Ospedali, pornografia, tv e PD

Ho passato una giornata in un ospedale pubblico (niente di grave), e ho condiviso con altri parenti di persone malate il supplemento di stress inflittoci dalla sintonizzazione su Canale 5 di un televisore collocato nella sala d’aspetto. C’era uno di quei programmi criminali del pomeriggio, nella fattispecie uno con Barbara d’Urso che bisognerebbe chiamare i carabinieri e fare sequestrare tutto lo studio per devastazione psicomorale dello spettatore (devastazione già palesemente avvenuta nelle teste di conduttori e autori e ospiti) e incitazione alla cretineria.

Se anche pensassi – e non lo penso per niente – che la tv non debba avere una funzione pedagogica virgola, che abbia invece una funzione peggiorativa delle persone, del loro stato d’animo e della loro intelligenza mi pare troppo. Ma soprattutto, la metto così: in un ospedale pubblico, sia servizio pubblico. Si devono mostrare solo i programmi Rai, non si capisce percé regalare guadagni pubblicitari alla concorrenza, e non si capisce perché privilegiare l’offerta privata a quella pubblica (che pure ha le sue schifezze, eccome, ma almeno ce ne possiamo vergognare con ragione). E inoltre, in un luogo la cui funzione deve essere terapeutica e di miglioramento delle condizioni psicofisiche delle persone, non si sintonizzano le tv su dei programmi deprimenti, abbrutenti, stressanti, che riducono le funzionalità di organi importanti come il cervello.

Pensavo queste cose e mi chiedevo se spegnere la tv o cambiare canale arrampicandomi sulla parete della sala d’attesa: e però ho pensato che alcuni dei parenti si sarebbero seccati e mi avrebbero detto che volevano vedere la pornografia del dolore, e che quindi sarebbe stato sgarbato scontentarli e fare ciò che pensavo giusto anche per loro, e alla fine non ho fatto niente. E così ho capito il Partito Democratico, e ne sono diventato potenziale tipico leader: non ho fatto nulla, e ho scritto questo post.

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54 commenti su “Ospedali, pornografia, tv e PD

  1. robecucci

    Il dramma è l’assuefazione che tali programmi inducono in buona parte degli Italiani, il problema è che il loro voto conta quanto il mio!!!

  2. Baykal

    Luca, non hai mica capito, la televisione sintonizzata su Canale 5 è terapia anestetica preventiva…ora però resta da capire la relazione anestetica con il leader PD…

  3. marisa

    E’ proprio quello che ho scritto ieri in fb. la mia tv era casualmente sintonizzata sulla D’Urso e mi ha letterlamente incantanto la sua ipocrita capacità di passare da una patetica espressione di dolore per il povero motociclista al sorriso più frivolo e la risata più volgare dell’argomento successivo. Ed è proprio vero quel che ha scritto robecucci: milioni di italiani di quella tv, che cercano quella tv, che reclamano quella tv, vanno a votare!

  4. vitto

    6 mesi di chemioterapia nei pomeriggi di in un ospedale pubblico romano; la sala di attesa (popolata soprattutto da familiari in attesa di recuperare i propri cari) con la TV sintonizzata incessantemente su Canale 5. Storie truculente, sexy, trash, o piene di un alone di religiosita’ si alternavano su quello schermo, guardato distrattamente, ansiosamente o con vivo interesse.
    Piu’ e piu’ volte mi sono chiesta se fosse appropriato portare la tv sciatta del dolore in un luogo di dolore. Se avesse senso vedere miracolose guarigioni la’ dove si stava lottando per guarire. Se facesse bene ai corpi sacrificati dalla medicina vedere quell’ebrezza di siliconi e fertilita’.
    Anche io non ho mai fatto nulla, forse chiesto una volta di abbassare il volume.
    E poi si dibatte se lasciarci o meno il crocifisso in quei posti la’…

  5. Francesco

    Beh, la prima cosa che ho pensato è che questa esperienza la dovrebbero fare molti commentatori del PD, poi però mi apre di ricordare di aver letto da qualche parte che dovremmo fare tutti qualche piccola cosa per avere un grande paese e che tutto sommato ero d’accordo.

  6. brainmover

    Concordo su tutto, tranne che sull’uso del termine “pornografia” in senso dispregiativo.

  7. Carlo M

    gli ospedali non saprei, ma se ci fate caso quasi tutti i ristoranti e i bar che hanno una tivvù, ma proprio quasi tutti, sono costantemente sintonizzati sui canali mediaset.

  8. rafeli

    Questa è gran parte dell’Italia. Poi è ovvio che se hai a che fare con giornalisti scrittori e intellettuali tutto il giorno, te ne dimentichi. Te ne dimentichi a tal punto che ipotizzi un Civati bello buono e pettinato come possibile futuro leader.

  9. S.ara

    Da attivista del PD (parola non inventata oggi da Civati, ma mutuata da AMnesty International), provo ad andare oltre: un intervento presso la/il caposala, che di solito sta nella stanza ‘in fondo’, con qualche infermiere come testimone, mi raccomando, oppure una mail al direttore dell’ospedale, in copia ad un po’ di altra gente, tipo il direttore della asl, l’assessore ai servizi sociali, il sindache, qualche mezzo di informazione locale… potrebbero sortire qualche effetto: provare non costa quasi niente.

  10. odus

    Tra chi scrive queste cose e me la colpa è mia che le vado a leggere.
    Non ho mai apprezzato le maestrine coi pantaloni e col dito alzato – mio padre le chiamava le “direttrici” – che sanno sempre quello che è giusto fare e vogliono imporre a tutti il proprio modo di pensare e quello che è giusto fare.
    Nel caso di chi ha scritto l’articolo, quello che “sarebbe” giusto fare.
    PS. Un dubbio. LS è sicuro che si trovava in un ospedale pubblico e non in una struttura privata?

  11. lara8

    Concordo in pieno e sottoscrivo anche quello che scrivono MARISA e CARLO M:e c’è ancora gente che crede che la tv non abbia alcuna influenza sulla formazione delle persone!

  12. Andrea

    Posso garantire, in tre anni di numerosi e lunghi ricoveri in strutture pubbliche, non ho mai visto una televisione che non sia stata sintonizzata su stazioni che non siano state mediaset, nessuna protesta è valsa ad un aggiornamento.
    Addirittura in camera sterile le unche stazioni che il Mio televisore riusciva a captare erano le solite tre M., WiFi era lungi a venire otto anni fa e preferii rinviare la tv a casa e dedicarmi alla radio per non essere nauseato dalla volgarità di certi programmi.

  13. massimob

    Comune sentire? Oggi anche Grasso ritorna sull’argomento http://video.corriere.it/siamo-assuefatti-morte-diretta-/ba7affa6-ffd8-11e0-9c44-5417ae399559 sottoscrivo la sua conclusione, non è certo il caso di LS, ma come mai da anni ci lamentiamo di queste trasmissioni (Luca non è che se la TV fosse stata accesa su raiN le cose sarebbero poi state tanto diverse) e poi ne vediamo il proliferare? La TV non deve avere una funzione pedagogica ma nemmeno cretinologica.

  14. Sergio

    Una ottima ragione per portarsi sempre dietro un telecomando universale.

    Certo, spegnendo la tv o anche solo abbassando il volume si esercita una forma di violenza sulle persone che abbiamo attorno che vogliono assolutamente vedere i programmi della durso.

    Il mondo si divide in due categorie: chi ha il telecomando, e chi scava.

  15. pifo

    Milioni di schermi piazzati in “punti di accumulazione” strategici, diffondono nelle stesse ore, in tutta Europa, lo stesso genere di pornografia televisiva, prodotta da centinaia di canali commerciali sostanzialmente monotematici. Il giornalista sembra rendersene conto solo quando, suo malgrado, si trova a transitare per una sala d’aspetto di un ospedale e scrive, in modo un po’ sgrammaticato, del ruolo che una televisione pubblica dovrebbe avere (ma che in realta’ non ha piu’ da 20 anni), di come in certi luoghi …, e di quello che lui, per la salvezza dell’umanita’ e la salute pubblica, avrebbe dovuto mettere in atto, e che per pieta’ o per mancanza di coraggio, non e’ riuscito a compiere.
    Efficace e forte questa idea di un uomo, un uomo solo, che in un affollata sala d’aspetto, riesce a capire cosa dovrebbe essere fatto per tutti, in nome di tutti e nel bene di tutti. La dignita’, la qualita’, il grado, la condizione, la liberrta’ di ogni individuo, scrive sempre L.S., dovrebbero essere sottoposte a giudizio con estreme attenzione e cautela, salvo quando sono davanti alla TV a guardare immagini che si ritengono sconvenienti.

    Ad ognuno la sua Barbara D’Urso, ad ognuno il suo genere pornografico. Resti accesa quella TV nella sala d’aspetto per i guardoni del dolore e sia garantita a L.S. la liberta’ di far leggere le sue banalita’ moraleggianti, perche’ ci saranno migliaia di persone, assai diverse tra loro, che nel far l’una o l’altra cosa, riceveranno giusto godimento e personale soddisfazione, sia che siano in attesa di un chirurgo, di una metro o di un aereo, davanti ad un 47 pollici della ASL, come con un Ipad2 poggiato sulle ginocchia.
    Saluti.

  16. Jan Alexander

    Le rare volte che mi sono trovato in una sala d’aspetto con TV sintonizzata su [C]anale 5 e avendo accesso al telecomando, ho cambiato canale scegliendo sempre un film. Non per pedagogizzare gli altri, ma per non intossicarmi io. Io che fumo per esempio, non impongo agli altri di respirare il mio fumo, loro non devono imporre a me di guardare cazzate.

  17. odus

    4.marisa 26 ottobre, 2011 alle 23:02
    …. Ed è proprio vero quel che ha scritto robecucci: milioni di italiani di quella tv, che cercano quella tv, che reclamano quella tv, vanno a votare!

    Mentre in base a quanto sotenuto da te e LS, andrebbe loro tolto il diritto di voto.
    Non è vero?
    Dopo l’unità d’Italia si votava. Ma aveva diritto al voto solo il 4% degli elettori in base al censo, cioè al reddito. In pratica votavano solo i nobili grandi proprietari terrieri, i gattopardi. Nei primi decenni del ‘900 votava l’11% della popolazione escludendo tutte le donne e gli analfabeti.
    Dobbiamo tornare a quei tempi sostituendo ai nobili proprietari terrieri i cosiddetti intellettuali?

  18. Vasiliy Stepanov

    Curiosa logica, quella di Odus e Pifo. Criticano l’autore dell’articolo perchè pretenderebbe di imporre i suoi gusti e visione del mondo al popolo, che invece ha il diritto ai suoi gusti, per bassi che siano. Per farlo difendono il diritto di altri – in questo caso la direzione dell’Ospedale – di imporre i LORO gusti insindacabili, immagino in nome del popolo, visto che si tira in ballo la democrazia e il diritto di voto… Qualcosa mi dice che i due NON guardano certi programmi, da intellettuali raffinai quali sono: vogliono solo che il POPOLO abbia quel che vuole (o, dicono, merita…). Poi uno va a vedere e scopre che la D’Urso fa meno di tre milioni di spettatori in media, secondo i dati, questo su una popolazione italiana di circa 60 milioni – popolo, eh? Insomma, alle ‘banalità moraleggianti’ del sig. Sofri si risponde con un bel po’ di sana demagogia moraleggiante da ‘popolo del web’…

  19. biagio

    Ospedale pubblico, servizio televisivo pubblico. Alla faccia della libertà di scelta. E comunque si vede che non hai mai guardato i programmi del primo canale Rai, servizio pubblico (in teoria): merda che più merda non si può, e scusa il francese.
    Quanto alla Barbara D’Urso, fa il suo mestiere, guadagnare fior di euri con la “pornografia del dolore”.
    Mi pare che anche una certa Daria Bignardi qualche anno fa conducesse una analoga trasmissione di qualità…

  20. Vasiliy Stepanov

    Eccone un’altro che difende la ‘libertà di scelta’ imposta dall’alto – libertà significa guardare i programmi Mediaset, s’è capito. Biagio non è costretto a guardarli e non li guardo ma è disposto a combattere perchè altri li impongano al pubblico in sala d’attesa – libertà, quante sciocchezze si dicono in tuo nome…

  21. biagio

    A Basilio,

    non mi sembra che da quanto ha scritto il Sofri si possa evincere che non era possibile cambiare canale, dunque non vedo perché si debba parlare di imposizione dall’alto.
    Che i programmi di Canele 5 facciano cagare, ça va sans dire, ma alla fine il problema è sempre quello: in base a che cosa uno dovrebbe imporre i suoi gusti e disgusti al resto dell’umanità (o più banalmente al resto della sala d’attesa)?
    Libertà significa guardare (o non guardare proprio) quel che uno vuole: anche la cacca, nel caso, senza che nessuno possa arrivare lì col ditino alzato a imporre le sue opinioni in merito.

  22. Vasiliy Stepanov

    ‘Libertà significa guardare (o non guardare) quel che uno vuole, anche la cacca’ – ma qui si tratta di altri che impongono cosa si vuole vedere e di quanti difendono il loro diritto di scegliere, in questo caso la D’Urso, per gli altri.
    Fra l’altro questo populismo un po’ razzista secondo cui certe cose fanno ‘cagare’ e proprio per questo sarebbero adatte a un popolino che si disprezza è veramente un po’ datato, come minimo.
    Io almeno, dato che seguo il Grande Fratello, qualche volta il pessimo programma della D’Urso l’ho seguito – si da il caso che io ne faccia parte, di quel popolino cui fate riferimento, e non ho alcuna simpatia per la vostra carità pelosa – non mi sarebbe dispiaciuto affatto se il Sofri avesse avuto più coraggio e cambiato canale all’incontrovertibile grido di ‘a me piace così, chiaro?’…

  23. biagio

    Ritorniamo sempre lì.

    Incontrovertibile in base a che?
    Forse perché “io so’ Sofri e voi nun siete un cazzo”?

  24. Vasiliy Stepanov

    Ritorniamo sempre lì: voi criticate l’idea che Sofri possa decidere per tutti e difendente il diritto di altri – in questo caso l’Ospedale – a decidere per tutti, immagino per antipatia a Sofri.

  25. odus

    La libertà di scelta, per quanto riguarda la tv, ogni singola persona e non il popolo (come Vasily sostiene che io sostenga) può esercitarla a casa sua e, fino a prova contraria e cioé fino a che LS non visiterà oltre a qualche sala d’attesa di ospedale per sua fortuna una tantum le case di tutti gli italiani sintonizzando gli apparecchi sui canali da lui preferiti, ogni singola persona questa libertà di scelta a casa sua la esercita.
    I programmi televisivi trasmessi nelle sale d’attesa degli ospedali o nei ristoranti o nelle stazioni degli autobus o alle poste o nei metrò sono scelti dai rispettivi responsabili del servizio in base a detrminati criteri che non conosco. Ma non posso escludere che lo facciano a seguito di sondaggi di opinione tra i clienti.
    Poi ogni singola persona vota come le pare e senza chiedere il placet di Vasily, di Marisa o di robecucci.
    Ma i perdenti per il passato che temono di rimanere perdenti anche in futuro aspirano al controllo di questo ambito della comunicazione che sostengono essere persuasione occulta esercitata dalle TV commerciali avversarie mentre, relativamente ai frequentatori del web, sono loro che la esercitano.
    Ed inseriscono nei siti la stessa pubblicità commerciale delle TV commerciali (e pubbliche).

  26. Vasiliy Stepanov

    “I programmi televisivi trasmessi nelle sale d’attesa degli ospedali o nei ristoranti o nelle stazioni degli autobus o alle poste o nei metrò sono scelti dai rispettivi responsabili del servizio in base a detrminati criteri che non conosco”

    Ma questo non ti impedisce di difenderli, fintanto che trasmettono programmmi che approvi.

    “Ma non posso escludere che lo facciano a seguito di sondaggi di opinione tra i clienti”.

    Sicuro, eh?

  27. Pingback: Il delirio di Luca Sofri: nelle tv degli ospedali niente Canale 5, si regalano soldi a Berlusconi - DAW blog/NEWS.com |

  28. pifo

    Vasily,
    e’ vero, non seguo molto le vicende della D’Urso, come di tante altre entita’ televisive ma non certo per snobbistico disgusto quanto per gusto diversificato, ne seguo infatti di altre che qualcuno qui giudicherebbe altrettanto male. Detesto quel poco che mi tocca guardare dei suoi programmi, non mi sentirei a mio agio se in una sala d’attesa me ne venisse propinata una porzione eccessiva ma non ne farei una questione di pedagogia nazionale perche’ sono educato a ragionare in termini abbastanza relativi che non contemplano ad esempio questo concetto di popolo che mi attribuisci, ne’ una eccessiva idea di me stesso e dei miei gusti personali: ognuno di noi e’ assai affezionato a tutto cio’ che produce, compresa l’immondizia.
    Se e’ vero che detesto la D’Urso pero’ e’ anche vero che non gradisco il giornalista che, animato da una considerazione del se comunque superiore, pensa di dover “soccorrere” il “se inferiore” che gli siede accanto anche quando questo non ne ha fatto esplicita o intellegibile richiesta. Accetto senza problemi l’idea che al mondo esista per lo meno una meta’ di popolazione a me “superiore” da moltissimi punti di vista ma mi sento in difficolta’ se qualcuno pretende di appartenere a questa elite solo perche’ la ”pornografia” che pratica e’ sofisticata per mezzi e contenuti e destinata a quella che lui crede una elite. L’unica cosa bella della “pornografia” e’ che ognuno ci trovi il suo personale e solitario appagamento, poi un genere vale l’altro. O no?
    Insomma, caro Vasily, per dirla in parole povere: io e te che veniamo qui a leggere e a polemizzare con regolarita’ sul blog di L.S. non siamo meno “guardoni”, meno compromessi da primordiali pulsioni, meno “devastati” da pratiche mediatiche di tanta altra gente, per il semplice fatto che il blog porta il nome di un enigmatico personaggio padre della filosofia del linguaggio.
    Questo lo sappiamo io, te, diverse migliaia di persone … e L.S.
    Saluti.

  29. Filippo Santore

    “la metto così: in un ospedale pubblico, sia servizio pubblico. Si devono mostrare solo i programmi Rai” (…) “non si capisce perché privilegiare l’offerta privata a quella pubblica”

    E la metti male: perché mai si deve privilegiare il pubblico al privato?

    “Pensavo queste cose e mi chiedevo se spegnere la tv o cambiare canale arrampicandomi sulla parete della sala d’attesa: e però ho pensato che alcuni dei parenti si sarebbero seccati e mi avrebbero detto che volevano vedere”

    Se ci riflettessi di più magari ti renderesti conto che ragioni da tipico rosso, per non dire comunista nell’accezione berlusconiana del termine: quello cioè che ritiene di dover decidere per gli altri. Che crede di essere la élite illuminata che dice al volgo cosa possono fare.

    Nel tuo piccolo sei stato come un pretore o un promotore di referendum che vorrebbe far chiudere per decreto erga omnes i canali Mediaset, salvo poi sentire la reazione del volgo, non propriamente in sintonia con le sue avanguardie intellettuali.

    Può bastare per un commento?

  30. Vasiliy Stepanov

    Altri due lemming a ripetere che nessuno deve sognarsi di imporre i suoi gusti agli altri (se non è un COMUNISTA) a proposito di una situazione in cui accade esattamente questo, che qualcuno impone i suoi gusti agli altri. Evidentemente dipende da chi è che impone: se è un Sofri, Filippo e l’Iscariota gli danno addosso; se è la direzione dell’ospedale, nulla da dire, anzi. La mia opinione è che questa gente semplicemente non si renda conto dell’aborto logico del loro discorso.
    Per il resto, si conferma il tipico stile polemico del PdL in queste faccende: ferma difesa di principio di programmi Mediaset che non si guardano ma che si considerano adatti al popolino, malgrado la stragrande maggioranza del popolo italiano non li guardi (ricordo che la D’Urso in media fa meno di tre milioni di spettatori – ma immagino che quando si tratta di principi morali cifre e percentuali non contino…)

  31. vogliodipiu

    Mi sa che la parte più interessante del discorso era il paragone con la situazione del leader del Pd: provare a spegnere (ma senza la maggioranza è una scelta difficile da attuare), parlare con il direttore (vd Napolitano) ma lui cosa può fare? E quindi non se n’è fatto niente… però un’altra idea poteva essere provare a parlare con i presenti e discutere un po’ della cosa, magari si sarebbe scoperto qualcosa di interessante. E forse anche il PD qualche volta dovrebbe provare a parlare un poco con le persone…

  32. iscariota

    stepanov, la tua opinione ha un alto valore scatologico, lo stesso del post del sig. sofri, che tu degnamente difendi ( ah, ah, ah, grassa risata ). patetici, tutti e due.

  33. Vasiliy Stepanov

    L’iscariota è quel genere di persona che ride delle sue battute (ride ‘scritto’, fra l’altro). ‘nuff said.

  34. Philip Michael Santore

    Caro Vasiliy Stepanov,

    Essendo i televisori capaci di ricevere molti canali, ma di mostrarne solo uno alla volta, per definizione sceglierne uno piuttosto che un altro fa contento qualcuno e scontento qualcun altro.
    Se il televisore era sintonizzato su Canale 5 si può supporre che gli infermieri o chi per loro sappiano per esperienza che quello è il canale gradito ai più.

    Morale della favola: abbasso le sale collettive dove un solo televisore gestito da un soviet e da un suo aspirante leader deve rispondere ai gusti di tutti, e viva le camere singole negli ospedali privati dove ciascuno ha il suo televisore e lo sintonizza dove vuole.

    Sofri, la prossima volta vada in una clinica privata così si guarda in camera il programma di Augias su RAI3, e vedrà che poi le passano i deliri.

  35. Vasiliy Stepanov

    Ovvero, tocca Mediaset e i difensori disinteressati spunteranno dai terra come gli uomini di Deucalione. Immagino che se quel famoso televisore fosse stato sintonizzato su Pomeriggio sul Due (buuuu!!!) invece che su Pomeriggio Cinque (Yeeeeehhh!!!) i bravi difensori della libertà si sarebbero ribellati come un sol uomo…
    Libertà, quante cretinate si dicono in tuo nome…

  36. iscariota

    veramente, lemmingstepanov, a me basta ridere della tua miseria umana ed intellettuale. e pure di sofri…

  37. odus

    A Vasiliy Stepanov 27 ottobre, 2011 alle 14:40
    “I programmi televisivi trasmessi nelle sale d’attesa degli ospedali o nei ristoranti o nelle stazioni degli autobus o alle poste o nei metrò sono scelti dai rispettivi responsabili del servizio in base a detrminati criteri che non conosco”

    Ma questo non ti impedisce di difenderli, fintanto che trasmettono programmmi che approvi.

    “Ma non posso escludere che lo facciano a seguito di sondaggi di opinione tra i clienti”.

    Io non difendo i responsabili del servizio, difendo il diritto alla libertà di scelta delle persone prese singolarmente e nel loro insieme.

    Se non cogli questa differenza è un tuo problema.
    Del resto, che tu, insieme ad altri, non lo colga non mi meraviglia.

    Trattasi di una peculiarità specifica di un certo tipo di cultura che a volte si ammanta anche dei termini “sensibilità” e “valori”.
    Per quella famosa persuasione occulta tanto denigrata se esercitata nel campo avverso.
    Ma nei due campi è la stessa identica, mutatis mutandis.

  38. diegoghi

    Stamattina, mentre mi preparavo ad andare in ufficio, ho risintonizzato i canali del DT e mi sono imbattuto per puro caso in una specie di talkshow di raiUno in cui una tizia invasata urlava “brevettano i broccoli! brevettano i broccoli!” e nessuno in studio si premurava di chiamare il 118. Riportare “notizie-che-non-lo-erano” da Repubblica e spacciarle per verità è servizio pubblico? Meglio la D’Urso, grazie.

  39. Kekko66

    Scusa Luca,
    ma credi che alla stessa ora sui canali pubblici non trasmettano programmi simili? O peggiori? E non credi che molti programmi sul servizio pubblico siano prodotti da soggetti privati o addirittura dagli stessi soggetti che producono i programmi di Canale 5? Dai su, Luca, questo tuo post non è un granchè, quei programmi sono uno schifo ma è così da anni, dai tempi di Piero Vigorelli e quell’altro pazzoide che poi passò a Rifondazione Comunista per avere la possibilità di mantenere un programma notturno.

  40. dado1907

    io concordo pressochè su tutto ma ero rimasto che la tv non contava più nulla; dura la realtà fuori dalla rete…

  41. Broono

    Uhm…serve a nulla nella discussione, ma ho la necessità di un’ammissione.
    Io in medesime situazioni avrei/ho fatto esattamente i pensieri di Sofri, ma a leggere le reazioni trovo assolutamente sensate quelle di chi sta cercando di spiegargli che libertà dovrebbe essere un concetto un po’ più esteso.
    Il corto circuito in testa mi ha imposto almeno l’ammissione di colpa come tentativo di uscire da una cosa che messa così non mi piace affatto.

  42. Vasiliy Stepanov

    Mettiamola così, se a Sofri e Barbara D’Urso sostituiamo ‘blogger vicino al governo’ e Mara Venier nessuno si sarebbe scandalizzato e quanti qui difendono la ‘libertà” gli avrebbe dato rumorosamente ragione. E’ questione di ‘sensibilità’ e ‘valori’ peculiari di un certo tipo di cultura e se non cogliete la differenza è un vostro problema.
    Insomma, ditelo che lo fate solo per puro spirito di parte e chiudiamola lì.

  43. Pingback: La tv, la devastazione psicomorale e la pornografia del dolore | Portale dello Spettacolo

  44. arnaldo

    Ieri sono stato all’ospedale, in sala d’attesa guardavano i Simpson, ho scattato una foto e mi sono beccato una sonora cazziata da una specie di guardia giurata. Pare sia illegale fotografare all’interno di un ospedale.

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