Promemoria: il “nostro” paese è di tutti

Tanto per ricordare a tutti che, prima delle sacrosante questioni di ordine pubblico, criminalità, convivenza civile, a volte sfugge un dettaglio: che il diritto mio nei confronti del territorio cosiddetto “italiano” non è in niente diverso o superiore da quello del primo albanese o senegalese o rumeno che arriva. E viceversa: un prato di Londra o di Bucarest è mio quanto di un londinese o di un rumeno. Che la nostra pretesa di avere maggiori diritti di stare qui di quelli che ha chiunque altro è basata moralmente solo su una convenzione necessaria: ma non abbiamo fatto niente per meritarcelo. Ci limitiamo a cercare di esserne degni, e peraltro non tutti. Abbiamo avuto una botta di culo: tra una botta di culo e un diritto morale c’è una certa differenza

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