Come se non bastasse

Il 26 e il 27 maggio si voterà per le elezioni amministrative in molte città. Tra queste, sceglieranno il nuovo sindaco Roma, Siena, Catania, Pisa, Vicenza, Messina, Brescia, Udine, Siracusa, Massa, Viterbo, Avellino, Treviso e altri capoluoghi importanti. Il risultato sarà naturalmente molto rilevante localmente, e potrebbe portare sconquassi notevoli (immaginate cosa si giochi a Siena, per esempio). Ma soprattutto, ed è un tema che in questi giorni non mi sembra molto considerato, quei risultati potrebbero plausibilmente arrivare in una situazione politica nazionale ancora molto fragile e combattiva e darle un altro colpo.

E che risultati potrebbero essere, quindi?

Per i sindaci si vota con un sistema maggioritario a doppio turno, senza che qui siano in ballo premi di maggioranza: vincono i due che prendono più voti, e quelli vanno al ballottaggio. Primo indizio: chi ha preso più voti di tutti a livello nazionale? Il M5S.
Ma a livello locale com’è andata? Ora vediamo. E il ballottaggio cambia qualcosa? Sicuramente sì, ma non sappiamo come. In teoria il ballottaggio gioca contro il primo arrivato, perché lo obbliga a una rivincita che può perdere: ma proprio per questo potrebbe a sua volta fare il gioco del M5S nelle città dove non è il primo partito e in quelle dove il favorito è il PD, a cui il M5S “ruba” la maggior parte dei voti. Ma non solo in quelle: il M5S avrà di nuovo il vantaggio assoluto della novità e dell’aver solo da guadagnare.

Voi prendete Pisa. Dove il PD ricandida (senza primarie!) il sindaco uscente, che nel 2008 prese il 47% al primo turno contro il 32% della candidata del PdL (quello di Sinistra Arcobaleno ebbe il 9,5%). Al ballottaggio il primo vinse col 53% (ma perse più di 3mila voti invece di guadagnarne da sinistra, mentre la sua rivale ne guadagnò 800). Quindi diciamo che non sta in una botte di ferro: Pisa è una di quelle città governate da sempre dalla sinistra e dove questa certezza diminuisce ogni volta, e il centrodestra diventa sempre più agguerrito.
Adesso vediamo come sono stati i risultati delle politiche a Pisa: il centrosinistra (tutto) è a quasi il 41%, il centrodestra al 20%, e il M5S al 24,6. Se prendessimo questi risultati a modello di quelli delle amministrative, al ballottaggio ci andrebbero il sindaco uscente e il candidato grillino, sul quale il centrodestra avrebbe la forte tentazione di indirizzare i suoi voti per far perdere il PD. Restano un 8,4 di Scelta Civica e un 3,2 di Rivoluzione Civile, quindi le variabili sono molte, ma immagino un PD preoccupato, a Pisa.

Ora prendete Massa: dove alle scorse elezioni al ballottaggio andarono un candidato del PD e un candidato ex del PD sostenuto da liste civiche – per dire le forze in campo – prendendo insieme i due terzi dei voti (vinse l’ex del PD). E ora guardate i risultati delle politiche 2013 a Massa: centrosinistra 35%, centrodestra 23%, M5S 29%. Interessante, no?

E ora vediamo invece Viterbo, città con solide maggioranze di destra sempre. Il sindaco uscente è del PdL, fu costretto al ballottaggio per pochissimo ma lo stravinse contro Ugo Sposetti del PD. Ora, alle elezioni del 2013, il centrodestra ha perso: il primo partito è il M5S, col 31,5%. Il centrodestra ha preso il 30% (di cui un 5,9 tra Destra e Fratelli d’Italia), il centrosinistra il 26%, Scelta Civica il 7,5%. Alle amministrative si è candidato con una lista civica Filippo Rossi, già finiano con una sua popolarità locale, mentre PdL e PD non hanno ancora deciso chi candidare. Capirete che può succedere di tutto, ma quelli che partono sparati sono di nuovo i grillini.

E così via. Tutto succederà tra meno di tre mesi, e i risultati atterreranno sul contesto nazionale incomprensibile che si prospetta da qui ad allora. Meglio cominciare a tenere conto anche di questo.

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro

11 commenti su “Come se non bastasse

  1. Marzio

    Prima, tuttavia, 20 e 21 aprile, ci saranno le elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia, con candidato PD Debora Serracchiani.
    E le cose non si preannunciano per nulla positive.

    Ciao

    Marzio

  2. Federico23

    A Massa il candidato dei 5 Stelle avrà il via libera, l’amministrazione Pucci+Sel ha deluso tutti (il passaggio a Gaia S.p.A. con conseguente raddoppio sulle bollette dell’acqua non ha aiutato il consenso). La destra non è un’alternativa accettabile per tanti. Ci è rimasta poca scelta.

  3. splarz

    Ma come, con Gaia S.p.A. le bollette raddoppiano? Ma l’ingresso dei privati non era sinonimo di efficienza?

  4. baudolino

    Manca una parte: prendiamo quei comuni dove si è votato per le politiche e per le regionali. Il mio comune (provincia di Roma) è guidato da una giunta Pd. Storicamente è un comune di centrodestra ma nelle elezione del 2008, per dissidi interni al Pdl e per problemi con la giustizia (la precedente amministrazione di cdx è stata commissariata) ha vinto il Pd. La somma dei voti del cdx, però, superava quelli del Pd. Nelle ultime elezioni, invece, per le politiche, il primo partito è il Pdl, secondo il M5s e terzo il Pd. Se guardiamo il dato delle Regionali, il primo partito rimane sempre il Pdl, il secondo, però è il Pd e, staccato di 10%, segue il M5s. Ora, se guardiamo le preferenze dei candidati (le regionali le prevedono), Pd e Pdl fanno segnare numeri importanti, mentre le preferenze per i grilliuni sono quasi nulle ( anche su Roma città le cose sono andate allo stesso modo). Quest’ultimo dato, secondo me, sarà la chiave di lettura per le comunali di maggio dove i vecchi partiti hanno ancora capacità di attrarre voti. Anche perchè, si corre il richio che lo tsunami grillino travolga tutto indifferentemente ritrovandoci amministrazioni grilline senza essere Grillo.

  5. majortom

    Io sono di Viterbo e studio a Pisa. E mi sbilancio: a Pisa viene riconfermato Filippeschi e a Viterbo ci sarà un sindaco grillino.

  6. odus

    @ Marzio scrive: 4 marzo 2013 alle 20:29
    Se in Friuli (e magari anche altrove) le cose non si preannunciano positive – immagino per la candidata PD Serracchiani – le cose potrebbero risultare positive per i suoi competitori.
    Democraticamente, se potremmo dolerci di un eventuale flop della suddetta, dovremmo gioire per il successo possibile del competitore.
    E’ una gara dove a vincere è sempre il voto dell’elettorato che ha sempre ragione.
    O no?

  7. granmadue

    Secondo me ènon è indicativo confrontare i voti delle elezioni comunali con quelli delle elezioni politiche nazionali in un dato comune. Soprattutto quando il sistema elettorale di queste ultime è il porcellum.

  8. odus

    Il 26 e il 27 maggio si voterà per le elezioni amministrative in molte città. Tra queste, sceglieranno il nuovo sindaco Roma, Siena, Catania, Pisa, Vicenza, Messina, Brescia, Udine, Siracusa, Massa, Viterbo, Avellino, Treviso e altri capoluoghi importanti. Il risultato sarà naturalmente molto rilevante localmente, e potrebbe portare sconquassi notevoli (immaginate cosa si giochi a Siena, per esempio). Ma soprattutto, ed è un tema che in questi giorni non mi sembra molto considerato, quei risultati potrebbero plausibilmente arrivare in una situazione politica nazionale ancora molto fragile e combattiva e darle un altro colpo.
    Ma dov’è il problema?
    Correva l’anno 1993, mese di novembre. L.S. forse non era ancora giornalista. La DC di Martinazzoli era morta il 25 luglio di quell’anno. Craxi era già in Tunisia. Sulla scena politica erano presenti il PDS di Occhetto, il MSI di Fini e la Lega di Bossi.
    Domenica 21 si votava in 420 comuni tra cui Roma, Genova, Palermo, Napoli, Trieste, Venezia e viavia.
    Lunedì 22 novembre i risultati furono:
    A Palermo sindaco Leoluca Orlando col 75% dei voti, sicuramente non mafiosi.
    A Napoli primo partito risulta il MSI col 30% dei voti e il PDS al solito 25%, ma sindaco è Bassolino, seconda votata la Mussolini.
    A Roma primo partito il MSI col 31%, secondo il PDS e la DC col prefetto Caruso al 10%; ma primo dei votati Rutelli col 39% e secondo Fino col 36%.
    In Piemonte e Lombardia prima la Lega, secondo il PDS, DC sxomparsa.
    A Genova primo Sansa del PDS, secondo Serra e la Lega al 27%.
    A Venezia primo Cacciari filosofo del PDS e secondo Mariconda della Lega.
    A Trieste primo Illy candidato da PDS-DC-Rifondazione Cominista e secondo Staffieri, lista civica del <iMelone.
    Tranne Orlando eletto a Palermo al primo turno, tutti gli altri vanno al ballottaggio.
    La lira ed i titoli di Stato crollano. Marco a 1000 lire, dollaro a 1700 lire.

    E noi, che abbiamo vissuto il dopoguerra e quelle vicende sopra riportate, dovremmo preoccuparci di cosa oggi potrebbe succedere a Pisa e a Siena?
    I giovani? Comincino ad allenarsi in queste cicliche vicende italiche.

  9. Luther Blissett

    http://opinionator.blogs.nytimes.com/2013/03/03/was-wittgenstein-right/
    Our craving for generality has [as one] source … our preoccupation with the method of science. I mean the method of reducing the explanation of natural phenomena to the smallest possible number of primitive natural laws; and, in mathematics, of unifying the treatment of different topics by using a generalization. Philosophers constantly see the method of science before their eyes, and are irresistibly tempted to ask and answer in the way science does. This tendency is the real source of metaphysics, and leads the philosopher into complete darkness. I want to say here that it can never be our job to reduce anything to anything, or to explain anything. Philosophy really is “purely” descriptive.

  10. saintex

    Però quello che faccio fatica ad accettare di questo periodo è il tono preoccupato di deriva apocalittica con cui il Movimento 5 Stelle è stato accolto nei commenti dei giornalisti in questi giorni: lo stesso tono che si intravede nel titolo di questo articolo (che però forse è ironico?).

    Si legge in controluce in questo tono la medesima cattiva abitudine del giornalismo italiota nel tifare per questa o quella parte politica, piuttosto che essere i “watchdog” della politica: Grillo non è uno dei referenti conosciuti e quindi inquieta.

    Infatti nei paesi in cui la mentalità democratica funziona veramente l’ascesa di Grillo sarebbe stata presa in modo diverso: il Movimento 5 Stelle ha preso il 25%; e allora? È la democrazia, baby…

    Invece proprio quei giornalisti che rimproverano a Grillo di essere allergico alla democrazia, si dimostrano a loro volta a disagio nell’accettare i risultati delle elezioni, perché i Grillini sono stati eletti democraticamente, mica sono un’anomalia.

  11. Pingback: Mi è semblato di avel visto un gatto | Wittgenstein

Commenti chiusi