Questa non è casa mia

Una dozzina d’anni fa mi portarono in Inghilterra a vedere una casa in cui tutto era gestito in rete – domotica, la chiamavano – dagli ordini online automatici dei prodotti esauriti nel frigo, ai comandi remoti sugli elettrodomestici (più o meno nello stesso periodo una società italiana presentò una lavatrice con un display che riceveva gli SMS, giuro). Ne scrissi per un settimanale che mi aveva mandato a seguire la presentazione, una cronaca disciplinata: ma mi divertii di più a immaginare le controindicazioni, con hacker e virus che dirottano le funzioni e infeltriscono i calzini in lavatrice o bruciano lo stufato eccetera.

Ora su Forbes vedo che qualcuno lo ha fatto.

“I can see all of the devices in your home and I think I can control them,” I said to Thomas Hatley, a complete stranger in Oregon who I had rudely awoken with an early phone call on a Thursday morning.He and his wife were still in bed. Expressing surprise, he asked me to try to turn the master bedroom lights on and off. Sitting in my living room in San Francisco, I flipped the light switch with a click, and resisted the Poltergeist-like temptation to turn the television on as well.
“They just came on and now they’re off,” he said. “I’ll be darned.”

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Un commento su “Questa non è casa mia

  1. michele T

    Ehm… mi pare che il telefonino con il sw modificato (da me!) era un Telit (dove lavoravo) e gli elettrodomestici Berloni.
    Lo “use case” pubblicitario mostrava una coppia che aspettava amici a cena e per questo… faceva partire la lavatrice col telefonino!?

Commenti chiusi