La guerra dello share

Ai primi tempi di Radio Wittgenstein (che ha compiuto un anno, vedo adesso) diedi un po’ di dati sui suoi esigui ma eccitanti ascolti, che poi non ho più aggiornato pubblicamente. In realtà non è cambiato molto. Non ho un dato sugli ascoltatori complessivi nell’arco di una giornata, ma a occhio e croce posso immaginare siano circa un centinaio quelli che ci si fermano per almeno dieci minuti. Il dato che ho è istantaneo, e a oggi il massimo di ascoltatori contemporanei è di 56, quando Radio Wittgenstein trasmise il nuovo disco degli Stones, mi pare. Ma mediamente stanno intorno alle ventina: crescono un po’ quando qui si annuncia cosa sta andando in onda, e hanno andamenti curiosi sulle 24 ore (a volte ci sono venti persone che la ascoltano alle quattro del mattino, immagino dall’estero). Va detto, e ne ho colpa, che le trasmissioni sono un po’ discontinue e il palinsesto assai disordinato, ultimamente.

Spiegai a suo tempo perché trovi eccitanti questi quattro gatti che ascoltano la mia filodiffusione, ma non mi sfugge che si tratti di quattro gatti (si tenga conto che i lettori quotidiani del blog sono invece intorno ai tremila, fidandosi delle rilevazioni). Ieri, come avete letto, mi sono divertito ad ascoltare la nuova radio online di Formigoni, annunciata dai giornali con una pubblicità assai superiore a quella di cui dispone Radio Wittgenstein: il dato dei suoi ascolti mi pare induca alle stesse riflessioni, nel bene e nel male. Il giorno dopo, alle 10 del mattino ci sono 47 persone che la ascoltano, con un picco di 57

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