La psicopolitica

L’ho letto in più posti, ma lo riprendo qui perché è un concetto molto rivelatore di come siamo ridotti: non l’Italia, non “il nostro Paese”, non “questi tempi”. Di come siamo ridotti noi, ciascuno di noi.

Sandro Bondi, sotto le pressioni che lo accusavano per il crollo di Pompei, ha dichiarato di “non meritare le dimissioni”. E in quell’idea che le dimissioni siano una punizione, non un atto di responsabilità, sta tutta l’infantilità capricciosa e insicura che ha invaso l’età adulta, quella che dovrebbe essere della matura sicurezza di sé, delle proprie capacità e dei propri errori. Altro che sindromi di Peter Pan e nuove generazioni incapaci di crescere: l’immaturità egoriferita e fragile ha travolto da tempo le classi dirigenti adulte e anziane, la trasparenza della loro vanità le rende ridicole, tutto di loro è insicurezza e bisogno di affermazione di sé, perennemente insoddisfatto. E non è che Bondi sia un caso particolare: ci sono fior di navigati ed esperti politici anche nelle leadership di sinistra ostaggi irrisolti delle stesse fragilità infantili, a cui reagiscono con aggressività e machismi traditori e imbarazzanti. E riguarda tutti noi, in misure diverse: guardatevi in giro, ed è tutta una competizione per sentirsi qualcosa, ai propri occhi o a quelli degli altri.

Ma per i leader non è una giustificazione: è un’aggravante. Quando anche i dirigenti, i modelli, gli uomini di responsabilità, fanno scelte dettate dagli stessi capricci di chiunque non sappia accedere a quei ruoli, forse è meglio che li lascino. E che noi torniamo a votare persone con gradi maggiori di maturità e serenità con se stessi: qualcuna in giro ce ne dev’essere.

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19 commenti su “La psicopolitica

  1. Thoreau

    cavolo Luca! seguo questo blog da molto tempo ma è la prima volta che leggo e rileggo un post, questo nella fattispecie, e non ci ho capito un tubo! Grazie per la novità !! (e lo dico senza nessuna ironia)

  2. L.G.

    Io invece, stavolta, non potrei essere più d’accordo!

    Ho pensato più o meno la stessa cosa, quando ho letto quell’incredibile dichiarazione.

  3. francescorocchi

    Io sono molto d’accordo con Luca. Spero ancora che Bondi non sia un buon esempio di italiano medio, ma…

    Il punto che Bondi non vuole capire, in altre parole, è che il Ministro non è un titolo onorifico, un premio, ma una responsabilità. Un compito. Il fine e il senso del ministro dei beni culturali è tenere in buono stato le opere d’arte italiane. Lo sono? Allora va bene. Non lo sono? Allora sei, evidentemente, inutile. Si dirà: ma è stato mica lui a far crollare tutto! No, però se non servi ad impedire certe cose, allora sei, appunto, inutile. Capita spesso che qualcuno rifiuti un incarico, se non si sente garantito abbastanza. Non muore nessuno.

    Capito Thoreau (hai un nick impegnativo, sai?)

  4. makkox

    Il senso di responsabilità è affine al concetto di onore. Totalmente anacronistico in ogni campo: lavoro, relazioni sociali, politica, guerra, economia, parcheggio a spina di pesce. Ergo: Bondi è moderno.

  5. pizzeriaitalia

    Caro Luca ciò che dici è di tale “ovvietà” da non aver neanche bisogno di commento od approvazione… ma è una delle possibili varianti del post precedente: posso fare quello che mi pare in piazza Duomo, tanto poi pago il ticket con un po’ di elemosina, la vuoi l’elemosina… vero?

  6. Thoreau

    @francescorocchi
    capisco quello che scrivi e sono, in buona parte, d’accordo. Quando scrivevo “non ho capito nulla” intendevo dire due cose: la prima è che “non ho capito” (prima persona del verbo capire, se vuoi: comprendere. In nessun caso quello che ho scritto corrisponde a “non essere d’accordo” , a parte nella interpretazione di chi legge, interpretazione che considero comunque importante ) . La seconda cosa è che non ho capito “nulla” (nulla non è “qualcosa” o “una parte” o “una piccolissima parte”). Con questo voglio dire che: volendo domandare chiarimenti, la quantità delle domande sarebbe un commento dieci volte il post stesso e dunque mi astengo. É una mia personale scelta, secondo me esattamente come quella di chi rifiuta un incarico, come quella di chi scrive un commento per dire “sono d’accordo” oppure “sono d’accordo ma…..” oppure di chi scrive “non sono d’accordo”

    p.s. è lo scrivere questa risposta che è stato impegnativo !

  7. gpdamico

    …..persone con gradi maggiori di maturità e serenità con se stessi: qualcuna in giro ce ne dev’essere.
    Ce ne sono eccome, ma non sono candidati. La cosiddetta politica è molto meno interessante del semplicemente vivere da persone mature e serene.

  8. felix

    ho pensato la stessa cosa e mi sono sovvenuto di averla gia’ pensata quando mastella, in qualita’ di ministro della giustizia, si lamentava del fatto che i giudici fossero ingovernabili (mi scuso ma non ricordo le parole esatte).
    volendo giocare con le parole sono anche definiti “responsabili di dicasteri”…

  9. Sauron

    Tutto verissimo, ma il punto fondamentale è che molto di rado i ministri vengono processati in televisione. Capita solo a certuni.

  10. spago

    Premesso che Bondi si deve dimettere a prescindere perchè è inadeguato a fare il ministro della cultura. Ma se parliamo di Pompei penso anch’io che non debba dare le dimissioni. Pompei è ridotta e gestita in quel modo da un sacco di tempo, e la responsabilità diretta del ministro Bondi è pressochè nulla. Sicuramente bisognerebbe intervenire e non solo su Pomepei, ma se pensi che Bondi debba dimettersi per quel crollo, che è dovuto allo stato d’incuria e di mala gestione, allora tutti i ministri della cultura e dei beni culturi fino ad oggi sono responsabili e avrebbero dovuto dimettersi uno dopo l’altro.. Piuttosto che chiedere le dimissioni, che non sevrono a Pompei, dovremmo chiedere subito a Bondi di fare qualcosa, di stilare un piano, di intervenire, di farne una battaglia di vita o di morte, dovremmo sfidarlo ad uscire dalla letargia. In fondo dirò a che servono le servono le sue dimissioni? A parte come atto simbolico di responsabilità fasullo, perchè prendersi la responsabilità non può essere andarsene a casa?

  11. fa.mel.

    Bondi non ha colpa del crollo di Pompei. Ma ne è responsabile. Per questo doveva dimettersi. Credo che la confusione, più o meno inconsapevole da parte di molti, sia tra colpa e responsabilità (credo che ci sia qualcosa di cattocristiano in questa ambiguità, ma non voglio addentrarmi).
    Non è certamente colpa di Bondi se da decenni i beni artistici italiani sono, spesso, in condizioni pietose. Fare il ministro, però, è un grandissimo onore e un enorme privilegio che comporta, di converso, oneri altrettanto enormi, tra i quali vi è la capacità di rispondere totalmente di ciò che è ti è affidato. Una responsabilità enorme, dunque, ma il pacchetto è unico e non si può scompattare. Perciò, se succede una disgrazia, come in questo caso, che sia o non sia colpa tua non fa la benché minima differenza. E’ irrilevante. E’ la responsabilità (proprio nel suo significato letterale) quella che conta. Responsabilità, e poi dignità, onore, senso del ruolo, consapevolezza: per tutto ciò Bondi avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni. Mica perché è colpa sua.

  12. psylo

    Bel post,

    proprio ieri ci stavo pensando, non a Bondi grazie al cielo (ed in ogni caso questo post NON riguarda Bondi, anche se qualche commentatore non l’ha compreso), ma a quanta presunzione gira in Italia, quanto machismo anacronistico, quanta incapacità d’autocritica.

    Vivendo a Londra posso percepire questa distorsione ancora più vividamente, specie da un paese in cui l’auto-ironia è un must, in cui ‘chiedere scusa’ (l’onnipresente I’m sorry) è ubiquo.

    Nessuna volontà di reiterare i classici paragoni da Italiano all’estero. Tuttavia sono sempre più sconcertato nel constatare la baldanzosa, non-ironica spavalderia dell’Italiano.

    Certo, è topico il caso del politico , la cui paura viscerale di pronunciare quelle formule ormai cadute in disuso (‘chiedo scusa’, ‘ho sbagliato’, ‘ho commesso un errore’) è sinceramente deprimente, nonchè strategicamente dubbia (in molti casi anche l’impresentabile B. avrebbe fatto non solo una figura migliore, ma attratto qualche simpatia da luoghi inusitati, con un semplice, velato mea culpa – Obama insegna). Proprio Berlusconi, ma non certo lui solo, rappresenta questa spavalderia infinita, questo machismo senza macchia e senza errore, cosi triste, così demodè. Ma al tempo stesso questo è senza dubbio un male Italiano, e lo vedo attraverso amici e conoscenti, nella forma di una presunzione perenne, di un voler stare al centro del piedistallo, così insulso, così triste.

    Ma l’autocritica è così difficile? Ormai, fuori dal nostro asfittico stivale, prendersi in giro, sottostimarsi, criticarsi, non solo è pervasivo, ma addirittura cool. Non ci si rende conto che la spavalderia tradisce un’immensa debolezza?

    Sono sicuro che in questa attitudine all’autoesaltazione acritica si cela una delle chiavi per comprendere il ventennio che stiamo vivendo.

  13. leorotundo

    Il post è chiarissimo, ma parlare male di Bondi è come sparare sulla Croce Rossa perchè siamo evidentemente davanti ad un autentico “caso umano”. Pe il resto prendiamo atto che le giovani generazioni sono semplicemente figlie delle vecchie.

  14. Urlo

    E’ proprio vero: orgoglio personale, mediocrità individuale. E’ una regola che vale ovunque. Ed è stata anche una delle basi culturali dei peggiori regimi.

  15. spago

    Ma c’è un rapporto fra colpa e responsabilità.. Se fosse colpa di Bondi prendersi le proprie responsabilità vorebbe dire dimettersi. Ma se non è colpa sua, prendersi la responsabilità non può significare dare forfait! Come Ministro dei Beni Culturali ti trovi in una situazione del genere e abbandoni la partita? Non mi sembra un modo di prendersi una responsabilità. Se non è colpa sua quanto successo è però compito suo reagire e occuparsene, vista la carica che occupa. Piuttosto che abbandonarla dovrebbe farsene carico!

  16. barabba marlin

    io ho visualizzato un’immagine meno comica e innocente del bambino che mette il broncio. Ho visto il soldato che tremando pesca la pagliuzza più corta che lo condanna alla missione semi-suicida, ho visto la vergine che viene indicata per il sacrificio pagano della fertilità; ecco un sacrificio, un rito di sangue per sublimare lo scontro tra pdl e fli, tra Berlusconi e Fini, Berlusconi ci prova e offre in sacrificio il suo figlio prediletto, almeno è quello che Bondi avrebbe pensato, nella visione semi-divina del suo padre-padrone.

  17. reb

    sono d’accordo con quanto scritto nell’articolo e certi distinguo della sinistra anziana rispetto alle uscite della sinistra gggiovane sono esattamente questo: quella di prodi e’ stata una grande lezione, in molti dovrebbero prendere esempio

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