Dj e Ds

A guardarsi in faccia, la richiesta da parte dei DS di mettere insieme delle canzoni da usare durante il congresso serviva soprattutto a fare uscire un’immagine modernista per cui il partito sarebbe stato messo in relazione con il termine “playlist” dai giornali, e tutti contenti. Il mio ruolo di deejay è stato un po’ sovrastimato: mi sono limitato a consegnare un mucchietto di titoli come test grossolano di quello che volevano, e loro hanno detto che andava bene il test grossolano, e finita lì. Comunque, un po’ di buona musica allevia scissioni e delusioni.

Però scusatemi se ci tengo a garantire a quei pochi che hanno qualche stima della mia capacità critica e di scelta che se sui giornali leggono che avrei scelto per il congresso Mina, De Gregori, Battiato, Springsteen e i Rolling Stones, è perché sui giornali sono i soli nomi che riconoscono (oggi sul Messaggero Mario Ajello mi rimprovera – con qualche acrobazia di congiuntivi – di non avere inserito persino la solita stramorettata di Caterina Caselli; mentre quel mattacchione di Diaconale volendo dimostrare che la mia scelta sarebbe vecchia almeno quanto lui, si inventa un celeberrimo “Carlos Gelder”). Insomma nella playlist consegnata c’erano anche i Blue Nile, i CSI, i Jam, i Divine Comedy e Frank Black, per fare degli esempi. E al congresso li useranno, credo: quelli più vecchi di tutti ormai sono i giornali

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