Cose disordinate che penso della questione Luttazzi-La7

Prima cosa: che un po’ come con Grillo si aveva paura dei fans di Grillo, qui si rischia di aver paura di Luttazzi, a dire cosa si pensa. E questo, tra l’altro, ha a che fare esattamente con la tolleranza per cui a Luttazzi è concesso di dire qualunque cosa, e qualsiasi violenza verbale viene fatta cadere nell’espressione “ma Luttazzi è così, si sa…”. Poi Luttazzi un giorno va in tv e dice “il signor Gianni Rossi di Pinerolo caga in bocca a sua moglie e lo mette in culo al bambino mentre lei li riprende con la telecamera”, e magari questa battuta sta dentro a un monologo sulla famiglia a cui lui ha davvero lavorato per un anno e mezzo, però da quel giorno il signor Gianni Rossi comincia a ripensare all’espressione “ma Luttazzi è così, si sa…”

Seconda cosa: Antonio Campo Dell’Orto ha un capitale di credibilità meritato e cospicuo, e in Italia c’è una maggioranza di centrosinistra. Questi due elementi permettono a Campo Dall’Orto di fare una scelta rischiosissima, senza venirne travolto (ma non gli sarà indolore di certo). Se in Italia ci fosse un governo di centrodestra e la stessa scelta per le stesse sincere ragioni fosse stata presa da un direttore di RaiDue, a quest’ora se lo starebbero mangiando sulle pubbliche piazze di mezza Italia.

Terza cosa: non so come sia andata. Quindi non so se Campo Dall’Orto abbia fatto bene o male. Faccio fatica a pensare – e ho elementi concreti per dubitarne – a un Ferrara che chiama i superiori per chiedere la testa di Luttazzi. Ma non so, ripeto. Se CDO ha deciso da solo, ho due pensieri: uno è che si sia preso dei rischi eccessivi, e che nel contesto italiano sarebbe stato più saggio non farlo. Abbozzare. L’altro è che sia eticamente apprezzabile e nobile la scelta di difendere qualcuno della propria “famiglia” nel momento in cui viene attaccato, per di più da un altro della famiglia con l’atteggiamento del bambino che umilia il nonno. E che sia altrettanto apprezzabile la scelta di prendersi dei rischi per dimostrare che sotto il grande cappello della libertà e della satira non possono stare anche l’inciviltà, la violenza, la mancanza di rispetto e l’aggressione gratuita.

Quarta cosa: che una volta si sia superato il tic per cui a Luttazzi dovrebbe essere concesso uno status speciale nel mondo, si immagini Giannelli disegnare domani in prima pagina sul Corriere una vignetta in cui il vicedirettore del Corriere sodomizza una delle commentatrici del Corriere, e lei dice “dai, che divento caposervizio!”. E ci si scandalizzi per la scelta del direttore di non pubblicarla (e si noti anche l’inevitabile maggior libertà concessa dalla diretta tv, rispetto ai giornali).

Quinta cosa: penso che Luttazzi sia stato sciocco e infantile. La sua decisione di arrivare in una casa nuova (dove hanno scelto di invitarti quando non ti invitava nessun altro) e sputare in faccia a uno degli ospiti è provocatoria e aggressiva nei confronti dei padroni di casa prima che degli ospiti.

Sesta cosa: penso che la frase di cui si parla sia al tempo stesso greve e odiosa, e completamente inutile e gratuita. Ancora più sciocco mi pare che Luttazzi avrebbe voluto usarla, quindi. Non gli è stato “censurato” un attacco politico al potere: gli è stato detto di non dire parolacce inutili al prossimo. Il prossimo, esiste.

Settima cosa: non mi fraintendete, che conosco bene le strumentalizzazioni che si fanno da sempre confondendo parole e pietre. Le parole non sono pietre. Però sono parole: non sono niente. Tra il niente e le pietre, le parole sono una tappa intermedia. Quando Luttazzi usa questo tipo di espressioni, e ne riceve applausi e successo, è perché fa leva sull’aggressività, l’odio e la voglia di far male di parte del suo pubblico. Quella frase non è una battuta che fa ridere usando volgarità e violenza: è volgarità e violenza. È una frase da lite al semaforo: è voglia di dire la cattiveria e ridacchiare poi pensando di aver segnato un punto. E il passo prima della pietra: e sapersi fermare lì non riesce a tutti.

Ottava cosa: Luttazzi ha delle bravure. A un certo punto fu stupido con me, e ne fui piuttosto deluso, e forse ha incontrato cattive compagnie. Ma in certe cose che fa è bravo. Su Grillo il suo parere fu tra i più intelligenti ed equilibrati in circolazione. Il pubblico lo meriterebbe, così: e forse anche lui stesso si meriterebbe così

p.s. stamattina ho pensato che la frase incriminata fosse così inutilmente volgare e vana, che almeno per pudore e senso della misura, nessuno se ne sarebbe fatto megafono per affermare la “verità”: pensate a manifestazioni davanti al parlamento con cartelli che dicano fieri e rivoluzionari “gli caga in bocca”, in lotta contro il regime liberticida. Beh, il mio caro amico Gianluca Neri a volte è più scemo dell’immaginabile

p.p.s. Aldo Grasso, invece, ha scritto una cosa sensata e perfetta

ultimo p.p.s. qualcuno mi chiede la sintesi: io non avrei chiuso il programma, che non è una cosa bella. Avrei chiamato Luttazzi, mi sarei incazzato, avrei chiesto maggior lealtà e rispetto e avrei dato un comunicato ai giornali in cui annunciavo di essere molto incazzato e dispiaciuto.

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