Webpensieri – aprile 2002

Dopo alcune anteprime negli ultimi anni, alcune società che producono elettrodomestici hanno introdotto sul mercato dei prodotti che si collegano in rete: con l’intento di garantire una manutenzione continua gestita centralmente e di coordinare il funzionamento degli apparecchi (e di ottenere un po’ di pubblicità in mancanza di altre idee, aggiungo io). Adesso, gli effetti collaterali preoccupanti sono due: Primo, gli hackers: intervenendo via internet su ciascun elettrodomestico potranno far lavare il cashmere a 90° e bruciare l’arrosto. Secondo, la privacy: la centrale che segue l’uso, saprà quante volte lavate i calzini e quali film porno guardate. Io ci penserei.

Scaricare canzoni da internet pare sia superato. Adesso si scaricano cd interi, con tanto di copertina e tutto quanto. Li si trovano su alcuni dei servizi p2p che già permettono la pirateria musicale tradizionale, come Audiogalaxy. Si tratta semplicemente di files zip, ovvero compressi con il sistema più diffuso, in modo da condensare in un solo documento più oggetti insieme: gli mp3 delle varie canzoni, i jpeg delle immagini di copertina, i testi delle canzoni. Trovarli è facile, basta scrivere “zip” come criterio di ricerca. Inutile dire che la nuova iniziativa dei trafficanti di musica online, favorita dalla diffusioni di connessioni molto rapide, creerà ancora più panico e agitazione presso i produttori di musica, le cui scriteriate contromosse non hanno finora sortito nessun effetto nel tenere i fans alla larga dal download illegale di mp3 coperti da diritti. Napster è morto, già. Proprio.

Questa è la fine del mondo? O va a finire come il WAP, gli e-books, pare l’UMTS, eccetera? Secondo me la prima: avete presente AirPort, il primo sistema di connessione a internet via radio? Lo lanciò Apple lungimirantemente un paio di anni fa, e fino a ora non ha fatto gran botti. Si tratta di una specie di mini antenna che si attacca a una presa telefonica e che permette ai computer nel raggio di alcune decine di metri, dotati di una scheda ricevente, di collegarsi al web tutti tramite quell’antenna. Un po’ come i telefoni cordless, ma tutti su una stessa frequenza. Tra una certa disattenzione generale, Apple continua a investirci e a pubblicizzarlo, e un po’ alla volta altri produttori l’hanno seguita. Adesso negli Stati Uniti la tecnologia comincia a essere diffusa, con il risultato che dove è presente, potete sfruttare la connessione del vostro vicino di casa, quella del bar, o in un altro locale pubblico. Alcune città hanno installato la tecnologia Wi-Fi in luoghi pubblici, come giardini e biblioteche, di modo che le persone possano collegarsi al web frequentandoli. Ci sono bar e alberghi che offrono il servizio a pagamento. Le localizzazioni di alcune delle antenne possono essere consultate con un software che si trova su http://www.freenetworks.org/.

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