra’ ancor piu’ a lungo.

    A mio avviso la risposta alle dimissioni di Veltroni e’ stata di gran lunga PEGGIORE di tutto il periodo Veltroni.

    O si pensa a salvaguardarsi a breve scadenza per poi fallire come al solito, o si pensa a lungo termine e non si accettano compromessi.

  88. corrado

    ok, credo di aver esagerato, mettere sullo stesso piano bersani e civati (per dirne uno) è ingiusto. ripnsandoci freddamente, e sorridendo finalmente un po’ grazie all’esilarante racconto della convention del pdl del mio paesino, mi rendo conto che non erano ivan, flavia mog e peppe civati che potevani cambiare l’andamento dell’assemblea. e non per incapacità o tirchieria di se stessi, ma perché sta faccenda delle 100 firme in quel consesso era effettivamente troppo difficile da superare.
    avendo fatto politica, sia pure per poco tempo, posso immaginare la tristezza, la pochezza e direi proprio l’indeterminatezza dei partecipanti: gente che è abituata a fare sempre riferimento a qualcun altro, incapace di pensare in autonomia, prigionieri di un meccanismo correntizio di anime, prima ancora che politico.
    i un ambiente simile, agli occhi di quegli omini, anche il pllido franceschini doveva apparire certamente più rassicurante di qualcunque mente lucida, ma dalla piccola “riconoscibilità”.
    ma tant’é, qui si canta messa, si dice dalle mie parti.

  89. Eugenio

    @Abalieno: qua bisogna capirci: o c’e’ una emergenza democratica causata dal B. o non c’e’.

    Se non c’e’ possimoa continuare come i passati 2 anni, se c’e’ forse e’ il caso di fare fonte.

    E comunque io mica dico che e’ stata una vittoria, e’ stata una umiliante sconfitta. E proprio per questo: palla lunga e pedalare.
    Non posssiamo pretendere sguardi lungimiranti dagli altri se noi non sappiamo andare oltre il proprio naso.

    Il momento e’ di unire, non di dividere

  90. Stefano

    A me sembra che emerga un limite strutturale del PD, che era nato per unire le tradizioni riformiste socialista e cattolica, col marginale problema che la prima era allo sbando e la seconda esaurita da tempo. Così si sono incontrati da una parte un pensiero debole di sinistra che barcolla tra stato, mercato, sindacato, impresa e resto del mondo senza capacità di analisi contemporanea e di sintesi, tanto che per ironia della sorte quando crolla il sistema finanziario mondiale la sinistra non è in condizione di dire “l’avevamo detto”; e dall’altra un pensiero debolissimo cattolico, che per trovare una sua identità la chiede in prestito al Vaticano.

    Il tutto affidato ad una dirigenza che da tempo ha abbandonato le policies, dove tocca ragionare e correre rischi, in favore della politics, che fa sembrare tutti molto furbi e professionisti. Salvo poi collezionare sconfitte.

    Per questo se il PD si decide a rinascere con un qualche straccio di ambizione, deve farlo a partire dalle questioni di merito, a costo di perdere per strada qualche pezzo.
    (Che poi, nel farlo, si rischia anche di tornare a vedere qualche militante sorridere…)

  91. eugenio

    Sono eugenio, quello minuscolo.Meglio votare sempre qualcuno, non c’è altra arma.
    Un conto è un segretario di partito, un conto è un leader per governare, quello non c’è alternativo a B. Gli italiani si sentono forti con Lui, il nemico è lo straniero. Passeranno anni o la natura ci darà una mano ad abolire una anomalia.Si vive lo stesso. Si prova.

  92. caycep

    Vi darò un segnale di speranza: era da anni che volevo gridare a mio padre (ex pci, pds, ds, pd e spero di non dimenticarmene altre) “Sei un democristiano!”… Oggi finalmente è giunta l’ora!
    Sorridete… in fondo poteva essere la Binetti, invece di Franceschini!

  93. Marco Simoni

    Vorrei aggiungere qualche considerazione e qualche testimonianza, passatemi il termine, approfittando del fatto che in un commento si può essere più impressionisti e meno strutturati, contando nella indulgenza dei lettori. E’ vero che assieme ai soliti pochi abbiamo provato a verificare la possibilità di trovare un candidato alternativo. Trovarne uno di pura bandiera era impossibile per una ragione chiave: l’assemblea era assolutamente disciplinata, organizzata perfettamente dalle gerarchie (non solo i dirigenti massimi, ma compresi i vari Martina, giovani o meno giovani quadri locali). A me è una cosa che ha fatto un po’ impressione perchè mi aspettavo una assemblea più tormentata, davvero. Mi aspettavo che la frustrazione e lo scoramento che traspare da mesi negli ambienti e blog che frequentiamo fosse riflettuta un po’, seppure minoritaria, in un consesso che, comunque, contava oltre 1300 persone perbacco, che mica sono membri della casta. Invece no, ordine e disciplina, nessun dibattito, nessuna passione. Mi sono dunque fatto venire il dubbio che siamo noi a sbagliarci, che pure i 50mila lettori o più di questo blog sono solo una frazione infinitesimale dei 3milioni di votanti alle primarie. Se invece lo scoramento diffuso esistesse davvero, l’assemblea di ieri ne è risultata assolutamente impermeabile. Per quanto riguarda il mancato coraggio di chi, parte di una età o di correnti di pensiero più moderne di quelle dei leader, o comunque non parte diretta di quel gruppo stretto di persone, ho sentito con le mie orecchie dire “non mi posso esporre, devo pensare alla mia carriera” e non era neanche un politico a dirlo! Per ragioni diverse, io, Ivan Scalfarotto, Civati, Luca, e altri che da un po’ di tempo ci sbattiamo, siamo sostanzialmente liberi. Se qualcuno osasse anche lontanamente legare la mia attività politica alla mia attività di insegnamento e ricerca, la mia università uscirebbe pubblicamente in difesa della mia libertà di espressione. Stesso non può dirsi per molte persone in Italia. Per questo, io non mi sento particolarmente coraggioso nel dire quel che penso. Certo, la mia indipendenza l’ho cercata e l’ho voluta e la difendo come bene prezioso, ma dato quel che è l’Italia non me la sento mica di imputare a chi quella libertà non ha, mancanza di coraggio nella difesa del proprio lavoro e della propria stabilità esistenziale. Questo solo per rendere più complicata ancora la discussione: vi sono molte persone di buona volontà, ma tutti hanno bisogno di un contesto normale in cui esercitarla. Per quanto riguarda la autoreferenzialità e la presunzione da sinedrio dei dirigenti, su questo c’è poco da dire che non sia stato detto e già da mesi non mi aspetto molto di diverso. La dice lunga il fatto che tutti coloro, compresi Fassino e Realacci, che sono intervenuti contro le primarie hanno posto come motivazione il fatto che i plebisciti non risolvono i problemi. Avevano ragione, ed hanno esplicitato il fatto che per loro primarie sono solo plebisciti. Quel che è accaduto a Firenze, per dire, è un errore da non ripetere. Questo elemento, la discrasia tra la retorica e la sostanza, rende oggi a me la vita particolarmente difficile perchè non ho più l’età per essere preso in giro. Poi naturalmente esiste l’eterogenesi dei fini, e Franceschini ci stupirà nel mostrarsi un magnifico cigno nero.

  94. alfonso

    è tutta la giornato che mi chiedevo perchè nessuno(oltre parisi)ha presentato una candidatura alternativa e le risposte di luca mi hanno dato una risposta.
    però sulle firme potevamo fare più casini dichiarare pubblicamente che c’era una candidatura alternativa, penso che almeno avremmo fatto vedere che qualcuno c’è che si mette in gioco.
    Detto questo penso come te che bisogna starci, ma ti chiedo come? i loro tempi non sono i tempi di una società come quella di oggi, non sono i miei. ho bisogno di lavorare e tra me e mia moglie dobbiamo gestirci la famiglia, cerco di esserci ma è sempre più difficile i circoli non funzionano e se non sei in una corrente non accedi ai posti dove si decide. Il problema di questo partito è che esclude sempre di più buona parte della società e poi compie scelte come quelle di oggi, che non sono abagliate in se, ma non incidono nella società. ora però tocca a noi trovare nuove forme di partecipazione (da solo il web non basta) dobbiamo avere il coraggio( che secondo me oggi è mancato) di gridare di più!

  95. tanner

    Mbah. Continuo a dire che sedici anni sono passati, e abbiamo di la’ berlusconi, la russa e bossi, e di qua un democristiano. Sinistra zero, laici zero, socialisti zero, liberaldemocratici zero. Il mondo progressista che ha fatto la politica europea degli ultimi 30 anni, da mitterrand a schroeder a blair a zapatero, alle loro future evoluzioni, che in europa ci saranno, eccome se ci saranno, in italia non le abbiamo avute e non le avremo. E questa, scusate, ma non e’ responsabilita’ ne’ di berlusconi che la sua battaglia politica la fa e vorrei anche vedere si preoccupasse di noi, ne’ dei bloggers ne’ di civati o scalfarotto ne’ di maurizio martina. La responsabilita’ e’ di d’alema, veltroni, rutelli, marini, che il PD dovevano farlo almeno 5 anni prima, se non 8 o 10 anni prima, e dovevano strutturarlo, preparare i cambi di generazione, non trovarsi in emergenza per avere perso un’elezione REGIONALE (rendiamoci conto di quello di cui stiamo parlando, e’ come se il PSF saltasse per aria perche’ perde in corsica)e presentarci FRANCESCHINI da trangugiare in tre giorni in questo modo.

  96. Simone

    @ Marco Simoni
    @ Luca

    Marco, ho letto le tue argomentazioni, seguo il tuo impegno, ma continuo a pensare, come ho scritto una ventina di post fa, che ci sono sconfitte che servono a preparare le vittorie. Se l’assemblea era “disciplinata e organizzata”, dovevate essere voi a scompigliarla, a metterla di fronte ai suoi errori, a farvi sentire a costo di andarvi a prendere un microfono che altrimenti non vi avrebbero dato, a usare toni alti e parole nette e forti. E dovevate, a qualunque costo, presentare un candidato di bandiera, un nome e un volto che desse voce al dissenso di cui dovete (DOVETE) farvi portatori. Domani i giornali riporteranno che Franceschini ha avuto un solo avversario: pensate a quanto si sarebbero potuti giovare iMille di un candidato che avesse anche solo raggranellato trentuno voti, come scrive Luca, ma che sarebbe stato citato, ascoltato, intervistato, sarebbe affiorato all’attenzione dei grandi media, che raggiungono una quota molto piu’ ampia di persone di questo e di qualsiasi altro blog. Una delle cose interessanti e preoccupanti di questi giorni, a mio avviso, e’ che a proposito del raduno della nuova leva del centrosinistra di ieri la Repubblica, oggi, riportava un breve articolo in una pagina interna, che non vi dava nessun risalto. E Berselli, mi pare, ancora pochi mesi fa, definiva Luca, piu’ o meno, come un blogger del demi-monde. Dovete andare a prendervi il partito o almeno tentare in ogni modo legittimo, dovete rendere pubblicamente visibile i sentimenti di disistima per questa classe dirigente e per tutti i fallimenti, non solo poltici, ma morali, che ha inanellato, dovete rendere visibile la frustrazione furente di chi non ha voce, ha sempre meno forza, e da anni assiste all’irreversibile scempio del nostro Paese.

  97. Romualdo Grillo

    @ 104 riccarù
    Avevo già consultato Wikipedia, il De Mauro dice:

    Riformismo: tendenza a modificare con riforme graduali e con mezzi legali l’ordinamento della società e dello stato, rifiutando ipotesi e metodi rivoluzionari; estens., politica di riforme

    Ricapitolando: quando Veltroni dice:”Sono un riformista”
    Intende “Non voglio fare la rivoluzione, voglio procedere con riforme graduali”

    Embè??? Ma c’è bisogno di dirlo?
    C’è qualcosa che mi sfugge

  98. Gabriele

    Lasciate perdere, che è meglio. Credo che ormai la frittata sia “sfatta”. Non ne vale più la pena. Meglio andare in settimana bianca, che è più costruttiva di tutte ‘ste cazzate.

  99. Gabriele

    Tra l’ altro, la faccia di Parisi che a Sky si proponeva come volto nuovo della politica, credo sia un pezzo di comicità da antologia. Forse Berlusconi ha ragione quando dice che ne ha mandati a casa già sette di leaders della sinistra e che manderà a casa anche l’ ottavo. Smargiasso ma profetico.

  100. leroy

    Mi torna in mente una vecchia gag di Guzzanti-Rocco Smitherson ai tempi di tangentopoli: “La DC dice: o noi o il caos. E tutti a cercà er caos sulla scheda elettorale”.
    Niente caos, purtroppo.

  101. Red Horse

    Guardando da Catania le registrazioni video dell’Assemblea del Pd si notava che sul palco, a dirigere i lavori, c’era la senatrice Anna Finocchiaro, mentre subito sotto, in prima fila, il senatore Enzo Bianco, capo della corrente “liberal” del Pd. Insomma, i due principali leaders del Pd catanese. Dal colpo d’occhio pareva che la città Catania esprimesse uno dei segmenti più importanti dello stato maggiore del principale partito di opposizione. E, al di là dell’indubbia esperienza politica di lungo corso e delle qualità personali di entrambi, veniva da chiedersi: in base a quale legittimazione?
    Le dimissioni di Veltroni sono state provocate dalla sconfitta elettorale di Soru in Sardegna nelle elezioni regionali del 15 e 16 febbraio, nelle quali il governatore uscente è stato sconfitto con un distacco di 9 punti percentuali sullo sfidante, distacco che ha raggiunto i 18 punti percentuali nel voto di coalizione. Ma si è smarrito il senso delle proporzioni dimenticando l’esito della consultazione elettorale al Comune di Catania. Con la rinuncia di Enzo Bianco a competere, col candidato sindaco del Pd al 17.8% , la lista “personale” intestata “Con Bianco per Catania” al 7.6%, e il Pd guidato da Anna Finocchiaro all’8.5%. Quest’ultima, candidata alla Presidenza della Regione siciliana, era stata sconfitta con 35 punti percentuali di distacco (più di dieci punti in meno di Rita Borsellino due anni prima), le liste del Pd si erano collocate a meno del 22% e la disfatta si era conclusa con l’abbandono da parte di Anna Finocchiaro (a differenza di Renato Soru) del seggio di capo dell’opposizione al parlamento regionale.
    Tornando alle ultime elezioni catanesi, i due leaders, Bianco più Finocchiaro, guidano un Pd ridotto al 16%. Ma ciò non impedisce di comparire in primissima fila nell’assemblea nazionale di quel partito.
    Veltroni si è dimesso, ma c’è chi non si dimetterà mai. E viene da chiedersi se, procedendo con questo stile per cui i leaders nazionali non sono in nessun modo chiamati a rispondere del del loro effettivo radicamento nelle realtà locali, quel 16% non sia un’anticipazione del destino elettorale del Pd.

  102. soraya

    Avevo letto dell’incontro dei giovani all’Unità, avevo sperato, ma chi vive sperando….
    @ Simone: sono totalmente d’accordo con te, ma noi dobbiamo dare una mano. Luca se hai bisogno mandami una mail.

  103. Andrea

    Al PDL adesso converrebbe far cadere il governo, indire nuovi elezioni: hanno buone probabilità di portare a casa il 70% e poter così fare tutte le riforme che desiderano…Questo è al momento il miglior risultato del PD

  104. Francesco C.

    Innanzitutto: grazie a Luca, Marco Simoni, ecc. per i vostri tentativi (purtroppo non andati a buon fine) di smuovere l’assemblea dall’atteggiamento pigro e conformista che poi si è rivelato prevalente. Credo che questa attività di comunicazione e sensibilizzazione che state portando avanti (sul web e non solo) sia “politica” nel senso migliore del termine e che l’accusa di non volervi “sporcare le mani” sia infondata.

    Penso tuttavia anche io che la decisione di non presentare un candidato “di bandiera”, che avesse preso anche 31 voti, sia stata decisamente sbagliata: oggi ne parlerebbero i giornali, per dire (e visto che anche Parisi non è arrivato a 100 voti, non sarebbe stato un disonore).

  105. paolo

    Questa classe dirigente non è disposta a vivere le primarie come vere elezioni, che per loro natura sono sempre un salto nel vuoto. Quindi hanno preso tempo, e prima di ottobre avranno deciso chi debba essere il nuovo segretario, piaccia o non piaccia. Dall’alto calerà un solo candidato. L’idea che al vertice ci sia Bersani (che comunque mi ha deluso molto) non mi dispera. Mi dispera l’idea che sia scelto in questo modo, senza un confronto tra visioni diverse da sottoporre al giudizio degli elettori.

    Leggendo i resoconti sembra che davvero, ieri, il sentimento dominante sia stato la paura.
    Paura del nuovo, come ha detto Luca.
    Paura di mostrarsi divisi. Al punto che non si scorge nessuna vitalità, nessuna discussione vera, nessun lievito che possa far crescere e trasformare questo PD in ciò che si vorrebbe che fosse.
    Paura di perdere il controllo della situazione. Controllo che evidentemente ieri c’era sullAssemblea. (Ma questo che doveva essere un gregge spaurito non avrà forse trovato già da tempo il suo pastore?).

    Da qui ad ottobre tutti quelli che hanno creduto (e che credono ancora) nel PD come possibilità di rinnovamento e partecipazione devono collaborare per presentarsi con un candidato comune alle primarie, tenendosi lontani dalla tentazione di mettersi sotto l’ala del Veltroni di turno. Poco importa se vincere è impossibile, l’importante è contare qualcosa.

    (Scusate se ribadisco conclusioni ovvie ai più, ma visto che fino a poche settimane fa c’era ancora chi difendeva Veltroni…)

  106. Simone

    Ecco, per dire, presentando un candidato di bandiera (post 124, 130, 132), avreste come minimo smorzato di qualche sfumatura, almeno me lo auguro, i toni di Curzio Maltese, che oggi e’ piu’ realista del re Scalfari nel difendere Franceschini, l’ombra di Veltroni, l’ombra del premier ombra, come ha ricordato felicemente qualcuno piu’ su.
    Soraya ha ragione, dobbiamo tutti dare una mano, ma anche sentire che le nostre mani stanno tutte insieme costruendo qualcosa.

  107. Romualdo Grillo

    Quoto Marco commento 135
    Anche a me piacerebbe sapere quali sono le vostre argomentazioni (Karen Luca ed altri) contro Di Pietro.
    Rinnovo anche l’altra domanda: Cosa vuol dire Riformismo?

  108. Luca

    Chiamarlo astio è già un po’ sciocco, rispetto alla volontà di capire le cose. Non c’è astio, c’è totale disinteresse.
    Sarebbe facile rispondere chiedendo invece quale affinità politica e umana dovrei avere per un uomo non di sinistra, che non ha mai elaborato un pensiero di qualche valore politico e culturale, che si limita a urlare cose di fanatismo legalitario, che ha costruito la sua carriera politica su una demagogia priva di progetti e un’attivita poliziesca da pubblico ministero.
    Non è il mio genere, e non credo sia il genere della sinistra. A cui tutti chiedono progetti e contenuti, e poi ne fanno a meno appena si può seguire uno che strilla “indigniamoci”. “Laica, moderna, democratica e di sinistra”, dicemmo due anni fa della sinistra che volevamo: c’entra qualcosa con Di Pietro? No.
    Ho rispetto per chi ama quel genere lì, ma non è il mio. Io credo a delle cose che con Di Pietro non c’entrano niente, e se oggi Di Pietro entra in questa discussione è solo per la sua opposizione generica a Berlusconi: ma se domani un partito di estrema destra prende il 6% contestando Berlusconi, cominciamo a parlare anche di quello come un’opportunità?
    Con questo chiudo davvero – l’ho aperta per buona educazione – la questione Di Pietro. Se dobbiamo analizzare i suoi risultati è un conto, ed è giusto farlo. Se stiamo parlando di prenderla in considerazione come ipotesi alternativa, vuol dire che siamo in cerca del primo che ci dica “andiamo, sistemo tutto io”. L’ultima volta che diversi di sinistra si sono buttati su uno di destra che diceva così, quello era Berlusconi.

  109. HealthGun

    Baget Bozzo (checché se ne pensi, un fine analista politico) oggi su Libero riprende il concetto della inconciliabilità di fondo tra “laici” e “laicisti”, da cui il difetto di fondo del progetto Pd.
    La demolizione ad opera di Ruini e Ratzinger (nel 2005) della interpretazione del Concilio Vaticano II fatta dalla scuola di Bologna (massimo think tank cattolico democratico) ha messo a nudo definitivamente questa inconciliabilità.

  110. Romualdo Grillo

    Grazie della risposta su DiPietro, anche se capisco che non è proprio il tema del giorno.
    Mi interessa molto il parere tuo e dei tuoi lettori sull’argomento DiPietro (entrando un po’ più nello specifico) e anche sul Riformismo .
    Mi sono iscritto al feed, così se in futuro il blog affronterà questi argomenti parteciperò alla discussione.

  111. Simone

    @Luca, Marco Simoni
    Qui c’e’ il link al pezzo di Cazzullo (http://www.corriere.it/politica/09_febbraio_22/nomenklatura_salva_cazzullo_48aba8d0-0099-11de-987b-00144f02aabc.shtml) uscito oggi sul Corriere, ed e’ un’ennesima cronaca desolante di un altro tentativo fallito di cambiare le cose. Ho letto quello che ha scritto Francesco Costa a proposito delle ragioni per cui non siete riusciti o non avete voluto imporre un candidato di bandiera, e che sintetizzate suonano: prima abbiamo sottovalutato il nemico, poi il nemico ha giocato molto duro e un po’ sporco, noi pero’ non abbiamo giocato “la partita perfetta”, e il discorso di Concia non era stato preparato al meglio.
    E’ andata cosi’? Vi riconoscete in quello che ha scritto oggi Francesco Costa sul suo blog?
    E soprattutto,a posteriori, pensate sia stato giusto non tentare a ogni costo, pur sapendo che di sicuro non avrebbe vinto, di far passare un candidato di bandiera?

  112. lux

    Un consiglio. Mandate a casa tutti quelli che hanno radici nel Pci. È gente del secolo scorso che ragiona come nel secolo scorso e fa politica come nel secolo scorso, con i sistemi del secolo scorso.

    Dopo di che, guardate come funziona il partito Democratico americano. Esiste una linea generale condivisa e la possibilità per tutti di dissentire su questioni specifiche, con la propria testa. È così semplice.

  113. Luca

    Per Simone.
    Francesco Costa era lì ed è uno dei più bravi ad analizzare le cose. Quindi di certo aderisco alla sua versione.
    Nel dettaglio della tua domanda, io credo che una volta lì, si sia tentato “ad ogni costo” di far passare un candidato di bandiera: ma che la valutazione sulle firme che non c’erano sia esatta. Bisognava forse lavorarci di più prima (ma come? cercando delegati uno a uno che avrebbero preso un treno e sarebbero venuti a Roma per votare Concia, o Scalfarotto?), una volta lì non si poteva fare di più.
    Forse supererei questa fase di analisi, già abbastanza ricca e comincerei a ragionare su come prenderne atto.

  114. Pingback: About Piddì « malingut

  115. Marco

    Ringrazio per la risposta, anche se la trovo alquanto insufficiente. Temo non sia il luogo adatto per iniziare una discussione in proposito, quindi cercherò di essere breve. Sono cresciuto ed educato secondo i valori di Sinistra ed è per questo che ho votato Di Pietro alle ultime elezioni. Ammetto la debolezza sui contenuti non inerenti alla giustizia, ma durante il governo Prodi è sempre stato un alleato affidabile, condividendone il programma. In quanto alla giustizia, i contenuti sono ampi e argomentati, non “urlati” come piace sostenere a molti.
    Io mi chiedo cosa c’entrino con la sinistra D’Alema che parla coi furbetti del quartierino, Enzo Carra e Bassolino, la Binetti e Franceschini, D’Alfonso, Del Turco e via delirando.
    L’onestà è prepolitica e, prima di attuare i bellissimi sogni Veltroniani (tra l’altro, che condivido), sarebbe bella un po’ di sana coerenza.

  116. Dario

    Non ho trovato da nessuna parte il testo del giuramento di Franceschini..perchè non capisco proprio cosa deve giurare un segretario di partito

  117. Francesco C.

    Riguardo alla questione della presentazione di un “candidato di bandiera”, leggendo il resoconto di Francesco Costa ho capito un punto che avevo precedentemente frainteso: era necessario raccogliere 100 firme e non ce la si è fatta, per cui non è stato tecnicamente possibile presentare il candidato da votare. Invece i supporter di Parisi ce l’hanno fatta (con l’aiuto di quelli di Franceschini…) e Parisi ha potuto essere votato.

    Il mio fraintendimento era dovuto al fatto che Parisi ha poi preso solo 92 voti (meno delle firme teoricamente raccolte!), il che mi ha erroneamente indotto a pensare che fosse possibile candidarsi senza avere 100 firme.

  118. Karen

    @Romualdo
    Non ho astio contro Di Pietro, trovo però che la sua azione sia piuttosto limitata. Riempie un vuoto: attacca Berlusconi come il PD non ha mai fatto. A me non basta, mentre molte persone che stimo si sono aggrappate a questa cosa come fosse un salvagente.

  119. Eugenio

    @Luca: in effetti sarebbe ancora piu’ umiliante, scartati pure come opposizione della regina. Pero’ leggila in positivo, siamo fastidiosi e pericolosi, e lo sanno pure loro, tant’e’ che provano a strozzarci nella culla. Ci riusciranno?

  120. Francesco

    Alla fine della fiera e dopo avere letto l’illuminante catalogo degli eventi di Francesco Costa, resta quindi il congresso ad ottobre, o sbaglio?

  121. eugenio

    Quello minuscolo, davanti alla televisione, Iacona è bravo e Cacciari leader per il governo.
    Perso per perso, lo facciamo con dignità.
    Ps: se si taglia la barba.

  122. alberto

    Ho l’impressione che nel Pd possa essere scattato una sorta di ticket, col segretario fino al congresso assengato ai popolari e poi il previsto ritorno di un Ds. Ho anche l’impressione, dopo aver visto il video del giuramento di Franceschini e le sue successive dichiarazioni, che il Pd consideri che l’emergenza non è sua, ma del Paese, che c’è un attentato alla democrazia e che quindi bisogna serrare i ranghi, senza tante premure per la correttezza delle procedure. Insomma, se sono sincere le parole di Franceschini, si sono messi l’elmetto. Non si tratta più solamente di vincere le elezioni, ma di difendere la Costituzione, e allora, a prescindere dal fatto che questa scelta sia strumentale a proteggere gli attuali dirigenti o sia una strategia in cui si crede, non penso che ci sarà molto spazio per le innovazioni e le sperimentazioni, insomma per i giovani. Questi ultimi dovranno farsi spazio da soli e mi sembra che il post-analisi di Francesco Costa dimostri che perlomeno hanno una certa lucidità sui problemi da affrontare. Secondo me, infine, mettere l’elmetto in questa maniera sarebbe un errore da parte del Pd.
    P.S.in un precedente commento dicevo che l’elezione dell’Assemblea era stata trasparente. Adesso leggo da Francesco Costa che invece “ci eravamo dimenticati del tutto delle modalità con cui fu eletta quell’assemblea, con le liste bloccate redatte da Goffredo Bettini e pochi altri maggiorenti”.

  123. Perezoso

    Dunque alla fine si è capito a cosa servivano quelle duemila e rotte persone… erano la rete di salvataggio del gruppo dirigente, alla bisogna si convocavano come tanti bei soldatini pronti a dare una pennellata “democratica” all’ennesima scelta suicida.
    Caro Luca le cose cambiano ma certi personaggi no (a quanto pare)

  124. Fabio

    Ragazzi, quelle liste, per la parte veltroniana e per la parte lettiana, sono state fatte con la gente che c’é già DENTRO al partito, non con dei passanti o delle persone che frequentano il giro da 3 giorni.

    Posso parlare, perché le ho organizzate nella mia regione, delle liste pro Rosy Bindi: in gran parte sono state fatte con delle “preprimarie”, cioè con delle assemblee pubblicizzate in cui ci si presentava e si raccoglieva il consenso dei presenti. E difatti sono entrati parecchi outsider della politica locale.

    Chi ha voluto scommettere sul sicuro vincente ha votato liste fatte a tavolino. E ora non ha nessun diritto di lamentarsi se hanno eletto solo persone “affidabili”.

  125. gianfranco

    concordo con Marco (10 commenti sopra) su Di Pietro
    siccome l’ho menzionato per primo in questo post
    torno sull’argomento per dire che in effetti
    al di là del suo populismo
    son d’accordo anch’io che nel governo Prodi
    sia stato l’unico leale e che HA FATTO delle cose nel suo ministero
    al contrario di altri
    che han solo votato un’ignobile indulto
    che han difeso ad oltranza uno come Mastella
    che progettavano sporche scalate in finanza (mooooolto di sinistra questa cosa…)

    poi si potrebbe avviare un discorso
    su cosa è o non è di sinistra
    perchè dire che “invocare il rispetto della giustizia” come fa Di Pietro non è di sinistra
    non solo disattende i vecchi partigiani come mio padre che sono un po’ stanchi della corruzione, della criminalità dilagante, dell’indifferenza della qualità della vita nelle grandi città
    ma consegna dritto dritto voti alla lega
    (ma nessuno pare interessarsi a questo)

  126. gianfranco

    per inciso:
    mio padre, ex partigiano combattente,
    ex votante PCI, PDS, DS,
    NON ha votato per di pietro
    anzi lo “aborre”
    ma adesso cosa dovrà votare secondo voi ?

  127. Marco Lazzaroni

    Io penso che dal punto di vista dell’impegno, si poteva fare ben di più (parlo di Scalfarotto, Civati e co.). Io ho fiducia in questi ragazzi ma si devono dare una mossa, ho scritto questo sul blog di Scalfarotto:

    “E’ guardando questa foto che mi sono un attimo girati e ho fatto l’intervento circa l’estrazione degli attributi in commento all’altro post.
    Attorno a voi non c’è nessuno e ne prendo atto.
    Ma ci avete seriamente provato a coinvolgere qualcuno?
    Avete telefonato a destra e a manca?
    Avete cercato di portare più gente possibile e non lasciare che venissero solo i fedelissimi e malleabili peones dello zoccolo duro?
    Avete messo striscioni all’ingresso?
    Vi siete appostati agli ingressi di buon’ora e avete fracassato le palle a tutti quelli che entravano?
    Siete ripassati per le file di sedie e cingendo le braccia dei vostri interlocutori all’altezza delle ascelle li avete scossi con vigore urlando loro in faccia a 2cm dal naso “SVEGLIATI! DOBBIAMO SALVARE LA DEMOCRAZIA IN ITALIA?”
    Avete fatto baccano in genere?
    Avete urlato, e forte, tutto il vostro dissenso?
    Avete preso la parola per esprimere la vostra idea, sfidando alzate di sopracciglia (cit.)?

    Avevate di fronte dei professionisti della manipolazione, navigati oratori, personaggi che sanno come far girare a proprio favore un’assemblea composta perlopiù da una massa di volubili teste mollicce, mettendo qua e là qualche fedelissimo che applaude a ogni pié sospinto gli interventi della direzione.

    Dovevate fare tutto questo, e ancora di più, se non per riuscire a cambiare l’esito dell’assembea, per far capire il forte malumore della base del partito, per istillare per lo meno il dubbio che tutto ciò avvenisse contro la volontà della maggioranza.
    Tutto ciò non è stato, e ora come in un film già visto, dopo le divisioni del pre-dimissioni, e il ricompattamento dietro alla soluzione Franceschini, ora tutti ricominciano a remare contro.

    Voi siete la classe dirigente del futuro: se non vi date una mossa, se non vi ci buttate con indomita passione, rischiate di imitare gli errori di snobismo e di distanza dai problemi reali della gente propri della classe dirigente attuale!
    Quindi coraggio: o fate un altro balzo in avanti in termini di impegno e dedizione, o dedicate la vostra vita a qualcos’altro.
    CORAGGIO!”

  128. Fabio

    C’é troppa gente che ha troppa paura di (ri)metterci la faccia esprimendo coram populo il vostro dissenso.

    Questi maestrini dalla tastiera rossa non valgono un’unghia di Lerner o di Parisi. Sono solo piccoli emuli di Cacciari, che incide ancora meno degli altri due. Il che è tutto dire.

  129. mytwocents

    Riporto quanto detto da me sul blog di Costa:

    Dobbiamo metterci a lavorare per il congresso fin da ora. Lavorare su ogni possibile strategia, compresi i colpi mediatici, fino ai colori da indossare per risaltare di più, ai migliori cartelli.
    Al Congresso conta il numero di tesserati? Lanciamo per questi mesi una campagna di tesseramento ad alzo zero.
    Conta esserci? Appena si sa dove sarà cominciamo a trovare posti convenzionati dove poter soggiornare a poco costo anche da fuori.
    Organizziamo un barcamp che comprenda anche il tesseramento, e che parallelamente e in simbiosi con il Congresso costituisca sia una scuola che una base di partenza per ciò che siamo.
    Mettiamo su un team di speechwriting vie web per i discorsi i chi interviene, stendiamo dei piani, facciamo strategie.
    Dobbiamo farci attivi e dobbiamo farci cattivi. È l’unico modo per provare a fare qualcosa di reale, sennò tanto vale abbandonarci a ciò che lo schifo che tu ben racconti invita a fare: fare spallucce e mandarli a quel paese.
    Abbiamo fallito all’Assemblea, falliremo un po’ meno al Congresso, andremo meglio la volta dopo e poi – se saremo abbastanza bravi, abbastanza caparbi, abbastanza folli e incazzati per insistere – vincere.

    E, tra l’altro, sarebbe bene cominciare a trovare un candidato fin da ora. Anche attraverso primarie aperte via web. Questo permetterebbe di cominciare a lavorarci un po’ i media e di dar visibilità alla faccia e alla persona, piuttosto che decidere chi candidare il giorno stesso.

    Ora la domanda è: siamo in grado di fare queste cose? Abbiamo voglia di farle?

  130. mighio

    In un bar di Broni in provincia di Pavia giovedi assistevo alle lacrime di un 50enne che dichiarava d’aver perso tutto (lavoro e casa se ho ben capito i suoi poveri discorsi) e cercava parole di conforto che otteneva dalla barista , sua conoscente. Poi sono entrati altri due pensionati e per un quarto d’ora ho assistito alla scena ed ai dialoghi diversi.

    In tutto questo io ero l’unico a consumare (un caffè ed una brioche) e tutti gli altri sedevano a guardare fuori. Sulla porta del bar un cartellino “cedesi attività”. Il bar chiuderà : in centro a Broni rimarranno solo altri due bar dove piangere.

    Davanti a tutto questo , se qualcuno parla di congressi significa che è in grave pericolo perchè illuso sta vivendo una vita “sicura” e/o “al riparo” che gli permette di occuparsi di sonore cazzate.
    SVEGLIATEVI perchè fuori dall’ufficio sta accadendo la cosa peggiore da quando esistono gli stati nazionali. Si chiama fine del gas , fine dei carburanti , fine del litio , fine del rame , fine del credito , fine dell’agricoltura meccanizzata , fine di questo e di quello , compresi congressi e partiti , rimarrà l’ultimo dittatore in carica e violenza se non vi muovete subito.

  131. Cristiano

    Le primarie all’italiana avrebbero l’effetto di distruggere tutto in un attimo. Si scannano in 2, vince uno ed i seguaci dell’altro sceglieranno se lavorare contro dall’interno o fare una scissione. E poi la cosa si ripropone in ogni ramo del partito che si viene a creare…
    Meglio dare in mano a uno, d’accordo o no su tutto con lui si segue senza passare più tempo a discutere all’interno che fuori e poi si vedrà come va.
    Se credo nel PD dovrei cercare di fargli prendere più voti possibili a prescindere se preferivo Franceschini, Bersani, Parisi o Tafazi
    Non credo ci fossero i tempi per fare sia la campagna elettorale che il congresso.
    Io spero che vadano meglio possibile le elezioni, poi si vada al congresso, comunque vada si esca con un leader e gli altri si mettono zitti a seguire quello fino al prossimo appuntamento (che saranno le politiche).

  132. Paolocoss

    Questa cosa della difesa della democrazia e della costituzione mi fa schiantare dalle risate. E’ come dire, che ne so, “salviamo la salamella”: a chi non piace la salamella, tra la metà del Paese che non vota Berlusconi intendo? Così, Franceschini va a giurare sulla Costituzione, un gesto importante e di grande valore simbolico, per carità, in un momento in cui effettivamente questo governo manifesta intenzioni di bellicoso cambiamento. Ma intanto mi chiedo: se ad esempio il parlamento approva una legge per cui l’alimentazione e l’idratazione forzate non sono rifiutabili, il Pd è disposto a impegnarsi sul serio in un referendum abrogativo? Oppure traccheggerà come sulle cellule staminali, sull’aborto, sul divorzio, e continuerà a difendere il concetto di Costituzione mentre i cittadini del 2008 non possono più scegliere liberamente se essere curati e come? Ma veramente credete che basti dire che si vuole difendere la Costituzione da Berlusconi, quando manca completamente la capacità di dire due concetti in croce sulle cose che davvero hanno un peso sulla vita delle persone? Davvero credete che, se domani Berlusconi viene centrato da un fulmine, un Pd senza idee e senza coraggio e senza modernità possa contrastare e battere una qualsiasi coalizione non o post berlusconiana? Cosa si fa se (ed è un grosso se) si vincono le elezioni, cinque anni a difendere la Costituzione? Oppure si ammette che da dentro il Pd – e da dentro l’Italia dei Valori, e da dentro Rifondazione, ecc – non emerge nessuna (ma proprio nessuna) idea davvero avvincente di cosa farci, con questo Paese? La Costituzione è un pezzo di carta scritto 60 anni fa da gente che nel frattempo è tutta morta e sepolta, e a forza di esaltarne il valore simbolico si è perso completamente di vista il lato pratico della faccenda, il fatto cioè che fare politica dovrebbe servire a migliorare la vita dei viventi (appunto). E adesso via con il dito puntato e i cazziatoni “ma sei matto, la costituzione è bla bla bla”.

  133. dalemiano

    La cosa positiva del vostro “movimento” (I Mille, Fondazione Daje, Generazione U etc.) è sicuramente la voglia di partecipazione attiva e tecnologicamente avanzata al progetto del Pd (il limite della “oligarchia” è forse non di averne colto il potenziale).
    Devo dire però sul piano dei contenuti, strategia, tattica (vedi anche Assemblea Costituente), carisma (vedi insistenza su Scalfarotto) non riuscite ad impressionare.
    Da “avversario” mi verrebbe da consigliarvi la consulenza esterna di D’Alema..
    Ora, invece di recriminare, avreste tutto il tempo per preparare una grande partecipazione alle primarie-congresso di ottobre.

  134. Paolocoss

    Dalemiano, certo che hai una bella faccia tosta: il tuo lìder Massimo ha passato tutta la giornata di sabato a leggersi il giornale, come se la cosa non gli interessasse. Strano, visto che non è stato zitto un solo minuto degli ultimi anni (e dei prossimi, temo): solo sabato non aveva niente da dire. Guardate che questo è il Partito Democratico, la fila per Cosa Nostra è da un’altra parte.

  135. Luca

    Di Marco Lazzaroni apprezzo l’incoraggiamento, ma gli chiedo di condividere un principio che abbiamo adottato appena abbiamo cominciato a organizzare cose in politica: chi ha un’idea si occupa del suo sviluppo. Suggerire o chiedere agli altri è interessante, ma sterile.
    Al dalemiano di ritorno chiedo di abbandonare il cliché della mancanza di contenuti: sul sito dei Mille le persone di cui parliamo hanno prodotto una mole straordinaria di contenuti, progetti, discussioni. E l’hanno fatto fuori, in molte occasioni, incontri, dibattiti. E sull’Unità di recente in diversi articoli ed analisi.
    Non sono i contenuti che mancano. Il progetto è una sinistra laica, moderna, democratica e di sinistra, e queste sono cose concrete e articolate, e per esempio poco manifeste nel Pd attuale.
    Non litighiamo su D’Alema, è una persona intelligente, esperta e simpatica (dico sul serio). Ma ha smesso di conoscere il mondo da un pezzo, ed è forte solo del credito costruito parecchi anni fa: che non è poco come forza, ma non è un progetto, non è una visione, non è il PD.

  136. Rosario

    Luca, il problema è che tra chi legge Repubblica (e quindi mi aspetto voti PD, o giù di lì) c’è un 13% a cui piace Marco Carta, un 11% a cui piace Povia, e via via tutti gli altri.
    Ergo: se lo meritano Alberto Sordi Franceschini.

    Perdona lo sfogo morettian-elitista :)

  137. Marco Lazzaroni

    @Luca
    Hai perfettamente ragione e ci sto meditando. Io non ho né l’intelligenza né la cultura per dare un grande apporto, però penso che come portatore d’acqua potrei anche cavarmela.

  138. dalemiano

    Il punto non voleva essere D’Alema.
    Il problema per me è questo: vorrei che la smetteste ad ogni passaggio di lamentarvi dei presunti “complotti dell’oligarchia” (da orticaria) e vi assumeste la responsabilità delle vostre sconfitte (obiettivamente democratiche).
    Onestamente credo che il calo di consensi del Pd, oltre che alla sciagurata leadership di Veltroni (ma non lo avevano sostenuto molti di voi?) sia da imputare anche a questo atteggiamento disfattista.
    Insisto: volevate le primarie subito (posizione onestamente irragionevole, dal mio pdv)? Non ve le hanno date. Vabbè, avrete più tempo per preparvi al congresso.
    Lì Ci giochiamo il futuro del Pd.
    Se deve essere una grande storia, dipenderà anche da voi.

  139. vale

    caro luca, condivido con te molte delle posizioni che vai esprimendo ormai da mesi sul futuro della sinistra in italia. quasi tutte, direi. tranne una. di pietro. vorrei chiederti se hai mai considerato il voto a di pietro sotto questa luce: vota (e voterà compatta anche alle europee, e aumenterà il suo volume) di pietro tutta quella sinistra che ha resistito e sta resistendo a due sierene, pure mooolto seducenti. da una parte il canto dell’astensionismo, dall’altra la melodia (invero stonata, ma verace) del leghismo. voto di protesta? qualcosa di più, perché di pietro, travaglio e anche grillo non sono solo “protestanti”, sono anche “proponenti”. diciamo che chi vota di pietro lo fa potendo ancora respirare, senza doversi tappare il naso come invece dovrebbe fare votando binetti da una parte o diliberto dall’altra. lo fa, magari, perché è l’unico modo che ha per dire NO al lodo alfano. per esempio. tu dici giustamente che chi ha idee ha il dovere di svilupparle. io ho un sacco e una sporta di idee, e le ho da almeno sei anni a questa parte. adesso quelle mie idee le vedo balenare nella testa di molti dei responsabili del disastro di oggi. tanti mea culpa commoventi. su quello abbiamo sbagliato, su quell’altro abbiamo sottovalutato. ma non se ne va nessuno. io non vedo l’ora che se ne vadano, tutti. non vedo l’ora di non dover più votare di pietro, non vedo l’ora di accendere la tv e non esser costretta a vedere in loop e in continua replica, chiaro come il sole, il motivo per cui la lega vince, e continuerà a vincere. finché i nostri migliori giornalisti faranno le “inchieste” sui campi rom sfottendo il popolino leghista e dimenticando distrattamente tutta una serie di dati, per esempio, non ne usciremo. non lo so, dimmi tu. convincimi a votare questo pd.

  140. Wizzardo

    Credo che questo dibattito sia la riprova delle energie potenziali insite nell’umanita’ di centro sinistra, quella che ritengo contenere la parte migliore del paese, se non altro per desiderio altruistico di impegno nella societa’.
    La sensazione di cupio dissolvi che dura da decenni ormai non fa altro che mortificare queste energie, imprigionarle in una perenne sensazione di sconfitta, di impotenza.
    Credo che nessuno possa imputare a nessuno di non essersi impegnato abbastanza. Va da se che in politica non si puo’ attendere che qualcun’altro faccia qualcosa, mentre noi si fa altro.
    Come ampiamente ripetuto qui, il problema del centrosinistra sta in gran parte nella selezione delle elite politiche (leggasi classe dirigente).
    Dire che un dibattito per le primarie avrebbe spaccato il partito significa non avere nemmeno lontanamente intuito il senso dell’aggettivo “democratico” che connota o dovrebbe connotare il PD.
    Un grande partito si contraddistingue per accesi dibattiti interni, definizione di una strategia comune, disciplina ed unita’ nel perseguirla.
    Al PD mancano entrambi i passaggi, al momento.
    Se vi (ci) fa schifo il PD, occorre trovare un’alternativa o cambiare il PD.
    Io credo che l’unica speranza, prima di rinchiuderci nelle caverne a ripeterci quanto siamo mejo o migliori (non miglioristi), sia che il PD diventi quello che puo’ diventare. Cioe’ una grande casa per la sinistra, i liberal, i cattolici democratici.
    Lasciamo perdere l’aggettivo “riformista” per carita’. Appartiene al secolo scorso, come qualcuno ha fatto giustamente notare dizionario alla mano.
    L’attuale classe dirigente del PD vive nel secolo scorso. Ma non dimentichiamoci che in questo, probabilmente, sono ancora in sintonia col paese reale, quello degli afterhours per intenderci (che pure a me non piacciono mica tanto, ma il pezzo merita..).
    Per questo occorre mettersi in moto, ovunque, ognuno a suo modo e secondo le proprie inclinazioni.
    Per quanto riguarda la strategia congressuale, mi sembra che (purtroppo) ci sia tempo per definirne una.

  141. Simone

    Luca, condivido una parte delle posizioni di dalemiano (non quelle su D’Alema, ne’ quelle sull’irragionevolezza delle primarie), e molto di un post di Marco Lazzaroni, nel senso che credo che ci sia stata, l’ho scritto piu’ sopra, poca determinazione da parte vostra, poca rabbia, poca cattiveria, anche se non ha mai fatto difetto l’impegno e l’energia. E’ che a un certo punto tocca andarci giu’ duro, e alzare i toni, non fosse altro perche’ la vostra voce deve echeggiare la frustrazione silenziosa, la mareggiata della rabbia di chi voce non ne ha, ma vi sostiene ed e’ pronto a continuare a farlo. E credo che uno degli errori fondamentali sia che al vostro interno non e’ ancora chiaro il candidato, il leader della nuova generazione che proverete a portare al congresso. Prima lo scegliete, meno difficile sara’ imporlo.
    @Vale: per nessuno, credo, autenticamente di sinistra, la lega ha mai rappresentato e potra’ mai rappresentare una sirena anche solo lontanamente seducente.
    (@Paolocoss: hai un blog?).

  142. Luca

    Simone, la scelta di un candidato convincente al cento per cento è uno dei problemi del costruire un’alternativa. Al momento non c’è. E neanche al novanta. E io credo sia importante: è sciocco fingere che non lo sia. Tutti i grandi progetti politici hanno bisogno di qualcuno bravo a portarli avanti, e chi dice facciamo il progetto e poi occupiamoci dei nomi dice una cosa senza rapporto con la realtà. Perché le due cose vanno insieme, e perché in termini di progetto e contenuti siamo molto avanti.

    Penso che rispetto a questo sia necessario uno sforzo di fronte comune: al momento tendo a pensare che questo sforzo sia lontano, e che se emergesse un nome convincente al cinquanta per cento su cui lavorare per far crescere questa percentuale, ancora troppi possibili alleati – anche tra i presenti – penserebbero prima a sbuffare piuttosto che capire quali sono le priorità.

    Per questa ragione mi sembra confortante che il grado di complicità comune – soprattutto per merito dell’attuale gestione – stia crescendo.

  143. Pingback: Facce da Pd | OpenWorld

  144. Simone

    Luca, grazie della risposta articolata e sincera.
    E’ molto giusto quello che dici sui progetti politici e su chi deve portarli avanti. Sappi solo che – mi permetto di estendere ad altri, a molti altri una sensazione che e’ mia – a chiunque emergera’ come leader della nuova generazione, tra i nomi che si agitano adesso, noi virtuali, come ci ha “contati” Franceschini, daremo in grandissima maggioranza il nostro sostegno e voto, anche se non sara’ il candidato che in cuor nostro avremmo piu’ voluto, perche’ la fiducia nel vostro gruppo e nelle azioni e nelle idee che state portando avanti da tempo, unita a quella ribollente frustrazione di questi anni, fara’ premio sulle convinzioni di ognuno. Dovete scegliere il candidato andando fino in fondo, anche a costo di farvi male, e poi puntare uniti su di lui. A volte un ruolo ha il potere di trasformare colui che lo assume, come mostra con grande bellezza Rashomon. Un’ultima cosa: a mio modesto avviso il leader dovrebbe essere espresso presto, nell’arco delle prossime otto/dieci settimane al massimo, o non avra’ il tempo di far crescere intorno a se’ il consenso necessario per essere un saldo avversario di Bersani e Franceschini. Non sottovalutate, questa volta, l’organizzazione del tempo. In bocca al lupo a tutti voi, e non dimenticate mai la moltitudine di speranze inespresse, di ambizioni ancora ardenti sotto la cenere, delle quali sarete i portatori.

  145. Simone

    Errata Corrige: il film di Kurosawa cui mi riferivo e’ naturalmente “Kagemusha, l’ombra del guerriero”. Nella foga…

  146. eugenio

    Sorry, pur essendo solo un elettore poco simpatizzante, si può andare oltre il Partito e pensare a qualcos’altro, più o meno grande?
    Per vale: se uno di sinistra è attratto dalle sirene di Di Pietro e dai suoi Valori o dalla Lega: io sono di destra. Ops, ho sbagliato fila.
    quello minuscolo

  147. matteo

    sono arrivati al fondo… e hanno iniziato a scavare:

    ROMA – Pioggia di emendamenti sul ddl Calabro’ relativo alle dichiarazioni anticipate di trattamento (dat), che registrano ancora una volta un Pd diviso. Non solo il capogruppo in commissione Sanita’, Dorina Bianchi, non ha firmato l’emendamento su idratazione e nutrizione artificiale del gruppo, ma Francesco Rutelli ne ha proposto uno suo, in cui dice no allo stop di nutrizione e idratazione, affidando, in una sorta di compromesso, una ‘terza via’, la decisione al medico insieme a fiduciario e familiari in alcuni casi particolari.

  148. Francesco

    Sentendo parlare stasera Cuperlo a L’infedele, è davvero un peccato che non è stato fatto qualcosa in più per portarlo all’attenzione dell’assemblea.

  149. Francesco

    Guardando le cose in prospettiva, non so fino a che punto essere un “abatino” sia un fatto negativo.

  150. eugenio

    non sto guardando la tele ma ascolto joe Cocker da radio wigstenstein: che cazzo dite voi due?

  151. Pingback: Meglio un giorno da leoni o cento da conigli? | OpenWorld

  152. vale

    eugenio e simone: io non sto parlando per ipotesi. sto parlando di numeri. di pietro e lega sono cresciuti costantemente nelle ultime consultazioni. i partiti di destra pure. quindi: o io non so fare i conti, oppure (come fa rilevare eugenio, orgogliosamente, oltretutto) chi ha votato questi due partiti è rientrato nel suo alveo naturale che sarebbe quello di destra. insomma, meglio perderli che trovarli? anche gli operai delle fabbriche del nord-est che fino a qualche anno fa votavano pci ed erano iscritti alla cgil e adesso votano lega, pure quelli me li sono inventati io, o forse anche loro hanno finalmente ritrovato la loro sana e autentica natura fascistoide, no? quindi ancora: meglio perderli che trovarli. e quindi: meglio perdere. e dunque: continuiamo così. fate leggere a franceschini questo bel dibattito, così si tranquillizzerà che tra qui e la realtà del suo partito non c’è differenza. stesso orgoglioso snobismo d’appartenenza, identica testardaggine nel mantenersi scollati dal territorio. poi, se interessa a qualcuno, potrei anche farvi un elenchino dei momenti salienti in cui gli operai leghisti e i maledetti giustizialisti hanno scoperto di non essere “autenticamente di sinistra”, grazie alla maieutica opera dei dirigenti della sinistra autentica.

  153. eugenio

    Chiedo scusa, ma guarda vale che scherzavo, sono di sinistra da quando avevo 16 anni, ora ne ho 50 e sono disincantato ma i leghisti non li sopporto.
    Vivo a Brescia, so quel che dico.
    Baci

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