Casabianca (meno sedici)

Dopo il Washington Post, ieri si sono annunciati ufficialmente con Obama il Los Angeles Times, il Chicago Tribune, il Chicago Sun-Times e l’Atlanta Journal-Constitution. Ma proprio sul Washington Post si suggerisce la possibilità che oggi possa essere Colin Powell a dire che pure lui fa il tifo per Obama. Parliamo di un uomo che fu già in un’amministrazione Bush e che fu tra i principali fautori – ricorderete la fialetta – della guerra in Iraq.
Il New York Times ha pubblicato un lungo ritratto di Cindy McCain: o meglio un tentativo di ritratto, ché il personaggio risulta sfuggente. Non ama Washington, dove si sente trattata da sostituta della precedente moglie, ma è devota e combattiva nella campagna di suo marito. Sognerebbe di diventare una specie di Diana, una figura presente e charmante occupata in attività benefiche: si è già portata avanti anni fa con la depressione e gli antidepressivi, e ha superato quel momentaccio e lo scandalo delle false prescrizioni mediche che si era procurata. Alla signora McCain il pezzo non è piaciuto, e la si può capire. Il suo avvocato ha mandato una lettera seccata al New York Times, lamentando che abbiano usato fonti inattendibili e notando che non si siano dati altrettanto da fare in inchieste su Michelle Obama, o sulle confessate esperienze di droga di suo marito (in realtà il New York Times ne scrisse, ipotizzando persino che se le fosse inventate): “Ma il mio parere è che non siano argomenti – da una parte o dall’altra – degni del New York Times”, conclude l’avvocato.
Anche John McCain, comunque, ha guadagnato l’endorsement di un nuovo quotidiano, ieri: è il Mountain Valley News del Colorado, che ha una diffusione di duemila copie. Se votassero solo i lettori dei quotidiani, seguendo gli endorsement, Obama prenderebbe più di sette milioni di voti (53 giornali) contro un milione e mezzo (16 giornali) per McCain.

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