Levateje ‘r vino

Ecco perché uno generalmente assai antiproibizionista come il titolare, qui, trova che non ci sia niente di male nel divieto milanese di vendere alcoolici ai meno che sedicenni:

Perché non è una misura proibizionista

A meno che non decidiamo che ogni norma che sancisce che certe cose non si possono fare sia “proibizionista”. Per esempio, è vietato guidare se non hai diciotto anni, ed è vietato guidare il motorino se non ne hai quattordici. Perché nessuno se ne meraviglia, e invece tutti scandalizzati dal “divieto” di bere alcoolici sotto i sedici anni?
Alcuni dicono: se si proibisce, si incentiva la trasgressione. È un aspetto che esiste, rispondo io, ma non mi pare che là fuori sia pieno di ragazzi che guidano la macchina a sedici anni e senza patente per il gusto della trasgressione. Altri dicono: è inutile, troveranno altri modi di bere. Può darsi, rispondo io, ma che le regole siano trasgredibili non mi pare sia mai stato un buon motivo per non averne. E mi domando se la stessa protesta di questi giorni ci sarebbe anche se si vietasse di vendere sigarette ai meno che dodicenni. E mi chiedo se sia proibizionista il divieto di passare con il rosso, e se non incentivi a passare col rosso per ribellione. La legge è fatta di divieti.

Insomma, io credo che il meccanismo psicologico che muove gran parte della discussione di questi giorni sia legato alla novità e al clamore giornalistico del caso. Quando negli autogrill hanno smesso di vendere alcoolici dopo una cert’ora, non c’è stata alcuna controindicazione, mi pare. E credo si faccia confusione sull’antiproibizionismo: che è l’idea che ci siano dei comportamenti non sempre nocivi o pericolosi su cui debba essere lasciata responsabilità di scelta agli individui, oppure che vadano vagliati e distinti attentamente prima di emettere divieti generalizzati. Il proibizionismo sugli alcoolici, quello storico, o quello sulle droghe, sono contestati in nome del fatto che vietano drasticamente comportamenti che la società non condanna con tanta assolutezza. Ma difficilmente si troverà qualcuno che sostenga che un tredicenne deve avere il diritto di bere alcool e di scegliere lui cosa gli può nuocere.
A riprova di questo, è difficile immaginare proteste se il gestore di un bar di Bologna decidesse di sua iniziativa di non servire una birra a un quindicenne. Anzi, forse ne saremmo anche confortati.

Quindi, siamo d’accordo che Milano è una città allo sbando , e ben altro ci vorrebbe per combattere l’alcoolismo giovanile: ma non confondiamo una regola di totale sensatezza con un’imposizione illegittima.

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro

Un commento su “Levateje ‘r vino

  1. Pingback: Divieti alcolici: non voglio una libertà di Stato | Dissapore

Commenti chiusi