“Un popolo di rincoglioniti”

Qualche anno fa, ha avuto un certo successo tra i teorici dello sviluppo culturale definito dalle nuove tecnologie, un libro di Steven Berlin Johnson in cui erano effettivamente affascinanti alcune elaborazioni sulla qualità e gli stimoli generati da nuove forme creative: i videogames, le serie televisive, i contenuti della rete.

D’altro canto, in diverse altre parti il saggio sembrava farla più facile ed era efficace soprattutto nella costruzione dii alibi e legittimazioni per i dipendenti da videogames e tv, che presero a citarlo in lungo e in largo per dare un senso alle proprie più banali pigrizie.

Qualche giorno fa il Washington Post ha pubblicato un articolo di Susan Jacoby – che anticipava il suo libro – con una tesi del tutto opposta: assai meno originale e affascinante, ma per le stesse ragioni anche più verosimile. La tesi è che gli americani stiano rincoglionendo, diventando più ignoranti e fieri della propria ignoranza, e che si sia diffuso un sistema di esaltazione di questo rincoglionimento a base di antintellettualismo, antirazionalismo e accuse di elitismo retrogrado a chiunque sottolinei il suddetto rincoglionimento.

Le considerazioni che suggerisce sono tre: che la Jacoby ha probabilmente ragione, che il processo non riguarda solo gli Stati Uniti, e che non c’è forse niente da fare

Washington Post, Vanity Fair, IBS, Amazon

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro