Niente è più come prima

Oltre al fatto che fa ridere, che ci riconosciamo pure noi quarantenni (e questa è una minaccia per i trentenni), e che è molto vero, il racconto di Zerocalcare sui trentenni e sul gap tra l’età adulta come la consideravamo un tempo e come è diventata, spiega efficacemente un sacco di cose nei contesti più vari. Compresa la politica e la sciocchezza di misurare le nuove generazioni con il metro delle vecchie. È tutto cambiato.

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3 commenti su “Niente è più come prima

  1. Vasiliy Stepanov

    Sì, il racconto è carino e, direi, veritiero. Però un dettaglio: con quale metro bisognerebbe misurare le nuove generazioni se non quello delle vecchie? Non ne esistono altri! Misurare una generazione su ciò che questa generazione dice di se stessa (come se tutti dicessero la stessa cosa)? Quante volte una generazione s’è lanciata all’assalto del cielo solo per combinare un disastro epocale e poi leccarsi le ferite e rinnegare tutto il suo passato? O si tratta del solito discorso dei ‘nativi digitali’ che, per quel che ne so, mangiano, bevono, dormono e copulano esattamente come noi e hanno una gran facilità ad acquisire skill digitali che abbiamo acquisito senza troppa fatica anche noi cinquantenni?
    Come il discorso che faceva l’altro giorno sulla difficoltà di raccontare gli anni Settanta. Dal lato dei giovani la difficoltà potrebbe stare, semplicemente, in una mancanza di talento, a sua volta figlia della convinzione di non avere nulla da imparare da un passato in cui non c’erano telefonini ne’ social network ne’ twitter. Prima o poi arriverà qualcuno col talento necessario per farlo, qualcuno fuori sincrono con l’ethos e i luoghi comuni della sua generazione e capace di immedesimarsi sia col passato che col presente e magari col futuro – insomma, un artista.
    P.s. – Ahimè, non io, mi sa.

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