Sulla questione Bindi. Il primo: l’intervista a Famiglia Cristiana rende definitivamente ridicolo e sciagurato il modo con cui si trattano le questioni delicate in Italia. Ecco quello che è successo: il ministro Bindi dà un’intervista al Corriere dove dice tra molte altre cose che i Pacs non sono nel programma di governo, e che bisognerà trovare il modo per tutelare le persone coinvolte nelle unioni di fatto, ma non le unioni di fatto in quanto tali. Il Corriere titola “Bindi: diritti alle coppie di fatto”. Tutti leggono solo il titolo e si scatena un putiferio. Il Corriere soffia sul putiferio e il giorno dopo costruisce una pagina di reazioni “all’apertura della Bindi sui pacs”. In basso, piccola piccola, c’è una lettera del ministro che smentisce quella interpretazione delle sue parole. Niente. Per giorni e giorni tutti, politici e giornali, definiscono la Bindi “nuova zapatera”, riempiendo pagine e pagine di valutazioni e reazioni su una cosa che non è successa. Come riconferma la Bindi, nell’intervista a Famiglia Cristiana.
Il secondo inciso riguarda un’altra cosa, ma mostra un cliché simmetrico a quello del ministro che si inventa un pezzo di Costituzione che non esiste. Parlo di quelli che continuano – e continueranno – a sostenere strumentalmente che la Costituzione italiana dica che l’Italia “ripudia la guerra”. Punto. Punto un accidente: l’articolo 11 della Costituzione italiana dice:
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
Dopo di che discutiamo di quali casi concreti ricadano in queste norme di “limitazioni della sovranità necessarie” e quali siano i fini della guerra che invece l’Italia non ripudia.
Leggetevela, una buona volta, ‘sta Costituzione a cui dite di essere così affezionati
Governo.it
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